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Autore: AlyTae    31/03/2015    3 recensioni
- Sai, quando sei nata tua madre insisteva col chiamarti Tiffany. Abbiamo litigato molto, sai? Che ricordi...-
Alzò la testa lievementi
- Quindi...- mormorò - Qual è il mio nome papà?-
- Cosa intendi dire?- disse suo padre, in tono quasi severo - Stephanie, ovviamente.-
Stephanie lo guardò intensamente
- Non mentirmi, papà.- disse - Qual è il mio nome?-

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SiFany
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tiffany, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Correva.
Si era messa a correre, perché finalmente si era resa conto di quanta strada dovesse percorrere. Si era resa conto che, se avesse iniziato a camminare prima, ora sarebbe già arrivata al traguardo. Che se fosse stata sincera con tutti fin dall’inizio, adesso non avrebbe avuto più nessun tipo di problema.
Ma era stata ferma. E adesso era costretta a recuperare la strada persa. Correndo.
I cappuccini ormai erano finiti per terra, non c’era tempo per comprarne altri, e non le importava. Aveva lasciato indietro Taeyeon, ma anche questo non era grave: l’avrebbe rivista più tardi e le avrebbe spiegato tutto.
Adesso correva, correva per le strade di quella città della California, per vie che aveva già percorso, vedendo volare attorno a sé edifici che aveva già visto, persone che aveva già incontrato, e solo in quel momento si accorse di conoscere ogni dettaglio di quel posto.
Correva. Era stanca, aveva il fiatone, ma non poteva fermarsi. Non voleva fermarsi.
Correva, e raggiunse finalmente il suo traguardo. L’edificio della SM Entertainment.
 
 
All’interno, il caos del via-vai di gente era indescrivibile. Con tutta quella gente sarebbe stato impossibile orientarsi, quasi impossibile. E come avrebbe fatto a trovare gli altri?
Stephanie si mise a cercare, spintonando qua e là le persone, scontrandosi goffamente, ripetendo in continuazione “permesso”,”scusi”,”permesso, dovrei passare”…
Dove stava andando? Non ne aveva idea neppure lei. Sapeva solo che non poteva stare ferma, che doveva trovare gli altri il prima possibile. E… e poi?
Si fermò.
Già. E poi? Cosa avrebbe detto, poi? La verità? Sì, sì, l’avrebbe fatto! Ma… ne avrebbe avuto il coraggio? La sicurezza che aveva acquistato prima era svanita nel nulla. Non sapeva più cosa sarebbe stata in grado di fare, e cosa no. E poi, da quale verità cominciare, con tutte le bugie che aveva raccontato, tutte le faccende che aveva inventato e nascosto…
Qualcuno le prese il braccio, e la trascinò via.
- Eccoti! Maledizione, è da un’ora che ti cerchiamo!-
Stephanie doveva ancora rendersi veramente conto di quello che stava succedendo, e solo pochi istanti dopo si accorse che quello che l’aveva afferrata e che la stava tirando, correndo, per i corridoi dell’edificio, era Siwon.
Siwon. Ma certo, Siwon! Siwon poteva aiutarla.
- Siwon!- cercò di dire, col fiatone in gola per la corsa – Siwon, fermati un attimo! Ti devo dire una cosa…-
- Adesso è il momento- rispose il ragazzo senza nemmeno girarsi.
- Sì, sì è il momento invece!- cercò di gridare la rossa. Siwon non la considerò neppure, e continuò a correre. Le faceva venire i nervi quando faceva cosi! Veramente! Proprio in quel momento che si stava decidendo, proprio adesso che voleva togliersi una volta per tutte quel peso da cuore… Siwon, accidenti a te, Siwon! Da quando lo conosceva, quel ragazzo le aveva causato solo guai, problemi con sé stessa, disagi, confusioni… eppure, più andava avanti, e più capiva quanto fosse importante nella sua vita, e quanto fosse innamorata di lui.
Finalmente i due ragazzi raggiunsero la loro destinazione: una sala d’aspetto, piena di gente. Che ci facevano lì?
- Ecco!- esclamò Siwon, dirigendosi verso l’angolo della stanza. Lì ad aspettarli c’erano tutti quanti: Sunny, Sooyoung, Leeteuk… e Shindong? Dov’era Shindong?
- Dov’è Shindong?- chiese subito Stephanie, d’impatto.
- Non lo sappiamo.- rispose Leeteuk.
- Dobbiamo trovarlo. Devo parlare con tutti i voi.-
- Lascialo stare, lo cerchiamo più tardi!- la interruppe Sooyoung. Sembrava molto nervosa – Coraggio, ora devi sbrigarti!-
- No ragazzi, vi prego, è importante!-
- Oh, insomma, vuoi stare zitta e concentrarti? Devi muoverti, sei l’ultima!-
- L’ultima? L’ultima di cosa?-
Nessuno le rispose. A malapena si rese conto della mano di Sooyoung che le stringeva il polso, l’altra che le premeva la schiena e la spingeva dentro una stanza. La porta si chiuse con un tonfo. E poi gli occhi rimasero accecati da una fortissima luce bianca, e le orecchie quasi fischiarono per il silenzio improvviso che ci fu.
 
 
- Stephanie Hwang?-
Stephanie all’inizio non rispose. Non si era neppure resa conto che qualcuno l’aveva chiamata. Era ancora confuse e disorientata. Dove si trovava?
La stanza era vuota, i muri completamente bianchi, e il tutto sembrava brillare di una luce propria, piacevole ma accecante. L’unica cosa che riempiva quel vuoto era un tavolo in legno, posto esattamente al centro della sala. Seduti al tavolo, tre persone: due uomini e una donna. Dopo essersi ripresa, Stephanie riuscì finalmente a mettere a fuoco quelle figure. Tutti e tre avevano un’aria piuttosto professionale, vestiti formalmente, pettinature sobrie. Un uomo e la donna portavano gli occhiali, e sembravano avere una certa età. L’altro uomo, invece, era più giovane, sui trent’anni, ma non per questo aveva un’aria meno severa. Stephanie riconobbe immediatamente l’uomo più anziano: Lee So Man. Il fondatore della SM Entertainment. Lo zio di Sunny.
- Stephanie Hwang?- ripeté la donna – E’ lei, Stephanie Hwang?-
E Stephanie finalmente capì. Il provino! Certo! Era per quello che era venuta lì, quella mattina! Aveva talmente tanti pensieri in testa, così tante preoccupazioni, tanti progetti, che se ne era completamente dimenticata.
- S.. sì.-
- Ah, signorina Hwang, è un piacere riaverla qui con noi, sul pianeta Terra.- disse la donna, in tono decisamente antipatico. Parlava coreano – Spero che ora sia abbastanza sveglia da poterci far vedere cosa sa fare.-
A Stephanie venne improvvisamente il panico. Non aveva neppure avuto il tempo prepararsi psicologicamente.
- Dunque… vuole dirci qualcosa prima di cominciare il provino?-
La ragazza respirava affannosamente. Non si era ancora ripresa dai pensieri e dalle decisioni prese qualche attimo fa. Ed ancora il suo corpo tremava e bruciava dalla fatica della corsa precedente.
- Io… bhe..-
- E’ qui con noi?-
- Io.. s..sì! Ho studiato qui in California, e ci abito da qualche tempo. Parlo fluentemente l’ingles..-
- Ah, sentiamo la pronuncia allora! Cantaci qualcosa in inglese.-
Stephanie rimase paralizzata. L’aveva già interrotta? Aveva altre cose da dire! L’essere interrotta così bruscamente l’aveva disorientata e allo stesso tempo infastidita.
- Bhè? Cosa sta aspettando?-
- Io.. cosa dovrei cantare?- balbettò. Incredibile quanto facesse fatica a parlare.
- Quello che vuole.-
- Io.. non lo so..-
- Mi fa piacere, signorina Hwang, che lei non si sia preparata assolutamente nulla da poter presentare. E dire che questo è a tutti gli effetti un colloquio di lavoro. E in un colloquio è necessario dimostrare professionalità.-
Stephanie sentì le lacrime inumidirle gli occhi. No, non era possibile. Non stava succedendo. Aspettava quel giorno da settimane. Era il suo sogno. E stava tutto andando a puttane. Non lo accettava, no! Il momento era sbagliato, i pensieri che aveva in testa, la sua situazione.. tutto, tutto sbagliato! Avrebbe voluto gridare in faccia a quella vecchia che quello era per lei un periodo duro, che aveva mille angosce, ma che comunque era perfetta per quel lavoro, che nessuna più di lei avrebbe mostrato professionalità, se solo ne avesse avuto l’occasione.  Ma non disse nulla. Non aveva la forza, o il coraggio, o la determinazione di dire qualcosa.
- La sua motivazione mi commuove, signorina Hwang!- la donna si sistemò gli occhiali – Se vuole, può anche togliere il disturbo. Nessuno la trattiene. –
- No!- disse frettolosamente Stephanie. Doveva aver alzato la voce, perché tutte e tre le persone sussultarono sorprese. – Non voglio andarmene. Ho una canzone. Canterò.-
 
 
La sigla del film Titanic. Scontata. Quasi si vergognava di essere stata così schifosamente mainstream. Ma era la prima cosa che le era venuta in mente.
- Allora?- le domandò Sunny eccitata, appena uscì dalla stanza – Come è andata?-
Male. Malissimo.
- Bene, credo.-
Almeno era finita. In un certo senso era felice di essersi tolta quel peso dal cuore. Ma ad attenderla, c’era un altro peso da levare.
- Avete tutti fatto il provino?-
- Sì, tutti.- rispose Leeteuk – Anche Siwon.-
- Dov’è Shindong?-
- Ah, l’avevo visto quando sono andata a fare il provino di ballo.- disse Sooyoung.
- E perché non è con te, allora?-
- Non mi ha vista, credo. E non volevo disturbarlo.- poi fece sorriso furbetto – Era insieme ad una ragazza..-
- Che?- fece Leeteuk, spalancando gli occhi dalla sorpresa – Shindong con una ragazza? Non ci credo.-
- Te lo giuro, te lo giuro!- continuò Sooyoung, che ormai aveva iniziato a ridere istericamente. Anche Leeteuk iniziò a ridacchiare, incredulo. L’unica che non rideva, era Sunny. Strano. Sunny rideva sempre.
- Ragazzi!- gridò Stephanie, cercando di attirare l’attenzione di tutti. Non le importava della vita privata di Shindong. In quel momento voleva solo poter spiegare tutto ai suoi amici. – Ragazzi, dobbiamo trovare Shindong. E raggiungere Taeyeon. Ho bisogno di parlarvi, a tutti voi.-
- Stephanie… ma cosa succede? E’ da quando sei arrivata che sei stranissima.- commentò Sooyoung, un po’ infastidita che l’amica avesse interrotto il suo momento di gossip.
- Stephanie..- fece Siwon, guardandola intensamente coi suoi occhi scuri – Non vorrai…-
- Sst!- lo interruppe lei – Tu non dei fare niente. Io ho creato tutta questa situazione, ed io ho intenzione di spiegarla. E mi prendo ogni responsabilità.-
- Hai intenzione di dirlo anche a Natalie? E a tuo padre?-
- Sì, anche a loro.-
Gli occhi di Sooyoung, Leeteuk e Sunny guizzavano da una parte all’altra: prima guardavano Stephanie, poi Siwon, come stessero guardando un’intensa partita di ping-pong… senza capirci nulla delle regole, però, a giudicare dalle loro espressioni.
- Vi spiego tutto più tardi, ragazzi. Ora andiamo!-
 
 
L’edificio diventava mano a mano sempre più vuoto. Ormai tutti avevano concluso i loro provini, e si preparavano a tornare a casa. In giro c’erano persone esaltate, persone depresse, persone che si lamentavano con altre persone della severità dei giudici. Stephanie camminava a passo svelto, guardandosi intorno ansiosamente, scrutando ogni angolo di quei corridoi. Niente. Di Shindong nessuna traccia.
- Tiffany!- chiamò qualcuno a gran voce. E Stephanie quasi faticò a voltarsi. Dovette ricordarsi in poco tempo dell’altra sé stessa, e del suo secondo nome, della sua seconda identità. Finalmente si voltò e sorrise: a chiamarla era stata Joohyun, con Yoona e Kyuhyun al suo fianco. I suoi amici. Erano giorni che non li vedeva. Li raggiunse, correndo.
- Ragazzii!- Tiffany li abbracciò tutti e tre in una volta – Ma cosa ci fate qui?-
- Il provino, no?- disse Joohyun, arrossendo – Ok, è vero che avevo detto che per me era una sciocchezza. Ma poi ho pensato che potesse essere divertente.-
- Io ho avuto modo di farmi notare anche come attrice!- esclamò Yoona.
- E non sai chi abbiamo incontrato poco fa!- mormorò Kyuhyun, facendosi serio – Jessica e Yuri. E mi pare ci fosse anche Donghae. Lui e Jessica stavano sempre vicini, mano nella mano…-
Tiffany deglutì. Jessica, Yuri e Donghae.. quei nomi le riportavano alla mente dei brutti ricordi. E non era l’unica. Yoona si era improvvisamente incupita.
- Yoona..?- provò a dire Tiffany, timorosa – Yoona, come stai?-
Yoona si riscosse, e sorrise :- Sto bene. Non sono ancora tornata a casa. Ma non mi importa. Sto bene. E poi…- prese un respiro – Appena finirò gli studi, ho deciso che mi impregnerò ancora di più per raggiungere la carriera di attrice. Così potrò comprarmi una casa tutta mia, e andare avanti da sola.-
- Te l’ho già detto più volte - si intromise Joohyun – che puoi stare da me ancora tutto il tempo che vuoi. Ai miei fa piacere. Non ci dai nessun fastidio.-
Tiffany sorrise tristemente. Pensò a quella volta che Yuri le aveva concesso quei piccoli istanti di confessione. Pensò alla sua voce che le tremava, rotta da un pianto che non era mai arrivato. Di sicuro le mancava Yoona. Le voleva bene. E di sicuro si pentiva di ciò che aveva fatto. Ma quella stronza era decisamente troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Ah! E c’è anche Hyoyeon. Solo che adesso non so dove sia finita…- continuò Joohyun.
- Cosa?- esclamò Tiffany – Hyoyeon è qui?-
- Certo! Ma adesso l’ho persa di vista. Era insieme ad un ragazzo… ah, a proposito! Non la vedevo dall’ultimo giorno di scuola? Come è andato il ballo, assieme a tuo fratello? Si sono divertiti? Non sembra si sentano ancora, se lei va in giro a flirtare con altri…-
Se prima era inquieta, adesso era decisamente terrorizzata. Hyoyeon. Doveva cercare anche lei? Doveva parlarle? Per dirle cosa? Troppe cose, troppi discorsi già preparati le frullavano in testa. Non avrebbe saputo da cosa cominciare.
- Sono qui.- disse una voce alle sue spalle, riportandola alla realtà.
Si voltò di scatto, e trasalì dallo stupore. Hyoyeon. Da quanto tempo era lì?
- Ciao Tiffany.- le disse, rivolgendole uno sguardo inespressivo ed impenetrabile.
Ma la cosa che la spaventò di più non fu lei. La bionda era in compagnia di un’altra persona.
Shindong la fissava con occhi profondi, pieni di rabbia.
- Ciao..- disse con voce piatta e calma -… Tiffany.-
   
 
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