NdCrystalRose: si consiglia di ascoltare durante la lettura,
"Celtic Sanctuary" di David Arkenestone (https://www.youtube.com/watch?v=eXhyC-SQAb4)
seguita da "The Fire Within" degli Audiomachine (https://www.youtube.com/watch?v=bg_6FYZVFd4)
Valhalla, un mese dopo
Erin
e Hervör avevano reclutato una giovane fanciulla di Asgärð per farla diventare
una valchiria. Il loro destino era quello di essere nove e senza Hnoss dovevano
trovarne un’altra. In realtà trovarla è stato semplice, Hervör sapeva quali
fossero le destinate a entrare nel Valhalla. Tranne per Erin. Ma questa storia,
la conosciamo già.
La
pace nei Nove Regni era tornata.
Su
Asgärð erano stati celebrati i funerali solenni di Odino, a cui Erin prese
parte come rappresentante di Loki e Hel, visto che quest’ultimi erano stati
banditi per i prossimi quattro secoli da Asgärð.
Non
che ai due importasse, entrambi avevano il loro Regno da governare e di certo
non volevano perdere tempo nel Regno degli Dei. Luogo che ormai, specie per
l’Ingannatore, aveva perso di importanza strategica dal momento in cui Thor vi
regnava, avendo fatto l’errore di portare Jane con sé. Lei era ancora umana,
quindi Loki sperava di ottenerlo senza guerre. Alla morte di Jane, Thor non
sarebbe stato più in grado di regnare perché distrutto dal dolore e Loki
avrebbe potuto rilevare il regno come legittimo erede. Ci sperava ma se non
fosse avvenuto non gli sarebbe importato molto. Dalla sua aveva comunque il
regno della figlia.
Gli
altri regnanti degli altri Regni si erano impuntati che Hel dovesse essere
punita per il suo gesto ma questo avrebbe portato, quasi certamente, a una
nuova guerra, dato che Loki non avrebbe mai permesso che fosse torto un capello
alla figlia.
Per
di più, non era mai cosa saggia mettersi contro la Dea dei Morti, quindi fu
bandita da Asgärð come il padre. L’Ingannatore preoccupava quanto la figlia,
erano giudicati pericolosi e gli altri Regni avevano paura di averceli contro
una qualsiasi minaccia futura che avrebbe potuto colpirli.
Quindi
confinarli era un’ottima occasione per tenerli lontani dagli affari di palazzo
ma tenerli comunque sott’occhio.
Erin
aveva accettato di buon grado questa decisione, d’altronde lei poteva ancora
muoversi tranquillamente per i Nove Regni. Era diventata la vice di Hervör e la
mediatrice fra i nove Regni, specie fra quelli a lei più cari: Jötunheimr,
Helheimr e Miðgarð.
In
più era un ottimo compromesso per lo meno non avrebbe visto la sua famiglia
condannata a morte. Avrebbe vissuto nel Valhalla e visto meno Loki di quanto
avrebbe voluto, ma la vita del dio era molto più importante come quella di Hel.
***
Erin
era affacciata alla terrazza del Valhalla guardando in direzione di Jötunheimr,
là dove il suo re regnava.
-Erin?-
la chiamò Hervör.
-Sì?-
rispose voltandosi.
-Ho
una sorpresa per te- le sorrise porgendole le sue mani.
Lei
le afferrò titubante.
-Che
genere di sorpresa?-
-Seguimi-
rispose solamente, guidandola verso un’ala del Valhalla che non conosceva
ancora.
Si
fermarono davanti a un pesante portone in pietra.
-Questa
porta conduce al Valhalla vero e proprio. Al paradiso delle anime-
-Non
capisco…-
-Nessuno
ci può entrare, tranne noi valchirie a risolvere qualche problema. Per te, farò
un’eccezione-
-Hervör
non ti sto seguendo- confessò perplessa.
-C’è
una persona che ti aspetta- affermò spingendo con forza i due battenti della
porta.
Una
forte luce bianca colpì le due donne che si fecero schermo con una mano.
Erin
entrò e, dopo che la sua vista si abituò alla luce, la vide.
Sgranò
gli occhi incredula e la vista le si appannò per le lacrime.
Davanti
a lei stava una donna minuta, vestita di bianco e molto anziana.
La
valchiria le corse incontro e l’abbracciò.
-Nonna!-
mormorò, stringendola forte.
-Bambina
mia! Quanto mi sei mancata-
Erin
la osservò meglio. Era rimasta uguale a quand’era viva su Miðgarð. Era morta
quando lei aveva dieci anni e la ricordava ancora bene.
Nonna
Teamhair le sorrise dolcemente.
-Come…?-
chiese Erin.
-Sia
possibile? Pensavo che a questo punto avessi smesso di farti domande-
-Sì,
voglio dire…sei morta, le anime di Helheimr sono evanescenti, tu…bè tu sei in
carne ed ossa-
L’anziana
rise di gusto.
-Qui
siamo nel Valhalla, tutto è permesso-
Erin
non rispose perché per la prima volta dopo tanto tempo, si rese conto che le
mancavano i suoi genitori e quello che aveva su Miðgarð scoppiò in lacrime.
-Sssshhh,
piccola mia, lo so che ti mancano i tuoi genitori ma loro si sono rassegnati
all’idea di non rivederti mai più. Non immaginano nemmeno cosa tu sia diventata
e quando lo sapranno, a quel punto, mi daranno ragione- la consolò asciugandole
le lacrime.
Erin
scoppiò a ridere.
-Che
sono una valchiria?-
-Che
sei una regina- la corresse dolcemente, accarezzandole il viso.
-Tu
lo sapevi vero?-
-Perché
credi che ti abbia insegnato il norreno? Ti sei mai chiesta perché la tua
coperta fosse verde? Perché io ti abbia trasmesso tutte le mie conoscenze? Non
potevi arrivare impreparata in questo mondo e soprattutto al cospetto di un dio
come Loki-
-No,
non ero impreparata ma non mi aspettavo nulla di tutto ciò-
-Le
rune lo avevano predetto. E io sono così orgogliosa che tu sia la compagna
dell’Ingannatore e una splendida valchiria. Per non parlare di Hel, è così
adorabile-
-Io
non avevo mai creduto alle rune, pensavo fossero favole finché…-
-Finché
Loki non è apparso sulla tua strada-
-Più
che apparso, è svenuto- ridacchiò la ragazza, così come la nonna.
-Quando
lo conosceranno i tuoi….-
-Nonna!
Facciamoli vivere ancora, è un po’ presto non trovi?-
-Ne
riparliamo più avanti- sorrise la donna che continuò: -Sei felice?-
-Sì,
anche se preferirei avere Loki con me-
-Non
fargli venire altre idee strane o scatena un’altra guerra-
-No,
ora è in pace con se stesso- affermò sicura.
La
donna si guardò intorno, nell’immenso bianco del Valhalla, Erin seguì il suo
sguardo.
-Devi
tornare nel palazzo-
-Di
già?-
La
donna annuì e poi abbracciò la nipote.
-Torna
a trovarmi, anche con il nostro re-
-Quale?-
chiese Erin ridendo.
-Loki
ovviamente, non parlavo di Thor di certo-
-Anche
lui è re-
-Un
po’ noioso non trovi? Tanto quanto Jane-
-Nonna!
Non fare la sovversiva nel Valhalla!!!-
-Oh
quante storie. Tu sei una regina migliore di quella svampita-
-Io
non sono una regina- specificò.
-Jötunheimr
è anche tua-
-Allora
anche Helheimr…-
-Uh
certamente. Potresti conquistare tu Asgärð- disse facendole l’occhiolino.
-Ok,
me ne vado, prima che ci rinchiudano nei sotterranei- ridacchiò Erin.
Jötunheimr, qualche tempo più tardi
Erin
camminava a passo sostenuto per il lungo
sentiero che portava al trono.
Si ricordò del giorno dell’incoronazione…
Loki era in piedi davanti al trono, gli Jotun lo
osservavano rispettosi restando in piedi a testa china.
Hel stava percorrendo il sentiero che portava al trono,
preceduta dalla madre.
Sul viso della dea era spuntato un piccolo sorriso dolce
rivolto ai suoi genitori.
Loki era maestoso nella sua veste nera e oro, il lungo
mantello verde gli ricadeva dalle spalle. Due fermagli dorati lo bloccavano al
loro posto. I lunghi capelli neri arrivavano ormai a metà schiena ed Hel sapeva
che erano stati pettinati amorevolmente dalla valchiria che le camminava davanti.
Il dio degli Inganni osservava con orgoglio la compagna
e la figlia avanzare.
Erin indossava una lunga tunica verde smeraldo con un
leggero velo di seta bianco che le copriva le spalle. La treccia scendeva
ordinata lungo la schiena, tra le mani l’elmo dorato con le lunghe corna
ricurve che avrebbe usato per incoronare il suo re.
Il loro re.
L’erede di Laufey.
Il figlio di Frigga.
Il re di Jötunheimr.
Quando Erin salì il primo gradino, Hel si fermò a
qualche passo dalla scalinata.
Il tempo sembrò fermarsi.
Erin percorse la scala lentamente.
Il dio osservava con intensità la valchiria la quale
ricambiava lo sguardo.
Quando si ritrovarono faccia a faccia, lui le sorrise e
si inginocchiò davanti a lei.
La ragazza mise l’elmo dorato sul capo dell’Ingannatore,
dopodiché prese il suo viso fra le mani e chinandosi lo baciò lievemente sulle
labbra.
Il dio dovette trattenersi per non rompere il protocollo
e afferrare la valchiria per i fianchi e baciarla.
I due poi si guardarono negli occhi per qualche secondo,
ed entrambi rividero il momento in cui si guardarono negli occhi per la prima
volta su Miðgarð.
Quando Erin si rialzò, Loki si alzò prendendo la mano
destra della giovane e la fece voltare verso il popolo.
Tutta Jötunheimr gioì alla vista del nuovo re. Anche
Thor, che era in prima fila alle spalle di Hel, urlò in favore del fratello.
-Il re di Jötunheimr Loki Laufeyson- annunciò una
guardia reale.
Loki sorrise, finalmente un sorriso che veniva dal
cuore.
Aveva tutto ciò che voleva ed era felice.
Per un secondo guardò in direzione di Asgärð, verso il
Valhalla, là dove l’anima di Frigga viveva.
Gli occhi verde smeraldo si appannarono leggermene per
le lacrime.
Erin gli strinse la mano.
-Lei è orgogliosa di te- mormorò la valchiria.
-Lo so, Erin, lo so- replicò lui.
E potete giurarci, dal Valhalla anche la Signora del
Cielo stava sorridendo commossa.
L’adrenalina
scorreva veloce nelle vene di Erin, era così ogni volta che lo andava a
trovare.
Arroccato
in cima a una collina, c’era il trono del dio Loki.
-Erin!-
esclamò Loki, alzandosi dal trono e andandole incontro con le braccia aperte.
-Ho
una sorpresa per te- affermò il dio sciogliendo l’abbraccio.
-Periodo
di sorprese…- mormorò la giovane.
Il
dio la guardò stranito, non essendo a conoscenza della sorpresa che l’amata
aveva ricevuto da Hervör qualche tempo prima.
-Andiamo
su Miðgarð- affermò entusiasta.
Londra, Miðgarð, quella sera.
-Era
tanto che non indossavo vestiti midgardiani- mormorò la valchiria guardando la
sua gonna rossa.
-Amo
questo completo, lo avevo a Stoccarda-
-Ti
dona, anche se forse i capelli lunghi stonano un po’- ridacchiò.
-Bè
ma qui sono abituati agli uomini con i capelli lunghi, o sbaglio?-
-No,
non sbagli- ridacchiò Erin aprendo la porta della libreria a cui erano diretti.
Il
luogo era strapieno, la coppia rimase in piedi in fondo alla sala per ascoltare
il professor Harris che stava presentando il nuovo libro della mitologia
norrena, aggiornato con i nuovi regnanti e la morte di Odino.
Non
sapevano in quanti avrebbero creduto a quelle parole, di fatto rimaneva un
romanzo epico che rivisitava il classico.
-…alla
fine del Ragnarök, le truppe si ritirarono per entrambi gli schieramenti. Thor
divenne il re di Asgärð e il fratellastro Loki, il re di Jötunheimr- così Harris concluse la sua presentazione.
Erin
si voltò a osservare il profilo sinistro il compagno, il quale ascoltava con attenzione
la narrazione delle sue gesta.
Si
accorse che la giovane lo stava osservando.
-Cosa
c’è?- chiese curioso.
-Nulla.
Osservavo la tua bellezza, maestà- lo prese in giro Erin.
L’Ingannatore
ridacchiò. Si allontanò di qualche passo per recuperare una copia del libro
dalla pila più vicina e poi ritornò dalla compagna.
-Lo
facciamo autografare?-
-Non
vedo l’ora-
I
due si misero in fila e aspettarono con pazienza il proprio turno. Anche se
Loki poco dopo iniziò a stufarsi.
-Ti
ricordo che non puoi far sparire nessuno-
-Sono
un re!- piagnucolò.
-Smettila
di fare il bimbo viziato, fai la fila come tutti- lo riprese lei piccata.
Il
dio sgranò gli occhi.
-Sono
il dio degli Inganni!- esclamò alzando un po’ troppo la voce, facendo così
voltare due persone davanti a loro.
Erin
sospirò.
-Certo,
sei un dio e io una valchiria- commentò sarcastica, così facendo voltare i due
davanti a loro che tornarono a dar loro le spalle.
Loki
si avvicinò a Erin, avvolgendo le sue braccia alla vita di lei, per parlarle
direttamente nell’orecchio.
-Avrei
dovuto scegliere questo regno. Così avrei messo in riga tutti-
-Ti
ricordo che avresti trovato sempre gli Avengers fra le scatole-
Dalla
gola di Loki uscì un lamento.
-Che
noia che sono. Li avrei fatti incarcerare-
-Ti
ricordo che l’ultima volta non è andata proprio così-
Il
dio la strinse a sé.
-Smettila
di fare l’impertinente- sussurrò dandole un bacio sul collo.
-Vorrei
farti notare che siamo in pubblico-
L’altro
ridacchiò scostandosi, era il loro turno.
Il
dio mise sotto al naso del professore il libro, il quale senza alzare la testa
chiese: -A chi lo dedico?-
-Alla
studentessa di Oxford e al dio degli Inganni?- rispose Erin.
Harris
sollevò la testa di scatto.
-Ragazzi!-
li apostrofò sorpreso. Un sorriso si allargò vedendoli. Soprattutto vedendo la
ragazza sana e salva.
Scribacchiò
qualcosa sulla pagina aperta e lo riconsegnò a Erin.
I
due si allontanarono e la valchiria riaprì il libro.
“Incontriamoci a Oxford. Dove ci
siamo visti l’ultima volta. H.”
Oxford, casa di Erin, un paio di ore dopo
Le
due divinità entrarono in casa, togliendo i sigilli della polizia.
La
casa era rimasta come l’avevano lasciata.
Il
libro di mitologia norrena sul divano, l’accendino sul tavolo del soggiorno. Mancava
il vaso rosso sul davanzale e i relativi cocci a terra che Loki aveva fatto sparire.
Erin
andò di sopra seguita dal compagno.
La
porta bianca della sua camera era aperta, lei ricordava di averla chiusa quando
i Chitauri l’avevano attratta nello specchio.
Una
volta dentro osservò il letto sfatto, i loro vestiti ancora per terra e lo
specchio che era tornato a riflettere normalmente.
Erin
si portò una mano al collo come se si fosse ricordata che le mancava qualcosa.
Non trovò nulla.
Loki
sorrise appena.
-Cercavi
questa?- domandò, mostrandole un ciondolo.
La
giovane si voltò a osservare la runa Dagaz che dondolava dalla mano del dio e
sorrise riconoscendola.
La
prese in mano.
Al
contatto era ancora fredda e osservandola bene notò che era ancora leggermente
macchiata di sangue.
Il
suo.
La
strinse nella sua mano, Loki lasciò la presa.
-A
cosa pensi?- domandò l’uomo.
Erin
scosse la testa, non sapeva come spiegarlo, tutto quello che le era successo le
sembrava irreale ma sapeva che non era così, erano solo passati quattro anni
quasi cinque, su Asgärð erano molti di più. Le sembrava ieri.
Non
sapeva come sentirsi, né come si sentiva.
Sapeva
solo che era felice e che il suo posto era con l’Ingannatore.
-Puoi
aiutarmi a metterla?- rispose.
La
divinità fu felice di aiutarla.
-Oh
eccovi qui- disse Harris entrando in camera.
-Professore-
la giovane lo abbracciò, cogliendolo di sorpresa.
-Sono
felice che stia bene, signorina Hall-
La
giovane ridacchiò.
-Spero
di non averti mancato di rispetto ma per me, resterai la mia allieva migliore.
Non potevo chiedere di meglio nella mia carriera: una studentessa valchiria-
-È
stato un caso…- mormorò lei, mentendo.
-Oh
no, penso che fosse scritto- commentò Harris.
-Lo
era infatti- replicò Loki – continui a credere nelle divinazioni delle rune,
molte cose accadranno in futuro- sorrise il dio furbamente e uscì dalla stanza.
-Grazie
di tutto- gli disse Erin.
-Non
ho fatto nulla-
-Per
esser stato accanto alla mia famiglia qui. Io non posso rivederli e lei ha
fatto davvero tanto-
-Io…bè
mi sembrava il minimo- rispose imbarazzato.
-Ci
rivedremo presto- lo salutò la madre della dea degli Inferi, raggiungendo il
dio dal mantello verde.
-Come?-
-Quando
sarà ora. Nel Valhalla- rispose sorridendo materna.
Si
avvicinò al dio e lo prese per mano.
I
due sparirono avvolti da un fascio di luce verde e oro.
Lasciarono
il professore solo e al buio, in quella casa dove tutto era iniziato in un
pomeriggio piovoso.
Asgärð,
Valhalla, stanza di Erin, alcune settimane dopo…
-Mi hai
spaventata-
-Volevo
darti la buonanotte- si scusò Loki uscendo da dietro le tende.
-Sei
bandito, lo sai?- ridacchiò la ragazza.
-Come se
fosse la prima volta…- sorrise lui.
Erin lo
baciò.
-Volevo
darti una cosa-
Lei lo
guardò stranita mentre lui le porgeva una mano chiusa.
-Cos…-
disse interrompendosi quando Loki aprì la mano.
Una gemma
ovale di color verde smeraldo pulsava nella mano del compagno.
-Loki!-
lo riprese arrabbiata.
-Non
pensavo ti desse fastidio ricevere un regalo!-
-È una
gemma dell’infinito!-
-Lo so-
rispose lui come se fosse ovvio.
-Non la
posso tenere-
-Bisogna
tenerle in luoghi separati lo sai vero?-
-Non
voglio sapere come l’hai ottenuta…-
-Esatto
non lo vuoi sapere-
-Che hai
in mente? Questa è potente, controlla le anime-
-Non ho
nulla in mente. Sì, è una delle più potenti, più dell’Æther, per questo la sto
dando a te. Sono l’Ingannatore e non posso tenerla-
Erin la
prese in mano.
-Tu che
rinunci a un oggetto di potere?- ridacchiò.
-So che
me la cederesti in caso di bisogno- sorrise con il suo tipico sorriso malefico.
-Te lo
puoi scordare. Ad ogni modo, la farò incastonare nel mio corsetto. Sul cuore…-
Il dio le
diede un bacio sulla fronte e fece per andarsene.
-Un’ultima
cosa…- riprese voltandosi.
-Parla-
lo incoraggiò lei appoggiando la gemma sul tavolo che aveva accanto.
Lui prese
un respiro profondo a occhi chiusi e poi le prese le mani e le baciò entrambe,
sulle nocche.
Alzò lo
sguardo su di lei, un sorriso bellissimo comparì sul volto del dio.
-Erin, vuoi
sposarmi?-
Fine.
Spazio autrice:
Lo so,
sono in ritardo colossale (sai che novità, direte voi). In realtà il capitolo
era pronto da un po’, ero io che temporeggiavo perché non volevo e non voglio
staccarmi da questa storia.
Spero che
il finale vi sia piaciuto, andiamo non dovrò mica dirvi la risposta di Erin?!
È un
finale aperto verso “Infinity War” ma questo non significa che ci sarà un
sequel.
Questa storia
è già andata oltre le mie aspettative, doveva concludersi già al capitolo 16 ma
poi è proseguita quasi da sola =)
Voglio ringraziare
davvero di cuore tutti coloro che hanno letto perché questa è stata la mia
storia più letta e seguita e per questo vi dico GRAZIE!!!
Grazie a
chi ha commentato, chi l’ha messa fra preferite/seguite/ricordate, chi l’ha
semplicemente letta. Siete stati tutti importanti per farmi andare avanti a
scrivere.
Lo so che
ci ho impiegato più di un anno a completarla però penso che alla fine sia
venuto fuori un bel lavoro.
D’altronde
un lieto fine ci stava, no? :D
Erin,
Loki e Hel mi mancheranno da dover scrivere ma credo che sia giunto il momento
di lasciarli andare.
Grazie
ancora per aver letto.
Un abbraccio
a tutti.
CrystalRose
PS: un
grazie va a Hermes per avermi consigliato come inserire la scena dell’incoronazione
o se aspettavate me pubblicavo nel 2030!! XD