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Autore: genesisandapocalypse    28/03/2015    1 recensioni
"A volte le strade più panoramiche della vita sono le deviazioni che non si aveva intenzione di prendere."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Imprevisti.

BACI.
 
A chi li reputa qualcosa di troppo intimo, per darli a chiunque,
A chi li reputa una cosa da niente e li da a tutti,
A chi li sogna ad occhi aperti, senza riceverli.
 
Bussa a casa Hood con forza, impaziente, pronto a fare strage se è possibile, ‘ché l’ha mollato lì come un coglione, senza riservagli altro che un’occhiataccia furiosa, un po’ come se le avesse appena strappato la lingua o detto qualche insulto.
Invece l’ha solo baciata, senza riuscirsi più a staccare, forse per il fatto che quelle labbra l’ha desiderate per così tanto che, una volta avute, chi le voleva più lasciare?
E non è che ci è rimasto male perché orgoglioso, quello l’ha saputo mettere da parte in più occasioni, ma, beh, si è appena accorto di essere totalmente cotto di lei e come può farsela sfuggire dalle dita, dopo che l’ha appena riconquistata? E soprattutto, ora che sa cosa si sente a baciare qualcuno che piace sul serio e non la solita gallinella di passaggio?
Ad aprirgli è niente meno che Naomi, che lo guarda con occhi straniti e con aria confusa, mentre Luke aggrotta la fronte e si chiede se, il moro, non sia riuscito a farsela. Del resto, le gambe nude e la maglia lunga e tipicamente maschile dicono tanto.
Hood appare dietro di lei, rivolgendogli un’occhiata sconcertata, prima di sorridere leggermente, un po’ imbarazzato perché, beh, nessuno dei due si è ancora abituato davvero alla pace.
«Hemmings?» fa, spingendo Naomi, con delicatezza, all’interno della casa, sussurandole un “ci penso io, qui”. La guarda avviarsi verso il salotto, con un po’ di fondoschiena che appare dalla maglia.
«Dimmi tutto,» cerca di aumentare leggermente il sorriso, magari per farlo rilassare un attimo, ‘ché Luke ha le spalle irrigidite – che sembrano più grosse del normale – e gli occhi sgranati.
«Io, uhm, cercavo Genesis,» e, nemmeno a farlo apposta, Calum si lascia scappare un ghigno malizioso.
«È in camera sua, sembra abbastanza silenziosa da ieri, mi chiedo cosa sia successo tra voi due,» Luke deglutisce, del resto è il cugino di lei, cosa dovrebbe dirle?
Scuote la testa, alzando le spalle e affinando le labbra, facendo ridacchiare di gusto il ragazzo di fronte.
«Sì, certo..» apre la porta maggiormente, accogliendolo a entrare, prima di indicargli il piano superiore.
«Seconda porta a sinistra – lo guarda, facendogli un occhiolino – e tranquillo, è solo un po’ testarda, ma le passa, magari se la baci di nuovo,» Luke arrossisce senza nemmeno farci caso, prima di sorridere al ragazzo e salire le scale due a due.
Bussa alla porta indicatagli e aspetta con ansia il permesso, che non tarda ad arrivare.
Quando entra, non può evitare di mordersi il labbro, che, ok, si aspettava tutto, ma non Genesis con addosso solo una maglietta lunga giusto poco sotto il sedere. Deglutisce a vuoto, prima che la ragazza si accorga di lui e sussulti.
«Cosa ci fai qui?» sbotta, digrignando i denti.
«Sono venuto a parlarti,» borbotta, chiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi.
Genesis incrocia le braccia e aggrotta la fronte.
«Non ho nulla da dirti,» sputa velenosa, mentre il ragazzo le arriva di fronte, cercando di non far cadere gli occhi sulle gambe nude.
«Ma io sì,» e la guarda, imprimendole tutta la sua sicurezza.
«Sbrigati, non ho tutto il tempo,» Luke sbuffa, alzando gli occhi al cielo, prima di mettersi le mani sui fianchi.
«Smettila, cazzo, sei insopportabile – ringhia – si può sapere perché te ne sei andata, ieri?» le chiede, furioso.
«Cos’è, ti ho scalfito l’orgoglio? Non sei abituato ai rifiuti? Mi dispiace tanto se non ti ho aperto le gambe come speravi, ma non sono così e lo sai bene,» fa schioccare la lingua sul palato e Luke sente il sangue salirgli al cervello.
«Hai una così bassa opinione di me? Pensi davvero che ti abbia baciata per portarti a letto e che sia qui per orgoglio?» le urla contro, poi, prima che Genesis annuisca decisa.
Luke spalanca le labbra e gli occhi, ferito.
«Beh, sorpresa, non è assolutamente così! – grida, arrabbiato – ti ho baciata perché mi piaci da impazzire, cazzo!, e non per portarti a letto – aggiunge, puntantole un dito contro – ed ero qui per te, non per l’orgoglio, ma sai che c’è? Tu rimani della tua opinione, ma se davvero mi credi tanto stronzo, beh, ti sbagli, non rovinerei mai un’amicizia per un cazzo di sfizio,» e si gira, che è così arrabbiato che vuole solo uscire da lì.
Ma, inaspettatamente, si ritrova le labbra incollate a quelle di Genesis, così, senza nemmeno accorgersene.
E la mano che scivola sulle gambe nude e l’altra che le spinge la nuca verso di lui.
 
Venere si porta le mani fra i capelli e grida di frustrazione, pronta a lanciare qualcosa alla finestra di fronte alla sua, perché il casino è troppo.
Ashton ha pensato bene di iniziare a suonare la batteria, in un modo terribilmente forte e rumoroso, esattamente quando lei ha aperto il libro di storia, che dovrebbe iniziare a studiare, visto che mancano giusto sei giorni al compito.
Si alza dal letto con uno scatto, prima di precipitarsi alla finestra e spalancarla.
«Ashton!» urla, cercando di sovrastare il frastuono. Lo chiama più volte, perché il casino che sta facendo il ragazzo è esagerato.
Poi, con rabbia, scaraventa addosso al vetro un libro duro, che fa un tale frastuono da far smettere il riccio.
«Ashton!» urla di nuovo, prima che una faccia appaia dalla finestra. Il ragazzo le sorride, tra il divertito e il felice, ‘ché vederla è sempre un motivo di gioia, soprattutto dopo il loro primo – e per ora ultimo – bacio.
«Oh, Venere, ciao!» la saluta, poggiandosi al legno con le braccia.
Venere sbuffa, affinando lo sguardo, prima di passarsi una mano fra i lunghi capelli e sospirare con forza.
«Smettila di suonare la batteria – gli sbotta contro, guardandolo truce.
Ashton aggrotta la fronte, prima di affinare le labbra – sto cercando di studiare per il compito della prossima settimana,» aggiunge, tra i denti.
Il ragazzo ridacchia, spostandosi i ciuffi di capelli ricci con una mano dentro il cappuccio, prima di passarsi la lingua sui denti superiori.
«Lo sai che non lo farò,» e Venere sospira, ‘ché lo sa bene, prima di mettersi le mani sulle guance e sentirle più calde del solito.
«Dio mio, sei così fastidioso! – si lamenta, facendolo ridacchiare – fai un frastuono esagerato, diamine!» continua, levandosi le mani dal viso e lanciandogli un’occhiataccia.
«Smetto solo a una condizione,» fa lui, alzando un sopracciglio con divertimento e osservandola malizioso.
Venere si fa attenta, incrociando le braccia e aggrottando la fronte.
«Smetto solo se vieni qui da me, sennò, beh,» acchiappa una bacchetta e la fa girare sulle dita velocemente, incantando Venere che, come fa, proprio non riesce a capirlo.
Poi si acciglia, borbottando qualche insulto.
«Devo studiare, Ashton,» dice, scuotendo la testa più volte, mentre il ragazzo si rizza e le lancia un’occhiata divertita.
«Oh, ma per favore, abbiamo una settimana,» le dice, alzando gli occhi al cielo.
Lei sbuffa nuovamente, deve davvero studiare, ma lui non sembra dell’intenzione di lasciarla in pace.
«D’accordo, l’hai voluto tu – le dice lei, afferrando anche l’altra bacchetta – ti conviene chiudere per bene la finestra e magari andare in un’altra stanza, suonerò più forte del normale,» Venere ringhia frustrata, prima di sbottare con un “ok, d’accordo, arrivo.
E Ashton sorride soddisfatto.
Venere, in poco più di dieci minuti, si ritrova a bussare alla porta del ragazzo, che le apre con un sorriso a trentadue denti.
«Entra,» la invita lui, aprendo maggiormente. Si chiude la porta alle spalle, mentre Venere gira gli occhi ovunque, osservando le pareti gialline ripiene di foto.
Ashton l’afferra da una mano, poi, per portarla nella sua stanza.
Le pareti totalmente rosse, i mobili neri e un letto a una piazza e mezzo vicino al muro. A un angolo, vicino alla finestra che porta alla sua stanza, vi è una batteria totalmente nera, grossa e piena di pezzi.
«Mi piace, sebbene sia disordinatissima,» borbotta lei, prima che delle mani grandi le afferrino i fianchi velocemente. Si ritrova a essere totalmente circondata da delle braccia scoperte e grosse, che le stringono la vita, mentre il viso di Ashton si poggia sulla sua spalla e le loro guance si sfiorano.
«A me piaci tu, sebbene sei petulante,» ridacchia alle suo orecchie e Venere si sente andare a fuoco, prima di imbronciarsi.
«Ehi, io non sono petulante!»
«Oh sì! Decisamente,» e lei è già pronta a dirgli ribattere che, no, non lo è, ma lui la gira di scatto e scontra i loro nasi. E, beh, non riesce a far uscire nemmeno un fiato, quando incrocia gli occhi cangianti di Ashton e sente una stretta al ventre.
Sente il respiro di lui sbatterle sulle labbra, mentre, con lentezza, gli circonda il collo con le braccia.
«Baciami,» gli sussurra, facendo cadere lo sguardo sulla bocca semiaperta di lui, che non se lo fa ripetere due volte e, sorridendo come un bambino, ricongiunge le labbra nel loro secondo bacio.
 
«Cazzo,» si fa uscire, come un brontolio, Calum dalle labbra.
Le mani di Naomi giocano con lui da minuti interminabili, costringendolo a un piacere continuo, quasi doloroso, mentre le sue labbra scorrono sulla mascella di lui, amplificando il godimento.
Calum si morde il labbro inferiore con forza, sebbene gli faccia ancora male, ‘ché alla fine ha fatto a botte giusto la sera prima, con lo stesso ragazzo che sta alla stanza accanto, probabilmente a pomiciare sua cugina, ma poco gli importa, tanto se si piacciono entrambi e, con il biondo, ha fatto pace, cos’ha da lamentarsi?
«Naomi,» geme, quando lei lo costringe a sdraiarsi sul letto totalmente e scende con le labbra lungo il suo corpo, seguendo con la lingua i contorni dei tatuaggi.
Viene con un gemito roco, facendola ridacchiare divertita.
Si sdraia accanto a lui, posandogli un bacio sulle labbra che fa risuonare con uno schiocco per la stanza. Calum le circonda la vita con le braccia, respirando ancora con un po’ d’affanno e a bocca schiusa, e lei, alla sua vista, non può che sentire un calore al basso ventre.
«Dio, sei bellissimo,» si lascia sfuggire, prima di arrossire furiosamente, perché, cazzo, lei non è una che dice queste cose, soprattutto a un Calum post orgasmo, che la sta guardando con occhi languidi.
«Anche tu,» si avvicina per baciarla appassionatamente, strusciando con la lingua sul palato e afferrandole la nuca con una mano, mentre si sdraia su di lei e la incastra con le gambe, non permettendole di muoversi.
Scende a baciarle le guance e il collo con baci a schiocco e veloce, mentre la sente ridacchiare per il possibile solletico che le sta facendo.
Le afferra una mano, incrociando le loro dita e continuando a baciarla ovunque.
«Mi fai il solletico,» grida lei, ridendo, mentre Calum le sorride sulla pelle, staccando leggermente le labbra da lei per passarle lentamente sfiorandola appena, sentendola rabbrividire appena raggiungel’incavo dei suoi seni.
Le lascia un bacio tra la valle e risale veloce, leccandole maliziosamente la bocca.
Naomi si sente bene quando, poi, lui la stringe ancora più a sé, e si sente bene appena la lingua di lui si intrufolare tra le sue labbra.
Non avrebbe mai pensato di poter provare sentimenti simili per qualcuno oltre al biondo, eppure, ora, quello che pensava di provare per Luke sembra solo un’ombra fievole al sentimento che le procura anche solo il pensiero di Calum.
E non lo sa, davvero, non lo sa per niente se questo è amore, se è questo ciò di cui raccontano i film romantici, se è questo quello che prova Natasha per Michael o Luke per Genesis, non lo sa se, poi, lui prova lo stesso, se Calum sente il cuore battere all’impazzata, le mani sudare, il basso ventre bruciare continuamente e il sorriso che non si riesce a spegnere.
Sa solo che Calum c’è e le va bene così, ora.
«A che pensi?» le chiede, ricongiungendo i loro sguardi.
Naomi sorride, scuotendo la testa, perché non le va di dichiararsi così, di punto in bianco.
«E tu?» fa lei, quando, per minuti, sta in silenzio, osservandola e basta.
«A te,» e lei arrossisce, portandogli le mani sulle guance e accarezzandogliele con i pollici.
«Ti rivoglio,» gli dice, poi, e Calum non aspetta altro, si struscia su di lei, prima di abbassarsi i boxer e lanciarli nella stanza e prima di far fare la stessa fine alle mutandine di lei.
Si sistema con calma, senza fretta, strusciando i loro centri e vedendola sospirare impaziente, mentre gli stringe i capelli tra le dita e lo guarda furente per il suo gioco.
«Smettila,» dice, dandogli una sberla sul braccio e facendolo ridere.
«Di fare cosa?» ed entra con forza, facendole alzare gli occhi al soffitto, prima di uscire tanto lentamente da farla sentire male.
«Di giocare con me,» e si fa sfuggire un gemito quando, Calum, ripete il movimento.
Stringe gli occhi e stringe le dita attorno al braccio di lui, sentendo i muscoli flettersi per sorreggersi.
Calum ride, appena la vede boccheggiare in cerca d’aria, quando rientra in lei fino alla fine.
«Dio mio,» si fa sfuggire,  prima che Calum, stanco anche lui del suo “riscaldamento”, si abbassi a baciarla con furia e inizi a giocare sul serio.
 
È sera, Luke ha appena chiamato Natasha e ora, con un sorriso a trentadue denti, si sta avviando con fretta verso casa della sua migliore amica, pronto a raccontarle tutto.
Del resto, anche lei deve dirgli qualcosa, da come ha capito.
Ci arriva in dieci minuti, forse perché gli Hood abitano decisamente più vicino a lei, rispetto a Luke.
Natasha gli apre e gli sorride apertamente, abbracciandolo di slancio, e Luke, se non fosse così entusiasta e perso nei suoi pensieri, noterebbe quella luce abbagliante che sprigiona la risata della castana.
«Dio, come stai?» chiede lei, ricordandosi per un attimo della serata prima, in cui l’ha visto sanguinante e non ha fatto in tempo a fare nulla che lui era già sparito.
«Una pacchia, direi, e tu?» le chiede, seguendola nella stanza.
Si siede sul letto di Louise, che è fuori con qualche compagno di università, e osserva la ragazza buttarsi sul proprio letto e guardarlo con occhi luminosi.
«Anch’io, direi,» dice, sospirando.
«Cosa dovevi dirmi?» chiede lui, poi, alzando di poco il viso.
Natasha sbianca, è così sicura di volerglielo dire? Del resto, Luke è parecchio impulsivo, potrebbe fare un casino assurdo. Però è il suo migliore amico, può nascondergli una cosa del genere?
«Uhm, dimmi prima tu,» Luke si siede a gambe incrociate e sorride di più, stringendosi nelle spalle.
«Io e Genesis ci siamo baciati,» le dice, mentre Natasha è costretta a sedersi per la sorpresa, sgranando gli occhi e guardandolo stupefatta.
«Seriamente?» e Luke annuisce, contento come mai gli è successo, mentre Natasha si alza e gli corre in contro, abbracciandolo.
«Lo sapevo – grida, ridacchiando – vi piacete così tanto, non poteva non succedere! – aggiunge, dandogli un enorme bacio a schiocco sulla guancia – e lei come l’ha presa?» chiede, staccandosi e sedendosi al suo fianco.
«Ieri sera male, se ne è andata, ma oggi sono andata a casa sua e le ho parlato, assicurandole di provare davvero qualcosa per lei e, alla fine, mi ha baciato,» Natasha si morde l’interno guancia, che ci voleva proprio che il suo migliore amico si prendesse una sbandata per qualcuna come Genesis per mettergli la testa a posto.
Si era abbastanza rotta della sua fama da puttaniere e delle sue sveltine giornaliere.
E, poi, Genesis non è solo una forza della natura, ma è anche bellissima e sua amica, cos’altro può desiderare di meglio per lui?
«Ne sono felice, Luke, davvero tanto,» gli dice, allungando una mano e poggiandola sulla spalla di lui.
Luke annuisce e si morde il labbro inferiore, prima di girarsi a guardarla, aggrottando la fronte.
«Sì, ma tu che dovevi dirmi?» e Natasha deglutisce.
Dirgli la verità? No? Cosa potrebbe succedere?
Sospira, si passa una mano fra i capelli e gli lancia un’occhiatina.
O la va, o la spacca.
«Uhm, sai, beh, sto con Michael da un po’ e mi piace davvero tantissimo – si ferma, mentre Luke, con un segno della testa, la invita a continuare – e, beh, sai, quando due persone che si piacciono stanno insieme, succedono delle cose,» Luke la guarda male, non è sicuro di aver capito bene.
«Ovvero?»
Natasha sospira, incrociando le dita e abbassando lo sguardo.
«Io e Michael l’abbiamo fatto,» forte e chiaro.
Tiene gli occhi bassi, fino a che, costretta dal silenzio, li rialza e si accorge che quelli di Luke sono spalancati.
«Cosa?» grida, alzandosi in piedi di scatto, Natasha lo segue e si avvicina a lui, posandogli una mano sul braccio.
«Calmati.»
«E come posso farlo? Dio mio, ti ha sverginata, oddio! – si posa le mani sul viso e scuote la testa, mentre Natasha arrossisce per la parola usata – tu, così pura, toccata da quel mezzo tinto gay.»
«Oh, fidati, non è affatto gay, se solo sapes..»
«Zitta, zitta, non voglio sapere nulla – strizza gli occhi e si passa le mani sulle orecchie, mentre Natasha ride e lo abbraccio – dio mio, spero solo che non faccia cazzate, o glielo strappo, il gingillo,» e Natasha ride più forte.
Alla fine non è andata tanto male.
 
***
Ehilà,
come va?
Eccomi con un nuovo capitolo, cosa ne pensate?
Abbiamo l’inizio con Luke che corre dalla sua Genesis e abbiamo il loro secondo bacio.
Poi, ecco Venere e Ashton e, anche per loro, un bel secondo bacio.
Ecco Calum e Naomi, in un’altra giornata tra le lenzuola, ‘ché lui se l’è tenuta a casa. Naomi si accorge di provare cose molto profonde per Calum e, lui, non ha bisogno di un esame di coscienza per accorgersi che è cotto totalmente di lei.
Infine abbiamo un discorso tra Natasha e Luke. Lei l’ha fatto con Michael e Luke ne è rimasto traumatizzato.
Spero vivamente che vi sia piaciuto, vi lascio.
Bye bye,

Judith. 
  
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