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Autore: nuvole_e_popcorn    01/04/2015    1 recensioni
Tutte le volte che lo vedeva, aggirarsi per il Campo, abbaiando ordini a destra e a manca, gli si spezzava il cuore. Era come vedere metà di una persona vagare in cerca dell’altra metà senza posa. Jasper dubitava perfino che dormisse davvero. Quando avevano perso Clarke Griffin avevano perso anche Bellamy Blake, era lì fisicamente, ma c’era ancora qualcosa che vagava nell’aria. Quell’insieme che lui aveva fallito. [BELLARKE!]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Marcus Kane, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VII 

Of bets and wedding planner 

 

Erano passate due settimane da quando avevano scoperto degli Sciamani, aveva nevicato altre cinque volte, il che aveva reso quasi impossibile la caccia. Quel giorno però, li aveva svegliati con un bel Sole e così avevano deciso di fare una battuta di caccia. Clarke aveva bisogno di rimanere al Campo doveva aiutare la madre a prendersi cura dei più deboli che con il freddo avevano cominciato ad avere febbri alte e influenze da capogiro. Bellamy, Jasper, Miller e Monroe sarebbero andati, Monty (dopo l'ultima escursione quando si era avvicinato - anche troppo per i suoi gusti - all'accampamento dei Terrestri aveva deciso di starsene buono ad aiutare Clarke e chiunque altro ne avesse bisogno).  

Octavia e Lincoln li avrebbero accompagnati, ma solo perché così si sarebbero potuti allenare senza destare la sorpresa e l'interessamento dell'Intera Arca e dell'intero Campo. 

“Mi raccomando - stava raccomandandosi Monty con Jasper - vedi di non finire come durante la nostra prima escursione” 

“Non ci penso nemmeno amico, Maya non me lo permetterebbe comunque da lassù” Jasper sembrava cooperare bene con il lutto finalmente e Monty non poté fare altro che abbracciarlo stretto. 

 

“State attenti” Clarke e Bellamy, dopo essersi svegliati per l'ennesima volta fuori dalla sua tenda dopo aver trascorso la notte a parlare, erano all'interno della tenda di quest'ultimo mentre Clarke dispensava le classiche raccomandazione che Bellamy ormai avrebbe potuto citare a memoria. 

“Principessa, se non ti conoscessi meglio direi che sei terrorizzata per me” scherzò lui, tanto per mantenere un minimo di equilibrio nel loro rapporto mentre si cambiava la maglia.  

“Sono preoccupata Bellamy, certo che lo sono” rispose Clarke mettendo il broncio “sono già passate due settimane e lo so che l'inverno dovrebbe essere ancora lungo, ma non riesco a smettere di avere il presentimento che potrebbero arrivare prima e lo sappiamo tutti e due che quando siamo divisi ci cacciamo nei guai” 

“L'unica cosa che voglio cacciare oggi, Principessa - rispose lui inarcando un sopracciglio - è un po' di selvaggina per poter continuare a mantenerci in forze... Non preoccuparti non permetterò a Grandi Uomini cattivi di prendermi, ok?” 

Clarke alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al seno, in quel momento se qualsiasi persona fosse entrata avrebbe avuto l'idea sbagliata: Bellamy mezzonudo che si vestiva, il letto sfatto (in cui per inciso non avevano neanche dormito... o fatto altro) e Clarke che senza il minimo di imbarazzo stava lì a parlare con lui (non che l'imbarazzo non ci fosse, ma la poverina cercava di nasconderlo... anche malamente secondo Bellamy che poteva vederla arrossire ogni volta che si voltava e si ritrovava faccia a faccia col suo petto nudo, non che gli desse fastidio ovviamente) ma era poi l'idea sbagliata? 

Flashback *La notte del rientro* 

Bellamy non riusciva a dormire, si girava e rigirava nel suo letto nella sua tenda. C'era semplicemente qualcosa che non quadrava. E sapeva benissimo di cosa si trattava. Si era abituato alla presenza di Clarke vicino a lui, la notte, e ora faticava a prendere sonno. Gli rombavano ancora nella testa le parole che gli aveva detto la notte precedente, quando le aveva chiesto di ucciderlo se mai lo avessero cambiato. “Non lo capisci proprio, eh Bell? Tu sei il luogo più sicuro della Terra” anche quella notte avevano dormito l'uno di fianco all'altra. Si domandò se anche per Clarke fosse difficile prendere sonno e si diede mentalmente dello scemo per la frase che aveva buttato fuori la sera precedente e che, forse, poteva averla spaventata e allontanata da lui. Beh, non le aveva detto propriamente che la amava, ma era risultato abbastanza chiaro dal discorso, non si era pentito di averlo detto (affatto) ma ora era spaventato che magari loro due potessero allontanarsi per quella frase detta (forse) troppo presto (per lei). Un fruscio nella sua tenda attirò la sua attenzione. 

Clarke stava lì, in piedi (cercava forse di capire se stesse dormendo?) in silenzio. Poteva vedere la sua sagoma alla luce del falò fuori dalla tenda e alla fine, per paura che credendolo addormentato se ne andasse (e avrebbe poi detto addio anche lui al suo sonno), decise di parlare. 

“Hey, Principessa, già ti mancavo?”  

Sapeva. Lo sapeva e basta che lei stava sorridendo. 

“Non riesco a dormire - rispose lei - ti va se parliamo un po'?”  

“Fammi solo alzare dal letto” fece lui (anche se era già praticamente sgusciato fuori da sotto le coperte, ma non voleva spaventarla sembrando troppo pronto a essere di fianco a lei). 

Si sedettero fuori dalla tenda, una coperta che li avvolgeva e rimasero in silenzio. 

“Ho paura, Bellamy - confessò Clarke - ho paura che questa volta non riusciremo a proteggerli” 

Lui le aveva stretto di più il braccio attorno alla vita: 

“Non ti preoccupare, Clarke - disse - la supereremo. INSIEME” intendeva davvero “insieme” ed era meglio che Clarke se lo stampasse bene in testa. 

La mattina li trovarono così, abbracciati, avvolti in una coperta fuori dalla tenda di Bellamy che dormivano (ed Abby aveva fatto una scenata di pura gelosia nei confronti della figlia con Kane che per zittirla aveva dovuto tapparle la bocca con una mano e minacciarla di soffocarla nel sonno quella notte). 

Fine Flashback 

“Bellamy! Mi stai ascoltando?” sbottò Clarke, quasi senza accorgersene erano usciti dalla tenda e si trovavano insieme agli altri vicino ai cancelli dell'accampamento. 

“No scusa, dicevi?” la bionda alzò gli occhi al cielo (un'abitudine che aveva preso da quando passava tutto quel tempo con lui). 

“Che vi voglio a casa e interi entro domani pomeriggio e giuro che gli Sciamani saranno una bazzecola in confronto alla mia ira” aveva un cipiglio così deciso che Bellamy non poté fare a meno di ghignare e in un momento si abbassò e scoccarle un bacio sulla guancia (dove forse si trattenne un po' più del dovuto) e allontanatosi da lei (che stava lì, mezza intontita e sorpresa dal suo gesto) le fece l'occhiolino. 

“Ok, capo! - esclamò sogghignando - saremo di ritorno entro cena, non stare in pensiero” promise uscendo poi insieme agli altri dai cancelli. Clarke poté vedere Jasper tirare una gomitata ad Octavia. 

“Che vuoi Jazz?!” esclamò quella. 

“Mi devi metà della tua razione di colazione per un mese, Tavia!” qualcosa le diceva che quei due avevano fatto una scommessa. 

“Sta zitto, Jasper!” 

 

“Allora... tu e il caro vecchio ribelle di casa Blake” cominciò Raven durante pranzo (quando Clarke aveva cercato di evitare le sue teorie per tutta la mattina) sedendosi accanto a lei. 

“Raven..” 

“Che vuoi? E' vero! Siete così carini insieme!?” 

“Raven non stiamo insieme, lo capisci o no?”  

Oh insomma, non mi dire che non avete ancora neanche parlato della situazione” 

“Ti sto dicendo esattamente questo, Raven.. abbiamo troppo per la testa per stare a preoccuparci di dare un nome a questa cosa” rispose Clarke, sperando di zittire così l'amica chiacchierona (e po' troppo impicciona per i suoi gusti).  

“Oh insomma non è che ci voglia uno scienziato! - sbottò l'amica - andiamo! Passate praticamente tutte le notti insieme fuori dalla sua tenda perché non riuscite a dormire e vi troviamo tutte le mattine che dormite abbracciati la fuori! E' abbastanza chiaro...” 

“Mi ha detto che mi ama” buttò fuori Clarke. Erano passate due settimane, non aveva avuto il coraggio di aprire il discorso direttamente con lui, ma a qualcuno avrebbe pur dovuto raccontarlo, no? 

“Cosa?!” 

“Beh non l'ha detto esattamente in questi termini.. - continuò rossa in viso Clarke - ma suppongo che il succo fosse quello” 

“E non state ancora insieme?! Dio voi due avete bisogno di un wedding planner per riuscire finalmente a chiarirvi!" 

 

“CLARKE! - urlò qualcuno delle guardie nel pomeriggio inoltrato - Sono Octavia e gli altri! Credo ci siano dei feriti! Aprite i cancelli!” Clarke mollò sua madre nell'infermeria su due piedi e corse a perdifiato verso il cancelli. Non lui. Non lui. Non lui. 

E invece, sorretto da Lincoln e Miller c'era Bellamy, era ferito a una gamba il cui pantalone era appiccicato e sporco di sangue, Clarke si riprese quasi immediatamente correndo al loro fianco, tastò la fronte di Bellamy, sudata e calda, voltandosi poi verso Miller e Lincoln: 

“Cosa è successo?” 

“Stavo finendo in una trappola - disse Octavia, con le lacrime agli occhi - mentre io e Lincoln ci allenavamo Bell era lì dietro di me e mi spinta via ferendosi lui...Stupidi fratelli maggiori!?” 

“Che bel ringraziamento … - disse sottovoce Bellamy (che aveva sentito la sorella) - tu salvi loro la vita e loro si arrabbiano... Io a voi donne non vi capirò mai” Clarke gli passò una mano nei riccioli neri che gli coprivano la fronte (glie dovrò tagliare un po', si disse). 

“Su portiamolo in infermeria... Tavia, non dire più certe cose è tuo fratello ovvio che ti protegga” rimproverò la ragazza. 

“Perché tu cosa avresti fatto? - sbottò l'altra - SAI che lo avrebbe fatto anche per te”. 

Clarke entrò in infermeria per cercare di aiutare la madre a prendersi cura di quel benedetto ragazzo.  

Fine settimo capitolo 

 

Nel prossimo capitolo: 

“Clarke...” fece una voce roca, la ragazza (da che era mezza addormentata) saltò in piedi e si avvicinò al suo letto. 

“Hey, Bell... come ti senti?” 

“Intorpidito e dolorante” rispose lui cercando di mettersi a sedere. 

“Cosa diavolo stai facendo?” domandò lei, cercando di trattenerlo giù, non era ancora il momento di alzarsi. 

“Cerco di raggiungere te” rispose lui, come se fosse la cosa più ovvia dell'universo.  

“Ti ho sentita... - aggiunse lui e Clarke sentì le guance infiammarsi - anche se ero mezzo rimbambito ti ho sentita” 

 

 

Tadan!!!! Cosa avrà detto Clarke a Bellamy? Suppongo dovrete attendere il prossimo capitolo per scoprirlo! E ovviamente vorrei sapere cosa ne pensate di questo, come sempre! 

Colgo l'occasione per ringraziare sia i lettori silenziosi (e che hanno messo questa ff tra le seguite o le ricordate/preferite!) e ovviamente coloro che recensiscono! Continuate così! Un bacio alla prossima! Giulia :)   

 

 

  
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