29/03/2015
1 recensioniSta dormendo, sembra quasi un angelo. Se solo penso quanta strada abbiamo insieme, posso solo ritenermi fortunata ad averlo qui al mio fianco. Mi ricordo come se fosse ieri quando avevamo avuto quel grande litigio.
Ero così arrabbiata che distrussi quasi tutti i piatti che avevamo. Lui era arrabbiato il doppio, ma era anche spaventato. Non avevo mai reagito in quel modo. Era consapevole che quella volta l’aveva fatta grossa. Piangevo come se non ci sarebbe stato un domani. Allora lui di corsa salì in camera nostra, prese un borsone e ci infilò più indumenti possibili. Mi urlò che avrebbe mandato qualcuno a prendere il resto della sua roba, dopo di che uscì da casa nostra, sbattendo la porta. Andai in cucina per tirare su da terra i resti del set dei piatti di ceramica. Un pezzo mi tagliò il polpastrello del pollice, fu allora che capii che se ne era andato veramente. Capii che lui non sarebbe tornato e mi avrebbe aiutata a mettere a posto la casa, a disinfettarmi la ferita. Non sarebbe tornato. Passammo giorni senza parlarmi. Louis venne a prendere le sue ultime cose che rimanevano a casa nostra. Gli chiesi come stava e scoppiai a piangere. La verità era che lo amavo e che in quel preciso istante non mi interessava come stava, mi interessava se sarebbe tornato da me. Louis rimase distaccato, mi disse che stava bene e se ne andò.
Passai un’altra decina di giorni senza avere sue notizie. Disperata lo chiamai. Rispose. L’unica cosa che riuscii a dire fu “mi manchi”. Un banale “mi manchi” a cui non ricevetti risposta. Non attaccò, ma non rispose. Riuscivo a sentire il sui respiro spezzarsi. Un “ti prego, torna”, uscì dalla mia bocca, seguito da una catena consecutiva di altri “ti prego”. Alla fine rispose con un semplice “okay”. Okay. Okay che sarebbe tornato? Okay che mi perdonava? Okay giusto per rispondermi? Okay che gli mancavo anche io? Okay.
Passai una settimana con il suo okay che rimbalzava da un estremo all’altro della mia testa. Non riuscivo a fare niente. Mi svegliavo, andavo all’università, tornavo e mi andavo a coricare sul nostro letto, chiudendo gli occhi, mi immaginavo di avercelo ancora al mio fianco.
Fu un martedì, che mentre stavo sdraiata sul letto, che lo sentii entrare in casa. Non ero certa fosse lui, ma ci speravo con tutta me stessa. Incapace di alzarmi, sentii i suoi passi farsi sempre più vicini. Aprì la porta, entrò nella nostra camera e si coricò al mio fianco.
“Ricominciamo” mi sussurrò lui. “Ricominciamo senza fare errori.” Lo guardai attentamente negli occhi. In quel momento sembrava non fosse mai accaduto niente. Il mio cuore batteva nello stesso modo di quando ci siamo parlati per la prima volta.
Lo baciai
“Ti amo” gli sussurrai anche io, “Ti ho sempre amata” rispose lui. E parlammo sussurrando, per sentirci più vicini. Sussurrammo per non rovinare quel momento, anche se sapevamo che neanche una valanga lo avrebbe potuto rovinare. Mi avvicinai a lui, che mi abbracciò. Chiusi gli occhi e tutto si allineò. In quelle sue braccia mi sentii a casa. E dopo tanto tempo sembrò che stesse andando tutto bene.
Passarono mesi e rimanemmo insieme.
E adesso sono stretta nelle sue braccia, mentre dorme, e mi sento così al sicuro. Dopo tutto questo tempo sembra che il nostro amore non sia cambiato.
Io lo amo. Lui mi ama. Questo è quello che conta.
SPAZIO AUTRICE Spero che questa OS vi piaccia, è la prima volta che ne scrivo una e la pubblico quindi non sono ancora tanto pratica. Mi farebbe molto piacere se commentaste con il vostro parere. In fine vorrei chiedervi una cosa. Secondo voi vale la pena di pubblicare questa OS anche su Wattpad? Grazia mille ancora per essere passati dalla mia storia. Un bacione. Forestainnevata