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Autore: Panda_Azzurra94    28/03/2015    0 recensioni
Sono una semplice ragazza, ok semplice non proprio. Sono la solita sfigata che viene presa in giro fin dalle elementari, che ha solamente due amiche vere su cui contare, per tutto il resto attorno a lei ci sono solo gli insulti dei genitori e del fratello, che si diverte ad umiliarla con gli amici.
Non ho avuto proprio una bella infanzia, mio padre beveva e mia madre non si preoccupava minimamente di me e mio fratello, ci scaricava dai nonni tutta la settimana, tornavamo solo a casa per mangiare e dormire; mio padre ora ha smesso, mia madre, di essere così menefreghista, no.
A scuola non riesco a fare amicizia, sono troppo timida e credo che gli altri facciano bene a darmi della strana, insomma se vedessi un'altra persona come me anche io le darei della strana.
Non so se sono mai stata veramente felice della mia vita, non credo, ma oggi forse qualcosa sta per cambiare dopo così tanto tempo...forse il ragazzo che ho conosciuto sarà in grado di stravolgermi la vita, renderla migliore.
O forse sarà la solita illusione, mi illudo spesso io che un giorno possa trovare veramente qualcuno che mi apprezzi per come sono.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                 Capitolo 1-Ho scelto te
 


Sono Ally, 14 anni fatti di insicurezze e paranoie, un sorriso fatto di tristezze e tremila sogni contenuti in 160 cm, si ok sono un po’ bassina.
Vado in prima superiore, non ho fatto davvero amicizia nella mia classe, sebbene sono circondata da 22 persone; parlo ogni tanto solo con due di essi, ma non riesco bene a definire amiche quelle due…bambine. Anche se si trovano ormai alle superiori, Selena e Marianne si comportano come fossero ancora in quinta elementare, una di loro due ogni volta che cammina saltella come fosse in un mondo tutto suo e stesse volando su candide nuvolette rosa; in classe parlano solo ed essenzialmente tra di loro e il più delle volte lo fanno per trovare somiglianze e rime alle parole, per poi ridere esageratamente quando qualche somiglianza le pare divertente. (solo a loro)
Nello studio sono impeccabili, passano ore a studiare e hanno sempre tutti i compiti fatti, guai se saltano qualcosa! Insomma sono perfettine su questo punto di vista e a me non è mai piaciuto avere amiche simili; con loro due non potrai mai parlare dei tuoi problemi perché se accenni qualche fatto chiedendo a loro una mano, si fermano a guardarti come fossi un alieno e come se si stessero chiedendo “Esistono dei problemi? Oddio cosa saranno mai queste orribili disgrazie? Io sono sempre felice e sorridente e non ho una vita sociale, non so cosa voglia dire avere problemi”
E poi si voltano a parlare di nuovo tra di loro di quanto hanno preso nell’ultima verifica.
Insomma sono una noia mortale, se fai battute divertenti nemmeno le capiscono, loro due ridono solo sentendo cose stupide, ridono pure se sentono dire la parola cazzo, come all’asilo.
Con gli altri compagni per quanto voglia non ce la faccio ad integrarmi, sembrano simpatici alcuni di loro, ma ho paura a parlarci, sono spaventata all’idea che possano vedermi come una sfigata e andarsene disgustati a mala pena dopo un mio saluto. Qualche volta ho parlato con Felicity, il suo nome sembra proprio adatto al suo carattere, è piena di gioia e sorride spesso, lei sostiene che nella vita se non si fanno un po’ di cazzate non la si viva pienamente e su questo secondo me ha ragione, ma poi passa più o meno tutti i pomeriggio a farsi canne con gli amici e a me non va di certo di diventare così.
Comunque con Felicity ci ho parlato, è una ragazza simpatica si, ma lei alla fine non vuole veramente avermi come amica, lei vuole solo socializzare quando è sola, perché per il resto del tempo non abbiamo quasi mai parlato.
Quindi mi ritrovo sola circondata da 22 persone, nemmeno alle medie avevo amici, lì avevo passato gli anni peggiori in assoluto fino a quel momento, ero continuo bersaglio di quei cretini della mia classe che si divertivano a prendere un po’ in giro chiunque e io ero troppo spaventata per riuscire a ribellarmi.
Fortunatamente i nuovi compagni delle superiori sono ben diversi da quelli vecchi, non prendono in giro gli altri, magari anche perché ci sono solo tre maschi e si sa che il più delle volte non sono le femmine quelle a fare le “bullette”, almeno per questo mi è andata bene.
All’intervallo però posso stare con le mie due amiche che conosco una dalle elementari e l’altra dalle medie; nonostante conosca Erin da più tempo, ho legato molto di più con Alexis, siamo sempre insieme e ovunque andiamo facciamo un sacco di casini per divertirci, non ci piace essere quelle ragazzine brave ed educate che tutti gli altri conoscono.
Forse non ho legato molto con Erin perché è un po’ più come Selena e Marianne, a scuola va sempre bene, lei non la salterebbe per alcun motivo senza il permesso dei genitori, mentre io e Alexis siamo solite a farci giustifiche false e saltare qualche giornata per andare a divertirci da qualche parte.
Poi Erin non la reputo proprio un’ottima amica, se le racconto qualcosa di personale, qualche secondo dopo so che qualcuno eccetto lei, ne è già a conoscenza, quindi non posso fidarmi.
Le uniche amiche che ho sono Alexis e Valery, quest’ultima non viene nella mia stessa scuola e abitiamo a circa 45 minuti di distanza, ma in estate ci vediamo spesso.
Di lei posso fidarmi, quando sto male c’è sempre per me, così anche io per lei, abbiamo realizzato insieme un sogno bellissimo e devo dire che quell’esperienza ci ha legate ancora di più rispetto a prima. Siamo andate a vedere il concerto dei nostri idoli ed è stato un giorno fantastico, uno dei più belli della mia vita.
Senza queste due ragazze sarei circondata solamente da amici finti, che ti usano solo quando hanno bisogno di favori, poi quando sei tu quella in difficoltà, loro scompaiono come se non fossero mai esistiti, spazzati via dal vento come nuvole.
A casa mia i rapporti con i miei genitori non sono dei migliori, non gli racconto mai nulla su di me, sulla mia giornata, su come sto realmente, e loro si fermano solo alle apparenze senza preoccuparsi.
Mia mamma non si preoccuperebbe nemmeno se le dicessi di avere qualcosa, figuriamoci, pensa solo ed esclusivamente a se stessa, a quanto fatica pulendo la sua amata casa tutto il giorno, a quanto sia stanca di suo marito, a quanto vorrebbe non aver mai conosciuto nostro padre e quindi di conseguenza evidentemente non aver fatto figli.
La detesto quando fa la vittima, lei è sempre quella che sta male, ma della gente che ha attorno non sa nulla, gli altri stanno sempre bene secondo lei.
Mio padre è via tutta la giornata al lavoro, va via di casa la mattina alle 6 e torna la sera alle 7, è sempre stanco e stressato, quindi riversa tutto sulla sua famiglia; quando lui beveva era ancora peggio di come è adesso, io ero piccola, ha smesso di bere quando avevo 12 anni, ma ricordo già dall’età di 8 anni, se non di meno, che beveva davvero tantissimo e ogni sera tornava a casa ubriaco marcio.
Mi resi conto della gravità della situazione forse solamente verso i 9-10 anni, quando tornava a casa la sera a mangiare era normale, poi dopo usciva ancora e dal suo sguardo capivo che dovevo correre a letto. Se era arrabbiato quando tornava dopo essere stato al bar, dovevo subito correre a dormire ancora prima che entrasse o mi avrebbe picchiato, se invece era felice potevo stare ancora un po’ sveglia a guardare la televisione, ma ci voleva comunque la minima cosa perché andasse su tutte le furie, e li ero davvero nei guai.
Nonostante siano passati due anni da quando ha smesso di bere, ancora mi spaventa certe volte, quando magari la sera si arrabbia per qualche sciocchezza e i suoi occhi diventano agghiaccianti, certe volte quando allunga le mani mi verrebbe voglia di scoppiare a piangere e scappare via da quel posto, ma cerco di rimanere seria e allontanarmi.
Mi sono accorta che spesso dalla paura che ho che mi picchi, quando qualcuno che magari non è nemmeno lui fa dei movimenti bruschi, troppo vicini al mio corpo, io mi proteggo la faccia con le mani o con le braccia e quelli mi prendono per pazza.
Mio fratello è solito ricordarmi di tutti i miei errori, tutti i miei difetti e spesso per la minima cosa su cui trova un piccolo dettaglio per cui prendermi in giro, racconta tutto ai suoi amici e non faccio altro che sentirmi umiliata e un grandissimo errore vivente.
La mattina non avevo mai voglia di alzarmi, quando avvertivo il suono di quella fastidiosissima sveglia mi alzavo a fatica stoppandola e poi mi dirigevo svogliata in bagno a prepararmi.
Ma oggi è un giorno diverso da tutti gli altri, ancora non lo sapevo, ma questo sarebbe diventato il mio giorno più memorabile.
Mi alzo di scatto come sento la sveglia e la stoppo allegra ed agitata, con un bel sorrisone in viso e le mani che mi tremano dall’emozione, poi mi dirigo in bagno e stranamente decido di truccarmi.
Io solitamente non mi metto fondotinta, mascara, eyeliner, se non proprio per occasioni importanti come feste in estate, cene con parenti, cose del genere insomma, ma oggi sarebbe stato un altro di quei giorni importanti.
Mi trucco come meglio riesco e una volta finito di prepararmi per bene, esco dal bagno e come al solito salto la colazione, prendo il mio zaino e mi dirigo fuori casa.
Oggi non vado a scuola, vado da Ron, è un mio amico conosciuto casualmente su whatsapp in estate, non ci siamo mai visti prima d’ora, abbiamo ripreso a parlare da poco ma io sento che questo ragazzo ha qualcosa di speciale, è diverso dagli altri.
Abbiamo passato questi giorni precedenti a parlare della prima volta in cui ci saremo visti, lui ha detto anche di volermi baciare, che gli piaccio e nonostante sia fidanzato vuole farlo, senza dirlo alla sua ragazza.
Inizialmente ho pensato che lo voglia fare perché cole lei sta passando momenti difficili da come mi ha raccontano, ma continua a dirmi che mi avrebbe baciato comunque; io lo voglio baciare perché è da quando l’ho conosciuto, anche se tecnicamente non ci siamo ancora mai visti, che un po’ mi piace, perciò senza dire nulla alla sua ragazza quello sarà il nostro piccolo segreto.
Una volta fuori casa al posto di dirigermi a scuola, prendo il pullman che mi porta alla stazione nel paese vicino a quello dove abito io; sono venuta qui molto presto, devo aspettare almeno 4 ore prima del mio treno, quindi incomincio a leggere il libro che ho infilato nello zaino la sera precedente, anche se non riesco a concentrarmi molto sulle parole, sono troppo entusiasta, tra poche ore conoscerò finalmente quel bellissimo ragazzo che a parere mio sembra molto simpatico e anche intelligente.
   
 
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