30/03/2015
0 recensioniMy mistress' eyes
Si ritrovò a fissarla incantato in biblioteca, quando con gesti spazientiti spostava indietro quella criniera che solo lei poteva definire "capelli"; avevano un che di cespuglioso che ti faceva pensare che saresti potuto rimanere incastrato per sempre se avessi provato ad infilarci una mano in mezzo.
Non era certo una dea.
Si ritrovò a fissare le sue labbra pallide (sicuramente non rosse e piene come quelle di Pansy, che gli era accanto) quando si scontravano per i corridoi e litigavano. Anche se lui ormai non litigava più, ci pensavano Theodore e Pansy a dire quelle parole che lui faceva fatica persino a pensare, impegnato com'era ad osservare quella bocca sottile che si stringeva sempre più (certe volte assomigliava in modo inquietante alla McGranitt) dal nervoso.
Non era certo una dea.
Si ritrovò a fissare la sua scollatura senza neanche volerlo, consapevole di averle fatto appena saltare via con la bacchetta i primi bottoni della camicietta e sorrise strafottente per mascherare il desiderio di sfiorarle quei seni piccoli, neanche lontanamente pieni come quelli della ragazza con cui stava uscendo il quel periodo. Non ebbe il tempo di formulare una frase pungente perché si beccò una fattura in pieno volto da quella banshee infuriata della Granger e dovette correre in infermeria.
Non era certo una dea.
Si ritrovò ad ascoltarla urlare come impazzita su quanto lo odiasse e su quello che gli avrebbe voluto fare se non fosse stata sicura che per questo l'avrebbero espulsa (eraincredibile invece quello che avrebbe voluto fare lui a lei..ma quello era meglio non dirlo) e mentre lei urlava, lui per non pensare che erano in un'aula vuota da soli rifletteva sulla sua voce paragonandola a quella di sua madre, che anche se utilizzava una maledizione senza perdono parlava sempre e comunque con la voce dolce di chi sta leggendo una favola della buonanotte ad un bambino. Lei invece gli stava trapanando i timpani, non era musicale. Ma era anche l'unica da cui si era mai fatto rimproverare dopo aver compiuto undici anni, a nessuno aveva mai dato tutta questa confidenza. Soprattutto non ad una sanguesporco..non aveva mai abbracciato una sanguesporco, prima.
Non era certo una dea.
Si ritrovò ad osservarla mentre camminava con incedere imperioso per andare a sedersi poco elegantemente ai primi banchi dell'aula. Per eleganza e delicatezza era paragonabile ad un drago in un negozio di sfere di cristallo ma lui non poteva impedirsi di fissare incantato l'oscillare del mantello della sua uniforme, sempre sognando per pochi istanti di poterglielo levare insieme a tutto il resto ma quel giorno era diverso: lei nella sua avanzata si era voltata a guardarlo, solo per un istante ma aveva guardato lui con curiosità. E poi era quasi inciampata nei suoi stessi passi.
Non era certo una dea.
Si era ritrovato a fissarla negli occhi forse un po' troppo velocemente per poter capire subito cos'era successo, visto che fino ad un momento prima stava camminando dall'uscita della sala grande verso i sotterranei ed ora era in uno stretto passaggio segreto illuminato da torce che spandevano la loro luce aranciata sui muri e dando agli occhi di lei una sfumatura che a lui faceva leggermente paura.
I suoi occhi non erano luminosi come il sole o le stelle, non brillavano di luce propria spandendo, con la loro luminosità, felicità in ogni luogo in cui fosse. I suoi occhi erano decisi e scuri, occhi determinati anche se in quel momento vi si poteva intravedere una punta di confusione ed incertezza; Hermione aveva due occhi che però erano capaci di catturarlo e tenerlo intrappolato in loro per quanto avessero voluto.
Draco era completamente in loro mercé.
Non era certo una dea.
Si era trovato ad annusare l'odore della sua pelle, semplice come lei che era misto a quello di ciò che aveva mangiato, probabilmente qualcosa con molta cipolla ma stranamente non gli dispiaceva.
Lei stava parlando a macchinetta come era suo solito fare, elencando tutti i suoi comportamenti che in quel periodo l'avevano insospettita, anche se forse sarebbe stato più corretto dire incuriosita e quando, dopo lunghissimi minuti terminò di parlare con un sospiro guardandolo con sfida, come a dire che non lo temeva, lui semplicemente si chinò verso di lei dall'alto del suo metro e ottanta e la baciò leggermente su quelle labbra sottili, immergendo la mano nel folto groviglio dei capelli di lei e sperando di non uscirne più. Poi si staccò leggermente, certo di averla scioccata abbastanza a poterle parlare senza subire interruzioni e raccontò. Raccontò chiesi era ritrovato ad osservarla, a studiarla quasi senza neanche sapere il perché.. "Io, Granger, non so neanche come chiamare questa cosa e sinceramente non è il primo dei miei problemi adesso ma provo un certo trasporto per tee anche se non posso prometterti l'amore delle favole, posso prometterti qualcosa di più vero" terminò quasi in un sussurro, senza neanche più sapere cosa fare e quando la guardò, lei gli sorrise:"Non voglio le favole" e lo baciò davvero.
Non era una dea
ma per lui era irresistibile.
Il mio angolino ^^
Ciao, mi sento un po' in imbarazzo perché è molto che non posto e dovrei anche andare avanti con una storia (e studiare inglese) ma questa OS mi è uscita di getto oggi pomeriggio e so che se non la postassi ora, non la posterei più..
Per cui spero che ti sia piaciuta ed evito di tediarti ancora..svanisco! *puff*
Ciao ciao c:
Jane