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Autore: TheDevil    29/03/2015    2 recensioni
Jacques Offenbach sembra aver trovato un nuovo equilibrio: Dopo aver battuto Oracion Seis si è integrato nella gilda, grazie a Kana, ed Erza e si è riappacificato con Mira... Eppure quando tutto sembra andare per il verso giusto ecco che un avvenimento inaspettato gli porta una Speranza folle e ingannevole, Jacques rischierà di perdere tutto per inseguirla anche perché adesso la sua magia è completamente inutile...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Kana Alberona, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Offenbach's Chronicle'
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Ecco il Capitolo di oggi: Sapevo sarebbe arrivato questo momento... Buona Lettura.
 

In un Lago di Sangue
 

Il corridoio che stavano percorrendo era immenso ma nessuno dei due parlava, si limitavano a correre, da un lato Ultear ancora sconvolta dalla velocità con cui Jacques aveva ucciso due persone innocenti, dall'altro Jacques cercava una falla nel piano che li avrebbe fatti scoprire.
-Ecco ci siamo, questo è il primo punto d'incontro- disse Jacques fermandosi sotto una finestra di grandi dimensioni, tra poco avrebbe avuto la risposta di Freed ed Evergreen.
Il loro compito era quello di dare copertura e di consegnare le armi a Jacques, un ruolo che solo Freed avrebbe potuto svolgere e infatti dopo qualche secondo dalla finestra entrarono le sue ascie legate ad una strana freccia.
Quindi Freed e di conseguenza Evergreen che avrebbe dovuto portarlo con un Legion quanto più vicino a quella finestra
-Ah finalmente, senza di esse mi sentivo alquanto indifeso- disse Jacques tirando un sospiro di sollievo e impugnando le due asce facendole roteare nelle mani.
-Indifeso?- chiese sarcastica Ultear.
Jacques non rispose, anche se accusava un piccolo disagio ad essere accusato in quel modo.
Ricominciarono a correre scendendo delle scale, sempre più a disagio, nel luogo dove avrebbero dovuto incontrare Bickslow, Laxus e Mirajane.
I tre avevano sfruttato nel pomeriggio una delle carrozze che molto spesso entravano e uscivano dalla cinta muraria interna per poi nascondersi in uno di quei magazzini dove venivano ammucchiate le vettovaglie; avevano poi aspettato la sera per uscire e raggiungere l'interno del Castello.
Quando Ultear e Jacques arrivarono al punto d'incontro videro i tre che erano già arrivati, tesi ma comunque illesi.
-Ci sono stati problemi?- chiese Jacques.
-Non nel venire qui...- cominciò Mirajane ma si zittì subito ad un occhiata di Laxus il quale continuò -Ma abbiamo perso Viviane, non era al castello di Everloo quando siamo usciti.
Jacques si sentì come colpito da quella affermazione -Dimmi che non è vero- chiese Jacques mentre sentiva il sangue fluire più velocemente all'interno delle cellule per poi venire assalito dalla nausea: riconosceva i sintomi del suo potere magico che lottava per venire allo scoperto, ma quello era forse il momento peggiore, con uno sforzo sovrumano ricacciò indietro un conato di vomito per poi voltarsi verso i sotterranei e cominciando a correre, seguito a ruota dai quattro compagni.
Mira aveva anche portato una spada che aveva dato ad Ultear, in modo che in uno scontro avrebbe almeno potuto difendersi.
Il grande castello era composto oltre che da diversi piani, anche da diversi piani sotterranei che venivano usati a mo' di prigione, giravano molte storie su quei sotterranei dove, secondo il conte di Everloo, EdoJacques si divertiva a torturare i proprio prigionieri o a seppellirli vivi.
Scendevano le scale e tutti si sforzavano di tenere il ritmo di Jacques che intanto si sforzava di tenere la mente lucida ma l'unica cosa che riusciva a sentire era la voglia di aprirsi la strada per trovare la sorella ma davanti a lui non c'era nessuno.
Avevano già superato il livello del pavimento e si erano addentrati in quelle che erano le segrete del castello: tutti sapevano che entrare in quella parte del castello era come entrare in un labirinto ma Jacques non aveva più la lucidità necessaria e si sentiva la testa pesante ma continuava a correre come un forsennato, per questo, dopo un po stava correndo da solo.
Correva per un immenso corridoio che però molto spesso lo costringeva a girare a destra o a sinistra, quando finalmente si ritrovò in un'immensa sala dove lo aspettava una tremenda sorpresa: una trentina di soldati, armati di lance e di spade lo stavano evidentemente aspettando e davanti a loro Johann Strauss che lo guardava brandendo due spade gemelle.
-Allora aveva ragione, è bastato istallare un piccolo dubbio per farti perdere il controllo- disse Johann con un piccolo sorriso -Uccidetelo.
Jacques riuscì a registrare vagamente le parole di Johann che fu costretto a cominciare una vera e propria danza di morte, e per evitare di essere completamente circondato da soldati armati, indietreggiò fino all'imboccatura del corridoio "Gabriel dammi la forza" fu l'ultimo pensiero coerente prima di affondare la sua ascia nel petto del primo soldato che aveva avuto l'ardire di pararglisi davanti, facendosi strada nella sua carne come se fosse burro mentre con l'altra ascia teneva a distanza il secondo.
Ci vollero pochi minuti perché si trovasse completamente ricoperto di sangue delle sue vittime per poi essere ferito al braccio, una ferita che per poco non lo costrinse a mollare la presa sull'ascia, ma tenne duro, colpendo alla cieca, tentando di allontanare i soldati nemico.
Ne aveva già uccisi una ventina e ne rimanevano soltanto una decina, armati di lance, che si tenevano lontani e allo stesso tempo lo minacciavano con la punta delle loro armi, si era creata una situazione d'impasse: volevano costringere Jacques ad attaccare.
Infatti non passò molto che Jacques cominciò ad avanzare, ma così facendo subì molte ferite sebbene i suoi riflessi erano abbastanza svelti da evitargli ferite gravi.
Aveva ucciso trenta soldati da solo e si sentiva completamente ricoperto di sangue, le asce gli scivolavano dalle mani e in alcuni punti doveva anche essere ferito anche se poco gravemente, solo in quel momento Johann Strauss si fece avanti, fresco e riposato brandendo le sue due spade gemelle dall'aspetto di due sciabole.
-Dimmi dov'è Viviane!- minacciò Jacques puntandogli contro una delle sue asce.
-Prima dovrai uccidermi- e detto questo gli si scagliò contro, mentre Jacques parava il primo affondo incrociando le asce sulla sua testa, ma la stanchezza cominciava a farsi sentire e mentre parava il primo affondo, evitò quello seguente con uno scatto della testa.
Johann era molto forte e le sue spade, sebbene a una prima occhiata parevano essere gemelle, avevano un peso differente e questo lo metteva in difficoltà fino al momento in cui un colpo più violento del previsto non lo disarmò della prima ascia.
Per non rimanere con la mano vuota, Jacques estrasse dallo stivale il piccolo Stiletto che portava con sé scatenando l'ilarità di Johann: -E cosa vorresti fare con quel coltellino?- disse trattenendo a stento le risate.
Jacques non rispose ma cambiò la posizione, portò la mano destra, quella che impugnava l'ascia davanti a sé mentre la mano sinistra che impugnava lo stiletto la posizionò al lato della testa, con il braccio pronto a scattare.
Jacques cominciò ad avanzare a piccoli passi -Non sottovalutarmi; anche un piccolo pugnale come questo nelle mani giuste può essere fatale- ma entrambi sapevano che in realtà Jacques doveva finire il duello nel prossimo scambio, altrimenti avrebbe davvero rischiato di morire.
Johann e Jacques scattarono nello stesso istante e mentre l'ascia e la prima spada cozzarono, l'altra spada si avvicinava al collo di Jacques che per evitarla si lasciò cadere; la spada lo mancò per pochi centimetri mentre lo stiletto si conficcò al centro della coscia di Johann che lanciò un grido di dolore, subito seguito da un calcio di Jacques che gli fece perdere l'equilibrio.
In un attimo Jacques riprese l'equilibrio, tuffandosi sul corpo del nemico, costringendolo al suolo grazie al ginocchio e portando l'ascia a pochi centimetri dal suo collo.
-Dimmi dove avete nascosto Viviane!- urlò Jacques mentre gocce di sangue cadevano dal filo dell'ascia a macchiare il collo di Johann che invece rideva.
-Sua Maestà Viviane è una principessa, non l'avremo certo messa nelle segrete insieme a criminali comuni.
Un forte rumore di passi distolse Jacques dall'attenzione a Johann, nella stanza entrarono Laxus, Bickslow, Mirajane e Ultear, illesi ma visibilmente affannati ma tutti si fermarono a guardare la mattanza: il sangue arrivava alle caviglie e l'aria era satura dell'odore di morte ma il peggio era Jacques che era completamente ricoperto di sangue.
Laxus fu il primo a riscuotersi dal torpore e si avvicinò in silenzio.
-LAXUS COSA DIAVOLO FAI?- la voce di Mira lo riscosse dall'attenzione che si era riportata su Johann e si voltò,  giusto in tempo per vedere la mano di Laxus che armata di pugnale si abbatteva su di lui.
Il colpo era stato sferrato al collo, ma grazie ai suoi riflessi era stato colpito alla spalla prima che Mira e Bickslow intervenissero per allontanare Laxus che intanto aveva preso Johann in spalla e adesso stava andando via: impossibile seguirlo con Jacques in quelle condizioni.
-Come è possibile?- continuava a chiedersi Mira mentre si copriva il volto per nascondere le proprio lacrime -Laxus, il nostro Master.
Intanto anche Ultear si era risvegliata dall'orrore della scena e aveva raggiunto Jacques, ma appena toccato sentì la temperatura del corpo e rimase scioccata: un uomo non poteva raggiungere quella temperatura.
-Dobbiamo portarlo via, scotta da morire.
-No, dobbiamo andare avanti- la guardò con sguardo lucido ma deciso -Devo solo calmarmi... Devo salvare Viviane.             
 
  
 
 

Note dell'Autore:
Rivelazione sconvolgente, probabilmente qualcuno mi lapiderà per questa scelta... Che dire, anche a me dispiace ma "The Show must go on" Spero che almeno il Capitolo vi sia piaciuto... Alla prossima   

 

   
 
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