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Autore: Persefone3    01/04/2015    3 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprile: Lovely Rainy Days
 
L’accoglienza che aprile riservò agli abitanti di Storybrooke fu davvero insolita: pioggia a catinelle. Da due giorni non faceva altro che piovere ininterrottamente. Emma e Killian avevano approfittato del primo pomeriggio abbastanza asciutto, ma con un cielo di nubi cariche per rovesciarne ancora, per andare a prendere un caffè da Granny. Avevano passato gli ultimi giorni tappati in casa e un po’ d’aria avrebbe fatto bene a tutti e due. Vivevano sotto lo stesso tetto da un po’ di tempo ormai e gli altri cittadini, con la sola eccezione di David per ovvi motivi, si erano abituati a vederli girare insieme per le strade. Avevano deciso di fare quattro passi con i caffè in mano e quindi, dopo essere usciti da Granny, stavano camminando senza meta. Erano intenti nel loro passatempo preferito: stuzzicarsi come solo loro riuscivano a fare.

- Tu ed Henry – stava dicendo Emma – mi avete fatto morire ieri sera! Non mi piace essere vittima di questa vostra coalizione tra maschietti.
- È stato divertentissimo! Dovevi vedere la tua faccia.
- Smettila! Chi è il bambino dei due? – disse Emma ridendo.

Già perché nonostante le apparenze, che suo figlio e il suo uomo andassero d’accordo, la rendeva davvero felice e le toglieva un gran peso dal cuore. E lo scherzo della sera precedente, in fondo, era figlio di quell’equilibrio che avevano costruito insieme.
 
Da un paio di giorni, Emma aveva notato che i maschietti di casa sua erano particolarmente complici. Passavano molto tempo insieme parlando sotto voce e cambiando discorso come si accorgevano della sua presenza. Tutte le volte che aveva provato ad indagare aveva ricevuto solo risposte vaghe da entrambi corredate da sguardi complici che non promettevano niente di buono. E infatti la sera prima, il grande mistero era stato svelato.
 La serata era perfetta e tanto per cambiare pioveva. Emma, dopo aver staccato dalla centrale, si era subito recata a casa. Quando arrivò davanti alla porta era bagnata come un pulcino: a causa di una improvvisa raffica di vento, il suo ombrello si era rotto e, nonostante la breve corsa verso il portico, non era riuscita ad evitare una doccia gelata.

- Mi ci manca giusto questo! Non vedo l’ora di farmi una doccia bollente, mi sento l’umidità annidata fin dentro le ossa! – disse Emma frugando nelle tasche in cerca di qualcosa – dove diavolo ho messo le chiavi?

Una volta che riuscì a trovarle e a varcare la soglia di casa, fu accolta da un insolito silenzioso buio.

- Henry, Killian, sono tornata! Dove siete? – disse Emma facendo pochi passi in corridoio.

Nessuna risposta. La cosa era alquanto strana e sospetta. Guardò il cellulare in caso le avessero inviato qualche messaggio di testo o nella segreteria telefonica per spiegare quell’assenza. Ancora niente.
Emma fece cautamente ancora qualche passo in avanti per arrivare all’interruttore dell’ingresso. Provò ad accendere la luce, ma il temporale doveva aver causato un calo di corrente.

- Ragazzi, se è uno scherzo mi avete spaventata abbastanza, ora però venite fuori.

Le parole di Emma rimbombarono solitarie in quella che sembrava una casa deserta. La salvatrice si ricordò di aver messo una torcia in uno dei cassetti della cucina. A tentoni si diresse subito lì per cercare di avere un po’ di luce. Stava per aprire il cassetto di uno dei mobili, quando si sentì afferrare il braccio.

- Dove crede di andare milady? Non può fare un passo senza che prima io e il mio compare ne parliamo!

Emma non poté fare a meno di cacciare un urlo per lo spavento. In quel momento tornò la luce e la casa fu invasa dalle risate di Henry.

- Santo cielo ragazzino! Mi vuoi far venire un attacco di cuore?
- Ottimo tempismo Killian! – disse Henry ridendo – mamma è proprio morta di paura.

Dal sottoscala emerse un Killian che a stento riusciva a trattenersi dal ridere.

- Killian! Anche tu? Ma siete impazziti? Non fatemi mai più una cosa del genere!
- Pesce d’aprile mamma!
- Non mi avevi detto di questa divertente usanza di questo secolo, Swan – disse Killian avvicinandosi a lei – fortuna che Henry mi tiene al corrente.
- Ma bravi, ecco svelato il motivo di tutto quel chiacchiericcio alle mie spalle! Stavate pianificando questa cosa fin nei minimi dettagli! Ora se permettete mi vado a fare una doccia – disse Emma stizzita dirigendosi verso le scale che portavano al piano di sopra.
- Credi si sia offesa? – chiese Killian ad Henry quando furono rimasti soli.
- Forse abbiamo un po’ esagerato. Povera mamma, era davvero spaventata.
- Sai che facciamo adesso? – disse Killian in maniera complice – Le facciamo una sorpresa per farci perdonare.

Quando Emma tornò al piano di sotto, per preparare la cena, ce l’aveva ancora un po’ con loro. Passando per il soggiorno, vide Henry e Killian seduti sul divano intenti a guardare una partita di football: Henry stava cerando di spiegare al pirata per la milionesima volta le regole di quello sport. Più Henry le ripeteva più a Killian sembravano assurde. Come Emma mise piede in cucina, trovò la tavola apparecchiata e tre pizze fumanti pronte per essere mangiate. Non fece in tempo a girarsi verso i due compari che se li ritrovò a fianco intenti a stamparle un bacio su ciascuna delle guance.

- Ci sembrava un buon modo per farci perdonare per prima – disse Killian facendo l’occhialino a Henry.
- Sì, - disse il ragazzo di rimando – e poi non preoccuparti per dopo, vai sul divano a rilassarti. Ci pensiamo noi a riordinare una volta finito.
 
Emma e Killian stavano tranquillamente passeggiando per la via principale di Storybrooke quando un nuovo tuono squarciò il cielo.

- Senti che botti, mi sa che ci conviene avviarci verso casa.
- Sicura che era un tuono? Sembrava più il brontolio del tuo stomaco …

Emma lo stava per colpire amorevolmente su una spalla, quando successe qualcosa di imprevisto. Mise un piede su una profonda buca nascosta da uno strato di foglie e cadde rovinosamente a terra. Come Killian sentì quello strano rumore alle sue spalle, si girò immediatamente per capire cosa fosse successo. Non appena vide Emma a terra si precipitò da lei.

- Tesoro, stai bene? Cosa è successo? – disse l’uomo chinandosi su di lei.
- Ho messo un piede in quella dannata buca – disse indicando la voragine nell’asfalto – ahi … la mia povera caviglia
- Fammi vedere – disse Killian sfilandole lo stivale – è bella gonfia in effetti. Nient’altro?
- Ho un po’ male alla mano, ma non credo di essermi rotta niente.

Killian aiutò Emma a rimettersi in piedi e a pulire il suo cappotto dalle foglie che si erano attaccate su di esso. Come la salvatrice poggiò il piede malconcio a terra, una fitta di dolore attraversò il suo corpo, facendola barcollare. Il pirata fu subito pronto a sorreggerla.

- Ti fa tanto male? – chiese preoccupato.
- Da morire, non riesco neanche a muoverla.
- D’accordo – disse Hook prendendola in braccio – ti porto al pronto soccorso così ti fai vedere.

L’ospedale era a pochi passi da dove si trovavano. Rimasero nella sala d’attesa una decina di minuti e poi Emma fu portata in ambulatorio per essere medicata. Quando Hook poté raggiungerla, dopo che era tornata dalla radiologia per fare una lastra di controllo, trovò il dottor Whale intento a studiare le radiografie.

- Che mi dice dottore? – disse un Killian alquanto preoccupato.
- Per fortuna non ha niente di rotto – rispose il medico – ma ha una brutta distorsione alla caviglia, il che porta ad una sola cura possibile: massimo riposo per i prossimi tre giorni.
- Tre giorni? – disse Emma – ma non me li posso prendere tre giorni!
- Devi – replicò Whale prima di uscire dalla stanza – e tanto la tua caviglia non ti permetterà di stare in piedi, credimi.

Quando l’infermiera ebbe finito di fasciarle la gamba, Emma, testarda come sempre, provò a mettersi in piedi da sola. Una nuova fitta la fece vacillare e Hook, per la seconda volta, fu più che pronto a sostenerla.

- Andiamo Swan, sarai anche un’eroina, ma non sei d’acciaio, quindi appoggiati a me per camminare.

Emma lasciò che il pirata le circondasse i fianchi per fare in modo che la aiutasse a sostenere il peso del corpo sulla sola gamba sana. Stavano per uscire dalla stanza quando lei si fermò.

- Ascoltami – disse la bionda – non ce la faccio ad arrivare a casa così e non voglio chiamare mio padre per farci riaccompagnare. Ti va se prendiamo un taxi?
- Non ho la più pallida idea di cosa sia, ma se ci riporta a casa … ogni tuo desiderio è un ordine, principessa. – disse il pirata stampandole un bacio sulla fronte.

Un taxi li lasciò davanti al loro appartamento venti minuti dopo. Hook tornò a cingere la vita di Emma per aiutarla ad arrivare alla porta. Fecero appena in tempo ad entrare all’asciutto che un nuovo temporale si abbatté sulla città.

- Accidenti! – disse Emma sedendosi sul divano – Guarda come piove! Con questa gamba ridotta così non posso neanche andare a prendere Henry di ritorno dalla gita! Speriamo che Regina non abbia preso impegni.

Hook prese i cappotti di entrambi e li andò a sistemare sull’attaccapanni, lasciando ad Emma la possibilità di telefonare tranquillamente. Quando tornò in salotto, la donna aveva appena finito di parlare con Regina.

- Vorrei andare a sdraiarmi un po’ – disse Emma come lo vide entrare – mi accompagneresti di sopra?
- Guarda come sono caduto in basso … una volta ero il pirata più spietato dei sette mari e ora sono stato declassato a infermiere.
- Noto con piacere che ti sei stancato presto di aiutarmi, - disse Emma in tono sarcastico - lascia stare, faccio da sola …

Emma ebbe appena il tempo di finire la frase che Killian la prese con decisione in braccio per portarla al piano di sopra.

- Il mio permaloso cigno, lo sai che non chiedo di meglio che occuparmi di te.

La tenne stretta a sé per tutto il tragitto dal divano al letto, non la mise giù neanche per fare le scale. Aveva una sola mano, ma questo non fu affatto un impedimento ed Emma ebbe un’ulteriore riprova di quanto tenesse a lei e al loro rapporto.
Una volta che furono in camera, Killian la mise a sedere sul bordo del letto e andò verso l’armadio.

- Tesoro, levati questi vestiti e mettiti il pigiama. Hai sentito il medico: riposo assoluto.
- Tutte le scuse sono buone per vedermi nuda! – disse Emma maliziosa.
- Colpito e affondato!

Hook prese un pigiama pulito dall’armadio e lo porse a Emma. La donna iniziò a cambiarsi senza fretta, sotto i vispi e attenti occhi blu del pirata, che trovava i suoi gesti di una sensualità estrema anche in questo frangente. Era talmente preso da questa visione che non sentì minimamente quello che Emma gli stava domandando.

- Killian, pronto? Mi stai ascoltando? – disse Emma piuttosto divertita.
- Scusa tesoro dicevi? Mi sono distratto un momento.
- Alla faccia del momento, ti sto facendo la stessa domanda per la quarta volta!

Emma sorrise: era incredibile il modo con cui Killian si incantasse a guardarla in quel modo anche adesso che vivevano insieme e l’aveva vista nuda un mucchio di volte.

- Mi aiuti a sfilare i jeans, per favore? Non ce la faccio a chinarmi.
- Come desidera signorina!

La aiutò a sfilarsi i jeans facendo particolare attenzione alla gamba fasciata. La sostenne, poi, per alzarsi dal letto e, per essere sicuro che fosse ben salda, la fece appoggiare al comodino. Quando fu sicuro che la donna fosse in grado di reggersi da sola, si chinò per aiutarla ad infilare i pantaloni del pigiama. Emma non poté fare a meno di guardare l’uomo intensamente mentre era intento in quell’operazione. Con la mano libera accarezzò la testa del pirata e fece in modo che la poggiasse delicatamente sulla sua pancia.

- Non lo so – disse Emma sottovoce – perché hai scelto proprio me tra tutte le altre e sono sicura che nei hai incontrate parecchie di donne nei tuoi lunghi anni. Ma qualunque sia il motivo non potrò mai essere abbastanza grata al destino per averci fatto incontrare.

Hook rimase un momento in quella posizione, lasciando che il profumo della sua pelle inondasse il suo naso. Poi con molta delicatezza e cautela, si sciolse dal suo abbraccio per finire di sistemarle i pantaloni sulla vita. Quando tornò a guardarla negli occhi non poté fare a meno di notare come le gote della donna si fossero rosate. Con la mano buona, Hook le sistemò i lunghi capelli biondi dietro l’orecchio.

- Io, invece, ringrazio te per avermi voluto al tuo fianco e perché hai saputo accettare i miei tanti difetti e i miei pregi.

Hook la baciò con passione ed Emma si strinse a lui con entrambe le braccia, lasciando che le sue mani si insinuassero sotto i suoi vestiti. Quando Hook però capì le sue inequivocabili intenzioni, la fermò delicatamente. Emma, dal canto suo, lo guardò perplessa.    

- Non fraintendermi, amore, non è che non ti voglio, anzi. In questo momento ti desidero come non mai, ma le condizioni della tua gamba non ci permettono di divertirci come vorrei e ho paura di farti male. Ti prometto, però, che come sarai guarita riprenderemo questa nostra chiacchierata.

Emma arricciò il naso: ovviamente aveva ragione. Gli passò le braccia intorno al collo prima di parlare ancora.

- Sentiamo capitano, da quando sei diventato un gentiluomo così saggio?
- Un gentiluomo lo sono sempre stato con te, mi pare. E per quanto riguarda la saggezza, credo che sia tutto merito dell’amore che provo per te.

Emma sentì un brivido correrle lungo la schiena.

- Accidenti, ma senti freddo? – disse Hook – cosa aspetti a dirmelo? Ci siamo gingillati qui anche troppo.

Hook tirò via la coperta e sistemò i cuscini in modo tale che Emma potesse guardare la televisione qualora ne avesse avuto voglia. La donna ebbe la chiara sensazione che Killian aveva capito perfettamente l’origine del suo brivido e quella fosse la sua risposta a quell’affermazione. Come il letto fu pronto, Killian la aiutò a mettersi comoda e guardò l’orologio sul comodino di Emma.

- Amore, se non hai bisogno di altro, scendo un momento. Qualunque cosa ti serva, usa il cellulare – disse mettendole accanto il telefonino.
- Wow, servizio in camera, mi piace!

Emma si era appisolata da una ventina di minuti, quando sentì un inebriante profumo di cioccolata e cannella pervadere la stanza. Socchiuse gli occhi e vide il pirata destreggiarsi tra un vassoio e la maniglia della porta per entrare da lei.

- Scusa amore, ho fatto troppo casino vero? Stavi sicuramente dormendo, sono un completo disastro.
- Tranquillo, mi sono appena svegliata – disse Emma, facendo cenno all’uomo di sedersi sul letto accanto a lei.
- Lo so che non è vero. Comunque ti ho preparato una cioccolata calda proprio come piace a te.
- E hai avuto un’ottima idea, ne avevo proprio voglia. Vieni che la beviamo insieme.

Killian posò il vassoio sul letto e porse a Emma la sua tazza fumante.

- Ti va di farmi compagnia, magari davanti a un bel film?

Trascorsero le due ore successive in questo modo, tra risate e confusi tentativi di Emma di spiegare al pirata come si girasse un film. La spensieratezza delle loro risa, però, fu interrotta da un altro tuono. In quel momento Emma si rese conto di che ore erano.

- Accipicchia! Ridendo e scherzando si sono fatte le otto! Vado a prepararti qualcosa per cena, non posso mica lasciarti a digiuno! – disse Emma cercando di alzarsi.
- Tu non ti muovi di qui. – disse Killian bloccandola.
- Ma …
- Niente ma. – Killian prese un volantino che aveva conservato in uno dei cassetti del suo comodino – Proprio ieri ho scoperto che Granny ha inaugurato un servizio di consegne a domicilio curato da Brontolo – porse a Emma il volantino – Facciamo fare una be.lla doccia a quel nano?
- Direi proprio di sì! – disse Emma prendendo il telefono per ordinare la cena.  



ANGOLO DELL'AUTRICE:
E #riecchecesemprequa, pronta la shot di Aprile. chiedo venia su una cosa: il prompt diceva cioccolato e io ho usato LA cioccolatA, ma me ne sono accorta troppo tardi e quello che avevo messo insieme mi piaceva troppo per cambiarlo ;P #persefoneprovaafarelafurbacchiona. Lo so questa raccolta mi sta uscendo di un fluff che non è da me, ma questi due ispirano solo tantissimi zucchero. Non bastavno le vacanze di Natale a tenerci lontano da OUAT ora ci si mette di mezzo anche questa dannata Pasqua T.T. Cioè come possono farci penare fino al 12 aprile? #illoromasochismodovrebbeesseredichiaratoillegale. Spero che la shot sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ve ne pare. Come sempre grazie a tutti per le letture commenti e inserimenti #sietemejodell'ovodepasquaalsupercioccolatoalatte.
Un abbraccio :*
Persefone


 
  
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