La
giornata era iniziata già male per Howard Lancaster, visto
che ancor prima di
osservare l’epilogo di quel cruento scontro alle dieci del
mattino aveva
ricevuto un fax decisamente poco allegro. La scrittura era in codice, e
quella
che sembrava all’apparenza una fattura per la consegna di una
dozzina di rose
rosse si trattava in realtà di un messaggio del capo della
sua security, ossia
Michael Connors, decisamente indisposto e dispiaciuto per non essere
accanto a
Emerald.
Si
trattava di un linguaggio in codice creato da entrambi gli uomini, non
troppo
complicato affinché l’ex mercenario potesse
comprenderlo e sfruttarlo ma
neppure troppo semplice per una probabile spia che lo intercettasse, ed
il messaggio
lasciava intendere che l’americano avesse già la
sua dose di guai da sistemare
il prima possibile senza mettere di mezzo la figlia del principale. A
quanto
pare c’era di mezzo quella svitata della signorina Alana e il
suo fosco
passato, e forse era giusto così piuttosto che rimanere
coinvolti per una
seconda volta in dispute che non gli competevano.
Il
marchese si era quasi dimenticato che il suo braccio destro era sparito
dalla
circolazione praticamente ancor prima che il fattaccio del matrimonio
di
Emerald, con così tante cose a cui pensare si era
momentaneamente dimenticato
di lui e di provare anche a chiamarlo, e per quanto fosse disdicevole
la sua
mancanza all’interno del gruppetto della Muscle League era
comunque grato al
soldato nella sua volontà di preservare la famiglia
Lancaster.
Ma
se questo era un dettaglio “abbastanza”
trascurabile, che lo aveva comunque
innervosito anche perché Connors avrebbe sicuramente
tranciato le mani a quella
bestia che si spacciava per un essere umano, decisamente inaccettabile
era ciò
che aveva sotto gli occhi in quel momento.
Per
svariati minuti ci fu solo silenzio all’interno della
prigione della signora
Mask. E dopo quel silenzio quasi angosciante Howard Lancaster aveva
deciso di
sfruttare il telecomando del televisore al plasma per cercare notizie
riguardanti l’incontro anche su altri canali senza,
purtroppo, avere un
concreto successo.
Sul
canale principale della IWF non avevano dato altre notizie riguardanti
“l’incidente” appena avvenuto nel tempio
della speranza se non un costante
messaggio che segnalava dei problemi di comunicazione, e negli altri
canali non
mostravano niente di annerente allo scontro appena avvenuto. Pertanto Howard Lancaster,
decisamente seccato
per quel momento di stallo infruttuoso e consapevole che
l’ansia non faceva
bene ne a lui ne alla dottoressa, decise di lamentarsi direttamente con
il
proprietario del canale incriminato senza tener conto del fuso orario
differente tra il pianeta Terra e quello dei kinnikku.
Per
farlo però gli toccò uscire dal bunker dove la
sua “ospite” soggiornava, per
ovvi motivi poiché aveva fatto rinforzare la schermatura
della prigione
ufficialmente per “proteggere” di più la
dottoressa ben motivato anche
dall’intervento di Robin che non lasciava ben sperare in un
suo
disinteressamento, e difatti si ritrovò in uno dei tanti
corridoi della sua
lussuosa villa. Non avrebbe avuto senso nascondere Alya in un posto
troppo
lontano dalla sua dimora, avrebbe voluto dire uscire troppo spesso ed
insospettire così Janice che avrebbe pensato ad altro oltre
che ad appuntamenti
di lavoro e l’ultima cosa che voleva era a che fare con una
moglie gelosa,
pertanto quale luogo era più sicuro della tana del lupo per
nascondere il
proprio “bottino” dagli sguardi indesiderati?
In
un giorno aveva fatto rimodernare un’ala del proprio palazzo
in gran segreto
con operai e tecnici del suo entourage ristretto, con la scusa di
rendere
antisismica una parte della villa piuttosto vecchia ( nonostante non ce
ne
fosse alcun bisogno ) ed ingannando abilmente la propria famiglia che
non
sospettavano di avere un’ospite tutt’altro che
felice di essere rinchiusa li.
Il sistema di mimetizzazione era perfetto, la porta era difatti
intagliata nel
muro praticamente invisibile ad occhio nudo ed era ulteriormente
nascosta
dietro un arazzo con lo stemma di famiglia, di conseguenza poteva
entrare
quando voleva all’interno della stanza antipanico con la
scusa di doversi
ritirare nel proprio studio per lavorare ad importanti progetti
lavorativi.
L’unica
pecca in questo gioiello architettonico era la ormai totale carenza di
segnale
all’interno delle mura blindate, portandolo per questo a fare
quella
fondamentale. Una volta composto il numero di casa dei MacMadd non ci
volle
molto per sentire la voce di qualcuno dall’altro capo del
telefono, e fu
comunque sorpreso di sentire la voce della figlia del vecchio Vance a
quanto
pare troppo preso a dormirsene nel proprio letto.
“qui
è casa MacMadd… se si tratta di
un’altra televendita o qualcosa di simile siete
pregati di andare al diavolo!”
–
Ehm… no signorina – borbottò il
marchese avvertendo una leggera nota di disagio
nel sentire un tono tutt’altro che amichevole –
sono il marchese Lancaster e
chiamo in merito ad una delle vostre ultime trasmissioni che mi hanno
lasciato…
quantomeno deluso –
A
Jacqueline non le ci volle molto a riconoscere la voce
dell’uomo che si era
reso suo malgrado protagonista delle nozze di Robin Mask, e si
ritrovò ad
inarcare un sopracciglio nel mentre interrompeva la propria manicure
notturna
percependo chiaramente che quella sarebbe stata una telefonata
interessante.
Attualmente la giovane donna era l’unica in casa MacMadd ad
essere ancora sveglia,
era mezzanotte e mezza sul suo pianeta e prima di andare a dormire era
sempre
solita prendersi cura del proprio corpo anche a lungo, ma questo non
toglieva
che il tempo passato alla toeletta fosse sacro e che solo pochi eletti avessero il permesso di romperle
le scatole. E uno di questi “eletti” era proprio
Howard Lancaster che, quasi
sicuramente, non aveva intenzione di venderle un tostapane.
“Si
spieghi” fece semplicemente lei, non dovendo attendere molto
per essere
accontentata.
–
Si tratta, purtroppo, di mia figlia Emerald e della sua estenuante
lotta per
ottenere il divorzio su Amazon… se non lo sa con chi ha
avuto la sfortuna di
sposarsi le consiglio di informarsi e di…–
“Conosco
il pasticcio in cui vostra figlia è disgraziatamente
caduta, grazie. La battaglia per il suo divorzio è
seguitissima su Amazon, e
difatti su quel pianeta viene trasmessa in diretta con repliche in
prima
serata… ma non può pretendere che anche sulla
Terra facciamo altrettanto senza
essere poi costretti a chiudere bottega per scarsa odience!”
–
Non si tratta di voler seguire le gesta del gruppo di mia figlia per un
mero
capriccio, signorina, ma di sapere in che condizioni fisiche
è la mia
primogenita visto che l’ultimo combattimento si è
appena concluso e l’ultima
cosa che ho visto è stata la sua testa sparire in mezzo ad
un vortice –
Come
era consuetudine per lui, invece di scoppiare in un ben giustificato
moto d’ira
ricolma di disperazione, la sua voce divenne se possibile ancora
più fredda
tanto da mettere una certa soggezione anche a Jacqueline. Mai
contraddire un
Lancaster, o ironizzare sulle disgrazie di Emerald, men che meno
negargli
informazioni importanti sullo stato di salute attuale di sua figlia.
Vederla
scomparire tra le rovine e le onde implacabili di quel disastroso
maremoto gli
avevano gelato il sangue fino ad incattivirlo al punto giusto nel caso
a qualcuno
fosse saltato in mente di andare contro di lui o di non assecondare i
suoi
desideri.
Pertanto,
quella freddezza tipica della famiglia Lancaster non era rimasta
indifferente
alla MacMadd, e capendo alla perfezione la preoccupazione del marchese,
senza
che il nobile inglese scendesse in dettagli poco carini sulla
possibilità di
portare in bancarotta l’intera Muscle League se non fosse
stato accontentato,
decise immediatamente di accontentarlo senza dover interpellare padre e
fratello sul da farsi.
Si
congedò con educazione dal nobile inglese, non prima di
avergli assicurato che
avrebbe avuto notizie immediate di
sua figlia entro i prossimi minuti, e si scostò velocemente
dalla toeletta per
andare a rovistare nel comodino accanto al letto. Imprecò
violentemente quando
lo smalto rosso che si era appena data si rovinò
irrimediabilmente a contatto
con alcuni gingilli contenuti all’interno dei cassetti,
eppure si ritrovò a
trattenere il fiato quando finalmente le sue mani riuscirono ad
agguantare
l’agendina in pelle con segnati sopra tutti i numeri
telefonici dei chojin
iscritti all’albo della Muscle League. L’idea di
vedere l’impero comandato
dalla sua famiglia sbriciolarsi a causa di un ex chojin schifosamente
ricco e
con amici così potenti da far invidia persino al re dei
kinnikku in persona era
una cosa decisamente avvilente… per non parlare del fatto
che non ci teneva affatto
a finire in mezzo ad una strada. Se ci finivano suo padre e suo
fratello era un
altro discorso ma lei aveva tenori di vita elevati senza contare che in
famiglia era quella più intelligente, e non si trattava di
solo arroganza la
sua.
–
Uff… questa agenda è piena di polvere!
– borbottò la giovane, sfogliando
velocemente i nomi che si era accuratamente trascritta per casi di
emergenza
che neppure si sarebbe immaginata arrivassero – se Pentagon
è iscritto alla
League vuoi che non lo sia anche suo fratello maggiore…?
Come diavolo si
chiamava poi…? Ah! Eccolo qui! –
Ebbe
una fortuna a suo dire quasi “sfacciata” nel
trovarsi ad osservare il nome di
Apegon giusto un paio di colonne sotto quello del ben più
famoso Pentagon,
magari aiutata anche dalla replica alle interviste dei debuttanti allo
scontro,
che si era da poco concluso come ben si ricordò, avvenuta
durante l’ora di cena
e dunque grazie a questo ricordo ancora fresco non fu un problema
comporre il
numero di quel perfetto sconosciuto.
Stava
andando tutto a meraviglia da dopo la vittoria di Kevin Mask alla
Corona Chojin
che francamente parlando non si sarebbe mai aspettata una pseudo
minaccia alle
proprie finanze. Le era dispiaciuto che Kid non avesse vinto, in fondo
era
simpatico e poi possedeva comunque un certo spirito patriottico anche
lei, ma
non si poteva certo negare che la vittoria di Kevin Mask fosse una gran
bella
pubblicità per la League e doveva anche ammettere che ora
suo padre e suo
fratello erano decisamente molto più rilassati.
Pertanto,
se voleva rimanere anche lei psicologicamente serena ed evitare inutili
incazzature tanto valeva sperare che gli squilli non continuassero ad
andare
inutilmente a vuoto.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
–
Non ho mai provato nulla di simile…! Il mio cuore batte
ancora fortissimo e
tutte le mie membra sono ancora un fuoco divampante! –
La
somma sacerdotessa Erza non scherzava quando affermava di non aver mai
provato
simili sensazioni nella sua fredda vita, e più che essere
innamorata persa di Kid
Muscle era del suo gesto che si era infatuata percependo quella
passione con
cui l’aveva baciata come amore vero. Ed in effetti era anche
così, non importava
di che colore fosse la pelle delle ragazze di cui si
infatuava… l’importante
era che fossero gnocche, ma nessuno si sarebbe aspettata una simile
reazione
così disastrosa. L’incredibile esperienza vissuta
in prima persona dalla Deva,
così intensa da travolgerla emotivamente come un vulcano in
eruzione, le aveva
fatto scatenare la tanto agognata primavera senza dover sacrificare
molti
chojin per cercare in essi colui che l’avrebbe amata anche
solo per un istante.
Si poteva perfettamente dire che l’esperienza del primo bacio
per lei era stata
qualcosa di a dir poco indimenticabile, conscia che forse potevano
esserci
altri mezzi per scatenare cotanta energia senza un ampio spargimento di
sangue.
Tra l’altro una strage perfettamente inutile come quella che
era appena
avvenuta, con addirittura i suoi assassini di fiducia che erano caduti
vittima
del maremoto proprio come le loro prede.
–
È davvero possibile che esista un simile potere
così genuino…? Non è neppure
morto! –
La
donna continuò flautare parole quasi a caso, ignorando il
caos totale del
rituale che grazie al cielo aveva risparmiato il tempio, nel mentre che
continuava a tastarsi le guance ancora arrossate a diversi metri di
altezza ben
sostenuta dal suo affidabile braccio destro.
Apegon
la teneva ben salda tra le proprie braccia e assieme a lei osservava
l’ormai ex
stadio sbriciolarsi alla furia di acque impetuose che sgorgavano
nientemeno che
da quello che era il cratere di un vulcano estinto da millenni. Il
tempio della
speranza era stato costruito sulla cima della più alta
montagna del pianeta che
era, tra le altre cose, un vulcano spento da diversi eoni il cui
calderone era
ormai ricoperto da un ghiacciaio perenne su cui i lottatori avevano
fino a quel
momento combattuto cruentemente, ed ora la pressione
dell’acqua aveva
sgretolato quelle naturali fondamenta di ghiaccio portando sempre
più a valle
un fiume violento che devastava ogni cosa.
Il
boato assordante di quella naturale distruzione copriva ogni cosa,
dalle urla
dei disgraziati ancora in vita fino al rumore delle macerie dello
stadio che
collassavano tra loro andando a schiantarsi tra i pinnacoli
dell’alta montagna
durante la loro discesa, in acque che da limpide si stavano facendo
sempre più
limacciose a causa dei detriti che trasportava furiosamente fino a
devastare la
roccia stessa, e dunque se attualmente Apegon riusciva a sentire la
voce della
sua signora era solo grazie alla stretta vicinanza.
Tuttavia
mise da parte il proprio silenzioso stupore per tutto quello che era
successo
in quei minuti concitati, rammaricandosi che avrebbe dovuto sganciare
parecchio
denaro alla casa delle Ombre Danzanti come risarcimento danni per la
perdita di
molti loro assassini, avvertendo chiaramente il telefono vibrargli in
una delle
tasche dei suoi pantaloncini.
–
Ma che diamine… chi mi cerca in questo momento?! –
Pur
continuando a tenere tra le braccia una sacerdotessa a cui non
importava
nient’altro che l’aver ricevuto il suo primo, e
focoso, bacio dovette
accollarsi all’orecchio destro il telefono a conchiglia
rimanendo stupito nel
riconosce una voce femminile lontanamente familiare. Oltre che
decisamente
esigente e indisposta a farlo parlare per primo.
“Sono
Jacqueline MacMadd, e prima che decida di interrompere questa chiamata
le
ricordo che il vostro tempio ha stipulato un contratto con la Muscle
League per
la diretta del vostro incontro di oggi fino alla nomina di un
vincitore!”
–
Beh… questo nome mi è familiare. Siete la figlia
del vecchio Vance, giusto? E
di grazia, come pensa che possa commentare una battaglia che si
è conclusa in
modo disastroso, vostra altezza? –
C’era
un tono ovviamente cinico e seccato nella voce cupa di Apegon, a quanto
pare i
MacMadd pensavano a far soldi sempre e a qualunque momento nemmeno
fosse stata
una questione di vita o di morte, ma questo non scoraggiò
Jacqueline
dall’assumere un tono ancor più duro del
precedente. Non c’era bisogno di
informare nei dettagli il chojin riottoso, c’era mancanza di
tempo senza
contare che al momento erano in diretta telefonica con il canale della
IWF, e
dunque si risparmiò nel ricordargli che la sposina era la
figlia di un pezzo
grosso visto che molto probabilmente non gliene fregava nulla.
“Senta…
anche se i nostri commentatori sono dispersi le comunicazioni
satellitari
funzionano ancora, ergo il nostro satellite è ancora
posizionato sopra le
vostre teste e dunque siete ancora in diretta! Se decide di collaborare
farò in
modo di fornirle i chojin necessari per il rito del prossimo
anno”
Era
una proposta tanto azzardata quanto interessante in effetti, eppure ora
come
ora non poteva prendere lui delle decisioni che spettavano alla sua
signora,
tra l’altro ancora
nel mondo dei sogni e
completamente estraniata dalla situazione attuale dopo quel bacio
focoso, ma
decise comunque di accettare l’offerta della giovane MacMadd
quantomeno in via
preventiva.
Logicamente
l’angelo alieno non immaginava che una tra le più
ricche famiglie del pianeta
kinnikku fosse capace di influenzare i giudici e i direttori dei
penitenziari
sparsi per l’intero pianeta per poter attingere alla feccia
li contenuta. In
fin dei conti sarebbe stato uno “spreco” lasciare
marcire in prigione degli
evil chojin catturati con molta fatica dai Soldati Flessibili, almeno
secondo
il pensiero di Jacqueline che aveva escogitato quel piano a fin di bene
e dopo
essersi velocemente documentata sull’ultimo scontro avvenuto
guardandosi le
ultime registrazioni che le erano prevenute dopo quella disastrosa
diretta. Nel
giro di un quarto d’ora difatti la ragazza si era messa in
contatto con i
tecnici della IWF ordinando loro di mandarle in diretta streaming sul
suo pc di
casa tutto quello che era successo fino a quel momento, e dunque
captando alla
perfezione che a “madame” serviva un nutrito numero
di super uomini per dare il
via a quel fantomatico miracolo che era poi avvenuto grazie alla
balzana idea
di Kid Muscle.
Molto
probabilmente Ataru Muscle si sarebbe infuriato nel sapere che da li ad
un anno
tutti i delinquenti che lui e i suoi uomini erano riusciti a catturare
sarebbero stati a piede libero a servire una avvenente sacerdotessa che
prometteva loro cavoli a merenda ma… come si dice, lo
spettacolo deve pur
continuare e la risposta affermativa di Apegon fece sorridere
compiaciuta una
ragazza fin troppo stressata.
–
Tzk… “the show must go on”, dico bene?
Diciamo pure che la vostra offerta ci…
interessa alquanto. E pertanto posso comunicarle che l’acqua
del cratere sta
defluendo verso valle, verso nord ovest più precisamente,
dove a breve si
riverserà lungo il Rio Ghiacciato che attraversa
l’intero paese. Purtroppo non
ho visto molte teste affiorare dall’acqua visto che il
viaggio verso valle e
disseminato di ostacoli, ma nel caso decida di mandare una spedizione
di
ricerca le consiglio di iniziare dalla conca poco distante la prima
cascata a
quota mille metri… buona parte dei detriti confluisce su
quella spiaggia,
quindi qualcuno potrebbe essersi anche salvato–
Era
logico che tutte quelle informazioni facevano gola a Jacqueline, che
nel
frattempo nella sua camera da letto aveva praticamente allestito un
piccolo
studio informatico tra diversi telefoni aperti in varie conversazioni
oltre che
la webcam che la metteva direttamente collegata agli studi televisivi,
e dato
che quelle informazioni le avevano captate pure i tecnici del famoso
canale
televisivo non aspettarono i rimproveri della loro datrice di lavoro
per
iniziare a contattare chi di dovere per cominciare le ricerche.
L’unica cosa su
cui bisognava riporre fiducia al momento era nella tempra dei ragazzi
della
Muscle League che dovevano
sopravvivere per forza di cose a qualsiasi costo.
Pena
la chiusura definitiva di tutto l’impero mediatico che i
MacMadd erano riusciti
ad allestire con anni di sacrifici, ed era l’ultima cosa che
la viziatissima
secondogenita di Vance voleva incappare dovendo rinunciare a tutto.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
–
Un altro buco nell’acqua… tzk, avrei dovuto
immaginarlo conoscendo mio
fratello! –
Ataru
Muscle si ritrovò a sibilare quelle parole per un motivo ben
ovvio, nel mentre
che osservava un teatrino melodrammatico che stava rischiando di farlo
esasperare
per davvero.
Attualmente
il soldato si trovava nel vestibolo del tempio del sacrificio, ultimo
luogo in
cui era stato effettivamente avvistato il suo re, e vedere la somma
sacerdotessa piangere in trono era una scena che francamente parlando
non sapeva
se integrare in quelle comiche oppure in quelle decisamente seccanti.
Forse
magari in entrambe, visto che non sapeva se mettersi a ridere di fronte
ad una
scena a dir poco patetica.
–
Prima la mia barba va in cenere a causa di un empio attacco di quegli
scellerati!
E ora Mammothman che perisce di cuore di punto in bianco! Oh, che
destino
crudele! Chi penserà ai suoi piccoli,
ora?! –
Oltre
a essere ancora sconvolta per la perdita immane della sua folta
peluria,
Quanita Lust era oltremodo rammaricata per l’improvvisa
dipartita del suo
possente diacono di origine siberiana. Mammothman, a parte un braccio
strappato
via a forza e ben ricucito dalle dottoresse che si erano prese cura di
lui, non
aveva riscontrato problemi fisici veramente preoccupanti che non
fossero altro
che i danni di un combattimento piuttosto cruento… ma allora
perché il suo
cuore aveva ceduto di punto in bianco?
Questo
era in effetti un bel mistero che avrebbe senza ombra di dubbio
interessato il
soldato veterano, ma lui attualmente aveva un’altra missione
da portare a
termine e della morte di un ex evil chojin poco gli importava.
Ovviamente Ataru
ignorava il fatto che il lottatore del tempio fosse perito per una
morte non
propriamente naturale, anche perché sarebbe risultato
difficile riscontrare i
segni di una iniezione tra le sue membra martoriate e men che meno
sapere che
quella determinata siringa fosse stata piena d’aria, ma a
volte era il caso di
non importunare certe persone men che meno minacciarle di morte. E su
questo
lato mister Lancaster si mostrava alquanto spietato con chi minacciava
la sua
famiglia o nello specifico sua figlia, ma la sacerdotessa aveva in mano
delle
prove per dare la colpa a qualcuno che non fosse altro che il povero
cuore
provato di Mammothman? Ovviamente no.
Ed
ora al tempio del sacrificio mancava un elemento importante in tutto il
suo
apparato minandone dunque la sua credibilità,
poiché era logico che il diacono
non fosse ancora pronto ad un sacrificio così estremo.
Quindi
a Quanita non restava altro da fare che piangere in una posa alquanto
teatrale,
seduta in trono con il dorso della mano destra sulla fronte e
l’altra mano
intenta a indicare un punto specifico. Al gesto il soldato veterano
lasciò
perdere le proprie bestemmie interiori per osservare il secondo diacono
superstite, che attualmente aveva solo qualche cerotto sul viso
affinché
riassorbissero le ustioni ricevute in combattimento, dai bizzarri
capelli
bianchi ed orridi pantaloni con nuvolette azzurre su sfondo rosso il
cui
sguardo era comunque dispiaciuto nel mentre che osservava la scatola di
cartone
e il suo contenuto.
–
Da quando Papu è salito sulla schiena di Miko il numero dei mokos è salito di cinque
individui…
poveri piccoli! Mammothman li adorava tantissimo e pure loro sentono la
sua
mancanza! Non è per niente carino quello che gli
è successo–
Dallo
scatolone in questione giunsero alle orecchie di Ataru delle strane
vocine che
parlavano una “lingua” a lui sconosciuta, ed
incuriosito per tutto quel
chiacchiericcio che si era fatto più alto da quando il
giovanotto albino aveva
parlato del lottatore scomparso decise di darci una occhiata
più da vicino. I
cosiddetti mokos erano creature che il sergente avrebbe
definito…
disgustosamente carine, e sembravano essere una specie di incrocio tra
un
coniglio e un cane. Da quello che aveva sentito dire erano animali
piuttosto
socievoli e ad un occhio poco attento poteva anche sembrare che
parlassero un
idioma tutto loro… ma a parer suo erano solo degli animali
affettuosi come
qualunque altro cane, e in un certo modo i mokos rimpiazzavano cani e
gatti
nelle case delle Deva visto che sul pianeta tali animali non erano
creature
autoctone, e comunque sia della condizione di quelle creaturine che ora
lo guardavano
piuttosto contente di vedere qualche faccia nuova e della scomparsa del
loro
padrone poco gli importava. Se il sergente era giunto nel tempio del
sacrificio
era per avere notizie concrete di suo fratello, avendo comunque
sguinzagliato
qualche uomo in giro per raccogliere più informazioni dato
che non vi erano
notizie certe della sua presenza all’interno del tempio della
speranza, e
quello che doveva essere un piccolo controllo di cinque minuti stava
diventando
una sceneggiata di un’ora e mezza.
–
Sentite… è tutto molto interessante –
ma anche no, e non aveva altro tempo da
perdere – ma attualmente sono qui per altri motivi che stare
ad ascoltare i
vostri drammi! Quindi ve lo ripeto per l’ultima: sapete
oppure no dove
accidenti è finito re Suguru?! –
Attualmente
si sentiva una specie di badante nei confronti del fratello minore, se
era su Amazon
era per una missione importante su presunti traffici illegali di sabbia
rossa,
e tuttavia aveva comunque fatto una promessa a Belinda e per lei
sarebbe
arrivato a fondo di quella faccenda.
–
Hm, è curioso… un soldato che non si informa
prima di partire per una
spedizione! Lei è molto ignorante,
lo
sa? Dovrebbe guardare di più i telegiornali –
Il
diacono della somma sacerdotessa parlò in tal modo ad Ataru,
con un sorriso
sornione come lo stesse prendendo in giro deliberatamente, tanto da
suscitare
le sue ovvie ire per il modo fin troppo sfrontato con cui quel
ragazzino si
stava facendo beffe di una autorità riconosciuta a livello
intergalattico.
–
Ma come ti permetti…?! Sulle vostre fonti di informazione
vengono citati solo i
concorrenti delle sfide, non tutti gli ospiti! –
E
cosa ti fa credere che noi ne sappiamo qualcosa? Una volta che il
combattimento
è finito loro se ne sono andati. Le consiglio di fare
più attenzione la
prossima volta –
C’era
una sorta di minaccia poco velata nelle parole del giovanotto, sempre
dettate
con un sorriso “simpatico” in volto che decisamente
non piaceva ad un soldato
che stava per perdere le staffe, e la fortuna
di Ataru fu che decisamente non le perse poiché il
telefonino iniziò a
vibrargli nelle tasche dei pantaloni portandogli di conseguenza delle
inaspettate notizie. Mai cercare di cogliere al volo le provocazioni di
Zachary
Connors, anche perché la massima punizione che avrebbe
ricevuto sarebbe stato
di ripulire il sangue dal pavimento del tempio nel caso avesse deciso
di
tagliare la gola del soldato esasperato.
Questo
Ataru non lo avrebbe mai saputo, per sua fortuna, poiché
finalmente ricevette
le notizie che tanto desiderava da uno dei suoi soldatini che si era
dato
faticosamente da fare. Ma tali notizie di un incidente avvenuto in alta
montagna non fecero altro che portarlo a ruggire esasperato per
l’immane idiozia
in cui l’intero gruppo di suo fratello era appena caduto.
Per
l’amor del cielo… che diavolo aveva in testa, suo
nipote?!
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Per
diversi secondi non aveva provato altro che una lunga agonia dovuta al
fatto
che non poteva respirare neanche volendo. Emerald si trovava come in
una
dimensione alternativa, fatta di terrore cieco e buio, dove provava
dolore ogni
qual volta il suo corpo andava a sbattere contro le rocce affilate
dell’alta
montagna mentre l’acqua sporca di ghiaccio e terra le finiva
in gola ad ogni
boccata involontaria. La luce le arrivava solo all’improvviso
rischiando di
accecarla ogni qual volta riusciva a riprendere fiato tra quelle onde
spumeggianti senza riuscire a vedere dove fossero finiti gli altri, e
ogni suo
tentativo di aggrapparsi a qualcosa di solito finiva costantemente nel
fallimento più totale.
Era
difficile mantenere la lucidità in un momento come quello in
cui l’istinto di
sopravvivenza la faceva da padrona rendendola simile ad una lepre che
tenta di
sfuggire dalle fauci del lupo, eppure fu il terrore di morire affogata
a darle
quella carica di adrenalina necessaria a trovare la forza di
sbracciarsi per
trovare una via di uscita da quel muro fluido che minacciava di
soffocarla. Non
seppe dire esattamente quando riuscì a darsi la spinta
necessaria per far
riaffiorare la testa fuori dall’acqua in modo definitivo,
forse aveva passato
una ventina di minuti ad essere strapazzata tra le rocce
dell’alta montagna tra
carenza di ossigeno d’alta quota e le torbide acque che le
riempivano la gola
oppure solo pochi secondi, ma riuscì comunque a darsi un
colpo di reni definitivo
per agguantare quello che era un tronco rovesciato affinché
la sostenesse a
galla.
Un
urlo gutturale le uscì dalla gola nel momento esatto in cui
i suoi polmoni
tornarono a riempirsi di vitale ossigeno, arrivando a tossire con forza
fino a
sentirseli bruciare, e avvertendo con un certo sollievo che non era
l’unica
testa ad essere riuscita ad affiorare dall’acqua ora sempre
più calma e
placida.
Senza
neppure accorgersene la corrente li aveva portati velocemente a valle
nonostante ora Emerald fosse piuttosto malconcia se paragonata a
Warsman. Il lottatore
difatti apparve di fianco alla giovane annaspando pure lui tra le onde
riuscendo comunque a trovare un rifugio sicuro su quella boa
improvvisata.
–
Ahh… n-non hai un bell’aspetto… sai?!
–
–
‘Fanculo stronzo… pensa per le tue chiappe
bucherellate…–
Ora
il rumore delle acque impetuose si era diradato notevolmente e lasciava
che le
parole dei due sopravvissuti fossero udibili da entrambi.
L’ex chojin di
origini russe si lasciò andare ad uno sbuffo semi divertito
notando che alla
ragazza non mancava la lucidità, ma aiutandola con un
braccio a non lasciarsi
andare dalla presa sul tronco dato che era visibilmente esausta e con
ferite
tutt’altro che passabili.
Sembrava
assurdo quello che era successo nemmeno quindici minuti prima, con quel
genio
idiota ( e non era tanto un insulto ) di Kid Muscle che aveva compiuto
una
autentica imprudenza di baciare quell’arrogante sacerdotessa
e riuscendo in una
impresa praticamente impossibile, facendo loro vincere
l’incontro che fin dall’inizio
sembrava preannunciato da una amara sconfitta.
Il
russo quasi per istinto andò a controllarsi la fede ben
ancorata al suo anulare
sinistro notando che la pietra azzurra della speranza si era
disintegrata al
finire della battaglia, un particolare quello che fece sorridere
debolmente
persino Emerald ben felice che almeno l’obiettivo che si
erano prefissati era
stato raggiunto.
Il
loro contemplativo silenzio venne interrotto da alcune voci in
lontananza, più
precisamente da un’ampia spiaggia ciottolosa, che parevano
chiamarli a gran
voce una volta che furono a portata di vista. Tra chi si sbracciava
c’erano
degli sconosciuti con indosso delle divise che sembravano quelle dei
paramedici,
mentre tra le facce conosciute i due sposi riottosi, che decisero di
allungare
la nuotata verso la riva ormai decisamente stremati, poterono
riconoscere Kid
Muscle e il suo allenatore Meat.
–
n-non posso crederci…– bofonchiò
Emerald sempre più sollevata – sbaglio o
quello è il nostro comitato di benvenuto? –
–
a quanto pare è così… ma non credo
abbiano portato il rinfresco –
Warsman
lo disse con un filo di voce nel mentre toccava finalmente il fondale
di quel
fiume ora placido e tranquillo e trascinava verso riva una giovane
donna che
aveva ormai perso del tutto le proprie energie. Fu dunque con sollievo
che
riuscì a trascinarsi fuori dalle acque limacciose
sostenendo, e lasciandosi a
sua volta sostenere, da Emerald prima di accasciarsi entrambi al suolo
a causa
della stanchezza.
Immediatamente
i due vennero soccorsi da un gruppo di Deva ben attrezzate, e il
piccolo Meat
potè finalmente tirare un sospiro di sollievo nel constatare
che finalmente
tutti i membri del gruppo si erano salvati da quella catastrofe
naturale
causata dal principe dei kinnikku. Una distruzione comunque necessaria,
andava
detto, ed ora Kid stava abbracciando suo padre continuando a ripetere
di essere
felice di aver dato il suo primo vero bacio ad una autentica bellezza
della
natura.
–
Beh… direi che ci siamo tutti –
borbottò l’allenatore, dando una rapida
occhiata al piccolo campo base che le dottoresse avevano appena
allestito e il
via vai di paramedici che facevano la spola dalle ambulanze
parcheggiate sulla
strada che costeggiava quel tratto di fiume alle tende allestite in
fretta –
senza ombra di dubbio tu e Suguru
avete avuto l’ottima idea di chiamare il doppio dei rinforzi
per tutti i feriti
presenti –
–
A dir la verità appena ho potuto liberarmi ho telefonato
alla guardia nazionale
solo per sapere che qualcuno aveva già preceduto
le nostre telefonate di soccorso… indubbiamente il tuo re
non deve aver gioito
nel vedere il proprio primogenito sparire tra le onde, ma ti assicuro
che anche
lui è rimasto piuttosto sorpreso nel sapere che stavano
già allestendo questo
campo base…–
“proprio
come se qualcuno ci avesse visto dall’alto nonostante tutte
le telecamere siano
saltate” finì mentalmente Meat osservando di
sottecchi Kyle Mask.
Il
giovanotto inglese era l’unico a non aver ricevuto danni
critici durante il
combattimento nel tempio, solo un misterioso principio di congelamento
che non
era stato li a spiegare tanto, ed una volta che il ghiaccio si fu
completamente
sciolto dalle sue membra fu ben lesto a cercare di contattare aiuto per
tutto
il terribile disastro che era accaduto. Lo stesso aveva fatto anche re
Suguru,
che aveva assistito a tutti il combattimento dalla pensioncina in cui
aveva
preferito rimanere, e per quanto fosse sembrato strano per entrambi
tutta quell’immediata
preparazione c’era comunque da dire che andava bene
così. Coloro che erano
approdati sulla spiaggia si erano dunque visti immediatamente degni di
attenzione mediche, mentre per altri di loro la faccenda era ben
più grave
tanto da dover essere necessario un ricovero.
–
Mi dispiace per gli altri tuoi allievi… da quello che ho
capito Terry e il
tricheco hanno avuto bisogno di un ricovero
d’urgenza–
–
Quel tricheco si chiama Wally… “herr”
Mask – fece sarcastica una stanca voce
alle spalle dei due – e credimi ha più
lealtà di quanto tu possa immaginare–
–
Hm, tipo massacrarvi di botte e pentirsene solo all’ultimo?
No grazie, non è
ciò che aspiro all’interno della League–
A
sedare una possibile nuova litigata tra uno stremato Jeager, piuttosto
nervoso
che i suoi due compagni di squadra fossero costretti a ritirarsi dal
viaggio a
causa delle fratture ricevute in combattimento, ed un freddo Kyle ci
pensò il
lottatore del Principato di Monaco che ben pensò a sedare
gli animi al posto
del proprio allenatore stremato pure lui da quella lunga giornata.
–
Signori, direi che questo non è il momento per buttarsi in
dispute più o meno
interessanti ma pensare a metterci al sicuro e riprendere le forze.
Appena sarà
possibile contatteremo i nostri amici, ma direi che tutti quanti noi
abbiamo
dato un valido contributo nel salvarci la pellaccia da un destino ben
più
crudele–
Era
ammirevole come Check Mate riuscisse a mantenere la calma e a integrare
in
squadra anche un Kyle che, in fin dei conti, non era rimasto a guardare
ma
aveva provato a mettersi in contatto con una squadra di emergenza pur
di
aiutare i suoi futuri colleghi della Muscle League.
Un
gesto tutto sommato sincero, che fece sorridere di sollievo lo stesso
Meat per
quanto le condizioni del lottatore americano e di quello di origini
irlandesi
gli dessero non poche preoccupazioni. Avevano comunque vinto uno
scontro, come
a breve avrebbe appreso dando una occhiata alle fedi dei due futuri
divorziati,
ed ora non c’era altro da fare che respirare a pieni polmoni
l’aria fresca di
un tramonto che si stava a poco a poco avvicinando.
Il
tutto, rimanendo ignari del fatto che qualcuno da lassù li
guardava veramente
grazie ad un satellite artificiale puntato in maniera strategica in
quella zona,
e per somma gioia della famiglia MacMadd non avrebbe devastato le loro
finanze con
un semplice schiocco delle dita come era solito fare mister Lancaster.
Per
ora erano vivi… ed erano consci che a breve avrebbero
ricevuto notizie sul
nuovo tempio da esplorare.
Ed eccomi qua! Finalmente ho aggiornato con un… capitolo di mezzo -.- ma passatemelo per piacere, e spero che abbiate comunque gradito. Ps: i mokos sono delle deliziose creaturine presenti in un videogioco indie dal titolo “Pulse”. Ecco alcune immagini:
https://www.google.it/search?q=mokos+pulse&newwindow=1&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=VvEWVYvZHoW1UYfDgqAB&ved=0CCEQsAQ