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Autore: The_Black_Raven00    30/03/2015    0 recensioni
"Il passato ha l’abitudine di tornare. Prima o poi tutti faranno i conti con la loro storia."
E' proprio questo che succede a Peter Grimm, affermato contabile che vive a Dirrenn, cittadina di origine medievale. Abita in una casa gotica, molto antica, insieme alla famiglia. Pensa che la sua vita non possa essere migliore di quanto già sia, ma un giorno il passato che aveva cercato di reprimere bussa alla porta del suo ufficio, e abbandona una lettera ingiallita...
Attenzione! La città di Dirren è una località inventata da me.
Spero che vi piaccia! Recensite, ve ne prego!
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mistero di Peter Grimm:
PROLOGO


Quell’inverno del 1924 lo ricordava fin troppo bene e adesso che quella lettera gli si era presentata davanti di nuovo pensava che vivere dimenticando non avrebbe avuto più un senso, ormai.
Il passato ha l’abitudine di tornare. Prima o poi tutti faranno i conti con la loro storia.
Katia dormiva profondamente, il piccolo altrettanto. Nella stanza dall’ampio soffitto a volute che i Grimm avevano adibito a camera da letto, i fragori e le luci dei tuoni rimbalzavano dappertutto, facendo vibrare persino il letto dal baldacchino di ferro smaltato.
Peter Grimm era steso su un fianco, il braccio piegato sotto la sua testa. Rifletteva, scosso dal temporale che infuriava fuori dalle grandi finestre in stile gotico. Gli occhi grigi erano sbarrati, puntati su quel foglietto ingiallito che giaceva inerte sulla scrivania. Avrebbe voluto bruciarlo nel caminetto, come ogni altra cosa che riguardava quel foglietto, ma no, non ce l’avrebbe mai fatta. D’un tratto uno scoppio, un fragore, lo distolse dai suoi pensieri, facendolo sobbalzare. Un altro, ennesimo tuono. Un altro ennesimo maledetto colpo al cuore. Un altro dannato, terribile segnale, che il tempo cominciava a sfuggirgli di mano, che il passato stava tornando, inesorabilmente. Se solo avesse pagato quei tremila marchi non si sarebbe trovato a contemplare quello stramaledetto foglio giallo trovato per caso fuori dall’ufficio.
Fu con l’angoscia nel cuore che Peter scivolò fra le braccia di Morfeo, nel calore delle sue coperte e della sua Katia, che dormiva serena ed ignara di tutto. Avrebbe voluto trovarsi al posto della moglie, che viveva felice; almeno lei aveva una bella storia alle spalle e non necessitava di nascondere un segreto troppo grande, un segreto grande quanto una donna di ventisei anni.
Prima di addormentarsi, Peter sfiorò il collo della moglie con i polpastrelli, le carezzò i lunghi capelli rossi e le scoccò un tenero bacio sulla fronte. “Dormi, piccola mia”, pensò.
Il mattino dopo fu svegliato da un bagliore dorato: il sole era già spuntato e illuminava candidamente i prati umidi a causa della pioggia della notte precedente.
«Buongiorno, caro!», la voce dolce di Katia lo tirò su dal letto. La donna, seduta accanto al marito, era ancora in camicia da notte, con un vassoio d’argento in mano, e sul vassoio vi erano le pietanze preferite di Peter: pancarrè con marmellata, croissant e spremuta di arancia. Accanto alle pietanze c’era un mazzolino di margherite appena colte, ancora umide. Peter accolse con un sorriso caloroso la moglie e la baciò sulle labbra. Lei rispose al sorrise, affettuosa, poggiando il vassoio sulle gambe del marito. «Tanti auguri di buon compleanno, Peter», disse lei, sfiorandogli le guance con una mano. Fu allora che egli sobbalzò. Sentirle dire quel nome era innaturale, lo portava inesorabilmente indietro con la mente, a quando aveva scelto come si sarebbe dovuto chiamare per il resto dei suoi giorni, a quando si era inventato la sua data di nascita, tutto per scampare alla morte certa. Ed ecco che il suo finto compleanno era arrivato: 6 novembre 1932. Quando pensò tutto ciò si voltò di scatto verso il punto che aveva fissato per quasi tutta la notte. I suoi occhi si sgranarono quando videro mancare qualcosa sulla scrivania: la lettera era sparita. «Caro, va tutto bene?», esclamò Katia, preoccupata, vedendo il petto del marito muoversi su e giù dall’ira. Peter si alzò di scatto dal letto. «Dannazione!», sbraitò, rigirando le scartoffie della scrivania migliaia e migliaia di volte. E se fosse stato tutto un sogno? E se quella lettera non fosse mai comparsa fuori dal suo ufficio? Il sangue di Peter gelò a quel pensiero: non poteva essere, era tutto così reale…

Angolo dell'Autrice: Ehilà, gente! Spero che questo prologo vi abbia incuriosito. In realtà l'ho scritto un pò in fretta quindi non so quanto possa essere pieno di suspense. Vi prego di una cosa: scrivetemi nelle recensioni ciò che non vi è piaciuto del capitolo, che cosa mi suggerireste per aggiungere un tocco di mistero e suspense, ecc. Ve ne sarei enormemente grata... alla prossima! :-*
-The_Black_Raven00
   
 
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