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Autore: tata_angel    31/03/2015    1 recensioni
Ma non c' era tempo da perdere, infondo doveva fare le valigie e sistemare tutto, era così felice di andare in Argentina, ed era sicura che sarebbe andato tutto bene.
Blue moon! Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partenza
This isn’t goodbye, not even a break, I know it’s not one that we wanted
to take. But I’ll bo home, soon. I hope you’ll wait for me like I wait for you

 
Rein stava bevendo il suo latte con il capo poggiato sulla mano, forse non era propriamente pronta ad alzarsi.
Portò la tazza del latte alle labbra lamentandosi
-Cosa ti infastidisce tanto?- sentì una voce provenire dalla porta, alzò lo sguardo e vide suo fratello poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
Rein indicò la tazza -troppa fatica, non riesco a sollevarla- sbruffò poi.
Chris si lasciò ad una risata -vuoi che ti imbocchi?- chiese, Rein gli lanciò uno sguardo di fuoco, ghignando suo fratello replicò: -cosa? Quando eri piccola ero solito imboccarti quando mamma non poteva.
 -Parliamo di cose serie” sbottò improvvisamente Rein -cosa hai in mente con Shade- chiese arrivando dritta al punto.
Chris si schiarì la gola -dov’è Jhon? È andato a scuola?-
Rein lo guarda storto, perché nella sua famiglia avevano il vizio di scappare alle loro responsabilità e di cambiare discorso -Non cambiare discorso?-
Christian si sedette a tavola, prese un profondo respiro e iniziò a parlare: -come mi hai chiesto tu, non sto interferendo con il vostro rapporto, ma  questo non significa che io non possa verificare quanto questo ragazzo sia affidabile-
-Ma cosa avete tutti- sbottò Rein esasperata -è possibile che dubitiate tutti di lui? Che vi ha fatto?-
-Me lo stai chiedendo davvero o..- iniziò Chris, prima di ricevere uno sguardo torvo da sua sorella che, dopo aver sorseggiato un goccio di latte, sospirò per iniziare a parlare: -io capisco perché siete così impauriti, e, oddio, odio ammetterlo, ho paura anche io, ma voglio pensare che andrà bene- disse lei in tono serio.
Chris prese la mano di sua sorella e l’accarezzò cercando di  fargli sentire il suo affetto.
Si fidava di sua sorella, sapeva che era una persona seria e capace di prendere le sue decisioni, ma  non poteva non aver paura. Stava vivendo una nuova esperienza da cui avrebbe potetuto uscire con il cuore in frantumi e voleva evitarlo. Sapeva di non poter difendere sempre sua sorella, che anche lei stava crescendo e che aveva bisogno di fare le sue esperienze, ma come può un fratello starsene con le mani in mano quando sa che sua sorella potrebbe soffrire?
E voleva davvero potersi rilassare, in cuor suo aveva capito che Shade era un bravo ragazzo, ma il suo istinto protettivo era più forte.
 
 
Durante il pomeriggio Rein si rese conto che stava diluviando, quindi il suo pomeriggio fuori con Shade era andato in fumo.
Si guardò intorno per cercare qualcosa da fare in casa e sospirò di sollievo quando pensò al computer in camera, avrebbero potuto guardare qualche film in streaming.
Mandò velocemente un messaggio a Shade dicendogli dei suoi piani e andò in cucina
-Mamma- chiamò sua madre che era seduta a leggere una rivista
-Sì, tesoro?- rispose Elsa sorridendo
-Ti va di fare una partita a carte? È da tanto che non ne facciamo una- chiese poi, Elsa storse il naso
-Perché non ci facciamo una partita a scarabeo?- propose invece lei, Rein sorrise -ottima idea- rispode poi.
Rein tornò con la scatola dello scarabeo  e si prepararono per la partita.
 
-Cosa fate oggi tu e Shade? Fuori sta piovendo- chiese curiosa Elsa
-Probabilmente ci vedremo un film in streaming, oppure potremmo giocare insieme a te a scarabeo- rispose Rein sorridendo a sua madre.
-Mi piacerebbe-
 
 
Dopo mille risate e tre partite di scarabeo, sentirono il campanello suonare e Rein andò ad aprire la porta.
Spalancò gli occhi per il terrore quando vide che alla porta c’era Shade e che accanto a lui c’era Chris.
-Ciao- e Rein capì che il saluto le era uscito più come una domanda che altro
-Ehi Rein, ci lasci entrare?- chiese suo fratello, ma  quando Rein rimase ferma guardando davanti a sé, suo fratello rise un po’
-A quanto pare mia sorella è rimasta affascinata dalla tua maglietta fradicia, cognatino- riprese poi Chris dando qualche pacca sulla spalla di Shade
“Co-co-cognatino?” chiese confusa, da quando Chris era così amorevole con Shade? E perché nella voce di suo fratello non c’era traccia di ironia? Cosa si era persa?
Rein posò il suo sguardo su Shade che le sorrise in modo rassicurante.
‘Hanno chiarito?’ pensò Rein, possibile?’
-Io e mamma ci stavamo facendo una partita a scarabeo, volete unirvi anche voi?-
-Ci sto!- rispose contento Chris -tu che dici Shade?-
-Uh?- rispose Shade
-Vuoi giocare anche tu?- chiese Chris
-Sì, certo- rispose sorridendo. Shade si sentì estremamente felice, la chiacchierata che aveva avuto poco prima con Christian era stata rassicurante. Improvvisamente sentiva come se i muri che Chris aveva nei suoi confronti fossero crollati. Sentiva di averlo convinto.
 
Sapeva che per avere la sua completa fiducia avrebbe dovuto lavorare duramente, ma era decisamente un inizio.
Shade e Christian avevano parlato nel tragitto scuola-casa su tutto, scambiandosi opinioni, e Chris aveva realizzato che Shade in realtà era un ragazzo intelligente. Inoltre aveveno  scoperto di avere molto in comune e forse proprio questo aveva aiutato Chris ad accettare Shade come una figura – apparentemente - costante nella loro famiglia. Nonostante i vari ostacoli che gli poneva davanti il senso di  protezione che aveva verso sua sorella, Chris sapeva per certo che Shade poteva essere comunque suo amico.
Solo al pensare alla sua conversazione di poco prima con Shade, mentre guarda l’espressione felice che ha sua sorella, gli sfugg’ un sorriso

-Alle volte penso..- Shade stava cercando di spiegare a Chris quanto poteva essere difficile vivere lontano da una famiglia che viveva con la paura di perderti e di come, alle volte, sentiva di non aver detto abbastanza ‘ ti voglio bene’; quando Chris lo interruppe per puntargli una ragazza seduta su una panchina che stava leggendo una rivista 
-Carina, vero?- chiese Chris
-Sì, carina. Ha dei bei capelli- rispose sinceramente Shade. L’ultima cosa che voleva fare e dire delle bugie al fratello di Rein e, oltretutto, non era un crimine pensare quanto una ragazza fosse  carina se le mani  restano al loro posto, no? 
-Mi piaci!” esclamò Chris 
-Cosa?- 
-Sì, sei sincero. Altri ragazzi avrebbero iniziato a vaneggiare quanto la propria ragazza fosse la più bella, che non guarderebbero mai altre ragazze per compiacermi, invece tu sei sincero. Mi piaci- spiegò Chris  -Anche il modo in cui hai allontanato quella ragazza al bar. Dovrò spiegare a Maria che  non hai nulla contro di lei- 
-Maria?- chiese Shade confuso
-Sì, la ragazza che hai allontanato.  Ha un ego che non puoi immaginare- spiegò Chris
-Tu?- 
-Devo accertarmi che tu sia una bravo ragazzo. Difenderò sempre Rein- chiarì Chris
-Sì, ma..-
-Non guardarmi così, alle volte i rimedi infantili sono le più efficaci.- 

Sì, forse poteva fidarsi.
 
 -Sì, ho capito. Me ne vado così potete fare i piccioncini, non ci tengo vedervi mentre vi sbaciucchiate- disse Chris alzando le mani come arresa.
Rein arrossì imbarazzata. Shade le si avvicinò prendendole la mano e le sorrise.
-Che cosa ha combinato?- chiese Rein
-Nulla, credo che finalmente possiamo avere un rapporto civile. Abbiamo scoperto di avere molto in comune” rispose Shade sorridendole di nuovo per rassicurarla.
Shade si avvicinò e poggiò le sue labbra su quelle di Rein.
Il moro portò il braccio attorno alla vita di lei, mentre posò la mano sul suo viso, passandole il pollice sulla guancia
 -C’è una partita che aspetta!- urlò dalla cucina Chris, i due si staccarono sorridendo, si diressero in cucina, Rein qualche passo indietro da Shade.
Lo sguardo di Rein si posò un attimo sul moro e arrossì furiosamente, rendendosi conto in che stato fosse: la maglietta era di un celeste talmente chiaro che con l’acqua era diventata quasi trasparente, lasciando intravedere i muscoli accennati.
Cercò in qualche modo di staccare gli occhi, ma la forza di volontà sparì quando Shade mise in tensione i muscoli.
Senza rendersene conto, Rein, aveva raggiunto la cucina dove suo fratello, con un ghigno stampato in viso, risvegliò sua sorella tossicchiando.
-Preparati ad essere sconfitto caro Shade- dichiarò Chris puntando il dito contro il petto del moro che sorrise -Sicuro di battermi?- chiese poi acquistando un po’ di sicurezza.
Nonostante tutto, si sentiva ancora intimorito dalla presenza di Chris, come se quest’ultimo stesse aspettando un suo passo falso per metterlo contro Rein.
-Cento per cento- rispose in tono fiero Chris
-Vediamo chi è il migliore- colse la sfida Shade.
Rein, ormai ripresa dalla stato di trance in cui era caduta, si voltò verso sua madre, si sorrisero ed Elsa fece un occhiolino a sua figlia.
-Prima vado a cambiarmi- disse Shade evidenziando di avere ancora addosso i vestiti zuppi d’acqua
-Giusto, vengo anche io.-
 
 
 
Dopo la seconda partita sentirono suonare il campanello, Chris andò ad aprire la porta e vide suo padre e suo fratello sulla soglia
-Giusto in tempo. Venite anche voi a fare una partita a scarabeo?- chiese il ragazzo
-Certo!- disse suo padre
-Io non so giocare- rispose Jhon imbronciato
-Non preoccuparti nano, puoi giocare con me- rispose Chris.
Nei giorni della sua permanenza, Chris era riuscito a guadagnarsi l’amicizia e un briciolo di fiducia di suo fratello. Sapeva che avrebbe dovuto lavorare ancora un po’, c’erano sono quelle volte in cui Jhon lo sentiva ancora come uno sconosciuto, ma era sicuro di voler costruire un rapporto saldo come quello che aveva con Rein.
Voleva colmare tutte le lacune che avevano.
“Sì” urlò felice Jhon “vado a posare la cartella.”
 
Erano tutti seduti attorno al tavolo a giocare a scarabeo, Jhon era seduto sulle gambe di Chris e stavano ridendo a qualcosa di stupido che aveva fatto il maggiore.
Si stavano preparando per un’altra partita quando Chris poggiò il mento sulla spalla del suo fratellino -che dici vinciamo anche questa?- chiese Chris
-Sì- esultò Jhon “facciamoli a pezzi, fratellone.”
In quel momento la stanza cadde in un silenzio tombale, tutti si guardarono con occhi spalancati, mentre Chris sentì le lacrime pizzicargli gli occhi. Il bambino si guardò intorno spaesato, senza capire cosa stesse succedendo. Poi guardò suo fratello con un’espressione confusa in volto “Chris, stai bene?” chiese poi, quando vide suo fratello con occhi lucidi 
“Sì, è tutto perfetto. Ti voglio bene, lo sai?” disse per poi stampare un bacio rumoroso sulla guancia di suo fratello.
Jhon ridacchiò un po’ -Dai, che dobbiamo farli a pezzi- urlò e poi stampò un altro bacio sulla guancia di suo fratello.
Anche se stava aspettando questo momento da tanto tempo , sentirsi chiamare ‘fratellone’ dal minore era stato sconvolgente. Nonostante avessero passato moltissimo tempo insieme, non si aspettava che Jhon lo riconoscesse come suo fratello in così poco tempo. Si sentì felice, si sentì bene. Sentiva di possedere tutto nel mondo. Probabilmente non c’era parole sufficienti a descrivere la gioia che sta provando in quel momento, con suo fratello tra le sue braccia che gli donava l’amore che non aveva ricevuto in quegli anni. E si chiese come aveva fatto a vivere tutto quel tempo senza quella fonte di gioia che era Jhon. Si maledì, perché si era perso gli anni infantili di quel bambino, ma si promise che non lo avrebbe più abbandonato.
 
-Ragazzi abbiamo passato quattro ore a giocare e neanche ce ne siamo accorti- disse Elsa -mi metto a preparare la cena.-
In un attimo il suo sorriso sparì. Si guardò intorno, tutti stanno sorridendo godendosi il momento insieme e odiò dover rovinare l’atmosfera felice, ma doveva.
-Shade- lo chiamò, ingoiò il nodo che le si era formato in gola e proseguì -dovresti iniziare a preparare la valigia, domani mattina hai il volo- disse Elsa.
Le risate si smorzarono, avevano tutti gli occhi sbarrati quando registrarono le parole di Elsa.                               In quel momento si sentirono tutti colpiti dalla realtà che volevano evitare, ma non avrebbero potuto. Avrebbero dovuto salutare Shade aspettando di rivederlo appena possibile.
-Sì, vado subito- riuscì a dire il moro
-Vengo a darti una mano- diwwe Rein mentre si alzò dalla sedia.
Arrivati in camera iniziarono a preparare la valigia senza rivolgersi una parola, ad un tratto Rein si sedette sul bordo del letto coprendosi il viso tra le mani
-Accidenti!- imprecò a denti stretti, si era promessa di non crollare fino a quando non sarebbe tornata dall’aeroporto, ma preparare le valigie la stava opprimendo. Riuscì a sentire il senso di solitudine pervaderla. Dubitò di essere pronta a lasciarlo andare.
Shade le si avvicinò, le prese una mano nella sua -staremo bene, te lo giuro- sussurrò mentre le accarezzò i capelli
-Cosa faccio? Voglio dire, cosa faccio quando sentirò la tua mancanza?- chiese Rein
-Rein, so che sarà difficile. Anche io sentirò la tua mancanza, ma chiuderò gli occhi immaginandomi il momento in cui ti rivedrò. E poi ogni sera ci vedremo su Skype, così possiamo raccontarci la nostra giornata-
-E se ho bisogno di un tuo abbraccio?-
-Facciamo così- disse Shade prima di alzarsi, tirò fuori un maglione e lo posò sul letto “Ti lascio questo. Non è la stessa cosa, ma quando hai bisogno di me tieniti stretto il maglione” le disse, lei annuì stringendolo
-Ehi, almeno fin quando ci sono io abbraccia me- mugugnò Shade. Rein sorrise, si alzò dal letto e lo abbracciò.
Restarono ad abbracciarsi, iniziarono a muoversi come se ci fosse della musica
-Sai che questo è un orribile cliché, vero?- disse Rein, tenendo il viso nascosto tra la spalla e il collo di Shade
-Lo so, ma possiamo permettercelo dato che domani devo partire- rispose Shade
 
 
 
Dopo cena si misero sul letto tenendosi per mano
-Mi piace stare così con te- disse Shade, Rein si girò per guardarlo
-Insomma, stare stesi sul letto tenersi per mano e guardare il soffitto. È come se i problemi non ci fossero, come se si fermassero dietro quella porta-
-Shade-
-Dimmi- chiese il moro
-Potresti far venire qui i tuoi genitori? Vorrei che incontrassero i miei. Cielo. Sarà un ragionamento stupido. So che già sono venuta da voi nonostante i miei non li conoscessero, ma questa volta è diverso. Praticamente sono i genitori del mio ragazzo.. insomma i tuoi e vorrei che si incontrassero. Così i miei si possono sentire sicuri nel permettermi di venire in Argentina da te”
Shade sorrise “Certo” rispose “però aspetta, com’è che mi hai chiamato?” chiese poi facendo arrossire Rein
“Il mio ragazzo?” chiese Rein
“Suona bene detto da te”
“Oh cielo, quanto sei sdolcinato!” si lamentò Rein.
 
Calò di nuovo il silenzio nella camera, dopo essersi scambiati un bacio.
Rein ancora non si era dimenticata della sensazione che ha sentito la sera precedente.
“Ti va di parlarmi di ieri sera?” chiese Shade come se stesse leggendo i suoi pensieri “Ti sei irrigidita d’un tratto” chiarì quando vide l’espressione confusa di Rein.
Rein annuì. Era piuttosto agitata, come avrebbe fatto a spiegarglielo?
-Non so come spiegarlo-
-Dillo come ti viene- la incoraggiò il moro
-Vedi, quando ci stavamo baciando ho sentito qualcosa di strano allo stomaco” vide che Shade stava per parlare, ma lo interruppe -prima che te ne esca con qualcosa di sdolcinato no, non erano farfalle- precisò.
Shade aggrottò le sopracciglia -E’ stato strano, l’ho sentito anche stasera. È come se non riesciussi a fermarmi, non riesco a pormi un freno e ho paura perché sento come se stessi sbandando e per ora riesco a controllarmi, ma cosa succederà poi?-
Shade la interruppe -Rein, non aver paura è solo che stai vivendo qualcosa di nuovo e quindi non sai come gestirla, solo questo. Ti sei solo lasciata trasportare dal momento- spiegò Shade.
Rein gli sorrise, sapeva sempre come confortarla. Si avvicinò e poggiò le sue labbra su quelle del moro. Sentì Shade tirare le labbra in un sorriso e iniziò muoverle. Entrambi mossero le labbra in sincrono. Shade passò la lingua sulle labbra di lei disegnandone i contorni e Rein apri subito la bocca per dare accesso alla lingua del moro.
Si baciarono per qualche minuto, mentre il moro poggiò la sua mano sul fianco scoperto dalla maglia leggermente sollevata di Rein.
Si staccarono subito, Shade non voleva spaventarla oltre, quindi gli lasciò un bacio a stampo e poi un piccolo bacio sulla guancia -dormi.-
Sentì un pugno al petto doverlo dire. Il suo ultimo giorno era praticamente finito e l’indomani sarebbe dovuto andarsene lasciando Rein, Toulouse.. non si sentiva ancora pronto per andarsene, ma sapeva di non avere scelta. Inoltre sentiva la mancanza di sua madre, di suo padre e di Milky, la sua famiglia. Il loro ricordo gli diede la forza necessaria per accettare la sua partenza e quello che ne derivava.
Abbracciò Rein tirandola più vicina al suo petto, e si addormentò con il profumo dei suoi capelli. Per quella sera non aveva voglia di lasciarla sola, voleva stringerla a sé per quanto gli fosse possibile.
 
La mattina Shade si svegliò sentendo il letto vuoto. Si guardò intorno confuso, poi si alzò per andare in cucina dove sapeva di trovare Rein
-Buongiorno- disse entrando in cucina
-Buongiorno- risposero tutti.
Avevano deciso che anche Jhon sarebbe rimasto a casa per salutare Shade.
 
La mattina era passata velocemente, e Shade non riusciva a credere che già si trovava sulla macchina per andare in aeroporto.
Aveva passato mezz’ora dopo la colazione ad abbracciarsi con Rein, sussurrandole che tutto sarebbe andato bene.
Il resto delle mattinata l’aveva passata a chiacchierare con tutti seduti a tavola.  
E poi si ritrovò sul sedile posteriore della macchina senza mai lasciare la mano di Rein che, ad ogni metro più vicino all’aeroporto, stringeva sempre di più la sua.
Arrivati all’aeroporto si avvicinò al bancone per chiedere il numero dell’uscita.
Si voltò con un sorriso finto sul volto e iniziò ad abbracciare tutti.
E ad ogni abbraccio sentiva di non essere pronto a salire sull’aereo. Sapeva che appena sarebbe arrivato a casa si sarebbe sentito bene, avvolto dal colore della sua famiglia, ma andarsene faceva comunque male.
Si avvicinò a Rein stringendola nel suo abbraccio. Lei nascose il viso nell’incavo del collo del moro, mentre lui teneva il naso tra i suoi capelli così da avere il suo profumo nella mente, almeno per la durata del viaggio.
- Questa volta vinceremo noi- sussurrò Shade, ricordandosi delle parole che Rein gli aveva detto poco tempo dopo il suo ritorno
-perché vincono sempre loro, perché le paure sono più forti  di me?-
 
Glielo aveva detto quando lui le aveva suggerito di mettersi in gioco, e di non aver paura di cadere.
Rein le sorrise, stringendo la presa sulla vita del ragazzo.
-Non andartene- continuò a ripetere a voce bassa
-Mi dispiace Rein, devo andare. Voglio tornare dalla mia famiglia- disse in tono serio.
Ed era vero, moriva dalla voglia di avvolgere le sue braccia attorno alla sua sorellina, mentre le ripeteva un milione di volte “Te quiero”.
Voleva  rassicurare i suoi genitori dicendogli che no, non si era dimenticato di loro e di non avere paura perché non lo avrebbe  mai fatto.
Voleva far sapere a tutti e tre che sarebbero rimasti la famiglia che erano sempre stati, nonostante Shade avesse trovato chi cercava.
Daiki e Maria sarebbero sempre stati i suoi genitori, in qualsiasi caso. Era la conclusione a cui era giunto nelle settimane di permanenza a Firenze.
Per quanto amasse Toulouse e per quanto fosse felice di averlo ritrovato, nel suo cuore ci sarebbero sempre stati i suoi genitori.
“Ti aspetto” sussurrò Rein, poggiando un bacio sul collo del ragazzo.
Shade lasciò la presa da Rein, le poggiò un bacio sulla tempia e le sorrise “Torno presto, lo giuro.”
Diede un ultimo sguardo a tutti, raccolse le valigie e si avvicinò all’uscita.
L’aereo iniziò a decollare, guardò fuori dal finestrino realizzando che stava lasciando in Italia un altro pezzo del suo cuore.
 
 
 
  
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