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Autore: Vanel    29/03/2015    4 recensioni
John, il classico ragazzo che vedrai una notte per poi non rivederlo più.
John, che il giorno dopo ti avrà già dimenticata.
John è il classico ragazzo che tu odierai per averti intenzionalmente dimenticata.
Ma John non era il ragazzo di una notte e via invece, John non faceva finta di non ricordarti.
John era malato di una rarissima malattia:Dopo aver anche solo sfiorato le tue labbra, John non ricorderà più niente di te, neanche il nome.
"Dopo l'ennesima serata passata con gli amici, John cercherà qualcuna con cui passare la notte.
Jen (Abbr. di Jenessa) entrerà nella sua camera.
E senza volerlo, Jen entrerà anche nella sua vita."
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Nescio




La odio e la amo.                            
Mi chiedi il perche'.         
Non lo so, ma sento che e' cosi ed e' un tormento. 







John litigò con sua madre per l'ennesima volta.
Dio quanto poteva essere assillante quella donna.
Veronica Space era bella per la sua età, ma i suoi occhi, azzurri come quelli del figlio, portavano le rughe della preoccupazione e dei problemi, di cui John si sentiva perennemente colpevole.
Ogni lite nasceva dal classico problema, è vero.
Ma stavolta era cambiato qualcosa.
Veronica era venuta a sapere della visita al Dr Cas dopo ben due anni di assenza, aveva sperato, aveva tentato.
Ma suo figlio era irraggiungibile.
Non le volle dare spiegazione, eppure lei aveva già fondato diverse ipotesi ormai da tempo.
John si è innamorato.
-Mamma, per favore, non chiedermi nulla!
-Ti sto solo chiedendo delle spiegazioni, sono felice per te se le cose stanno finalmente cambiando...
-Ma non vedi? Mamma tu mi guardi come se fossi il tuo più grande fallimento, e alle tue parole non ci credi neanche tu. Non c'è da essere felici, niente sta cambiando, io ho ancora l'amnesia.
-Tu stai cambiando John!
-Non è facile.
-Nessun cambiamento lo è.
John guardò l'orologio e corse verso la porta dicendo un veloce "ciao" che la madre accolse con tutto il cuore.
Non l'aveva mai visto così.

Era in ritardo! Si toccò i capelli più volte sperando di non apparire come un depravato, entrò dentro la pizzeria e la trovò li.
Dio! Da quanto tempo lo stava aspettando?
John si sentì mortificato e... bloccato.
Jen era stupenda. 
La guardò davvero intensamente...e lei se ne rese conto.
Non si era mai sentito tanto frustato quanto inutile.

Durante la cena John avrebbe spaccato il piatto della pizza in faccia al cameriere senza troppi complimenti.
La guardava e poi guardava lui.
"Lei è mia!"
Avrebbe voluto dire.
Ma poi si ricordò di due cose:
1) Non era vero.
2) Anche se lo fosse stato, Jen l'avrebbe aggredito solo per averla considerata "un oggetto" e blablabla, c'erano poche ragazze con un senso del femminismo come lei.

Poi Jen lo guardò.
Sguardo che nessuno gli aveva mai rivolto così intensamente prima di allora.
Oltre le iridi azzurre.
Oltre il bel volto.
Jen lo stava studiando come un libro aperto.
E poi la fatidica domanda.
"Lo sapevo che me lo avresti chiesto"
John avrebbe voluto dire così, si era aspettato quella domanda da molto tempo, ma non sapeva come spiegare la sua situazione senza apparire troppo rude.
E doveva evitare frasi del tipo:"Hey se ti bacio ti dimentico, vogliamo pomiciare?"
Ma tra tutte le parole, scelse probabilmente quelle meno adatte.
L'arte della retorica l'aveva abbandonato.
Era in panico.
-Jen hai ragione, io ho un problema. Un problema che mi impedisce di avere una relazione seria e stabile, un problema che mi ha consumato e che mi consuma ancora...-Jen restò in ascolto seria.
-Ehm ma non ti preoccupare! Il mio dottore... il Dr Cas mi sta aiutando alla ricerca di una cura... ecco...
John non aggiunse più nulla, non aveva più il coraggio di continuare.
-John non preoccuparti.-gli disse dolcemente prendendogli la mano, -sono sicura che troverai una cura, ma ricorda che io sono qui.

A quel punto si scatenò l'inferno.


Il locale stava prendendo fuoco, fumo nero e denso proveniva dalle cucine.
John prese per mano Jen tenendola stretta dirigendosi verso l'uscita di emergenza.
Erano spinti da una folla tanto numerosa che portò John a chiedersi da dove erano usciti tutti quei clienti.
Intanto il fumo riempiva il locale e lentamente uscivano tutti.
-Fantastico!-commentò John una volta uscito.
-Mi sa che portiamo sfiga, John!
-Ma vedi che è stato quel cameriere sbadato a fare 'sto macello? Ci scommetto quello che vuoi...
-Non roviniamo la serata. Ci facciamo un giro John?
-Volentieri, accetta il mio braccio, miss orgoglio.

Durante la passeggiata John evitò a tutti i costi l'argomento sulla sua malattia, e Jen neanche la nominò.
Parlarono del più e del meno, di come Mr Leather fosse un pervertito numero uno, e delle conquiste mal riuscite di Eric.
-Lui ti ammira.
-Eric?
John annuì.
-E perché?
-Perché mi hai tenuto testa, ti definisce una con le palle.
-Ah... tipo trans!
John rise e fu un bellissimo suono, Jen si rallegrò pensando che la serata non era poi un così completo disastro.
-John... ma tipo che non abbiamo pagato il conto?
-Ehm... offriva la casa stasera!
Jen scosse la testa sorridendo, ma le dispiacque per i poveri proprietari della pizzeria.

Verso mezzanotte e mezza andarono verso le loro rispettive vetture, Jen aveva il suo coprifuoco.
-Come Cenerentola.-le disse John toccandole i capelli.
Jen non sapeva come, ma ad un certo punto si era ritrovata appoggiata alla sua macchina con John praticamente addosso a lei.
Non erano mai stati così vicini.
Jen gli toccò il labbro con il pollice così come fece lui molto tempo prima a Berlino, fu un gesto che tranquillizzò John, ma la tranquillità durò davvero poco.
Jen si fece avanti per baciarlo, ma John la respinse tristemente.
Jen lo guardò confusa, era forse uno dei suoi soliti scherzi?
Allora si riavvicinò, ma John si allontanò.
-John?
-E' tardi...-rispose a disagio.
-John... perché?-Jen era sul punto di piangere.
-Torna a casa Jen, te ne prego...
-Perché mi allontani? Di cosa hai paura John?
Gli si avvicinò cercando i suoi occhi, ma John distolse lo sguardo andando verso la sua macchina.
-Perchè no? Non ti piaccio? E' così? 
John la guardò disperato.
-Non posso Jen, per favore...
-Mi stai dicendo che è così? Non è mai stato nulla per te? Ho confuso tutto... ho sbagliato di nuovo...
-No Jen, tu non hai sbagliato niente.
-Certo, adesso mi rifilerai la scusa del "non sei tu sono io"...
John si morse il labbro pensando a quanto quella scusa fosse stata la sua verità.
Ma poi comprese, doveva essere sincero.
-Jen, se ti bacio... ti dimentico.-disse esitante.
Jen lo guardò, e stavolta John non riuscì a decifrare il suo sguardo.
Andò verso la sua macchina e disse semplicemente.
-Ma vaffanculo!








NOTE AUTRICE:
La serata dal punto di vista di John! Ma non preoccupatevi, la verità è vicina...
Cosa ne pensate del capitolo?
Baci!!! <3


  
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