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Autore: SaraEManuel95    01/04/2015    2 recensioni
Una missione affidata ai dieci demoni dell'inferno, ragazzi bellissimi con poteri che rispecchiano il demone che hanno nel loro corpo. Amber è la figlia di Lucifero, ha l'aspetto di una ragazza di venti anni ma in realtà ne ha molti di più, è bella e talentuosa, arriva sulla terra con il solo scopo di eliminare i vampiri ribelli, ma cosa accadrà quando incontrerà Sam? vampiro mandato dal padre per aiutarli ad ambientarsi. Sam è bello, pericolo e ironico, il suo scopo è quello di trovare la sorella strega che è stata rapita, ma la sua vita cambierà totalmente quando i suoi occhi si incontreranno con quelli di Amber.
***********
Dal capitolo 4:
“ allora Amber perché non mi racconti qualcosa su di te? “ stavamo camminando da circa dieci minuti e in assoluto silenzio, tranquillamente, ma Sam aveva dovuto rovinare tutto
“ mi dispiace ma non sei il mio tipo “
“ tranquilla non ci provo con le ragazzine, era solo per parlare, odio il silenzio, quindi parlami di te “
“ non ci penso proprio “ risposi io ridendo sarcasticamente
“ ti ho salvato la vita, me lo devi “
“ non ti ho chiesto io di farlo “
“ e allora la prossima volta ti lascerò morire, e potresti almeno ringraziarmi “
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

“ vado ad allenarmi vieni con me? “ chiesi a Dakota entrando in camera sua mentre legavo i lunghi capelli in una coda, dopo un lungo bagno avevo indossato dei pantaloncini blu, una canotta bianca e le scarpe da ginnastica così da potermi muovere liberamente, avevo preso l'ipod, l'unica cosa che sapevano fare veramente bene gli umani era la musica, ed ero andata in camera di Dakota
“ no, salto Am, vorrei riposarmi un'altro po' “ mi rispose lei mentre si muoveva sotto le coperte del grande letto rosa, sembrava la camera delle barbie la sua
“ ok allora qualunque cosa sono in palestra “
in risposta ricevetti un mugolio, così mi chiusi la porta e scesi in palestra ancora sorridendo. Dopo quasi due ore di sala cardio avevo messo i guantoni ed ero pronta a prendere a calci e pugni il sacco da boxe, presi un bel respiro ed iniziai a mettere in pratica tutti gli insegnamenti di Paul, il mio allenatore dall'età di sei anni, dovevo sfogarmi, ma non sapevo bene il perché, forse perché le creature della notte riconoscono il proprio compagno dal primo momento, la scarica elettrica che ti percorre il corpo, il senso di protezione e l'accettate l'aiuto di qualcuno che a noi ci è estranio, è molto altro, ed io avevo sentito tutto questo con Sam, avevamo parlato per quando dieci minuti?! Eppure sembrava una vita, io non voglio dipendere da nessuno, non voglio innamorarmi di nessuno, ma so di certo che se continuo a stargli vicino o se comincio a conoscerlo meglio sarà inevitabile, perché giuro che non ho mai sentito niente di simile in vita mia, figuriamoci con uno sconosciuto, perché è questo per me, uno sconosciuto, colpii sempre più forte il sacco, fino a farmi male ai polsi
“ fai piano ragazzina, non vorrai mica romperti i polsi? “ parli del vampiro e...
“ che vuoi Sam? “ chiesi io fermandomi e girandomi nella sua direzione, e lui era li, proprio come ieri a differenza che ora portava una tuta nera larga fino al polpaccio e poi più stretta con una maglia grigia a mezza manica che gli fasciava i pettorali e le braccia muscolose "che ne dici di usare il mio potere" "oh non pensarci nemmeno tentazione"
“ Amber ci sei?! Capisco il mio aspetto ma dai, stai facendo la bava “

 senza accorgermene Sam era davanti a me e schioccava le dita davanti ai miei occhi, cercai di riprendermi io più velocemente possibile
“ si è vero sei attraente, se non fosse per il tuo cervello di gallina “ sorrisi compiaciuto guardandolo dritto negli occhi
“ rilassati principessa, devo solo allenarmi “ disse camminando per la stanza mentre io rimasi immobile a bocca aperta
“ come mi hai chiamato? “
“ oh ti prego, non dirmi che credevi che non lo sapessi, mi ha mandato tuo padre, e poi ti si vede il marchio “
abbassai lo sguardo, aveva ragione, indossavo i pantaloncini, mi sentivo un'idiota, dovevo riprendermi, così mi voltai verso il sacco
“ fai come vuoi, basta che non mi intralci “ e ricominciai ad allenarmi
“ te l'ho detto, i vampiri non gli uccido con pugni e calci, non è l'allenamento giusto “
“ oh certo, perché tu ne sai qualcosa giusto? “

si avvicinò a me porgendomi la mano “ permettimi di mostrarti di cosa sono capace “ nella sua richiesta c’era un qualcosa di erotico, dovevo riprendermi, ora
alzai un sopracciglio “ va benissimo “.
“ quante volte devo dirtelo il cuore devi.. “
“ ho capito Sam devo puntare al cuore lo so' cazzo, ma non è facile “

 che sia maledetta io e la mia ostinazione ad accettare le sfide, ci stavamo allenando da non so' quanto tempo, e ad essere sincera sono stanchissima, ma non avrei mai ceduto
“ riproviamoci, di nuovo “
iniziammo a girare intorno finché Sam non scattò, riuscii a bloccargli il braccio e torce lo così da farlo cadere in ginocchio, ma lui con mano libera afferrò la caviglia, gli caddi addosso finendo sopra di lui, gli bloccai le mani ai lati testa, cercai un modo per afferrare il paletto che avevo nello stivale, ma mi beccai una ginocchiata nello stomaco, è un secondo dopo la situazione si era rivoltata, mi teneva le mani bloccate, con una sola mano, sopra la testa mentre l'altra la posò sul mio cuore che adesso batteva velocissimo,
“ il cuore ragazzina “ sibilò lui, entrambi avevamo il respiro affannato, i miei occhi verdi erano puntanti nei suoi color nocciola, vidi il suo viso farsi sempre più vicino al mio, le labbra stavano per toccarsi, avrei voluto davvero quel contatto, ma dovevo vincere, così gli diedi una ginocchiata all'inguine e ripresi il controllo mentre lui si piegava di lato, presi il paletto dallo stivale e lo poggiai sopra la sua pelle all'altezza del petto
“ il cuore vampiro, il cuore “ poi mi alzai e uscii dalla palestra dirigendomi in camera mia, con il cuore ancora a mille. Me ne stavo comodamente seduta sul divano a guardare un telefilm sui vampiri, quando accanto a me il sofà si piegò per il peso di qualcun'altro che non poteva che essere Sam
“ allora hai fame ragazzina? “
“ si, ora chiamo Dakota e andiamo a mangiare fuori, vieni con noi? “
“ c'è solo un problemino “
“ se hai da fare va benissimo per me, così evito di sputare da mangiare “
“ sei molto simpatica, davvero, comunque il problema è che dovremmo andare solo io e te, mi ha chiamato Justin e sta tornando a casa per fare una sorpresa a Dakota, e visto che gli altri oggi pomeriggio hanno da fare a scuola che ne dici di lasciarli soli? “
“ Justin ti ha chiamato? te? “
“ si, qual è il problema? “
“ nessun problema “
risposi acidamente e lui sbruffò
“ non prendertela ragazzina, non ho intenzione di rubarti gli amici “ rimasi un po' spiazzata dal tono che aveva usato, sembrava dispiaciuto ed ecco che mi sentivo in colpa
“ non dicevo quello razza di idiota “
“ ah, no?! “

rimasi in silenzio per un attimo, non sapendo cosa rispondere, cambiai discorso
“ ok, andiamo fuori, ma dopo devi portarmi a fare shopping, tutti si lamentano che mi vesto sempre di scuro “
“ oh hanno ragione “
“ disse il vampiro che mi conosce da un giorno “
“ può darsi che io abbia dato una sbirciatina in camera tua “
“ tu cosa?! “
urlai spegnando la televisione e voltandomi nella sua direzione, aveva i capelli tutti scompigliati, aveva indossato dei jeans e una maglietta verde militare con una giacca di pelle nera, stava da Dio o da satana, dipende dal punto di vista di chi lo guarda
“ non ti alterare stavo solo dando un occhiata " alzai gli occhi al cielo e lui continuò “ forza prendi le tue cose e andiamo, ti aspetta una giornata di divertimento con un vampiro super sexy “
“ oh, quindi non vengo con te? “
dissi alzandomi dal divano
“ da come mi guardi direi che sei già venuta o poco ci mancava “
“ sei un depravato “
dissi salendo le scale e lasciandolo di sotto a ridere da solo.
 “ e tu vorresti uscire così? “ mi guardai avevo una semplice maglia grigiastra che avevo indossato sopra a dei collant neri insieme a dei stivaletti ed ad una giacca dello stesso colore
“ perché cosa c'è che no va'? “
“ la tua maglietta è troppo corta e poi quei pantaloni, sono strettissimi “
“ stai scherzando vero? “
lo guardai alzando un sopracciglio e sorridendo,
“ no, ti guarderanno tutti “
“ oh, meglio per me, così se trovo qualcuno di interessante sarà fatta
“ i suoi occhi si chiusero in due fessure, mancava solo che gli uscisse il fumo dalle orecchie, così approfittai per mandargli una frecciatina
“ sei geloso succhia sangue “

lui scoppiò in una risata finta, forse anche troppo
“ io geloso? di te?! Ragazzina, come hai detto tu, non ci conosciamo da neanche un giorno come potrei essere geloso? “ eppure il suo viso, la sua espressione, tradiva le parole, che fosse davvero geloso?! "Come se ti dispiace eh?" "Sempre presente, tentazione, mi sembra ovvio"
“ allora nessun problema andiamo “
presi la borsa grigia e aprii la porta che portava al garage mentre Sam dietro di me borbottava e imprecava.
 
  
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