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Autore: looking_for_Alaska    30/03/2015    2 recensioni
Nella piccola cittadina di Thorn City, Canada, si trovava una vecchia casa abbandonata. Dentro di essa viveva un fantasma assetato di sangue che uccideva chiunque ci metteva piede.
E poi c'era William, un ragazzo uguale a tutti gli altri, tranne per il fatto che era un "liberatore di fantasmi"; ovvero, li conduceva alla luce, salvandoli. Però a condurlo da Amelia dagli occhi dolenti sarà il segreto che lei custodiva da tempo e che in qualche modo li legava.
Ma le domande sono tante. Come è morta Amelia, e chi l'ha uccisa?
Cosa collega un fantasma morto da più di duecento anni ad un ragazzo adolescente? E soprattutto, qual è il segreto per cui Amelia ha ucciso e continua a uccidere?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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<< È un pensiero abbastanza stupido >> mi informò Mel con la solita delicatezza. Stavamo passeggiando in paese, bevendo bibite in lattina. C'eravamo tutti, anche Jimmy, che però se ne sarebbe andato di lì a poco perché, usando le sue parole, "sentire parlar bene di Amelia era come uccidere una parte di lui". Giuro, non lo sopportavo. << Amelia merita di vivere come una ragazza normale >> ribattei. Vidi Jimmy voltarsi di scatto per fronteggiarmi. << Cosa? Andiamo, è un fantasma assassino! Ha ucciso mio fratello, dannazione! >>. Lo guardai con calma. << Mi dispiace, Jimmy, ma io l'ho conosciuta e non é lei che uccide >>. Jimmy mi si avvicinò pericolosamente. << Ma tu non dovevi ucciderli i fantasmi? O mandarli non so dove? >>. Sbuffai e scossi la testa. << Non posso ucciderla >>. Ci fu un istante in cui tutti fissarono tutti, finché il suo sguardo non si posò su di me. << Allora sarò io a chiamare qualcuno che lo faccia >>. Detto questo, accelerò il passo e se ne andò. Mi fermai, irrigidendo le spalle. Non potevo permettere che qualcuno facesse del male ad Amelia. Era fuori discussione. Dovevo trovare un modo per proteggerla. << Pensi davvero che lo farà? >> mi chiese sottovoce Amara. A malincuore, annuii. Sapevo che l'avrebbe fatto. Siccome ormai l'atmosfera era rovinata, decisi di andare a casa. << Ragazzi, io preferirei tornare a casa. Scusatemi, ma sono molto stanco >>. I miei amici capirono e mi accompagnarono. Mi salutarono gentilmente e mi lasciarono solo. Entrai e andai in camera mia. Mia madre non c'era; probabilmente era stata assunta da qualche parte. Sentii squillare il mio cellulare e lo tirai fuori con un po' di difficoltà dalla tasca, e guardai il nome sullo schermo : "sconosciuto". Sollevai un sopracciglio, chiedendomi chi mai potesse essere e infine risposi. << Si? >>. << Parlo con William Blake? Il liberatore di fantasmi? >> la persona dall'altro capo aveva una voce maschile, frettolosa e lievemente roca. << Si, sono io. Lei chi è? >> chiesi incuriosito. L'uomo ignorò la mia domanda. << Sono della AUF, che sta per "Associazione Uccidi fantasmi". Sono stato informato della presenza di un fantasma nella zona particolarmente problematico, quindi la AUF interverrà al suo posto >> la voce aveva un tono autoritario, ma non mi lasciai spaventare. << Invece non c'è nessun problema, sto facendo le cose con calma, ma presto lo ucciderò >> ribattei. << Mi dispiace, ma lei non è più ritenuto idoneo. In fondo ha soltanto diciassette anni ed è meglio che si dedichi alle cose adatte alla sua età. Mi dica, chi sono i suoi genitori? >>. Fui preso in contropiede dalla domanda. << Jacko Blake, liberatore come me, e Cassandra... >> ma fu interrotto bruscamente. << Jacko Blake? Liberatore di fantasmi? Ci deve essere un errore >> mi rispose cinico. << In che senso? >>. Pausa. << Jacko Blake è stato per quattro anni direttore della AUF, da sempre ne è stato un suo dipendente e il suo servizio è terminato solo quando è morto >>. Mio padre era della AUF. Mi sentii tradito, solo. Ma ormai sapevo che mio padre aveva fin troppi segreti. Deglutii forte e sussurrai stupidamente : << Ne è sicuro? >>. << Sicurissimo. Ed ora se non le dispiace, devo lasciarla >>. Esclamai : << Non potrebbe dirmi qualcosa di più sulla AUF? >>. << Cerchi sui libri >> mi rispose enigmatico e anche abbastanza scorbutico. Poi riattaccò. Feci un riassunto generale di ciò che avevo scoperto in pochi minuti di telefonata: mio padre era della AUF e questo significava che mi aveva mentito da sempre; se non liberavo Amelia l'avrebbero fatto loro, e nel modo sbagliato. Chiamai tutti i miei amici, che si presentarono sotto casa mia venti minuti dopo. Andammo in camera mia e spiegai loro cosa era successo. Mel disse : << Be', il problema dov'è se si occupano loro di Amelia? Tu forse sei troppo... Preso per capire quanto effettivamente sia pericolosa >>. Le lancia un'occhiata di fuoco. << Non hai capito proprio niente tu >>. Lei si difese, e esclamò : << Quella cosa ha ucciso Bob, William! >>. Brianna sbuffò. << Zitti un attimo. Will, è ovvio che Mel non capisca, e in tutta sincerità non capisco nemmeno io >>. Ci fu una pausa, e poi la voce lievemente rauca di Amara si fece strada tra quelle degli altri. << Io capisco, invece >>. Ci voltammo tutti verso di lei, stupiti. James si limitò a lanciarle uno sguardo curioso, mentre si accomodava alla sedia della mia scrivania. << Will, io ti capisco. Ti sei affezionato a lei e so cosa intendi quando dici " lei non è come sembra". Ho letto anche io le sue carte. Ma cerca di pensare anche agli altri: Amelia ha ucciso delle persone a noi care, dei nostri amici. E la AUF ha ragione, tu non sei la persona più idonea a liberarla, o ucciderla >>. Fissai Amara negli occhi, cercando di comunicarle tutta la mia delusione nel sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. Mi lanciò uno sguardo di scuse. Dopo che tutti ebbero espresso la loro opinione, James parlò. << Io sono con te, amico, e ti aiuterò >>. Lo guardai, quasi scioccato. << Non guardarmi così; so cosa si prova. E vuoi sapere qualcos'altro? A me non importa di quello che ha fatto Amelia, perché se tu vuoi salvarla, io mi fido di te e so che un motivo c'é. E non voglio saperlo. Ma io sono con te >>. Alla fine del suo discorso, gli rivolsi un sorriso di gratitudine. Mel però non era d'accordo: si voltò verso di lui e ringhiò : << No, James, tu non lo appoggerai. È fuori discussione. Non puoi fare una cosa simile, non dopo che tua madre... >> James si alzò di scatto e le afferrò un polso, torcendoglielo. << Basta così >> ringhiò ad un millimetro dal suo viso. Quando la mollò, la pelle dove l'aveva stretta era arrossata e quasi come se fosse stata bruciata. Mel ci guardò uno ad uno, poi mi lanciò un'occhiata disgustata e se ne andò, sbattendo la porta. Ci fu silenzio, poi Austin balbettò insicuro << Io... Io ci sto. Sono con te >> mi sorrise timidamente. Annuii e lo ringraziai. Amara mi appoggiò, mentre Brianna mi fissò a lungo, prima di scuotere la testa. << Mi dispiace, ma no >>. Guardò un'ultima volta James, poi uscì, seguendo i passi di Melissa. Okay, ora eravamo io, James, Austin e Amara. Dovevamo trovare informazioni sulla AUF e scoprire di più, per impedire che Amelia venisse uccisa.
   
 
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