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Autore: pandina    29/03/2015    7 recensioni
Irlanda, un luogo magico in cui tutto può accadere.
Killian Jones cinico scrittore americano, è arrivato sull'isola per assistere alle riprese del film di cui ha scritto la sceneggiatura: La storia di una misteriosa creatura che vive negli abissi del lago e della giovane vedova che che tenterà di salvarla. Killian, la cui vita ha insegnato a non credere in nulla, rimane incantato da Emma Swan, la proprietaria, vedova con un figlio, della fattoria in cui alloggia. Bella forte e genorosa come una dea celtica,Emma s'insinuerà nel cuore dello scrittore, e il vento del cambiamento inizierà a soffiare
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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3- Dopo la sbronza

 

Killian si svegliò al cinguettare degli uccellini, cosa per lui assolutamente inusuale.

Alzandosi sentì una fitta terribile alla tempia

Eppure nonostante l'atroce emicrania , la prodigiosa quantità di alcool che aveva bevuto non gli aveva offuscato la memoria.

Ricordava tutto della sera prima, compresa la figura da perfetto idiota, che aveva fatto con Emma Swan.

Tra le fantastiche storie di guerrieri, spiriti soprannaturali e figure mitiche, David aveva parlato con eloquenza della giovane figlia vedova.

Killian aveva pensato che fosse un uomo incline all'esagerazione.

Ma non appena era sceso dall'auto della polizia, la sera prima,aveva capito che forse David non solo non aveva esagerato, ma anzi era stato troppo modesto con lei.

 

Il viso angelico di Emma Swan, incorniciato da una nuvola di capelli biondi, aveva evocato nella sua mente quello di una dea celtica .

Il nasino cosparso di lentiggini. Gli occhi erano dello stesso verde delle colline d'Irlanda. E la bocca!

Dio!

Nell'istante in cui aveva posato lo sguardo su quelle morbide labbra prive di rossetto, era stato travolto dal desiderio di baciarle.

Killian non aveva la minima intenzione di scusarsi per aver avuto un moto di attrazione fisica . Il modo in cui l'aveva esternata era però imperdonabile.

Certo, c'era stato l'istante in cui aveva colto una risposta sensuale negli occhi di lei E forse qualcos'altro.

Qualcosa a cui lui non riusciva a dare un nome.

Innocenza forse?

Di qualunque cosa si trattasse, l'istinto lo aveva avvertito che Emma Swan, sarebbe potuta essere una fonte di guai, grossi guai.

“La vedova è off-limits per te amico!” borbottò.

Aveva appena pronunciato quelle parole, quando sentì un mugolio.

Spaventato si alzò sul letto e si trovò ad osservare un paio di dolci occhi marroni.

“O tu sei il più grosso cane d'Irlanda, o hanno parcheggiato una Limousine ai piedi del letto”.

Il cane tese le orecchie.

Killian fece per accarezzarlo ma lei si ritirò.

“Ehi piccola che c'è? Hai paura? Non temere voglio solo farti una carezza. Ecco così, vedi? Vedi che ti piace.” Sembrava incredibile, ma l'enorme Terranova si faceva coccolare come un cucciolino.
Killian scese dal letto e andò in bagno per farsi una doccia.

Quando tornò trovò il cane nella stessa posizione di quando lo aveva lasciato.

“Che dici, andiamo a fare colazione?” Quando la grossa coda iniziò a battere, lui capì di aver trovato il suo punto debole

“Colazione è la parola magica eh?” E l'accarezzò di nuovo.

Si vestì, felice di trovare tutte le valige nel corridoio, e scese in compagnia del suo nuovo, enorme amico peloso.

La casa era silenziosa. Non c'era anima viva .

Si guardò in torno con curiosità: la cucina sembrava uscita da una rivista country; la finestra con le tendine di pizzo, lasciava entrare i raggi del sole del mattino.

Killian trovò una caffettiera sul fornello, insieme ad un bollitore con del latte e ad una teiera.

Sul tavolo insieme alle tazzine, marmellata e pane tostato, trovò un biglietto.

-Preparerò la colazione appena torno, ma se ti svegli prima, fatti pure il caffè e scalda il latte,il tè è pronto e se apri il frigo troverai delle uova fresche. Sotto al tovagliolo troverai del porridge già pronto-.

Il biglietto era formalmente firmato Emma Swan.

Killian guardò l'orologio appeso al muro. Se avesse dovuto aspettare altri dieci minuti per un caffè sarebbe morto.

“Dobbiamo cavarcela da soli, amico”. Così preparò la macchinetta del caffè e aprì il frigorifero prendendo le uova e il burro.

Preparò due uova fritte per lui e altre due per il cane. Entrambi le mangiarono con gusto. Bevve il caffè e assaggiò il porridge. Dolce e leggermente speziato, proprio come piaceva a lui.

Finita la colazione si fece condurre dall'enorme cane a fare un giro per la fattoria.

Non era grande, ma sicuramente ben tenuta: intonaco bianco, fiori sulle finestre, un piccolo orto piene di erbe aromatiche. Galline che beccavano tra la ghiaia del piazzale e lenzuola bianche che sbattevano alla fresca brezza mattutina.

Il tutto gli dava una sensazione di calma e pace, che invece di rilassarlo gli diedero un leggero senso d'inquietudine, tanto che decise di rientrare per disfare le valige.

Stava finendo di riporre gli ultimi indumenti nell'armadio quando sentì scricchiolare la ghiaia sotto i pneumatici di un'auto.

Scese le scale.

Qualche istante dopo la porta d'ingresso s'aprì e un ragazzino di circa 10, 11 anni fece irruzione nella stanza, seguito da due adolescenti, Cora e David. A chiudere la colonna, con il sole alle spalle che le rendeva i capelli una nuvola dorata, c'era Emma Swan.

Indossava un semplice paio di jeans, dentro stivali bassi, una maglietta color malva e un giubbotto di pelle chiara, che sicuramente aveva visto tempi migliori.

Killian scoprì che il corpo della giovane vedova era più sinuoso di quanto non gli fosse parso la sera prima. Un viso da educanda e un corpo fatto per il peccato, una miscela esplosiva. Quella donna non significava semplicemente guai, era dinamite pura .

E lui si sentiva come se gli avessero dato in mano una miccia accesa.

Lei lo salutò scrutandolo con quelle due enorme pozze verdi

“Ti sei alzato...”

Il suo profumo, che gli faceva venir voglia di fare l'amore in un prato di fiori selvatici, era entrato in cucina con lei.

Deliberatamente, per dimostrare a se stesso e agli altri che era in grado di farlo, la guardò negli occhi con freddezza

“Mi sono svegliato circa un'ora fa”

“Mi dispiace, avrei dovuto essere qui per prepararti la colazione”
poiché lei non abbassava il viso, sotto quella che altre donne avevano considerato un'occhiata che intimidiva, Killian decisa che doveva essere molto più dura e forte di quanto sembrasse.

“Io e il cane ce la siamo cavata”
“Il cane?” Lei guardò Maeve che accanto all'uomo lo fissava con adorazione.

“Devi avere un tocco magico, maeve teme tutti!”

“Maeve, si chiama così?” chiese

“Sì Maeve, come l'antica regina guerriera, delle leggende. E' stata un 'idea della mamma chiamarla così, pensava le avesse dato un po' di coraggio” A parlare era stato il ragazzino.

Una zazzera castano scura, occhi verdi e una spruzzata di lentiggini. Nonostante i colori fossero diversi, Killian riconobbe in lui il nipote di cui David si era tanto vantato.

Guardò verso Emma, che aveva il viso nascosto dai capelli mentre prendeva alcune tazze, lui si era comportato come un bastardo con eli, ma mai avrebbe potuto dimostrare freddezza verso un bambino. Soprattutto, un bambino costretto a crescere senza padre.

Sorrise e il suo voltò si trsformò

“Tu devi essere Henry”

“Scusami, avrei dovuto presentarti tutti” Intervenne Emma prima che suo figlio potesse rispondere.

“Signor Jonse le presento mio figlio Henry.Mio fratello Peter e mia sorella Wendy “Il ragazzo lo salutò cordialmente, la giovane alzò appena gli occhi e Il bimbo allungò una mano
"Piacere di conoscerla  signore"Occhi negli occhi, come la madre

“T'interesserebbe venire a vedere qualche ripresa?” disse d'impulso e vide il ragazzo illuminarsi. Bastava così poco a volte...

“Potrei venire anche io signore?” chiese Wendy. Nonostante il trucco con cui s'era impiastricciata il viso, Killian capì che sarebbe diventata una vera bellezza.

Emma aveva appena messo in tavola del te con alcuni biscotti quando la porta si aprì ed entrò una donna con una lunga treccia di capelli dorati, accompagnata da un bimbetto.

“Buongiorno a tutti!”Killian notò che nonostante l'allegria , si avvertiva una certa tensione nella stanza, Emma infatti fissava la nuova arrivata attentamente.

“Sono Elsa Scarlett” La giovane donna gli tese la mano amichevole.

“E lui è mio figlio Roland. Lei deve essere Killian Jonse. Adoro i suoi libri. Anche se il marketing è sbagliato. Lei non è uno scrittore di libri Horror, lei è un commentatore sociale. Dietro alla Signora del Lago, si celano le paure insite in ogni uomo e in ogni donna. Paure ancestrali che si mostrano solo nei momenti in cui le difese cadono. “

Killian rise. Quella donna gli piacque all'istante

“Che dire, sono lusingato! E lei è un genio!L'assumo come agente pubblicitario qui in Irlanda” Elsa scoppiò in allegra risata

“Ti prego dammi del tu e non dirlo troppo forte, perchè potrei accettare!”

“Lo sai che la zia Elsa ha la magia? E' una specie di strega, ma non cattiva”disse Henry con semplicità

Killian fu divertito nel vedere negli occhi della donna un tono di sfida. Sembrava andare fiera della nomina che le era stata affibbiata .

Poi la donna si sedette e prese in braccio il bimbo.

A differenza di Henry, gli occhi del figlio di Elsa gli ricordavano Maeve.

“Ciao” lo salutò

“Io sono Killian, e tu?”

Il bambino sembrava intimorito, anzi no spaventato.

“Tesoro rispondi” disse la madre

“Sono Roland Scarlett”

Scarlett... Killian ebbe un attimo di esitazione, ma poi ricordò lo scontro verbale con il tizio del pub, Will Scarlett. Era una coincidenza? Ma poi ebbe come la certezza che quel idiota ubriaco fosse proprio il padre del bambino e che Roland non volesse stringergli la mano, non per timidezza, ma per paura.

Alzò lo sguardo verso Emma e lesse la triste conferma negli occhi di lei.

Lui che aveva sempre cercato di non farsi coinvolgere dai problemi degli altri, capiì di avere fatto un passo falso, finendo nelle sabbie mobili.

 

Nel pomeriggio Killian decise di andare a recuperare la Mercedes che aveva lasciato parcheggiato davanti al pub la sera precedente.

“Esci?” gli chiese David.

“Vado in paese a prendere l'auto, ne avrò bisogno per andare sul set domani.” Rispose lo scrittore.

“Ti accompagnerei io, ma....oggi devo occuparmi di alcuni conti. Emma è in gamba, però la matematica non è il suo forte.”

“Non occorre mi farà bene fare una passeggiata a piedi”.

“Ma no! Ti accompagnerà Emma! Vai in cucina a chiederglielo” disse David in fretta

A Killian parve di notare una nota strana nel timbro dell'uomo.

Passando dal salottino, la voce di Cora lo fece fermare.

“E' in partenza signor Jones? “ gli chiese continuando a leggere il suo libro.

“Vorrei andare a recuperare la mia auto, e avevo deciso di fare una passeggiata a piedi ma David mi ha detto di chiedere ad Emma...non vorrei disturbarla però...” La donna alzò gli occhi e lo guardò da sopra le lenti che aveva sul naso.

“Ah via! Che disturbo e disturbo! Lei è un ospite ed è nostro dovere che abbia tutte le comodità possibili. E poi Emma sarà felice di farlo”. Il sorriso radioso dell'anziana , così simile a quello di David, gli fece suonare un campanello d'allarme.

Il padre e la nonna sembravano dannatamente ansiosi di far sì che loro due si ritrovassero soli, volevano per caso tendergli una trappola? L'idea lo fece ridere.

Così provò a svignarsela dalla porta sul retro, ma con la coda dell'occhio vide Emma .

Sembrava intenta a impastare dentro un'enorme ciotola. Si avvicinò.

Dalla cucina si poteva chiaramente sentire il profumo del burro, della vaniglia e della cannella. La ragazza alzò gli occhi e lo vide.

“Ti serve qualcosa? Un tè forse” Emma gli sorrise, ma notò che i suoi occhi erano guardinghi.

“Nulla, grazie. Ho solo bisogno di scendere in paese a prendere la mia macchina. David mi ha suggerito di chiederti un passaggio, ma io andrei anche a piedi”

“Non ho nessun problema ad accompagnarti. Se non ti secca aspettare che finisca di fare la torta di limone e vaniglia. ”

“Non mi dispiace affatto” Lui girò una sedia , vi si mise a cavalcioni e incrociò le braccia sopra lo schienale.

“Non ho mai visto fare una torta” Lei rise

“Che vita di privazioni che hai avuto Jones!” Lo prese in giro.

“Comincio a pensare che sia davvero così Swan” Il movimento delle mani di lei , nella pasta frolla, era allo stesso tempo casalingo e sensuale.

“Mi dispiace darti questo disturbo”

“Figurati,nessun disturbo, mi piace guidare” gli rispose

“Tuo padre ha detto che mi avrebbe accompagnato lui se non avesse dovuto rivedere i conti della fattoria” Disse Killian in tono discorsivo

“I conti della fattoria?!?” Le mani di Emma si fermarono e i suoi occhi lo fissarono sorpresi. Che diavolo aveva?

“Qualcosa non va?”

Lei evitò di guardarlo e continuò a malmenare la pasta come se le avesse fatto un torto personale. Sprizzava ira da tutti i pori.

“Bene dovrebbe bastare! Ora la metto a riposare in frigo, poi al ritorno la continuerò”

Mise via il panetto di pasta , si lavò le mani e si tolse il grembiule.

“Se sei pronto Andiamo” Poi alzando il tono della voce in modo che sia suo padre che sua nonna potessero sentirla.

“Dato che in questa casa hanno tutti una gran voglia di farci andare via insieme!”

E prima che che lei sbattesse la porta, lui la seguì.

La vide andare verso un vecchio maggiolino giallo. Decisamente le si addiceva.

“Mi dispiace davvero crearti tanto disturbo” disse lui per spezzare il pesante silenzio che si era creato nell'abitacolo, mentre si avviavano verso il paese.

Era più che ovvio che fosse ancora irritata.

“Nessun disturbo, davvero” sbottò Emma . Poi rendendosi conto di quanto fosse stata brusca, sospirò e si massaggiò una tempia.

“Scusami, davvero non è un problema darti un passaggio fino in paese è solo che in questo momento sono arrabbiata con la mia famiglia!”

“Perchè volevano metterci insieme?” Lui vide il colore affluirle alle guance, cercò di ricordare quand'era stato l'ultima volta con una donna capace di arrossire, e non gli venne in mente.

Pur ricordando a se stesso, che l'innocenza non lo aveva mai attratto, Killian trovò quel colore estremamente intrigante.

“Scusali, per favore...” Lei si posò a mano non troppo ferma tra i riccioli biondi. I suoi polsi erano sottili, le dita snelle, le unghie corte ben curate, con solo un accenno di smalto trasparente.

Un uomo sensato l'avrebbe tenuta a debita distanza. Killian si era sempre ritenuto un uomo sensato.

“Non è giusto che tu debba essere infastidito dalle loro macchinazioni, mentre alloggi da noi”

“Sono sopravvissuto a cose peggiori” cercò di scherzare lui.

“Ma è così...imbarazzante! E irritante! Come se fossi una vecchia zitella che non riesce a trovarsi un uomo da sola”

Dato che gli aveva dato una scusa d'oro, Killian si concesse il lusso di guardarla.

I suoi occhi ben nascosti dietro le lenti scure dei Ray-Ban, la percorsero con lenta deliberazione, dalla testa dorata, ai piedi infilati negli stivali scuri. Notò che i polsini delle maniche del maglioncino erano di un leggero pizzo trasparente. E pur sapendo che la sua mente non aveva diritto di divagare in direzioni così pericolose, Killian si chiese se lei indossasse qualche altri capi di pizzo, sotto il maglione e i calzoni.

“L'anello d'oro che porti al dito dimostra che non sei affatto una zitella. E sono certo che non mancano gli uomini in Irlanda, che sarebbero ben lieti di prenderti in moglie”

Il colore sulle guance si accentuò.

“lo considero un complimento, Jones, visto che mi hai già assicurato che non sono il tuo tipo” Lui si era chiesto se sarebbe tornata sul discorso

“Immagino che a questo punto sia il caso che ti chieda scusa per il mio comportamento di ieri sera: Anche se il fatto di aver bevuto non costituisce una giustificazione, non ricordo di essere mai stato tanto stordito in vita mia. Credimi, di solito uso maggior finezza quando seduco una donna”

“E hai l'abitudine di sedurre donne che non sono il tuo tipo molto spesso?” Killian scoppiò in una risatina secca

“Niente affatto. Ieri sera è stata la prima volta”

“Colpa della birra” Suggerì lei

“Diciamo che è quello che accade quando si vogliono onorare tutti i brindisi. L'alcool è subdolo, basta mettere un piede in fallo e lui ti trascina verso il basso...” Lei socchiuse gli occhi guardandolo

“Parli come se avessi una certa esperienza al riguardo”

“Mia madre era un'alcolizzata” Killian non aveva mai parlato ad anima viva del problema di sua madre. Si chiese perchè diavolo adesso lo avesse confidato ad Emma Swan.

“Oh” Lei non disse nient'altro, continuando a guidare in silenzio, per un po, fino a quando la sua voce dolce gli chiese

“E tuo padre?”

“Anche lui aveva un debole per l'alcool” Lei gli lanciò un'occhiata seria

“Mi dispiace “ disse sottovoce

“Dispiaceva anche a me” Odiava essere compatito“Ma io NON SONO UN Alcolizzato!” Scandì bene le parole e lei si limitò ad annuire.

“Ora tocca a me farti una domanda che mi brucia sulla lingua da un po?, Però se non vorrai rispondermi non ci saranno problemi”

Emma tolse appena il piede dall'accelleratore e si voltò incuriosita.

“Perchè hai un cognome diverso da quello di tuo padre?” E la vide  distendersi, come se si aspettasse un altro tipo di domanda, forse più pericolosa.

“Semplice perchè David non è mio padre biologico. Io sono figlia della sorella maggiore di mia madre. I miei veri genitori morirono entrambi in un incidente quando io avevo solo tre mesi. Mary Margaret e David erano fidanzati a quel tempo , e molto giovani, ma decisero di sposarsi per potermi adottare legalmente. Io non ho altra famiglia, David è mio padre. “

Killian la ascoltò in religioso silenzio e capì che nemmeno la sua vita era stata semplice. Prima i veri genitori, poi quella che per lei era sua madre, infine il marito erano morti, lasciandola con un figlio da crescere. No decisamente Emma Swan non era stata molto fortunata, o forse sì? A guardarla si poteva pensare che fosse la donna più serena e tranquilla del mondo.
Anche Emma stava pensando che Killian non aveva avuto una vita semplice, eppure non avrebbe dovuto importarle di lui, infondo non era che un ospite pagante, il cui affitto li avrebbe notevolmente aiutati nei lavori della fattoria.

No non le importava di lui e dei suoi umori.

Invece sì.

Come le diceva sempre sua cognata Elsa , lei era un'altruista nata, sempre disposta a mettere le sue esigenze in secondo piano, per concentrarsi sui capricci degli altri.

Come con Neal, che mentre lei dava alla luce Henry, lui stava giocando una, a detta sua , importantissima partita a cui non poteva assolutamente rinunciare...

A lei stava bene così. Era soddisfatta nell'aiutare gli altri e i sacrifici non le pesavano. Temeva solo che l'uomo seduto accanto a lei potesse rivelarsi l'eccezione alla regola.

Poi la sua bocca parlò ancora prima che il cervello se ne rendesse conto

“Vuoi vedere il lago?”

“Il lago?” Killian era vagamente sorpreso

“ Sì il Lago di Castlelough, dove vive la mistica creatura” disse Emma sicura di se e quando lo sentì ridere di gusto, pensò che non doveva essere un uomo che si concedeva di ridere spesso.

“Tu credi nell'esistenza della Signora , Emma?” le chiese incuriosito

“Credo che i miti abbiano una propria realtà. E se c'è una Signora nel lago... E non sto dicendo che c'è , bada bene... ebbene questa merita di essere considerata, come ogni altra creatura. Compresi i ricchi e famosi scrittori americani” disse seria.

Emma si stupì, di vederlo ridere invece di sentirsi offeso.

“Uno a zero per te Swan! E sia! Mi piacerebbe vedere il lago. Se hai tempo.”

Emma gli sorrise, lieta di potergli mostrare uno dei suoi luoghi preferiti.

“In Irlanda si dice che quando Dio ha creato il tempo, ne ha fatto in abbondanza”.

 

Ciao a tutti!

Bisogna pur ammazzare il tempo in attesa della puntata di stanotte, così tanto vale pubblicare un nuovo capitolo.

Oramai avete conosciuto tutti o quasi i personaggi che compongono questa mia storia. Il carattere di Killian, con i suoi "mostri" del passato e Emma, che  dietro la sua dolcezza nasconede un carattere e una tenacità notevoli. Si piacciono e sono attratti l'uno dall'latro, tutto sta nel vedere se saranno capaci di abbattere ognuno i propri muri.

Grazie come sempre a tutti! Vi adoro davvero! e fatemi sapere cosa ne pensate e se c'è qualcosa che invece non è chiaro, tutto serve  a migliorare.

Baci

Gra

 

  
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