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Autore: vermissen_stern    30/03/2015    1 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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La giornata era iniziata già male per Howard Lancaster, visto che ancor prima di osservare l’epilogo di quel cruento scontro alle dieci del mattino aveva ricevuto un fax decisamente poco allegro. La scrittura era in codice, e quella che sembrava all’apparenza una fattura per la consegna di una dozzina di rose rosse si trattava in realtà di un messaggio del capo della sua security, ossia Michael Connors, decisamente indisposto e dispiaciuto per non essere accanto a Emerald.

Si trattava di un linguaggio in codice creato da entrambi gli uomini, non troppo complicato affinché l’ex mercenario potesse comprenderlo e sfruttarlo ma neppure troppo semplice per una probabile spia che lo intercettasse, ed il messaggio lasciava intendere che l’americano avesse già la sua dose di guai da sistemare il prima possibile senza mettere di mezzo la figlia del principale. A quanto pare c’era di mezzo quella svitata della signorina Alana e il suo fosco passato, e forse era giusto così piuttosto che rimanere coinvolti per una seconda volta in dispute che non gli competevano.

Il marchese si era quasi dimenticato che il suo braccio destro era sparito dalla circolazione praticamente ancor prima che il fattaccio del matrimonio di Emerald, con così tante cose a cui pensare si era momentaneamente dimenticato di lui e di provare anche a chiamarlo, e per quanto fosse disdicevole la sua mancanza all’interno del gruppetto della Muscle League era comunque grato al soldato nella sua volontà di preservare la famiglia Lancaster.

Ma se questo era un dettaglio “abbastanza” trascurabile, che lo aveva comunque innervosito anche perché Connors avrebbe sicuramente tranciato le mani a quella bestia che si spacciava per un essere umano, decisamente inaccettabile era ciò che aveva sotto gli occhi in quel momento.

Per svariati minuti ci fu solo silenzio all’interno della prigione della signora Mask. E dopo quel silenzio quasi angosciante Howard Lancaster aveva deciso di sfruttare il telecomando del televisore al plasma per cercare notizie riguardanti l’incontro anche su altri canali senza, purtroppo, avere un concreto successo.

Sul canale principale della IWF non avevano dato altre notizie riguardanti “l’incidente” appena avvenuto nel tempio della speranza se non un costante messaggio che segnalava dei problemi di comunicazione, e negli altri canali non mostravano niente di annerente allo scontro appena avvenuto.  Pertanto Howard Lancaster, decisamente seccato per quel momento di stallo infruttuoso e consapevole che l’ansia non faceva bene ne a lui ne alla dottoressa, decise di lamentarsi direttamente con il proprietario del canale incriminato senza tener conto del fuso orario differente tra il pianeta Terra e quello dei kinnikku.

Per farlo però gli toccò uscire dal bunker dove la sua “ospite” soggiornava, per ovvi motivi poiché aveva fatto rinforzare la schermatura della prigione ufficialmente per “proteggere” di più la dottoressa ben motivato anche dall’intervento di Robin che non lasciava ben sperare in un suo disinteressamento, e difatti si ritrovò in uno dei tanti corridoi della sua lussuosa villa. Non avrebbe avuto senso nascondere Alya in un posto troppo lontano dalla sua dimora, avrebbe voluto dire uscire troppo spesso ed insospettire così Janice che avrebbe pensato ad altro oltre che ad appuntamenti di lavoro e l’ultima cosa che voleva era a che fare con una moglie gelosa, pertanto quale luogo era più sicuro della tana del lupo per nascondere il proprio “bottino” dagli sguardi indesiderati?

In un giorno aveva fatto rimodernare un’ala del proprio palazzo in gran segreto con operai e tecnici del suo entourage ristretto, con la scusa di rendere antisismica una parte della villa piuttosto vecchia ( nonostante non ce ne fosse alcun bisogno ) ed ingannando abilmente la propria famiglia che non sospettavano di avere un’ospite tutt’altro che felice di essere rinchiusa li. Il sistema di mimetizzazione era perfetto, la porta era difatti intagliata nel muro praticamente invisibile ad occhio nudo ed era ulteriormente nascosta dietro un arazzo con lo stemma di famiglia, di conseguenza poteva entrare quando voleva all’interno della stanza antipanico con la scusa di doversi ritirare nel proprio studio per lavorare ad importanti progetti lavorativi.

L’unica pecca in questo gioiello architettonico era la ormai totale carenza di segnale all’interno delle mura blindate, portandolo per questo a fare quella fondamentale. Una volta composto il numero di casa dei MacMadd non ci volle molto per sentire la voce di qualcuno dall’altro capo del telefono, e fu comunque sorpreso di sentire la voce della figlia del vecchio Vance a quanto pare troppo preso a dormirsene nel proprio letto.

“qui è casa MacMadd… se si tratta di un’altra televendita o qualcosa di simile siete pregati di andare al diavolo!”

– Ehm… no signorina – borbottò il marchese avvertendo una leggera nota di disagio nel sentire un tono tutt’altro che amichevole – sono il marchese Lancaster e chiamo in merito ad una delle vostre ultime trasmissioni che mi hanno lasciato… quantomeno deluso –

A Jacqueline non le ci volle molto a riconoscere la voce dell’uomo che si era reso suo malgrado protagonista delle nozze di Robin Mask, e si ritrovò ad inarcare un sopracciglio nel mentre interrompeva la propria manicure notturna percependo chiaramente che quella sarebbe stata una telefonata interessante. Attualmente la giovane donna era l’unica in casa MacMadd ad essere ancora sveglia, era mezzanotte e mezza sul suo pianeta e prima di andare a dormire era sempre solita prendersi cura del proprio corpo anche a lungo, ma questo non toglieva che il tempo passato alla toeletta fosse sacro e che solo pochi eletti avessero il permesso di romperle le scatole. E uno di questi “eletti” era proprio Howard Lancaster che, quasi sicuramente, non aveva intenzione di venderle un tostapane.

“Si spieghi” fece semplicemente lei, non dovendo attendere molto per essere accontentata.

– Si tratta, purtroppo, di mia figlia Emerald e della sua estenuante lotta per ottenere il divorzio su Amazon… se non lo sa con chi ha avuto la sfortuna di sposarsi le consiglio di informarsi e di…–

“Conosco il pasticcio in cui vostra figlia è disgraziatamente caduta, grazie. La battaglia per il suo divorzio è seguitissima su Amazon, e difatti su quel pianeta viene trasmessa in diretta con repliche in prima serata… ma non può pretendere che anche sulla Terra facciamo altrettanto senza essere poi costretti a chiudere bottega per scarsa odience!”

– Non si tratta di voler seguire le gesta del gruppo di mia figlia per un mero capriccio, signorina, ma di sapere in che condizioni fisiche è la mia primogenita visto che l’ultimo combattimento si è appena concluso e l’ultima cosa che ho visto è stata la sua testa sparire in mezzo ad un vortice –

Come era consuetudine per lui, invece di scoppiare in un ben giustificato moto d’ira ricolma di disperazione, la sua voce divenne se possibile ancora più fredda tanto da mettere una certa soggezione anche a Jacqueline. Mai contraddire un Lancaster, o ironizzare sulle disgrazie di Emerald, men che meno negargli informazioni importanti sullo stato di salute attuale di sua figlia. Vederla scomparire tra le rovine e le onde implacabili di quel disastroso maremoto gli avevano gelato il sangue fino ad incattivirlo al punto giusto nel caso a qualcuno fosse saltato in mente di andare contro di lui o di non assecondare i suoi desideri.

Pertanto, quella freddezza tipica della famiglia Lancaster non era rimasta indifferente alla MacMadd, e capendo alla perfezione la preoccupazione del marchese, senza che il nobile inglese scendesse in dettagli poco carini sulla possibilità di portare in bancarotta l’intera Muscle League se non fosse stato accontentato, decise immediatamente di accontentarlo senza dover interpellare padre e fratello sul da farsi.

Si congedò con educazione dal nobile inglese, non prima di avergli assicurato che avrebbe avuto notizie immediate di sua figlia entro i prossimi minuti, e si scostò velocemente dalla toeletta per andare a rovistare nel comodino accanto al letto. Imprecò violentemente quando lo smalto rosso che si era appena data si rovinò irrimediabilmente a contatto con alcuni gingilli contenuti all’interno dei cassetti, eppure si ritrovò a trattenere il fiato quando finalmente le sue mani riuscirono ad agguantare l’agendina in pelle con segnati sopra tutti i numeri telefonici dei chojin iscritti all’albo della Muscle League. L’idea di vedere l’impero comandato dalla sua famiglia sbriciolarsi a causa di un ex chojin schifosamente ricco e con amici così potenti da far invidia persino al re dei kinnikku in persona era una cosa decisamente avvilente… per non parlare del fatto che non ci teneva affatto a finire in mezzo ad una strada. Se ci finivano suo padre e suo fratello era un altro discorso ma lei aveva tenori di vita elevati senza contare che in famiglia era quella più intelligente, e non si trattava di solo arroganza la sua.

– Uff… questa agenda è piena di polvere! – borbottò la giovane, sfogliando velocemente i nomi che si era accuratamente trascritta per casi di emergenza che neppure si sarebbe immaginata arrivassero – se Pentagon è iscritto alla League vuoi che non lo sia anche suo fratello maggiore…? Come diavolo si chiamava poi…? Ah! Eccolo qui! –

Ebbe una fortuna a suo dire quasi “sfacciata” nel trovarsi ad osservare il nome di Apegon giusto un paio di colonne sotto quello del ben più famoso Pentagon, magari aiutata anche dalla replica alle interviste dei debuttanti allo scontro, che si era da poco concluso come ben si ricordò, avvenuta durante l’ora di cena e dunque grazie a questo ricordo ancora fresco non fu un problema comporre il numero di quel perfetto sconosciuto.

Stava andando tutto a meraviglia da dopo la vittoria di Kevin Mask alla Corona Chojin che francamente parlando non si sarebbe mai aspettata una pseudo minaccia alle proprie finanze. Le era dispiaciuto che Kid non avesse vinto, in fondo era simpatico e poi possedeva comunque un certo spirito patriottico anche lei, ma non si poteva certo negare che la vittoria di Kevin Mask fosse una gran bella pubblicità per la League e doveva anche ammettere che ora suo padre e suo fratello erano decisamente molto più rilassati.

Pertanto, se voleva rimanere anche lei psicologicamente serena ed evitare inutili incazzature tanto valeva sperare che gli squilli non continuassero ad andare inutilmente a vuoto.

 

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– Non ho mai provato nulla di simile…! Il mio cuore batte ancora fortissimo e tutte le mie membra sono ancora un fuoco divampante! –

La somma sacerdotessa Erza non scherzava quando affermava di non aver mai provato simili sensazioni nella sua fredda vita, e più che essere innamorata persa di Kid Muscle era del suo gesto che si era infatuata percependo quella passione con cui l’aveva baciata come amore vero. Ed in effetti era anche così, non importava di che colore fosse la pelle delle ragazze di cui si infatuava… l’importante era che fossero gnocche, ma nessuno si sarebbe aspettata una simile reazione così disastrosa. L’incredibile esperienza vissuta in prima persona dalla Deva, così intensa da travolgerla emotivamente come un vulcano in eruzione, le aveva fatto scatenare la tanto agognata primavera senza dover sacrificare molti chojin per cercare in essi colui che l’avrebbe amata anche solo per un istante. Si poteva perfettamente dire che l’esperienza del primo bacio per lei era stata qualcosa di a dir poco indimenticabile, conscia che forse potevano esserci altri mezzi per scatenare cotanta energia senza un ampio spargimento di sangue. Tra l’altro una strage perfettamente inutile come quella che era appena avvenuta, con addirittura i suoi assassini di fiducia che erano caduti vittima del maremoto proprio come le loro prede.

– È davvero possibile che esista un simile potere così genuino…? Non è neppure morto! –

La donna continuò flautare parole quasi a caso, ignorando il caos totale del rituale che grazie al cielo aveva risparmiato il tempio, nel mentre che continuava a tastarsi le guance ancora arrossate a diversi metri di altezza ben sostenuta dal suo affidabile braccio destro.

Apegon la teneva ben salda tra le proprie braccia e assieme a lei osservava l’ormai ex stadio sbriciolarsi alla furia di acque impetuose che sgorgavano nientemeno che da quello che era il cratere di un vulcano estinto da millenni. Il tempio della speranza era stato costruito sulla cima della più alta montagna del pianeta che era, tra le altre cose, un vulcano spento da diversi eoni il cui calderone era ormai ricoperto da un ghiacciaio perenne su cui i lottatori avevano fino a quel momento combattuto cruentemente, ed ora la pressione dell’acqua aveva sgretolato quelle naturali fondamenta di ghiaccio portando sempre più a valle un fiume violento che devastava ogni cosa.

Il boato assordante di quella naturale distruzione copriva ogni cosa, dalle urla dei disgraziati ancora in vita fino al rumore delle macerie dello stadio che collassavano tra loro andando a schiantarsi tra i pinnacoli dell’alta montagna durante la loro discesa, in acque che da limpide si stavano facendo sempre più limacciose a causa dei detriti che trasportava furiosamente fino a devastare la roccia stessa, e dunque se attualmente Apegon riusciva a sentire la voce della sua signora era solo grazie alla stretta vicinanza.

Tuttavia mise da parte il proprio silenzioso stupore per tutto quello che era successo in quei minuti concitati, rammaricandosi che avrebbe dovuto sganciare parecchio denaro alla casa delle Ombre Danzanti come risarcimento danni per la perdita di molti loro assassini, avvertendo chiaramente il telefono vibrargli in una delle tasche dei suoi pantaloncini.

– Ma che diamine… chi mi cerca in questo momento?! –

Pur continuando a tenere tra le braccia una sacerdotessa a cui non importava nient’altro che l’aver ricevuto il suo primo, e focoso, bacio dovette accollarsi all’orecchio destro il telefono a conchiglia rimanendo stupito nel riconosce una voce femminile lontanamente familiare. Oltre che decisamente esigente e indisposta a farlo parlare per primo.

“Sono Jacqueline MacMadd, e prima che decida di interrompere questa chiamata le ricordo che il vostro tempio ha stipulato un contratto con la Muscle League per la diretta del vostro incontro di oggi fino alla nomina di un vincitore!”

– Beh… questo nome mi è familiare. Siete la figlia del vecchio Vance, giusto? E di grazia, come pensa che possa commentare una battaglia che si è conclusa in modo disastroso, vostra altezza? –

C’era un tono ovviamente cinico e seccato nella voce cupa di Apegon, a quanto pare i MacMadd pensavano a far soldi sempre e a qualunque momento nemmeno fosse stata una questione di vita o di morte, ma questo non scoraggiò Jacqueline dall’assumere un tono ancor più duro del precedente. Non c’era bisogno di informare nei dettagli il chojin riottoso, c’era mancanza di tempo senza contare che al momento erano in diretta telefonica con il canale della IWF, e dunque si risparmiò nel ricordargli che la sposina era la figlia di un pezzo grosso visto che molto probabilmente non gliene fregava nulla.

“Senta… anche se i nostri commentatori sono dispersi le comunicazioni satellitari funzionano ancora, ergo il nostro satellite è ancora posizionato sopra le vostre teste e dunque siete ancora in diretta! Se decide di collaborare farò in modo di fornirle i chojin necessari per il rito del prossimo anno”

Era una proposta tanto azzardata quanto interessante in effetti, eppure ora come ora non poteva prendere lui delle decisioni che spettavano alla sua signora, tra l’altro  ancora nel mondo dei sogni e completamente estraniata dalla situazione attuale dopo quel bacio focoso, ma decise comunque di accettare l’offerta della giovane MacMadd quantomeno in via preventiva.

Logicamente l’angelo alieno non immaginava che una tra le più ricche famiglie del pianeta kinnikku fosse capace di influenzare i giudici e i direttori dei penitenziari sparsi per l’intero pianeta per poter attingere alla feccia li contenuta. In fin dei conti sarebbe stato uno “spreco” lasciare marcire in prigione degli evil chojin catturati con molta fatica dai Soldati Flessibili, almeno secondo il pensiero di Jacqueline che aveva escogitato quel piano a fin di bene e dopo essersi velocemente documentata sull’ultimo scontro avvenuto guardandosi le ultime registrazioni che le erano prevenute dopo quella disastrosa diretta. Nel giro di un quarto d’ora difatti la ragazza si era messa in contatto con i tecnici della IWF ordinando loro di mandarle in diretta streaming sul suo pc di casa tutto quello che era successo fino a quel momento, e dunque captando alla perfezione che a “madame” serviva un nutrito numero di super uomini per dare il via a quel fantomatico miracolo che era poi avvenuto grazie alla balzana idea di Kid Muscle.

Molto probabilmente Ataru Muscle si sarebbe infuriato nel sapere che da li ad un anno tutti i delinquenti che lui e i suoi uomini erano riusciti a catturare sarebbero stati a piede libero a servire una avvenente sacerdotessa che prometteva loro cavoli a merenda ma… come si dice, lo spettacolo deve pur continuare e la risposta affermativa di Apegon fece sorridere compiaciuta una ragazza fin troppo stressata.

– Tzk… “the show must go on”, dico bene? Diciamo pure che la vostra offerta ci… interessa alquanto. E pertanto posso comunicarle che l’acqua del cratere sta defluendo verso valle, verso nord ovest più precisamente, dove a breve si riverserà lungo il Rio Ghiacciato che attraversa l’intero paese. Purtroppo non ho visto molte teste affiorare dall’acqua visto che il viaggio verso valle e disseminato di ostacoli, ma nel caso decida di mandare una spedizione di ricerca le consiglio di iniziare dalla conca poco distante la prima cascata a quota mille metri… buona parte dei detriti confluisce su quella spiaggia, quindi qualcuno potrebbe essersi anche salvato–

Era logico che tutte quelle informazioni facevano gola a Jacqueline, che nel frattempo nella sua camera da letto aveva praticamente allestito un piccolo studio informatico tra diversi telefoni aperti in varie conversazioni oltre che la webcam che la metteva direttamente collegata agli studi televisivi, e dato che quelle informazioni le avevano captate pure i tecnici del famoso canale televisivo non aspettarono i rimproveri della loro datrice di lavoro per iniziare a contattare chi di dovere per cominciare le ricerche. L’unica cosa su cui bisognava riporre fiducia al momento era nella tempra dei ragazzi della Muscle League che dovevano sopravvivere per forza di cose a qualsiasi costo.

Pena la chiusura definitiva di tutto l’impero mediatico che i MacMadd erano riusciti ad allestire con anni di sacrifici, ed era l’ultima cosa che la viziatissima secondogenita di Vance voleva incappare dovendo rinunciare a tutto.

 

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– Un altro buco nell’acqua… tzk, avrei dovuto immaginarlo conoscendo mio fratello! –

Ataru Muscle si ritrovò a sibilare quelle parole per un motivo ben ovvio, nel mentre che osservava un teatrino melodrammatico che stava rischiando di farlo esasperare per davvero.

Attualmente il soldato si trovava nel vestibolo del tempio del sacrificio, ultimo luogo in cui era stato effettivamente avvistato il suo re, e vedere la somma sacerdotessa piangere in trono era una scena che francamente parlando non sapeva se integrare in quelle comiche oppure in quelle decisamente seccanti. Forse magari in entrambe, visto che non sapeva se mettersi a ridere di fronte ad una scena a dir poco patetica.

– Prima la mia barba va in cenere a causa di un empio attacco di quegli scellerati! E ora Mammothman che perisce di cuore di punto in bianco! Oh, che destino crudele! Chi penserà ai suoi piccoli, ora?! –

Oltre a essere ancora sconvolta per la perdita immane della sua folta peluria, Quanita Lust era oltremodo rammaricata per l’improvvisa dipartita del suo possente diacono di origine siberiana. Mammothman, a parte un braccio strappato via a forza e ben ricucito dalle dottoresse che si erano prese cura di lui, non aveva riscontrato problemi fisici veramente preoccupanti che non fossero altro che i danni di un combattimento piuttosto cruento… ma allora perché il suo cuore aveva ceduto di punto in bianco?

Questo era in effetti un bel mistero che avrebbe senza ombra di dubbio interessato il soldato veterano, ma lui attualmente aveva un’altra missione da portare a termine e della morte di un ex evil chojin poco gli importava. Ovviamente Ataru ignorava il fatto che il lottatore del tempio fosse perito per una morte non propriamente naturale, anche perché sarebbe risultato difficile riscontrare i segni di una iniezione tra le sue membra martoriate e men che meno sapere che quella determinata siringa fosse stata piena d’aria, ma a volte era il caso di non importunare certe persone men che meno minacciarle di morte. E su questo lato mister Lancaster si mostrava alquanto spietato con chi minacciava la sua famiglia o nello specifico sua figlia, ma la sacerdotessa aveva in mano delle prove per dare la colpa a qualcuno che non fosse altro che il povero cuore provato di Mammothman? Ovviamente no.

Ed ora al tempio del sacrificio mancava un elemento importante in tutto il suo apparato minandone dunque la sua credibilità, poiché era logico che il diacono non fosse ancora pronto ad un sacrificio così estremo.

Quindi a Quanita non restava altro da fare che piangere in una posa alquanto teatrale, seduta in trono con il dorso della mano destra sulla fronte e l’altra mano intenta a indicare un punto specifico. Al gesto il soldato veterano lasciò perdere le proprie bestemmie interiori per osservare il secondo diacono superstite, che attualmente aveva solo qualche cerotto sul viso affinché riassorbissero le ustioni ricevute in combattimento, dai bizzarri capelli bianchi ed orridi pantaloni con nuvolette azzurre su sfondo rosso il cui sguardo era comunque dispiaciuto nel mentre che osservava la scatola di cartone e il suo contenuto.

– Da quando Papu è salito sulla schiena di Miko il numero dei mokos è salito di cinque individui… poveri piccoli! Mammothman li adorava tantissimo e pure loro sentono la sua mancanza! Non è per niente carino quello che gli è successo–

Dallo scatolone in questione giunsero alle orecchie di Ataru delle strane vocine che parlavano una “lingua” a lui sconosciuta, ed incuriosito per tutto quel chiacchiericcio che si era fatto più alto da quando il giovanotto albino aveva parlato del lottatore scomparso decise di darci una occhiata più da vicino. I cosiddetti mokos erano creature che il sergente avrebbe definito… disgustosamente carine, e sembravano essere una specie di incrocio tra un coniglio e un cane. Da quello che aveva sentito dire erano animali piuttosto socievoli e ad un occhio poco attento poteva anche sembrare che parlassero un idioma tutto loro… ma a parer suo erano solo degli animali affettuosi come qualunque altro cane, e in un certo modo i mokos rimpiazzavano cani e gatti nelle case delle Deva visto che sul pianeta tali animali non erano creature autoctone, e comunque sia della condizione di quelle creaturine che ora lo guardavano piuttosto contente di vedere qualche faccia nuova e della scomparsa del loro padrone poco gli importava. Se il sergente era giunto nel tempio del sacrificio era per avere notizie concrete di suo fratello, avendo comunque sguinzagliato qualche uomo in giro per raccogliere più informazioni dato che non vi erano notizie certe della sua presenza all’interno del tempio della speranza, e quello che doveva essere un piccolo controllo di cinque minuti stava diventando una sceneggiata di un’ora e mezza.

– Sentite… è tutto molto interessante – ma anche no, e non aveva altro tempo da perdere – ma attualmente sono qui per altri motivi che stare ad ascoltare i vostri drammi! Quindi ve lo ripeto per l’ultima: sapete oppure no dove accidenti è finito re Suguru?! –

Attualmente si sentiva una specie di badante nei confronti del fratello minore, se era su Amazon era per una missione importante su presunti traffici illegali di sabbia rossa, e tuttavia aveva comunque fatto una promessa a Belinda e per lei sarebbe arrivato a fondo di quella faccenda.

– Hm, è curioso… un soldato che non si informa prima di partire per una spedizione! Lei è molto ignorante, lo sa? Dovrebbe guardare di più i telegiornali –

Il diacono della somma sacerdotessa parlò in tal modo ad Ataru, con un sorriso sornione come lo stesse prendendo in giro deliberatamente, tanto da suscitare le sue ovvie ire per il modo fin troppo sfrontato con cui quel ragazzino si stava facendo beffe di una autorità riconosciuta a livello intergalattico.

– Ma come ti permetti…?! Sulle vostre fonti di informazione vengono citati solo i concorrenti delle sfide, non tutti gli ospiti! –

E cosa ti fa credere che noi ne sappiamo qualcosa? Una volta che il combattimento è finito loro se ne sono andati. Le consiglio di fare più attenzione la prossima volta –

C’era una sorta di minaccia poco velata nelle parole del giovanotto, sempre dettate con un sorriso “simpatico” in volto che decisamente non piaceva ad un soldato che stava per perdere le staffe, e la fortuna di Ataru fu che decisamente non le perse poiché il telefonino iniziò a vibrargli nelle tasche dei pantaloni portandogli di conseguenza delle inaspettate notizie. Mai cercare di cogliere al volo le provocazioni di Zachary Connors, anche perché la massima punizione che avrebbe ricevuto sarebbe stato di ripulire il sangue dal pavimento del tempio nel caso avesse deciso di tagliare la gola del soldato esasperato.

Questo Ataru non lo avrebbe mai saputo, per sua fortuna, poiché finalmente ricevette le notizie che tanto desiderava da uno dei suoi soldatini che si era dato faticosamente da fare. Ma tali notizie di un incidente avvenuto in alta montagna non fecero altro che portarlo a ruggire esasperato per l’immane idiozia in cui l’intero gruppo di suo fratello era appena caduto.

Per l’amor del cielo… che diavolo aveva in testa, suo nipote?!

 

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Per diversi secondi non aveva provato altro che una lunga agonia dovuta al fatto che non poteva respirare neanche volendo. Emerald si trovava come in una dimensione alternativa, fatta di terrore cieco e buio, dove provava dolore ogni qual volta il suo corpo andava a sbattere contro le rocce affilate dell’alta montagna mentre l’acqua sporca di ghiaccio e terra le finiva in gola ad ogni boccata involontaria. La luce le arrivava solo all’improvviso rischiando di accecarla ogni qual volta riusciva a riprendere fiato tra quelle onde spumeggianti senza riuscire a vedere dove fossero finiti gli altri, e ogni suo tentativo di aggrapparsi a qualcosa di solito finiva costantemente nel fallimento più totale.

Era difficile mantenere la lucidità in un momento come quello in cui l’istinto di sopravvivenza la faceva da padrona rendendola simile ad una lepre che tenta di sfuggire dalle fauci del lupo, eppure fu il terrore di morire affogata a darle quella carica di adrenalina necessaria a trovare la forza di sbracciarsi per trovare una via di uscita da quel muro fluido che minacciava di soffocarla. Non seppe dire esattamente quando riuscì a darsi la spinta necessaria per far riaffiorare la testa fuori dall’acqua in modo definitivo, forse aveva passato una ventina di minuti ad essere strapazzata tra le rocce dell’alta montagna tra carenza di ossigeno d’alta quota e le torbide acque che le riempivano la gola oppure solo pochi secondi, ma riuscì comunque a darsi un colpo di reni definitivo per agguantare quello che era un tronco rovesciato affinché la sostenesse a galla.

Un urlo gutturale le uscì dalla gola nel momento esatto in cui i suoi polmoni tornarono a riempirsi di vitale ossigeno, arrivando a tossire con forza fino a sentirseli bruciare, e avvertendo con un certo sollievo che non era l’unica testa ad essere riuscita ad affiorare dall’acqua ora sempre più calma e placida.

Senza neppure accorgersene la corrente li aveva portati velocemente a valle nonostante ora Emerald fosse piuttosto malconcia se paragonata a Warsman. Il lottatore difatti apparve di fianco alla giovane annaspando pure lui tra le onde riuscendo comunque a trovare un rifugio sicuro su quella boa improvvisata.

– Ahh… n-non hai un bell’aspetto… sai?! –

– ‘Fanculo stronzo… pensa per le tue chiappe bucherellate…–

Ora il rumore delle acque impetuose si era diradato notevolmente e lasciava che le parole dei due sopravvissuti fossero udibili da entrambi. L’ex chojin di origini russe si lasciò andare ad uno sbuffo semi divertito notando che alla ragazza non mancava la lucidità, ma aiutandola con un braccio a non lasciarsi andare dalla presa sul tronco dato che era visibilmente esausta e con ferite tutt’altro che passabili.

Sembrava assurdo quello che era successo nemmeno quindici minuti prima, con quel genio idiota ( e non era tanto un insulto ) di Kid Muscle che aveva compiuto una autentica imprudenza di baciare quell’arrogante sacerdotessa e riuscendo in una impresa praticamente impossibile, facendo loro vincere l’incontro che fin dall’inizio sembrava preannunciato da una amara sconfitta.

Il russo quasi per istinto andò a controllarsi la fede ben ancorata al suo anulare sinistro notando che la pietra azzurra della speranza si era disintegrata al finire della battaglia, un particolare quello che fece sorridere debolmente persino Emerald ben felice che almeno l’obiettivo che si erano prefissati era stato raggiunto.

Il loro contemplativo silenzio venne interrotto da alcune voci in lontananza, più precisamente da un’ampia spiaggia ciottolosa, che parevano chiamarli a gran voce una volta che furono a portata di vista. Tra chi si sbracciava c’erano degli sconosciuti con indosso delle divise che sembravano quelle dei paramedici, mentre tra le facce conosciute i due sposi riottosi, che decisero di allungare la nuotata verso la riva ormai decisamente stremati, poterono riconoscere Kid Muscle e il suo allenatore Meat.

– n-non posso crederci…– bofonchiò Emerald sempre più sollevata – sbaglio o quello è il nostro comitato di benvenuto? –

– a quanto pare è così… ma non credo abbiano portato il rinfresco –

Warsman lo disse con un filo di voce nel mentre toccava finalmente il fondale di quel fiume ora placido e tranquillo e trascinava verso riva una giovane donna che aveva ormai perso del tutto le proprie energie. Fu dunque con sollievo che riuscì a trascinarsi fuori dalle acque limacciose sostenendo, e lasciandosi a sua volta sostenere, da Emerald prima di accasciarsi entrambi al suolo a causa della stanchezza.

Immediatamente i due vennero soccorsi da un gruppo di Deva ben attrezzate, e il piccolo Meat potè finalmente tirare un sospiro di sollievo nel constatare che finalmente tutti i membri del gruppo si erano salvati da quella catastrofe naturale causata dal principe dei kinnikku. Una distruzione comunque necessaria, andava detto, ed ora Kid stava abbracciando suo padre continuando a ripetere di essere felice di aver dato il suo primo vero bacio ad una autentica bellezza della natura.

– Beh… direi che ci siamo tutti – borbottò l’allenatore, dando una rapida occhiata al piccolo campo base che le dottoresse avevano appena allestito e il via vai di paramedici che facevano la spola dalle ambulanze parcheggiate sulla strada che costeggiava quel tratto di fiume alle tende allestite in fretta – senza ombra di dubbio tu e Suguru avete avuto l’ottima idea di chiamare il doppio dei rinforzi per tutti i feriti presenti –

– A dir la verità appena ho potuto liberarmi ho telefonato alla guardia nazionale solo per sapere che qualcuno aveva già preceduto le nostre telefonate di soccorso… indubbiamente il tuo re non deve aver gioito nel vedere il proprio primogenito sparire tra le onde, ma ti assicuro che anche lui è rimasto piuttosto sorpreso nel sapere che stavano già allestendo questo campo base…–

“proprio come se qualcuno ci avesse visto dall’alto nonostante tutte le telecamere siano saltate” finì mentalmente Meat osservando di sottecchi Kyle Mask.

Il giovanotto inglese era l’unico a non aver ricevuto danni critici durante il combattimento nel tempio, solo un misterioso principio di congelamento che non era stato li a spiegare tanto, ed una volta che il ghiaccio si fu completamente sciolto dalle sue membra fu ben lesto a cercare di contattare aiuto per tutto il terribile disastro che era accaduto. Lo stesso aveva fatto anche re Suguru, che aveva assistito a tutti il combattimento dalla pensioncina in cui aveva preferito rimanere, e per quanto fosse sembrato strano per entrambi tutta quell’immediata preparazione c’era comunque da dire che andava bene così. Coloro che erano approdati sulla spiaggia si erano dunque visti immediatamente degni di attenzione mediche, mentre per altri di loro la faccenda era ben più grave tanto da dover essere necessario un ricovero.

– Mi dispiace per gli altri tuoi allievi… da quello che ho capito Terry e il tricheco hanno avuto bisogno di un ricovero d’urgenza–

– Quel tricheco si chiama Wally… “herr” Mask – fece sarcastica una stanca voce alle spalle dei due – e credimi ha più lealtà di quanto tu possa immaginare–

– Hm, tipo massacrarvi di botte e pentirsene solo all’ultimo? No grazie, non è ciò che aspiro all’interno della League–

A sedare una possibile nuova litigata tra uno stremato Jeager, piuttosto nervoso che i suoi due compagni di squadra fossero costretti a ritirarsi dal viaggio a causa delle fratture ricevute in combattimento, ed un freddo Kyle ci pensò il lottatore del Principato di Monaco che ben pensò a sedare gli animi al posto del proprio allenatore stremato pure lui da quella lunga giornata.

– Signori, direi che questo non è il momento per buttarsi in dispute più o meno interessanti ma pensare a metterci al sicuro e riprendere le forze. Appena sarà possibile contatteremo i nostri amici, ma direi che tutti quanti noi abbiamo dato un valido contributo nel salvarci la pellaccia da un destino ben più crudele–

Era ammirevole come Check Mate riuscisse a mantenere la calma e a integrare in squadra anche un Kyle che, in fin dei conti, non era rimasto a guardare ma aveva provato a mettersi in contatto con una squadra di emergenza pur di aiutare i suoi futuri colleghi della Muscle League.

Un gesto tutto sommato sincero, che fece sorridere di sollievo lo stesso Meat per quanto le condizioni del lottatore americano e di quello di origini irlandesi gli dessero non poche preoccupazioni. Avevano comunque vinto uno scontro, come a breve avrebbe appreso dando una occhiata alle fedi dei due futuri divorziati, ed ora non c’era altro da fare che respirare a pieni polmoni l’aria fresca di un tramonto che si stava a poco a poco avvicinando.

Il tutto, rimanendo ignari del fatto che qualcuno da lassù li guardava veramente grazie ad un satellite artificiale puntato in maniera strategica in quella zona, e per somma gioia della famiglia MacMadd non avrebbe devastato le loro finanze con un semplice schiocco delle dita come era solito fare mister Lancaster.

Per ora erano vivi… ed erano consci che a breve avrebbero ricevuto notizie sul nuovo tempio da esplorare.

 

 

 

Ed eccomi qua! Finalmente ho aggiornato con un… capitolo di mezzo -.- ma passatemelo per piacere, e spero che abbiate comunque gradito. Ps: i mokos sono delle deliziose creaturine presenti in un videogioco indie dal titolo “Pulse”. Ecco alcune immagini:

https://www.google.it/search?q=mokos+pulse&newwindow=1&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=VvEWVYvZHoW1UYfDgqAB&ved=0CCEQsAQ

  
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