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Autore: emily12_    01/04/2015    2 recensioni
Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il freddo che avrebbe dovuto provare: un brivido che si diramava per la spina dorsale fino alle braccia.
Mai come in quei mesi Simon aveva capito quanto potessero essere importanti i ricordi.
Il ricordo della vita che scorre sulla pelle o del cuore che batte.
Ora era un vampiro, e in un certo senso non faceva più parte della vita, perché sarebbe vissuto per sempre.
* * *
Accese la luce della sua camera e si guardò attorno ritrovando tutti i suoi oggetti di sempre.
Sempre?
Eppure sentiva una sorta di ronzio indistinto nella mente che gli faceva prudere le mani, come se qualcosa non andasse affatto.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3


Si stavano ancora muovendo al suono della musica che arrivava come un rombo indistinto alle orecchie di Simon che non riusciva a percepire altro se non la presenza di Isabelle accanto a lui.

Qualcuno urtò la ragazza che inciampando in avanti finì più vicina a Simon che arrossì appena.

Sul volto di Isabelle si aprì un sorriso e appoggiò la fronte alla sua.

Il ragazzo vide con la coda dell'occhio che la persona che aveva sbattuto contro Isabelle si era girata di nuovo verso di loro.

Fu colpito dal colore scuro di quegli occhi tendenti al verde, come immersi nelle tenebre, che si fissarono su di lui, e il ragazzo non poté fare a meno di rabbrividire.

Quella persona continuava a fissarlo da sotto il cappuccio del mantello, quindi Simon non riusciva a vederne bene il volto, ma poteva intuire il ghigno di quel viso anche se nell'ombra.

Isabelle...” provò a dire, ma la ragazza non aveva notato niente e lo guardò sorridendo interrogativa.

Fu un attimo: Simon fece appena in tempo a vedere la pietra rossa al collo della ragazza accendersi, prima di sentire fischiare un coltello accanto al proprio orecchio.

I suoi polmoni rimasero senza fiato.

Né Isabelle, né Jace, che era apparso accanto a loro, riuscirono a intervenire poiché la figura si era gettata giù dalla finestra.

Le persone nella sala cominciarono a mormorare e ad accalcarsi vicino ai vetri aperti, ma la figura era ormai sparita nel nulla.

Certe persone quando bevono perdono proprio la bussola!” esclamò Magnus ridendo, ma Simon poteva percepire il suo tono sforzato come anche la falsità della risata.

Poteva ammazzarci!” obbiettò Jace “ma chi inviti alle tue feste??”

Sì Jace, hai ragione, se sono arrivato ad invitare anche te vuol proprio dire che sono messo male...” rispose quello battendo le mani e facendo sparire il coltello con una scintilla blu.

Jace inveì contro il mago sottovoce.

Tornate pure a quello che stavate facendo signori! La festa continua!” concluse il Magnus, ma prima che sparisse tra la folla Simon lo fermò afferrandolo per un polso.

Magnus, cos'era quello in realtà?”

Nulla vampiro, torna alla tua eternità spensierata.” rispose lo stregone facendogli l'occhiolino e sparendo in fretta.

Ma c'era qualcosa che non andava, il ragazzo lo poteva sentire fin nelle ossa; era la stessa sensazione che si prova quando si ha un nome sulla punta della lingua, ma non viene comunque in mente: aveva già visto quegli occhi, ma dove?

Usciamo?” la voce di Isabelle alle spalle lo fece sobbalzare.

Annuì ancora sovrappensiero: “Clary e Jace sono già usciti?”

Sinceramente, non so se voglio sapere dove sono ora quei due.” rispose lei con un'alzata di spalle “e non ho idea di quando tornerà a casa Alec...mi sa che mi toccherà inventarmi una qualche scusa per lui...e dire che sarei io la minore...” la ragazza sbuffò, ma dal sorriso che cercava di nascondere si capiva che in realtà non le pesava affatto coprire il fratello.

Scesero le scale del loft e uscirono all'aria aperta.

Simon respirò a pieni polmoni l'aria della notte, così fredda in confronto a quella pesante della sala della festa.

Vedendo Isabelle incrociare le braccia infreddolita le tese la sua giacca.

Ma no Simon...non ce n'è bisogno...e poi tu come fai?”

Sono un vampiro, non mi serve una giacca.” rispose semplicemente “non c'è bisogno che tu dica che ti dispiace.”

Grazie.” disse allora Isabelle infilandosela.

Camminarono senza una meta precisa per le strade di Brookling, finché arrivarono alla fermata della corriera e si sedettero ad aspettare.

Non mi va di tornare a casa...” sospirò Isabelle fissandosi le scarpe.

Simon rimase in silenzio per un attimo guardando le persone che passavano, poi i suoi occhi si illuminarono e disse: “Allora non torniamo.”

Lei lo guardò divertita: “E cosa vorresti fare? Sentiamo.”

Un attimo...adesso ho avuto la prima parte del lampo di genio...aspetta e avrò la seconda.”

Sei completamente fuori di testa.”

Fatto sta che sono irresistibile.”

Fatto sta che sei un gran idiota.”

Potremmo...hai mai preso un treno al volo stile Divergent?” chiese allora Simon.

Stile cosa? E comunque no...ma sai..non mi va di saltare su un treno...” rispose lei preoccupata.

Va bene, niente treno...sai pensavo sarebbe stato divertente...e poi voi Shadowhunters e gli Intrepidi andreste a braccetto...Comunque passiamo ad un altra idea signore e signori...” storse un attimo la bocca e finì per dire “Scusa Isabelle...davvero non ho nessuna idea, ma se vuoi possiamo andare da Taki a prendere qualcosa.”

Va bene, sempre meglio di buttarsi su dei treni come gli..Indiv...no è lo stesso, non so di cosa tu stessi parlando!” rise lei.

Se ti interessa posso sempre spiegartelo...allora ci sono quattro gruppi...”

Per l'Angelo, Simon! E' lo stesso!” rise lei alzando gli occhi al cielo.


* * *

NEL PRESENTE


Simon si svegliò madido di sudore, con addosso un'ansia inspiegabile e il ricordo di quella ragazza che di nuovo lo ossessionava.

Guardò la sveglia sul comodino e si gettò giù dal letto vestendosi in tutta furia e correndo in cucina.

Aprì la dispensa e con una manciata di biscotti in mano corse in strada sperando che la cerniera dello zaino che aveva sulle spalle fosse chiusa.

Quando ormai mancavano pochi minuti a raggiungere il piazzale della scuola vide di sfuggita una figura appoggiata all'angolo di una casa.

Gli occhi di quella persona incrociarono i suoi: erano di un verde scuro stranamente innaturale.

Il fatto che più lo turbò fu la certezza di averli già visti, ma quando si voltò per ricontrollare non trovò nessuno.

La figura era sparita.



Ohilà mondo! Scusate se è una vita che non aggiorno...sono imperdonabile! Spero che questo capitolo non sia un completo fallimento e che vi abbia almeno un po' incuriosito. Chi sarà questa figura con gli occhi scuri, che stolkera Simon e adora lanciare coltelli a caso?

Va bene, detta così sembra patetica, ma ho paura che in realtà l'idea che mi è venuta lo sia davvero.

A presto, baci e girasoli,

emily

  
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