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Autore: DefyingGravity    28/03/2015    1 recensioni
[Dalla storia: “Tieni la tua fottuta roba e vai. Corri!” disse Mickey lanciando a Kurt lo zaino.
“Cosa?” domandò Kurt confuso notando che nello zaino c'erano alcune delle sue cose.
“Vuoi che ti faccio uscire a suon di calci? Vai da Blaine. È l'amore della tua vita e sai quanto odio queste stronzate... ma è la tua persona. Lo sai e io lo so.” disse Mickey aprendo la porta di casa per Kurt e spingendolo fuori.]
[Klaine/Gallavich]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il nuovo capitolo. Buona lettura!






Kurt non aveva dormito bene ed il motivo era piuttosto ovvio: letto diverso, casa nuova e zero sonno.
Ma qualcuno era salito sul materasso e lo stava letteralmente scuotendo.

“Ehi! Ti piace correre? Tra mezz'ora esco per una corsetta. In piedi!”  gli urlò Ian che già stava uscendo fuori dalla stanza.

Kurt era totalmente frastornato, gli sembrava mattina presto ma non poteva dirlo con certezza. Richiuse piano gli occhi cercando di immaginarsi la sua camera in Ohio, il suo letto comodo con le lenzuola di seta e poi li riaprì studiando invece la spartana camera di Mandy.

Poteva sentire Ian parlare concitato in cucina. Oh, ora ricordava cosa era successo la notte precedente, doveva alzarsi immediatamente e vedere se Ian stava bene.

Si alzò barcollando leggermente e sbadigliò ripetutamente entrando in cucina.

“Modello vuoi un caffè forte?” chiese Svetlana che era incredibilmente già sveglia.

“Io-sì, sì, lo vorrei con piacere grazie.” rispose Kurt vestito ancora con gli abiti della sera prima.

“Ehi, ma hai dormito in quel modo?” domandò Ian che sembrava essere di nuovo di ottimo umore e su di giri.

“Già... non mi sono portato niente dietro, ho solo un cambio.” disse Kurt, prendendo il caffè bollente che gli porgeva Svetlana.

“Potevi dirmelo ieri, ho tutto quello che ti serve. Anzi ora vado a prenderti qualcosa.” disse Ian, scappando via verso la sua camera.

Svetlana gli rivolse uno sguardo enigmatico ed alzò le spalle.

“C'era qualcosa di bello in tv ieri?” chiese Kurt per spezzare il silenzio.

“Per carità, la tv americana fa schifo, molto meglio la tv russa.” rispose Svetlana seria.

Ian tornò in cucina con una montagna di vestiti e li andò a gettare sul divano.

“Ecco. Questi sono per te, sono miei, puoi farteli andar bene. Ti ho preso anche una tuta, corri vero?” chiese Ian, indaffarato poi a pulire la cucina.

“Non proprio... a New York mi piaceva tenermi in forma ma a Lima ho smesso.” confessò Kurt che in realtà non disprezzava tenersi in forma.

“Forza allora! Dobbiamo rimediare. Tra mezz'ora usciamo. Forza forza!” disse Ian allegro.

Kurt si chiese se Ian ricordasse minimamente quello che era successo la sera precedente. Voleva anche sapere che fine avesse fatto Mickey ma probabilmente stava ancora dormendo visto la nottataccia passata.

Finì il suo caffè e il suo biscotto, poi andò a caricarsi sulle braccia la montagna di vestiti di dubbio gusto di Ian ed andò a prepararsi.

Nessuno avrebbe mai indovinato quanto aveva bisogno di andare in qualche centro commerciale.

*** 



Ian aveva un passo invidiabile, un po' troppo per Kurt che non riusciva a stargli dietro.
Iniziava ad arrancare, avrebbe voluto dirglielo, ma l'altro sembrava troppo preso dalla corsa. Ian andava spedito ed ogni tanto lanciava un'occhiata comprensiva verso Kurt che gli stava dietro.

“Ehm... possiamo rallentare un po'? Sai sono fuori allenamento...” si lamentò Kurt dopo altri 5 minuti con il fiatone.

“Oh scusa, certo. Sai sono abituato a correre con Fiona...” rispose Ian, diminuendo la velocità del suo passo.

“Fiona chi è?” domandò Kurt tranquillo, ora che aveva ripreso a respirare.

“Mia sorella, la maggiore. Devi conoscerla ti piacerà! Mickey invece non viene mai a correre, non riesco mai a convincerlo.” fece Ian, sorridendo ed indicando improvvisamente una casupola.

“Chi ci abita lì?” domandò Kurt curioso.

“Quella, Kurt, è casa Gallagher.” rispose Ian, salutando con la mano un uomo che portava a spasso un passeggino con due gemelle.

“Casa tua quindi. Mi piace come siete tutti vicini qui. Il quartiere è molto familiare...” disse Kurt, ma poi si mise in ascolto perché l'uomo con le due gemelle si era avvicinato a loro.

Kurt, che finalmente poteva fermarsi, si piegò per riprendere fiato e respirò a lungo. Ian sembrava essere fresco come una rosa invece.

“Ehi Ian! Siete stati al pub ieri sera con Mickey? Pare che Frank abbia dato spettacolo.” disse l'uomo con il passeggino.

“Sì siamo passati, V non te l'ha detto?” rispose Ian mentre era piegato sul passeggino a salutare le bambine.

“Nah, non l'ho ancora vista, è tornata tardi e l'ho lasciata dormire. Comunque lui chi è?” domandò l'uomo rivolto a Kurt.

“Sono Kurt.” rispose Kurt pronto a dare la mano all'altro.

“Oh-ok, io mi chiamo Kev. E da dove spunti fuori? Non sei del quartiere.” disse Kev, guardandolo dalla testa ai piedi.

“E' un amico, viene dall'Ohio. Pensa è scappato da lì ed è venuto qui, un po' il contrario di quello che vogliamo fare noi.” rispose Ian, facendo un occhiolino a Kurt.

“Woah amico, fossi in te tornerei in Ohio. Questo posto è un casino.” disse Kev con rassegnazione.

“Un casino? A me pare perfetto.” rispose Kurt, strappando all'istante un sorriso a Kev e Ian.

“Perfetto...?” ripeté Ian incredulo.

“Hai sentito il tuo amico? Il nostro quartiere è perfetto. Questa sì che è una frase degna di uno del South side! Benvenuto!” fece Kev dando una manata sulla spalla a Kurt.

Poi si salutarono e proseguirono nella loro corsa.

Fecero un bel giro del quartiere, a quanto pare Ian gli mostrò tutte le principali attrazioni, case di amici e conoscenti, posti in cui aveva lavorato, il parco e via dicendo. Poi arrivarono di fronte ad una tavola calda dall'aspetto invitante ed entrarono.

Kurt scoprì solo all'interno che quello era il posto dove lavorava Fiona.

“Ehi! È una settimana che aspetto che mi contatti per andare a correre.” disse una ragazza davvero bellissima da dietro il bancone.

“Sono successe un sacco di cose e poi ti ho sostituita non vedi?” fece Ian, sedendosi su uno sgabello.

“Già, lo vedo.” rispose Fiona, squadrando Kurt in modo poco amichevole.

“E Mickey?” domandò la ragazza, poi versando del caffè in due tazze.

“Dorme, o qualcosa di simile. Non lo so. Allora quando ci presenti... come si chiama-Gus?”  chiese Ian, bevendo il suo caffè e facendo segno a Kurt di servirsi.

“Quando tu mi presenterai il tuo nuovo amico?” fece Fiona ironica.

“Oh giusto. Fiona lui è Kurt, Kurt questa è Fiona.” disse Ian, gesticolando appena.

“Kurt eh?” chiese Fiona, scambiando uno sguardo tra i due.

“Esatto è il mio nome. E so cosa stai pensando, ma no. Ian non tradisce Mickey con me.” rispose Kurt leggermente imbarazzato.

“Lo spero bene perché altrimenti aiuto Milkovich a prenderti a pugni. Comunque cosa ti porta qui?” chiese Fiona con il sorriso.

“Fi per favore. Non ho bisogno di qualcuno che controlli i miei amici. E Mickey è in grado di difendersi da solo.” rispose Ian alterato.

“Ehi, okay-ok. Stavo solo scherzando.” disse Fiona, porgendo loro un piatto di pancakes caldi.

Ian alzò le spalle in segno di resa.

“Uhm ho avuto qualche problema dalle mie parti... in Ohio. Quindi sono venuto qui per staccare un po' la spina.” rispose Kurt,  sorseggiando dalla sua tazza.

“Lo sapevo che non eri di qui. Ti si legge dalla faccia. Comunque sei sempre il benvenuto dai Gallagher.” disse Fiona, facendo l'occhiolino.

“Grazie, davvero.” disse Kurt tornando a suo agio.

“Assaggia i pancakes! Ian digli come sono quelli che facciamo qui?” fece Fiona, scuotendo un po' il fratello.

“La cosa più maledettamente deliziosa che puoi immaginare.” rispose Ian, trangugiandone già un pezzo dei suoi.

“Un vero orgasmo dei sapori.” disse Fiona, sorridendo e avvicinando il patto a Kurt, poi si allontanò.

*** 

Kurt si sentiva sempre tranquillo, perché tutte le persone del posto mostravano solo inizialmente una maschera di diffidenza, ma subito dopo le presentazioni di rito, tutti si rivelavano genuinamente affettuosi e familiari.

Comunque tornarono a casa e la trovarono vuota.

“Mickey deve essere andato a sistemare qualche lavoretto.” disse Ian, togliendosi la maglietta sudata e buttandola a terra.

Kurt rimase fermo nel salone, non voleva si creassero di nuovo situazioni strane con Ian.

“Ti dispiace se uso prima io la doccia che devo uscire per delle commissioni e per lavorare?” domandò Ian impaziente.

“Stai scherzando, no che non mi dispiace. Ci mancherebbe, è casa tua! Che lavoro fai piuttosto?” chiese Kurt interessato, rimanendo ancora a debita distanza.

“ Oh sai, lavoro in un club gay... sono un cubista. Ma niente più di quello, i clienti non possono allungare le mani o cose così.” rispose Ian togliendosi le scarpe.

“Ah. E si guadagna bene?” chiese Kurt un po' stupito dal suo reale interesse per un lavoro simile.

“Abbastanza, sai devi saperci fare e ci sono le mance e tutto. Devi farli sognare solo grazie al tuo corpo... è tutto guadagnato.” disse Ian pronto per entrare nel bagno.

“E a Mickey sta bene?” domandò Kurt cauto.

“Ci servono soldi... non ci possiamo permettere di scegliere. Comunque saresti perfetto per stare sul cubo sai? Scommetto che ti sai muovere bene con quei fianchi.” disse Ian divertito, poi con un sorriso sparì dietro la porta del bagno.

Kurt rimase fermo e inebetito per qualche secondo. Sarebbe stato un buon cubista quindi? Non aveva mai pensato ad un lavoro simile, ma in fin dei conti che male c'era. Poteva anche essere un'esperienza nuova... beh, non lo avrebbe fatto lo stesso, ma poteva lasciarla come opzione nel caso in cui il suo soggiorno a Chicago sarebbe stato più lungo del previsto.

*** 

Era pomeriggio tardo quando Mickey tornò a casa, Ian era uscito subito dopo l'ora di pranzo per quelle commissioni prima di recarsi al club.

Kurt aveva passato il tempo parlando con Svetlana del bambino e del più e del meno, poi lei era uscita per andare al parco e Kurt ne aveva approfittato per vedere qualche programma spazzatura in televisione.

“Ehi, non pensavo di trovarti a casa.” disse Mickey, trasportando una sacca sulle spalle.

“Perché dove sarei dovuto andare?” chiese Kurt mentre Mickey posava la sacca in un ripostiglio.

“E che ne so. A fare due passi con Svetlana.” rispose Mickey, andandosi a prendere una birra e portandone una anche a Kurt.

“Grazie.” rispose Kurt prendendo la birra e iniziando a sorseggiarla. Odiava la birra ma ormai stava diventando un'abitudine.

“Tv spazzatura eh?” fece Mickey, alzando lo sguardo verso la tv.

Kurt guardò lo schermo e si sbrigò a prendere il telecomando e a spegnere la televisione.

“Già, ogni tanto mi piace guardare i programmi più demenziali.” ammise Kurt, sorridendo.

“Uhm... come è andata la corsa? È successo qualcosa di strano?” domandò Mickey, poi distogliendo lo sguardo.

“Intendi Ian? È stato tranquillo davvero. Ho conosciuto Fiona... poi-lui è andato a lavoro.” disse Kurt con sincerità.

“Lo so, ci siamo incontrati prima... non-non è che lo seguo di continuo-ma volevo solo controllare come stava” confessò Mickey, portandosi una mano tra i capelli.

“E' del tutto normale... è una situazione difficile Mickey. Non puoi affrontare tutto da solo... ma ce la farete perché siete davvero uniti.” disse Kurt e le sue parole evidentemente colpirono Mickey perché alzò gli occhi grato verso di lui.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Mickey posò la sua bottiglia sul tavolo.

“Allora... merda, non sono bravo con queste cose. Tu- non pensi mai a Blaine?”  chiese Mickey, rendendosi conto di essere stato un po' sfrontato.

“No... non ci- oh quanto sono stupido, mentire non servirebbe a niente. Sì, penso a Blaine ogni giorno, praticamente con una frequenza regolare.” rispose Kurt malinconico e rassegnato.

“Cavolo amico sei messo male! Spiegami cosa ha questo Blaine di speciale.” disse Mickey, poggiando la schiena sul divano in ascolto.

“Suonerò smielato ma... Blaine era tutta la mia vita. Non è un film, succede veramente così, tutta la tua vita riguarda quella singola persona, tutto ti fa pensare a un suo gesto o a una sua parola. Lo so che è sciocco ma Blaine era la mia persona, quella persona per la quale faresti di tutto sempre e comunque.” rispose Kurt, aspettandosi di sentire la risata svogliata di Mickey.

“Woah. Brutta storia... “ fece invece Mickey comprensivo.

“Pensi lo stesso di Ian?” chiese Kurt diretto perché sembrava essere proprio così.

Mickey si irrigidì un po' sul posto e poi sovrappensiero rispose: “Certo che lo penso, Ian è quella persona per me.”

“Ma sai, te ed Ian avete qualcosa che io e Blaine non abbiamo raggiunto, voi vivete insieme e convivete con le vostre differenze e difficoltà... insomma riuscite a coesistere.” disse Kurt, pensando a tutte le volte che aveva rimproverato Blaine per qualcosa, o tutte le volte che avevano litigato per qualche motivo futile.

“Ascolta, non sono bravo con queste stronzate, ma se lui è la tua persona e ti fa sentire come Ian fa sentire me... credo che dovresti essere in grado di risolvere i tuoi problemi al riguardo e riprendertelo.” fece Mickey deciso, scrocchiandosi appena le mani.

Kurt non sapeva cosa rispondere perché le sue parole sembravano maledettamente vere, annuì con la testa e sprofondò sul divano.

*** 

“Ti va di andare all'Alibi o a fare due passi?” chiese Mickey dopo qualche ora passata in casa.

Svetlana era tornata e si erano messi a pulire la cucina, mentre Mickey li prendeva in giro ogni 5 minuti, poi erano passati di lì anche i fratelli di Mickey che a quanto pare vivevano in quella stessa casa ma Kurt non li aveva mai visti.

“Per me va bene. Ian a che ora torna?” chiese Kurt mentre spolverava la credenza.

“Dipende, comunque tardi, il locale chiude alle 5.” rispose Mickey, alzandosi dalla sedia e sembrando improvvisamente agitato.

“Che c'è?” domandò subito Kurt allarmato.

“Non si fida del rosso. Fosse per lui andrebbe ogni volta a controllare cosa combina al club.” rispose Svetlana cantilenando le parole.

“Ma che cazzo dici. Mi fido di lui... solo che quel posto è pieno di vecchi viscidi.” rispose Mickey, stringendo i pugni.

“Come no. Tu pensi che il rosso possa fare qualcosa con qualcuno.” disse Svetlana, tirando un po' troppo la corda.

“Vaffanculo.” rispose Mickey con un tono poco divertito.

“Ehi ragazzi basta, Ian starà bene e noi usciamo, tutti e tre.” disse Kurt risoluto.

“Stai scherzando vero? Io non ci esco con questa.” fece Mickey incredulo.

“Sono serio e niente Alibi per stasera. Che ne dite di prendere qualcosa da bere in frigo ed andare al parco?” disse Kurt propositivo guardandoli allegro. 

“Buona idea modello. Porto anche Yevgeny.” fece Svetlana, andando a prendere il piccolo dal lettino.

Mickey non disse nulla, ma scocciato alzò le braccia al cielo in segno di resa e si premunì di prendere una cassa di birra dal frigorifero.

*** 

Girovagando per il parco, completamente deserto, incontrarono un'unica persona. Dormiva su una panchina ed aveva un aspetto orrendo, inoltre l'odore che emanava era davvero dei peggiori che Kurt potesse ricordare.

“Che puzza.” disse Kurt tappandosi il naso.

Mickey scoppiò a ridere e Kurt non capiva cosa ci fosse di così divertente.

“Che c'è?” chiese Kurt sempre più confuso dato che anche Svetlana rideva.

Mickey strattonò il barbone sulla panchina.

“Frank! Cazzo vatti a dare una pulita.” disse Mickey, continuando a sghignazzare. 

“Oh è quel Frank?” domandò Kurt in imbarazzo.

“Frank Gallagher in persona. Ehi, tu-Milkovich, non è che hai qualche moneta da darmi?” rispose lo stesso uomo che ormai si era svegliato.

“Spiacente Frank. E anche se avessi un fottuto centesimo non lo darei a te.” fece Mickey in automatico.

“E tu? Tu hai l'aria di avere dei soldi.” disse Frank rivolto a Kurt.

“Lascialo stare. E datti una ripulita, dannazione!” fece Mickey disgustato.

“Questa è la ricompensa per essere una brava persona onesta... salutami quel piccolo ingrato di mio figlio.” rispose Frank e si alzò dalla panchina barcollando leggermente.

“Così hai conosciuto anche il padre di Ian...” disse Svetlana che cullava il bambino.

“Mi dispiace non pensavo fosse lui... io-non avrei dovuto dire che-” fece Kurt in difficoltà.

“Cazzo, stai calmo. Sei stato fin troppo gentile. Credimi la puzza poi è l'ultimo dei suoi problemi.” rispose Mickey camminando.

“Va bene qui?” chiese Svetlana indicando una panchina poco più avanti.

Mickey alzò le spalle e Kurt annuì.

E così passarono un paio di ore insieme al parco, a bere birra e a chiacchierare. Mickey e Svetlana non andavano mai d'accordo e Kurt si divertiva a mettere un po' di pace tra i due.
Poi quando iniziò a fare tardi tornarono a casa.

Svetlana andò a dormire e anche Kurt la seguì, solo Mickey rimase sveglio sul divano in attesa di prendere sonno.
O meglio rimase in attesa che Ian tornasse a casa dal lavoro, sentiva il bisogno materiale di vederlo tornare a casa e di abbracciarlo prima di potersi concedere anche solo mezz'ora di sonno.



*****

Salve a tutti. 
La storia prosegue e conosciamo meglio Ian e Mickey oltre che gli altri personaggi di Shameless.
Kurt cerca di adattarsi e ci sta riuscendo, il titolo del capitolo si riferisce proprio ad un periodo di transizione. Kurt deve abituarsi alla nuova vita.
Ian ha cambi repentini di carattere e Mickey è davvero l'amore, mi è piaciuto scrivere di lui e Kurt che si consigliano a vicenda. Prossimamente tornerà Blaine :D

Alla prossima e grazie per chi inserisce la storia tra le preferite, seguite e ricordate.

 
   
 
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