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Autore: StormLight94    30/03/2015    5 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XI.
Open Your Eyes.


"Ogni giorno che dobbiamo stare lontani, mi sento come un bambino col cuore spezzato"

Nickelback



Amy guardò il cellulare per la quarta volta nel giro di venti minuti scarsi da quando aveva deciso che era arrivato il momento di mettersi a studiare biologia. Perché Sheldon non si era ancora fatto sentire? Da quasi due settimane il ragazzo a stento le rivolgeva la parola, ovvero da quando erano tornati da quella cavolo di festa inutile e non capiva perché si stesse comportando in questo modo strano.
Era tentata di mandargli un messaggio, ma cosa avrebbe potuto dire? Poi magari avrebbe frainteso tutto conoscendolo...
Solo che era tutto davvero molto strano. Prima cercava sempre qualche pretesto per stare con lei come quando aveva rinunciato ad uscire solo per rimanere con lei a parlare, oppure quando le ricordava continuamente che era fuori ad aspettarla dopo le lezioni e di non fare tardi altrimenti l'avrebbe lasciata lì. Senza dimenticare tutte le volte che insisteva per suonarle qualcosa al pianoforte.
Ora invece in mensa non si sedeva con loro. Passava accanto, scambiava uno sguardo truce con Leonard e poi si andava a sedere a qualche tavolo più avanti insieme a dei compagni di corso. Il pomeriggio non l'aspettava all'uscita e alla sera l'unica cosa che diceva ad entrambe era un semplice "ciao" stiracchiato e nulla di più. Durante la cena restava praticamente in silenzio e se parlava con qualcuno erano solo Howard e Bernadette. Avevano mangiato insieme come al solito per qualche giorno poi Amy aveva preferito smettere. Si sentiva a disagio e aveva come la sensazione di avere sempre lo sguardo puntato addosso. Liquidò Penny dicendo che aveva da studiare molto adesso e voleva approfittare della sera perché era l'unico momento della giornata in cui si rilassava. Con Raj invece in un primo momento ignorò le sue chiamate e i suoi messaggi poi, trovando un po' di coraggio, gli disse che non era affatto il momento per uscire ancora insieme dopo quello che era successo con Lucy. Non gli aveva nemmeno dato il tempo di replicare, semplicemente aveva chiuso la chiamata in modo sbrigativo dicendo che aveva un sacco di cose da fare. Raj preferì non insistere e non le mandò più un solo messaggio.
Quando sarebbero tornate le cose al loro posto avrebbe ricominciato ad unirsi a loro a cena.
Sospirò chiedendosi cosa avesse portato Sheldon a reagire così. Poteva capire che potesse avercela con lei -per cosa poi non riusciva ancora a capirlo- ma con Penny che problemi aveva? Era diventato incredibilmente freddo e distaccato con lei e la cosa strana era che Penny non parve porsi il problema, quasi non fosse cambiato nulla. Aveva notato che entrambi quando si guardavano finivano per allontanare lo sguardo come se avessero un segreto da nascondere. Oltretutto anche Leonard e Raj erano piuttosto tesi e spesso i tre ragazzi si guardavano male l'un l'altro e il massimo della loro interazione era scambiarsi qualche parola e nulla di più. Questo però solo quando c'era Sheldon perché quando lui non era presente Leonard e Raj parlavano tra di loro tranquillamente e senza problemi.
Aveva notato anche che l'atmosfera di complicità che c'era prima era come scomparsa. C'era qualcosa che non andava tra quei tre, ma non riusciva proprio a capire cosa potesse essere.
« Se pensi che restare lì a guardare il cellulare possa aiutarti a superare l'esame di biologia sei completamente fuori strada. »
Alzò lo sguardo sulla compagna di stanza che le ricambiò un'occhiata ammonitrice. Era seduta sul letto, gambe incrociate e l'espressione severa di chi stava rimproverando una bambina che non voleva decidersi ad iniziare a fare i compiti.
« Sto solo controllando i messaggi. Non ti preoccupare che l'esame lo passo lo stesso. » sbuffò leggermente infastidita per quel suo atteggiamento di superiorità e di chi aveva la certezza di sapere sempre tutto.
« Il tuo fidanzato non ti chiama? Oh, poverina. » disse sarcastica piegando l'angolo della bocca in un piccolo sorriso.
Lo sguardo di Amy si fece più serio capendo immediatamente a chi si riferiva. « Non è il mio fidanzato, Leslie. »
Lei scrollò le spalle. « Da come guardi il cellulare ad intervalli regolari di cinque minuti direi che se non è il tuo fidanzato poco ci manca. »
Amy sospirò e il libro che aveva in grembo le scivolò sulle coperte. « Non c'è proprio niente tra di noi perché continuate tutti con questa storia?! »
« Perché sono quasi quattordici giorni che non lo vedi e sei molto più nervosa del solito. »
« Io nervosa? Senti chi parla! Sei tu quella nervosa non io! » disse alzando la voce ed afferrando il libro che stava per cadere a causa del movimento stizzito con cui si era raddrizzata. Leslie la guardò come dire "sicura?".
« Lascia perdere. » sibilò tra i denti alzandosi per prendere gli appunti abbandonati sulla scrivania.
« Come fai a sapere che non ci vediamo da due settimane? » chiese dopo aver passato da un foglio all'altro senza tuttavia leggere una sola parola.
Leslie si lasciò andare in una piccola risata. « Sono una buona osservatrice, Amy. In mensa vi vedo che non vi sedete più insieme e il pomeriggio sei sempre qui o in biblioteca. E poi, te l'ho detto, sei più nervosa ultimamente. »
Amy portò le gambe verso il petto, rannicchiandosi su se stessa. Era davvero così palese quanto la sua indifferenza e il suo improvviso distacco la facesse soffrire? A quanto pare sì perché se se n'era accorta la sua coinquilina se ne sarebbe accorto chiunque, anche chi non avrebbe voluto come Penny o Raj.
Appoggiò il mento sulle ginocchia e guardò un punto sul muro davanti a sé. Leslie abbandonò l'espressione seria per rivolgerle uno sguardo appena preoccupato.
« Te l'avevo detto che era un imbecille. » mormorò. « Non capisco perché continui a voler stare con lui. »
« Perché è mio amico. »
Leslie si sistemò gli occhiali sospirando. « Almeno sai perché sta facendo così? »
Amy si strinse ancora di più aspettando qualche secondi prima di rispondere. « Magari lo sapessi. »
Dopo un'ora passata sempre sulla stessa pagina a leggere sempre le stesse cinque righe Amy decise di spostarsi in biblioteca, almeno lì sarebbe stata più tranquilla. Leslie ignorò lo studio per avanzare delle ipotesi su quanto potesse essere successo, ma dato che Amy non le aveva detto quasi nulla le sue idee erano piuttosto particolari ed assurde. Si passò dal semplice avere un'amante che teneva nascosta a tutti all'improbabile coinvolgimento in una qualche banda criminale e per paura di essere scoperto o di avere qualche ritorsione aveva deciso di limitare i rapporti con tutti compreso il suo migliore amico. Anche se quell'ipotesi la fece ridere pensò che tutto sommato poteva anche essere per quanto ne sapeva.
Scese le scale di marmo, si diresse verso l'ampia biblioteca del dormitorio e, una volta entrata, constatò con immenso piacere che era praticamente vuota. Si accomodò su un tavolo messo infondo alla stanza passando accanto ad un ragazzo basso e mingherlino con la maglia di Lanterna Verde curvo su un libro pieno di numeri e formule matematiche. Frequentava il suo stesso corso di matematica ed era uno dei migliori da come aveva potuto vedere dai risultati riportati sul test fatto all'inizio per verificare le capacità di tutti. Era anche molto silenzioso e non l'aveva mai visto in compagnia di qualcuno che non fosse il suo inseparabile libro di fisica.
Il silenzio della biblioteca ebbe un effetto rigenerante su di lei e poco alla volta riuscì a ritrovare la concentrazione che inutilmente stava cercando da quando aveva finito le lezioni. Mentre evidenziava le parti importanti del testo sentì dei passi riecheggiare dall'entrata fino ad arrivare dove si trovava lei. Non alzò lo sguardo pensando che si trattasse di uno degli studenti giunto per prendere un libro, ma quando la figura le si fermò di fronte non poté non spostare gli occhi dalla pagina al soggetto che aveva avuto la pessima idea di interromperla. Quando si accorse di Raj lasciò che al posto dei lineamenti contrariati si formasse un'espressione di stupore.
« Cosa ci fai qui? »
« Ho il pomeriggio libero quindi ho pensato di venire a trovarti. » disse sorridendo, ma un "shh" stizzito proveniente dal ragazzo con la maglia di Lanterna Verde lo costrinse ad avvicinarsi il più possibile alla ragazza.
« Cavolo come siete seri voi universitari. Ho solo detto quattro parole in croce e quel tizio per poco non mi inceneriva con lo sguardo. » sussurrò guardando male il ragazzo che intanto si era già messo a scarabocchiare qualche formula su un foglio.
Amy abbassò lo sguardo sul libro e si ritrovò a pensare che era piuttosto strano ritrovarselo lì così all'improvviso tenendo conto che nei giorni precedenti si erano scambiati soltanto qualche parola quando erano insieme agli altri e nulla di più. Inoltre non si erano nemmeno più sentiti per telefono dopo avergli detto chiaro e tondo che doveva pensare bene a cosa volesse fare con Lucy.
« Volevo dirti che mi dispiace per averti lasciata da sola alla festa. E per quello che è successo con...Lucy. » abbassò la voce. « Non mi piace scusarmi per telefono o per messaggio e preferivo dirtelo di persona, ma non abbiamo mai avuto modo di stare da soli in questi giorni. »
Amy trattenne il respiro e finalmente si decise a guardarlo negli occhi scuri.
« Ti capisco e lo apprezzo. » mise il tappo alla penna e lo guardò seriamente « Ma tu sei ancora molto preso da Lucy e credo che non potremo continuare ad uscire insieme se tu continui a pensare a lei. »
« Lo so e hai assolutamente ragione. Ma ti assicuro che tra di noi è davvero finita. Quella sera avevo esagerato un po' e appena l'ho vista mi sono lasciato andare, ma ti prometto che non capiterà mai più. » disse addolcendo lo sguardo.
Amy guardò il ragazzo seduto all'altro tavolo e sospirò. Voleva credere alle sue parole, ma non ci riusciva.
Raj capendo quello che pensava si affrettò ad appoggiare una mano sul suo braccio per cercare di tranquillizzarla. « Amy, io non sono quel tipo di persona a cui piace giocare con i sentimenti degli altri. In queste due settimane ci ho pensato davvero a lungo e ho capito che con Lucy non voglio più avere a che fare perché...» prese un respiro ed abbassò la voce, vergognandosi un po' di mostrare una parte debole di sé. « Perché mi ha spezzato il cuore e non riuscirei mai a perdonarla. » mormorò.
Amy rimase sorpresa. Non sapeva del motivo per cui avessero deciso di lasciarsi, non ne aveva mai fatto cenno con lei.
« Ho scoperto che mi tradiva da mesi con un suo collega di lavoro. Pensa, è stato Howard a dirmelo di averli visti baciarsi e tenersi per mano altrimenti io non lo avrei mai scoperto. »
« Mi dispiace. » mormorò Amy.
Raj scrollò le spalle. « Non ti preoccupare, ormai l'ho superata. Solo che alla festa, quando l'ho vista, per un attimo mi sono dimenticato tutto quello che mi aveva fatto, ma quando poi mi sono ricordato la persona che era mi sono sentito un idiota perché invece di stare con te ho preferito lei. » disse serio e dai suoi occhi Amy poté notare il suo disagio. « Ci vuole tempo prima di riuscire a dimenticarla. È stata la prima ragazza che ho amato con tutto me stesso. » questa volta il tono si fece ancora più basso ed Amy si chiese come avesse potuto quella ragazza ferirlo in quel modo. Non era un cattivo ragazzo e non si meritava tutto questo.
Dopo qualche secondo l'espressione del ragazzo si addolcì. « Mi perdoni? »
Non sapeva perché, ma non provava alcun risentimento verso di lui. Aveva detto che si era sentito un idiota ad averla lasciata per Lucy e aveva ripeto più volte che ormai aveva deciso di chiudere tutti i rapporti con lei. Non aveva perso del tutto la fiducia che provava per lui e il fatto che le avesse rivelato una parte così dolorosa della sua storia le fece capire che di lei gli importava molto e che avrebbe fatto di tutto per rimediare ai suoi errori. Da quello sguardo Amy si rese conto che era sincero e anche terribilmente dispiaciuto per quello che era successo. Dopo aver annuito appena guardò la pagina del suo libro. « D'accordo. »
Il ragazzo prese una sedia e si piazzò di fronte ad Amy, l'espressione dolce improvvisamente diventata seria.
« Piuttosto, ho visto anche Sheldon alla festa. » disse a bruciapelo fissandola intensamente. Amy si bloccò e alzò gli occhi su di lui.
« Sì è vero, l'ho visto e ci siamo salutati. »
Raj assottigliò leggermente lo sguardo ed ebbe la sensazione che avesse capito che stesse mentendo. O meglio, che stesse omettendo una piccola parte del racconto.
Possibile che Sheldon glielo avesse detto che erano andati sul tetto?
« Certo...capisco. » disse semplicemente senza distogliere lo sguardo incatenato al suo né tantomeno dare una ben che minima idea di credere a quello che aveva appena detto.
« Quindi Sheldon poi non l'hai più visto? »
Amy sbuffò spazientita. « Senti, vuoi farmi l'interrogatorio? Ci siamo salutati e abbiamo parlato un po' esattamente come fanno due amici. Quindi dove sta il problema? »
Il tono duro di Amy fece rimanere Raj di sasso.
« No, non voglio farti l'interrogatorio, voglio solo sapere come stanno le cose tra di voi. Io mi trovo bene con te e non voglio che per colpa sua venga mandato tutto all'aria.»
« Non c'è assolutamente niente tra di noi, Rajesh. » replicò.
« Quello che sto cercando di dirti è che Sheldon non è il tipo di ragazzo giusto per te. Mi dispiace dirlo perché è mio amico, ma fidati quando ti dico che per le relazioni lui non è portato. Ti farà soffrire. »
Amy dovette ammettere a malincuore che Raj aveva ragione. Il fatto che non fosse capace a relazionarsi con qualcuno era una cosa che le era immediatamente saltata all'occhio fin dal primo momento che lo aveva visto e il fatto che si divertiva a passare da una donna all'altra ne era la conferma.
« Lo so e ti ripeto che io non ho nessuna intenzione di andarci dietro. » disse tutto d'un fiato.
« Vorrei solo che le cose tra di noi continuassero come prima. »
Amy strinse le labbra. « Nemmeno io voglio che le cose cambino. » Ormai aveva appurato che non era più arrabbiata con lui. Gli voleva bene, lo considerava un ottimo amico e non voleva perderlo per così poco.
Raj rilassò i muscoli tesi. « Facciamo finta che tutto quello che è successo alla festa non conta nulla, okay? Dimentichiamo tutto e ricominciamo da capo. »
Amy non voleva dimenticare tutto, non voleva dimenticare di aver quasi baciato Sheldon. Non voleva e non poteva.
Ma era la cosa giusta da fare.
« Va bene, hai ragione. Facciamo finta che non sia successo niente. » disse mostrandogli un timido sorriso.
A Raj si illuminarono gli occhi. « Quindi torna tutto come prima? Se dovessi invitarti ancora ad uscire accetteresti? »
Amy si morse l'interno della guancia e per un attimo si chiese cosa fosse più giusto fare. Immediatamente la scena sulla terrazza si materializzò nella sua mente come faceva ogni giorno e ogni giorno si domandava come sarebbero adesso le cose se non fossero stati interrotti. Avrebbe potuto avere il cuore spezzato per un suo rifiuto come avrebbe potuto essere la ragazza più felice del mondo perché sapeva che lui provava qualcosa per lei.
« Non lo so Raj io...»
« Dai ti prego! Sarà tutto come prima te lo prometto. »
« Non è quello...»
« Allora cosa? »
« Credo che stiamo correndo troppo. Tu sei indubbiamente molto preso, ma io non sono sicura di voler impegnarmi in una relazione. »
« Io voglio solo passare del tempo con te, non sto pensando ad una relazione, non adesso per il momento. Non sto cercando di metterti sotto pressione, ma farti capire che tu...beh che tu mi piaci. » arrossì per aver detto quelle parole di getto senza quasi pensarci.
« Davvero? » mormorò. Era la prima volta che qualcuno mostrava un interesse sincero verso di lei.
Lui annuì.
« Una sera. Soltanto una, Amy. Poi se non ti interesso lascerò perdere, ma per favore dammi una possibilità. »
La stava letteralmente supplicando con lo sguardo. Non riuscì a dirgli di no.
« Va bene. » soffiò poco convinta.
Raj sorrise entusiasta. « Bene, allora ci vediamo! » disse con tono normale dimenticandosi improvvisamente di essere in una biblioteca.
Il ragazzo di prima sembrò sul punto di tirargli dietro il pesante libro, ma a Raj non importava.
Amy abbozzò un sorriso poco entusiasta. « Certo. A presto allora. »
Una volta allontanato Amy si chiese se avesse dovuto dirgli quello che le passava per la mente ovvero che sì, stava provando interesse per qualcuno e no, non era lui. Ma Sheldon non avrebbe mai voluto stare con qualcuna figurarsi una come lei. D'altronde cosa avevano in comune loro due? Assolutamente niente. Rivelare i suoi sentimenti per lui avrebbe solo portato a farla soffrire ulteriormente. Forse avrebbe fatto meglio a soffocarli, respingerli e lasciarli lì, nel posto più nascosto del suo animo.
Aveva un ragazzo che la stava corteggiando e che avrebbe fatto di tutto per lei, ma no, doveva proprio mettere gli occhi sul ragazzo menefreghista e irraggiungibile. Quello con cui non avrebbe mai avuto nessuna possibilità.
Forse doveva davvero cercare di lasciarlo perdere e provare a vedere come sarebbe andata con Raj. Magari se avesse provato ad impegnarsi un po' più seriamente con lui alla fine avrebbe lasciato perdere Sheldon.
Ma è davvero possibile mettere a tacere ciò che dice il proprio cuore?
Chiuse il libro ben conscia che ormai non sarebbe più stata in grado di immagazzinare una sola informazione e si avviò così verso la sua camera, prima però compose sul cellulare il numero della sua migliore amica. La voce squillante di Penny sembrò perforarle l'orecchio.
« Ma perché urli?! » sbottò dopo aver allontanato il cellulare.
« Sapevi che la sorella di Raj ha un negozio di scarpe firmate? » gridò Penny.
Amy alzò gli occhi al cielo. Lo sapeva ovviamente, Raj glielo aveva detto, ma poi si era dimenticata di dirlo alla sua amica. E ora Penny lo aveva scoperto.
« Okay e allora? » disse non capendo da dove venisse tutto questo entusiasmo.
« L'altro giorno sono entrata per dare un'occhiata e ho visto un paio di scarpe stupende, te lo giuro Amy erano bellissime...» sospirò con aria sognante. « Ovviamente costavano un occhio della testa e quando ormai avevo abbandonato ogni speranza scopro che il negozio è della sorella di Raj e lui mi ha detto che le avrebbe parlato e che probabilmente mi avrebbe fatto un bel po' di sconto in modo che possa comprarle. Quasi mi viene da piangere...»
Amy abbozzò un sorriso. L'amore che aveva Penny per le scarpe era qualcosa di esagerato, ma assolutamente sincero.
« Ragazza mia te lo devi sposare quest'uomo. » concluse seria.
« Per farti avere le scarpe gratis da sua sorella? »
« Brava, hai indovinato! » e scoppiò a ridere.
Anche Amy ridacchiò. Incredibile come quella ragazza riuscisse a farle tornare subito il buon umore.
« Comunque perché mi hai chiamato? » chiese tornando ad utilizzare un tono più normale.
Quasi si era dimenticata che l'aveva chiamata per chiederle un favore. « Oh, giusto. Stasera posso restare da te a dormire? Non ho voglia di stare qui da sola. »
« Leslie rompe le palle come al solito? » indagò con un sottile velo di minaccia nella voce. Penny sarebbe stata capace di irrompere nella stanza di Leslie e intimarle di non dare fastidio alla sua amica o le avrebbe fatto passare la voglia anche solo di aprir bocca. Ma in quel caso Leslie non centrava.
« No, no...semplicemente pensavo che potevamo stare un po' insieme, ecco. » abbassò la voce e si attorcigliò una ciocca di capelli attorno al dito. Amy la sentì sorridere al di là della cornetta.
« Ma certo che puoi restare da me, scema! Non c'è neanche bisogno di chiedermelo! Quando vuoi restare prendi le tue cose e vieni qui direttamente. » disse in un modo che sembrava quasi un ordine misto ad un amorevole invito.
« Grazie. »
Tornò di corsa nella sua stanza e gettò i libri con poca grazia sul letto noncurante dell'occhiataccia omicida che Leslie le rivolse per essere stata interrotta nel bel mezzo di un lungo ed intricato ragionamento su un problema.
Mise il cambio dentro lo zaino, afferrò il cellulare per vedere se c'era almeno un messaggio da parte di Sheldon anche se sapeva molto bene che non ce ne sarebbe stato neanche mezzo ed uscì senza nemmeno salutare la coinquilina la quale, con una semplice scrollata di spalle, tornò al suo studio.


« Appoggia la roba qui, adesso ti preparo il letto. » disse mentre toglieva i cuscini e apriva il divano-letto. « Visto che ho fatto bene a prendere un divano-letto? E tu che mi avevi chiesto a che cavolo mi serviva! »

« Certo...certo. » disse senza ascoltare. Fuori dalla porta, a soli pochi metri di distanza si trovava il ragazzo più difficile da capire che avesse mai incontrato. Era una settimana che non cenava da loro perché Sheldon non la andava a prendere il pomeriggio e ora che era lì con Penny doveva per forza andare nell'appartamento di fronte, cenare, parlare con gli altri e con...lui. Non si sarebbe arresa in così poco tempo, lei voleva vederlo e ci sarebbe riuscita.
« È quasi ora di cena, cosa facciamo? » constatò con un mezzo sorriso dopo aver dato una veloce occhiata all'orologio sulla parete. Era convinta che Penny l'avrebbe afferrata per il braccio dicendole che non avrebbe cenato lì ma "fuori" esattamente come aveva fatto la sera stessa, ma di più di un mese prima, in cui li aveva conosciuti. Invece la risposta fu del tutto inaspettata.
« Credo che ci prenderemo delle pizze e le mangeremo qui, che ne dici? »
Amy si irrigidì. In che senso sarebbero rimaste lì? No, non voleva mica rimanere davvero dentro quell'appartamento!
« Pensavo che saremmo andate dai ragazzi, sai come facevamo sempre...» mormorò cercando di mascherare la sua delusione.
Penny mostrò un sorriso amaro. « È da una settimana che non vado da loro, Amy. »
« Davvero? E perché? »
« È proprio questo di cui vorrei parlarti stasera. Tu sai perché si stanno comportando in modo così strano? »
« Chi si sta comportando in modo strano? » disse facendo la finta tonta.
Penny sbuffò. « Sheldon e Leonard. Ma come non ti sei accorta di niente? Prima erano sempre insieme e adesso a malapena si parlano. Non vado più da loro proprio perché c'è quest'aria di tensione tra di loro e quindi preferisco tenermi fuori. Non è piacevole mangiare mentre quei due sembra che siano lì per sbranarsi da un momento all'altro. »
Sapeva che c'era qualcosa che non andava tra di loro così come tra lei e Sheldon. Per arrivare a comportarsi in questo modo così freddo con il suo migliore amico doveva essere successo qualcosa di grave.
« È sicuramente successo qualcosa, ma non so proprio cosa. » disse mordendosi un labbro pensierosa.
Amy spostò il peso su una gamba. « Forse hanno litigato...» provò ad indovinare.
« Quello sicuramente. Li ho sentiti più di una volta rispondersi male e insultarsi. Però vorrei proprio sapere cosa possa averli allontanati così tanto. »
Entrambe abbassarono lo sguardo pensierose.
« Scommetto che se glielo chiedessimo non ci risponderebbero mai, vero? »
Penny annuì. « Ci ho già provato. Leonard ha mugugnato qualcosa sul fatto che non è nulla di che, mentre Sheldon mi ha detto in modo abbastanza schietto di farmi gli affari miei. » si sedette sul letto mezzo fatto e passò una mano sulle coperte. « Qualunque cosa sia spero che risolvano in fretta. Finalmente ci siamo fatti degli amici e non ho voglia di ricominciare da capo. »
In genere non le sarebbe importato molto se avesse smesso di frequentare un gruppo di persone che conosceva da poco, ma con loro era ben diverso. Anche se si era inserita da pochissimo in quel gruppo sapeva che le sarebbero mancati tantissimo, tutti e quattro. Le sarebbe mancato Howard con le sue battute e la sua ironia davvero divertente, Leonard con il suo modo gentile e premuroso, Raj con i suoi sorrisi rassicuranti e infine la persona che più di tutte avrebbe sentito la mancanza, Sheldon.
« Io sono due settimane che non vedo Sheldon, pensa tu...»
« Lui mi evita come la peste, invece. Almeno mi dicesse il motivo quel cretino! » alzò la voce per il nervoso.
« Davvero? »
Penny annuì. « Sì. Ogni tanto io e Leonard ci becchiamo sul pianerottolo o sulle scale, ma anche lui mi sembra molto più freddo ultimamente. Non lo so, vai a capirli tu 'sti uomini! »
Sentirono dei rumori all'esterno e due voci molto familiari.
« Dai, muovi il culo. Non possiamo essere in ritardo. »
« Lo so, okay? Non rompere. »
Penny, con uno scatto, si alzò ed andò ad aprire, decisa a parlare faccia a faccia a loro due. Amy la guardava sbigottita. Cosa voleva fare adesso?
« Possiamo parlare un minuto? » chiese ai due ragazzi che, fermi sulla soglia, la osservavano senza dire una parola.
« Allora? » li incalzò lei.
« A dire il vero dobbiamo andare via. » proruppe Leonard mettendosi le chiavi in tasca.
Penny incrociò le braccia al petto. « Cos'è, adesso siete tornati amici di punto in bianco? »
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo perplesso.
« Non capisco a cosa ti riferisci...»
« Certo, ora fate i finti tonti. Ci siamo accorte che c'è qualcosa che non va tra di voi. Cos'è successo e perché adesso ci ignorate? »
Amy la raggiunse mettendosi al suo fianco. Sheldon la guardò ed entrambi si fissarono negli occhi per qualche secondo prima che lui spostasse lo sguardo sulla scala che portava verso il piano inferiore.
Leonard fece un sorriso tirato. « Non vi stiamo affatto ignorando. »
« Giusto, allora il fatto che è una settimana che non mangio da voi o che Sheldon non parla con Amy è una cosa normalissima. »
Amy sentendosi chiamata in causa si avvicinò ancora di più alla bionda. Non voleva essere messa in mezzo, accidenti!
Leonard abbassò lo sguardo sul pavimento e si passò nervosamente una mano nei capelli.
« Senti Penny è tutto a posto, va bene? » Non poteva certo dirle qual'era il motivo del perché adesso a malapena si parlavano insieme.
« Allora se è tutto a posto come dici veniamo anche noi con voi. Non ci sono problemi, giusto? » domandò prima rivolgendo lo sguardo all'amica dietro di sé, poi ai due ragazzi.
« Beh, veramente noi...»
« Stiamo andando ad una gara. » si intromise Sheldon dopo un lungo silenzio. « Quindi sì, ci crea dei problemi se veniste anche voi due. »
Penny sciolse le braccia che ricaddero lungo i fianchi mentre sgranava gli occhi. « State andando ad una gara e non mi avete detto niente?! Pensavo che ormai―»
« Che ormai cosa? » la interruppe avvicinandosi di un passo. « Te l'avevo detto fin dall'inizio che non volevo coinvolgerti. Non ho mai portato una ragazza con me e non farò di certo un'eccezione con te! » sbottò sentendo la presa di Leonard al polso dopo che aveva mosso un altro passo verso di lei.
Penny si morse il labbro e prese due grossi respiri per calmarsi prima che iniziasse ad insultarlo. Era ovvio che fosse teso e nervoso per qualcos'altro ed era per quello che le aveva risposto in quel modo.
« Non è un po' presto per una gara? » si azzardò di dire Amy. Non sapeva nemmeno lei come avesse trovato il coraggio di parlare.
« Infatti prima andiamo da Stuart. » tagliò corto Sheldon, tuttavia usando un tono meno freddo rispetto a come aveva risposto a Penny prima.
Le aveva rivolto ben cinque parole dalla scorsa settimana. Wow, stiamo facendo progressi.
« Ora dobbiamo andare. » aggiunse infine iniziando a scendere un gradino alla volta. Leonard arricciò le labbra e diede un'ultima occhiata alla bionda prima di seguire l'amico.
« D'accordo, fate come volete, non mi interessa! Sappiate solo che siete i tizi più strani che conosca! » gridò sicura che avessero sentito nonostante non li vedesse più.
Entrò in casa e sbatté la porta alle spalle. « Sono degli stronzi. » affermò tornando al divano-letto e finendo il lavoro di prima. Sistemò le coperte in completo silenzio e sprimacciò il cuscino in modo stizzito e con forza immaginando di avere tra le mani Sheldon.
Dopo aver cenato -che consisteva in un semplice piatto di pasta la quale, preparata da Penny, risultò essere scotta e con il sugo bruciato- iniziarono a parlare del più e del meno finendo poi per parlare delle bellissime scarpe che aveva visto quello stesso pomeriggio. Ad Amy non interessava minimamente sapere come fossero fatte o che colore avessero perciò si limitò semplicemente ad annuire ogni tanto come un automa. Ma almeno lei sembrava di nuovo di buon umore al contrario suo. Amy continuava a pensare a cosa si erano detti sul pianerottolo soltanto un paio di ore prima e a come si fosse rivolto a loro due. Non si era nemmeno degnato di salutarla. Era davvero così poco importante per lui?
Quando ormai gli argomenti sembravano terminati decisero che era il momento di andare a dormire. Amy si infilò nel letto e si tirò le coperte fin sotto al mento. Non aveva sonno e adesso, nel buio della stanza, i suoi pensieri erano rivolti soltanto all'amico -o ex amico? Ancora non lo sapeva- e a cosa stesse facendo adesso. Chiuse gli occhi provando ad immaginare il luogo, il rombo dei motori, la gente che urlava e scalpitava e lui seduto nella sua auto pronto per gareggiare.
Aprì di scatto gli occhi. E se ci fosse stato un problema all'auto? E se avesse preso una curva troppo stretta o troppo veloce? E se non fosse riuscito a frenare in tempo?
L'idea che potesse succedergli qualcosa iniziò a tormentarla. Avrebbe dovuto aspettare l'indomani mattina e vedere se lo avesse ritrovato in casa o al bar mentre faceva colazione tutte le mattine.
L'essere all'oscuro di tutto la stava mandando fuori di testa. Ma non avrebbe potuto fare nulla se non rimanere lì e sperare che andasse tutto bene.



~°~


Restare lontano da Amy fu più difficile di quanto pensasse. Mostrarsi indifferente e freddo con lei fu una tortura, ma aveva bisogno di tempo per capire cosa volesse veramente. Quando vide il suo sguardo deluso quando le disse che non avrebbero più studiato insieme sentì un tuffo al cuore e una morsa allo stomaco. Era già un'impresa non starle vicino, non sentire la sua risata o parlare con lei se poi aggiungeva quegli sguardi rendeva tutto impossibile. Più volte ebbe l'impulso di ritornare da lei e rimettere le cose come prima, ma così facendo non avrebbe mai messo in chiaro i sentimenti nuovi che avevano iniziato a sorgere in lui dal primo momento in cui l'aveva vista.

Non riusciva a concentrarsi nello studio, al lavoro o in qualsiasi altra attività e nell'ultima gara arrivò ultimo, lasciando Stuart completamente sbigottito dalla sua pessima performance.
Rajesh fu soddisfatto di vedere come Sheldon stesse mantenendo la sua parola, ovvero standole a debita distanza e limitando le interazioni con la ragazza.
Ovviamente non aveva capito che Sheldon lo stava facendo solo per avere un'idea più chiara di quello che pensava di Amy e non per fargli un favore, ma questo Raj non avrebbe mai potuto saperlo.
Sheldon prese il giubbino e se lo mise mentre dava un'occhiata veloce alla schiena del suo coinquilino il quale era intento a guardare qualcosa al computer.
« Stasera non torno. » disse preparandosi ad una sua risposta fredda e tagliente.
« Chi se ne frega. » borbottò senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Sheldon rimase un paio di secondi fermo e, anche se sapeva che gli avrebbe risposto così, gli fece comunque male. Sembrava di essere ritornato a sei anni prima quando era suo padre a dargli quelle risposte. Anche il modo glaciale e tagliente con cui Leonard si rivolgeva a lui era molto simile a quello che usava suo padre. L'indifferenza che gli aveva sempre mostrato lo aveva fatto soffrire per molto tempo e sentire lo stesso tono da parte del suo migliore amico fu ancora più terribile.
Decise di uscire prima che i ricordi iniziassero a tormentarlo e a non dargli tregua. Percorse una decina di chilometri e parcheggiò di fronte ad una villetta dall'ampio giardino estremamente  curato. Scese e andò a bussare alla grande porta bianca in legno pregiato. Ramona gli aprì e appena lo vide un ampio sorriso apparve sulle sue labbra.
« Sei in ritardo. » disse appoggiando una mano sul fianco.
Sheldon le mostrò un sorriso sghembo. « Ho trovato traffico. » si affrettò a rispondere con la prima scusa che trovò.
La ragazza si spostò appena, dandogli il giusto spazio per lasciarlo entrare in casa, ma lo bloccò immediatamente mettendosi davanti a lui. Con un dito passò sulle labbra e sul mento, quasi non fosse sicura che fosse davvero lui.
« Mi sei mancato. » disse maliziosa e passandosi il labbro superiore con la lingua.
Sheldon trattenne il respiro e lentamente chiuse la porta alle sue spalle.



Quando Amy tirò fuori il portatile e aprì le slide su cui c'erano salvati gli appunti del professore Penny le lanciò un'occhiataccia.
« Oh no, non ti azzardare sai? Non pensare che ci metteremo a studiare...»
Amy lo richiuse prontamente, intimorita dallo sguardo dell'amica. « Scusa hai ragione, ma vedi settimana prossima ho l'esame di matematica e ho paura di non passarlo. In più sono giorni che io e Sheldon non studiamo insieme perché dice che è impegnato e non ha tempo di seguirmi. »
« Capisco...» disse semplicemente Penny dispiaciuta. « Continua ad evitarti quindi. » La sua più che una domanda era un'affermazione.
Amy annuì e sospirò, accavallando una gamba sull'altra.
Bussarono alla porta e il fattorino con le pizze consegnò i cartoni alla padrona di casa con aria torva per essersi fatto quattro piani a piedi. Penny appoggiò le banconote sulla mano del ragazzo e lo salutò gentilmente poi appoggiò la pizza fumante sul tavolino da caffè e si accomodò sul divano in parte all'amica.
Mangiarono in silenzio per qualche minuto entrambe assorte nei proprio pensieri.
« Come serata tra donne è un po' deprimente non credi? » disse Amy constatando che non avevano detto praticamente una sola parola.
« Hai ragione...» chiuse il cartone della pizza e lo spostò in un angolo del tavolo. Non aveva molta fame. « Chiediamo a Bernadette se vuole venire qui con noi. »
« A Bernadette? » Amy non era molto convinta. L'aveva vista poche volte e quando erano insieme il più delle volte parlava con Penny o con i ragazzi. Non avevano mai parlato a lungo e comunque sempre di cose estremamente banali come il lavoro e l'università.
« Sì! Così possiamo conoscerla meglio, che ne dici? »
Amy annuì poco entusiasta e Penny cercò il cellulare rimasto sepolto da una montagna di vestiti e  cercò il suo numero sulla rubrica.
 

« Scusate se ci ho messo tanto, ma ho finito più tardi del solito. » Amy non si era ancora abituata alla voce stridula di Bernadette.
« Tranquilla non ti preoccupare. » la rassicurò Penny con un sorriso amichevole.
« Finalmente passiamo un po' di tempo insieme! Purtroppo non riesco mai ad esserci la sera e di giorno voi siete impegnate con l'università quindi non troviamo mai il tempo per vederci. »
« Hai ragione. Vuoi qualcosa? »
Bernadette annuì e le chiese qualcosa di alcolico. Dopo un intero pomeriggio passato a pulire tavoli e correre avanti e indietro dalla cucina voleva solo sedersi, birra alla mano e non alzarsi più.
Parlarono del più e del meno e Amy scoprì che non era affatto antipatica come pensava. Era una che preferiva dirti le cose in faccia senza tanti problemi e per questo aveva avuto parecchi problemi con le persone e aveva perso diversi amici, ma a lei questo non importava. Non sopportava dire le cose alle spalle ed era questo suo lato del carattere che Howard trovava affascinante.
Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta. Penny corrugò la fronte interrogativa. Leonard non poteva essere perché l'aveva visto andare via e probabilmente sarebbe tornato tardi mentre Sheldon neanche bussava, semplicemente entrava come se fosse stata casa sua.
Quando si ritrovò davanti Howard rimase parecchio sorpresa.
« Oh, e tu che ci fai qui? »
« Posso entrare? »
Penny gli fece spazio sempre più confusa.
« Howie! Non dovevi essere al lavoro? »
« Sì, ma ho finito prima e...beh, sono venuto a fare un giro qui...» disse camminando per la stanza guardandosi attorno.
« Non sei uscito con Leonard e gli altri? » domandò Amy.
« No, sono usciti tutti per conto loro...»
Rimasero in silenzio per qualche secondo mentre Howard cercava qualcosa da bere. Vagò per la cucina sotto lo sguardo di Penny e Amy ed alla fine optò per bere direttamente dalla bottiglia della fidanzata.
« Ma cos'è successo? Avete litigato per caso? » domandò incuriosita la padrona di casa. Howard sembrava giù di morale e Penny capì che ancora non avevano risolto qualunque cosa fosse.
« Non mi avevi detto che avevate litigato. » si intromise Bernadette.
« Io no, ma Leonard, Raj e Sheldon sì. » rispose il ragazzo con aria mogia. « A malapena si parlano adesso. »
« Lo so lo abbiamo notato anche noi, giusto Amy? »
Amy annuì.
« Solo che ancora non sappiamo perché. Tu lo sai? »
Howard serrò la mascella. Sapeva che aveva fatto male ad andare da loro quella sera, ma non c'era nessuno con cui poteva stare e non aveva voglia di girare da solo.
« Io? Scherzi? Non mi dicono mai niente quei tre...» mentì sedendosi sul bracciolo del divano in parte alla sua ragazza.
« Howard, tesoro, lo sai che non siamo cretine vero? » lo rimbeccò con un finto tono dolce Bernadette.
Il ragazzo sospirò, arrendendosi.
« E va bene, solo che non volevo dirlo qui, davanti a loro. » disse rivolgendo una breve occhiata a Penny e ad Amy.
« Aspetta, stai dicendo che è colpa nostra? » esclamò Penny puntandosi un dito contro. E adesso cosa centravano loro due?
« No...beh, diciamo che forse un pochino sì, cioè no, non intendevo questo...» si portò entrambe le mani avanti per scusarsi.
Penny corrugò la fronte perplessa.
« Ti conviene sputare il rospo, ciccino. » disse secca.
Howard sbuffò. « D'accordo. Raj si è arrabbiato perché pensa che alla festa Sheldon ci abbia provato con te » si rivolse ad Amy « e che per colpa sua tu adesso non voglia più uscire con lui. »
Amy rimase molto sorpresa. Le aveva dato l'impressione che in biblioteca Raj avesse capito che infondo c'era stato qualcosa, ma non avrebbe mai pensato che avrebbe addirittura litigato con Sheldon per questo. Non sapeva però com'erano andate veramente le cose altrimenti non si sarebbe limitato a non parlare più con lui, forse avrebbe avuto una reazione un po' più violenta.
Raj era geloso di lei, ma d'altronde era normale visto che aveva ammesso che gli piaceva.
Era forse questo il motivo per cui Sheldon non voleva più stare in sua compagnia?
« Invece Leonard ha saputo che tu e Sheldon vi siete baciati. » ora stava guardando Penny. « E si è incazzato come una bestia. Li conosco da tanto, ma non li avevo mai visti litigare così a lungo. »
Penny sgranò gli occhi. Non tanto per la questione del bacio, ma per il fatto che Leonard si fosse arrabbiato. Perché? Cosa c'era sotto?
Amy si girò di scatto verso l'amica. « Perché non mi hai mai detto che vi siete baciati?! » Come aveva potuto nasconderle una cosa del genere? Si erano baciati e lei non aveva saputo niente fino a quel momento. Sentì la rabbia crescerle dentro e dovette mordersi il labbro per scaricare la tensione. Era arrabbiata verso di lei per averle tenuto nascosta una cosa così importante per tutto questo tempo. Quel bacio doveva essere riservato a lei, non a Penny. Ed era arrabbiata con Sheldon perché, beh...perché è solo uno stupido. Se voleva stare con Penny poteva farlo senza alcun problema, senza allontanarsi da loro, da lei, e senza litigare con tutti.
« E perché tu non mi hai detto che lui ci ha provato con te? » sbottò la bionda.
« Lui non ci ha provato con me. Raj non ha capito niente. » si sentiva una falsa. Lui ci aveva provato con lei, eccome.
« Io ero ubriaca, quasi non mi ricordo di quello che ho fatto, pensa tu! » Penny si portò entrambe le mani sul viso. « Che stupida che sono stata. Ho fatto le cose senza pensarci e adesso loro due hanno litigato per colpa mia, anzi nostra. » piagnucolò in preda ai sensi di colpa.
« Ma no ragazze non è colpa vostra...» cercò di tranquillizzarle l'amico, ma con scarso risultato.
« Il fatto è che Sheldon è così dannatamente figo. » proruppe Penny tirando su la testa di scatto come se avesse avuto un'illuminazione dal cielo. « Oltretutto è simpatico e sì, ne sono sicura, infondo infondo è anche dolce. Come si fa a resistergli? » domandò più a se stessa che ai presenti. « Se solo volesse impegnarsi seriamente. Non ci penserei due volte a mettermi insieme a lui. »
Amy rimase pietrificata da quelle parole. No, non poteva credere che la sua amica mostrasse interesse verso Sheldon. Non ora. Non ora che aveva capito di provare qualcosa per lui. Se davvero anche Penny aveva messo gli occhi su di lui, lei non avrebbe più avuto alcuna speranza. Se Penny si facesse avanti Sheldon non ci penserebbe due volte a dirle di sì perché lei è indubbiamente il suo tipo di ragazza preferita.
E pensare che voleva confidarle il fatto che Sheldon cominciava a non vederlo più come un semplice amico. Ora però non era più tanto sicura di dirglielo. Anzi, non avrebbe dovuto dirglielo. Se loro due si piacevano come pensava, avrebbe solo complicato le cose se avesse ammesso quello che in realtà provava per Sheldon. E, nonostante tutto, voleva solo che Penny fosse felice. Se fosse stata felice con lui, allora non aveva alcun diritto di mettersi in mezzo.
Ma non ci riusciva. Non riusciva a mostrarsi indifferente e non ce l'avrebbe mai fatta. Non avrebbe sopportato l'idea di vederli insieme, di tenersi per mano o di baciarsi. 

Quando sentì gli occhi pizzicare lievemente prese un paio di grossi respiri. Non voleva che gli altri notassero qualcosa di diverso in lei.
Howard assunse un'espressione più tesa alle parole della bionda. Era ben conscio dei sentimenti che Leonard provava per lei e se davvero Penny metteva gli occhi su Sheldon sarebbe stata la fine. C'era davvero il rischio che non si sarebbero più parlati.
« Però tutti sappiamo com'è fatto Sheldon. Dovrai rassegnarti. » disse Howard guardandola seriamente.
Penny ci rifletté su per qualche secondo mentre osservava il soffitto. Poi riabbassò lo sguardo e lo posò sul ragazzo moro di fronte a lei.
« Però magari riesco a fargli cambiare idea. »
Amy trattenne il respiro. Non stava dicendo sul serio...
Howard strinse con forza la bottiglia che aveva in mano mentre Bernadette la guardava curiosa.
« Cosa intendi dire? » cinguettò lei sbattendo le lunghe ciglia.
« Beh, in psicologia abbiamo studiato che se un uomo non si vuole impegnare in una relazione solitamente è perché ha paura di assumersi un tale impegno...»  si sistemò in una posizione più comoda. « Forse ha solo bisogno di qualcuno di cui possa fidarsi ciecamente. »
« E quel qualcuno potresti essere tu? » domandò cauto Howard.
Penny scrollò le spalle. « Perché no? »
Amy lanciò un'occhiata al ragazzo e sul suo viso lesse solo stupore e timore allo stesso momento. Esattamente quello che stava provando lei. E nessuno dei due sapeva più cosa dire.
« Perché se non dovesse funzionare quella che ne uscirebbe sconvolta saresti tu, non lui. » disse Bernadette salvando entrambi.
« Provare non costa nulla, giusto? » disse abbozzando un piccolo sorriso.
Amy andò nel panico. Voleva dirle di Leonard e l'avrebbe già fatto se solo Sheldon non le avesse fatto promettere di tenere la bocca chiusa. Voleva dirle tutto quanto, tutto quello che provava, ma non uscì nemmeno mezza parola. Erano come bloccate infondo alla gola.
« No, non puoi Penny! » scattò Howard alzandosi in piedi e lasciando di stucco le tre ragazze. Amy rimase sconcertata. Che stesse per dire lui quello che lei aveva in mente?
Penny lo fissò leggermente perplessa. « Perché non posso? »
« Perché...beh, perché...» non sapeva cosa dire. Aprì e richiuse la bocca tre o quattro volte non riuscendo a trovare le parole da dire. « Perché Bernadette ha ragione. Hai appena chiuso con Zack, forse hai bisogno di un po' di tempo prima...per pensarci...» mormorò sperando di essere abbastanza convincente.
Penny sospirò fissando il pavimento. « Forse hai ragione...» disse in modo atono. Howard tirò un piccolo sospiro di sollievo e anche Amy parve rilassarsi un pochino.
« Devo solo superare questo momento post-rottura con il mio ex fidanzato. » affermò con sguardo deciso.
Amy si fece di nuovo tesa. Quel luccichio negli occhi non le piaceva per niente.




Buon pomeriggio, finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare!
Penny è sempre la solita, non ha nessun problema a passare a qualcun'altro a quanto pare <.<
Amy ha ormai -finalmente- capito che per Sheldon prova qualcosa di più che una semplice amicizia e avrebbe voluto confidare questo fatto a Penny, se solo quest'ultima non avesse ammesso che con Sheldon ci starebbe tranquillamente <.<
Un grazie grandissimo a tutti quelli che seguono la storia! :D
A presto!
  
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