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Autore: AresEris    01/04/2015    1 recensioni
"Mi lascio cullare dal frusciare delle foglie degli alberi e dei cespugli, nessun pensiero in testa, distratto poi dal rumore dell'erba calpestata: socchiudo gli occhi annoiato, adocchiando la figura familiare di Nicole per la prima volta in tutta la giornata, soffermandomi sul solco tra i seni, compressi in una camicetta azzurro pallido, creato dalla tracolla. Resto a fissarle il petto anche una volta che mi si è parata di fronte a braccia conserte – l’ha fatto di proposito o pensa davvero che lo colleghi ad un gesto offeso? -, sorpreso e incuriosito da un capo che non le ho mai visto addosso.
«Guarda che i miei occhi sono più su.»
«Lo so, ma a me interessa quello che hai più giù.»"

Storia cancellata e ripubblicata perché l'autrice è stupida e non sapeva di volere una long.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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See you around
 
Sei anni e due mesi prima
Assaporo il silenzio del cortile ad occhi chiusi, rilassando i muscoli delle braccia sullo schienale della panchina non appena una ventata d'aria calda viene alitata pigramente. Mi lascio cullare dal frusciare delle foglie degli alberi e dei cespugli, nessun pensiero in testa, distratto poi dal rumore dell'erba calpestata: socchiudo gli occhi annoiato, adocchiando la figura familiare di Nicole per la prima volta in tutta la giornata e soffermandomi sul solco tra i seni, compressi in una camicetta azzurro pallido, creato dalla tracolla. Resto a fissarle il petto anche una volta che mi si è parata di fronte a braccia conserte – l’ha  fatto di proposito o pensa davvero che lo colleghi ad un gesto offeso? -, sorpreso e incuriosito da un capo che non le ho mai visto addosso.
«Guarda che i miei occhi sono più su.»
«Lo so, ma a me interessa quello che hai più giù.»
La sento sbuffare, sicuro che abbia anche roteato gli occhi al cielo, mentre prende posto accanto a me uscendo dalla mia visuale, un uomini sussurrato con malcelato divertimento; mi volto a fissarla con un accenno di sorriso, osservandola mentre cerca di sistemarsi i capelli dietro al collo, dimentica per un attimo del suo nuovo taglio.
«Non pensavo avessi delle camicie, nell'armadio. Credevo non ne conoscessi nemmeno l'esistenza, a dire il vero.» scherzo, allungando una mano per tirarle i ciuffi scuri, non ancora abituato nonostante siano passati tre mesi.
«Ne ho alcune e nessuna mi sta bene.» arriccia il naso irritata «Così sembro una prostituta d'alto borgo,» afferma indicandosi una scollatura che non credevo potesse mai mettere in mostra, o anche solo avere «mentre così sembro una suora idiota.» continua allacciandosi l'unico bottone ancora appeso, prima di slacciarlo nuovamente con una smorfia disgustata in viso e mentalmente concordo con lei.
«E perché non hai optato per il look 'santa subito'
Si volta a guardarmi, un sorriso furbo in viso, ruotando anche il busto nella mia direzione.
«Non ti senti improvvisamente disposto ad aiutarmi con qualcosa se, distrattamente, dovessi pormi così?» la sua voce si addolcisce pian piano che parla, mentre si china verso di me e avvicina le braccia al seno, mettendo in mostra il décolleté, una mano a sistemarsi i capelli dietro l'orecchio mordendosi il labbro inferiore con sguardo languido; mi ritrovo seduto composto, lo sguardo fisso sulle forme del seno che scompare oltre il tessuto della camicetta.
«Aiutarti? Hai bisogno di qualcosa? Qualsiasi cosa?» affanno mentre cerco di riprendermi; l'attimo dopo la risata di Nicole mi riporta alla realtà bruscamente e, per nulla offeso ma sinceramente ammirato, torno con le braccia sullo schienale, un sorriso divertito sulle labbra.
«Mi mancheranno questi flirt amichevoli.» le confesso dispiaciuto, prendendo ad osservare le nuvole rarefatte sopra di noi.
«Mancheranno anche a me. Sei l'unico che non li prende come un invito a rivoltarmi con un calzino. Non chiedere.» aggiunge quando apro la bocca, confuso e perplesso.
Con la coda dell'occhio la osservo incrociare le gambe sulla panchina e sollevare poi lo sguardo verso la distesa azzurra che è il cielo, imitandomi.
«Quindi parte davvero?» mi chiede dopo qualche attimo di silenzio; mi limito ad annuire, certo che mi stia osservando anche lei di sottecchi.
«Poteva anche parlarne con Rachel, invece di infilare la lingua in bocca alla prima che gli è capitata.»
«È stato un vero idiota, lo sa anche se non lo vuole ammettere. Ma in quel momento lo voleva, non è stata la partenza imminente a farglielo fare.» spiego pacato «Gli dispiace solo non aver avuto il coraggio di parlare prima con Rachel di cosa provava, o meglio non provava più.»
La osservo annuire nuovamente prima di tornare a concentrarmi sui ciuffi bianchi sopra le nostre teste, chiudendoci in un silenzio che non ci ha mai messo a disagio, i minuti che passano senza che l'uno si stanchi della compagnia muta dell'altra. Le nuvole si sono spostate lontane – è relativo, noi siamo quaggiù e loro sono lassù – quando la vibrazione di un telefono fa sobbalzare Nicole sulla panchina; passa solo un attimo prima che la sua voce riempia di nuovo le mie orecchie: «Il mio passaggio è arrivato.»
Tiro gli angoli della bocca all'insù mentre mi volto a guardarla, il naso arricciato mentre osserva il display, dispiaciuta di doversene andare come lo sono io. Si rialza dalla panchina, spazzolandosi poi il didietro in un gesto automatico – e nemmeno una proposta sconcia esce fuori dalle mie labbra, anzi: «Mi concederesti un bacio prima di andare?»
Si volta accigliata, un'espressione incredula in viso e osservo la ruga che le si forma tra le sopracciglia, trattenendo una risata.
«Non credi di essere troppo drammatico?» esala ancora sconcertata, voltandosi completamente verso di me mentre ritiro le braccia dallo schienale per poggiarle sulle gambe.
«Dobbiamo supportare i nostri amici che non si vogliono vedere e quest'anno è praticamente finito, l'ultimo per noi, poi ci divideremo. Non mi sembra di essere drammatico.» affermo sollevando un angolo della bocca in un sorriso pigro, osservando la ragazza di fronte a me sbuffare una risata, divertita, già conscia che mi avrebbe assecondato.
«No, sei solo un approfittatore, è diverso.»
«Colgo solo le occasioni, è diverso.»
Nicole si avvicina decisa di un passo chinandosi poi su di me e non mi interessa il décolleté messo in svendita sotto il mio naso; mi interessano solo le sue mani sulle mie spalle, i suoi occhi luminosi prima di chiudersi e le sue labbra sorridenti ad un soffio dalle mie. Mi bacia delicatamente, l'odore dolce del suo shampoo che mi invade le narici e le osservo le ciglia tremolanti prima di chiudere anch'io le palpebre e godermi il momento, posando le mani sulle sue braccia per trattenerla ancora un po', inutilmente: l'attimo dopo si è già allontanata, un ci vediamo in giro, Adam sussurrato dolcemente – e così mi rende più difficile lasciare la presa sulle sue braccia – rimettendosi poi in piedi; raccoglie la sua tracolla, sorridendomi serena e salutandomi con la mano prima di allontanarsi senza guardarsi indietro.
Ci vediamo in giro, Nicole.
 

Presente
Alcuni scricchiolii mi invadono le orecchie, costringendomi a riprendere coscienza, e un'imprecazione pronunciata con voce femminile mi mantiene in allerta: mi volto svogliato cercando di tenere gli occhi aperti, che però si spalancano quando, abituatisi al buio, scorgo la figura di Nicole coperta solo dalla maglietta che indossavo quella sera, che si sbraccia per non sbattere contro un altro mobile. Quando solleva lo sguardo dal pavimento incontra il mio divertito e allora si ferma, imbronciandosi.
«Non volevo svegliarti, scusami. E scusami anche per la maglia, ma la natura chiamava e tu sei sdraiato sulla mia.» mi informa concitata «Fortuna che infili i boxer dopo il sesso.» aggiunge poi più calma mentre si avvicina al letto per infilarvisi. Si poggia con la schiena al muro osservandomi concentrata mentre sfilo la sua maglia da sotto il mio corpo per posarla ai piedi del letto; non stacca gli occhi da me neanche quando torno con la testa sul cuscino e ne approfitto per imprimere nella memoria i suoi capelli sfatti, la faccia pulita dal trucco e le spalle lasciate leggermente scoperte dalla maglietta.
«Sei sexy.» decreto. Inarca un sopracciglio divertita, schioccando la lingua al palato e sorridendo poi a mezza bocca.
«Lo pensa anche il tuo coinquilino. È rientrato mentre uscivo dal bagno e mi ha invitato in camera sua dopo una bella radiografia completa.»
Una fitta di fastidio mi colpisce lo stomaco mentre distolgo lo sguardo e un porco esce irritato dalle mie labbra. «Ma non posso dargli torto.» ammetto controvoglia.
La sento ridere piano e avverto subito dopo la sua mano sfiorare la mia «Ma io sono qui per te, però.» mormora tra il dolce e il divertito, ritirando poi la mano l'attimo dopo; la fermo prima che possa allontanarsi, sorridendo al vuoto, e un'idea mi balena in mente: leggo l'orario sulla sveglia – le quattro e trentadue del mattino – e mi rivolgo poi a Nicole, che guarda interessata le nostre dita intrecciate.
«Oggi lavori?»
«Ho il giorno libero, perché?» risponde ancora persa nella sua contemplazione; le stringo la mano perché possa accertarsi della realtà dei fatti, intenerito.
«Perché è anche il mio giorno libero e ti propongo di passare la giornata qui con me, tanto Will non ci sarà.» continuo convinto. Nicole solleva lo sguardo sorpresa e confusa, il primo sorriso timido che le vedo addosso da sempre, e rafforza la presa prima di tornare la ragazza spavalda di sempre.
«Cosa pensi di fare, eh? Maiale.»
«Starcene a letto tutto il giorno cullandoci nel dolce far nulla, proprio come i maialini.»
Mi esamina con espressione indifferente prima di sfilare poi la mano dalla mia «Credo si possa fare.» accetta con finta aria altezzosa, coricandosi poi sotto le coperte lontano da me per riprendere a dormire: le avvolgo un braccio intorno alla vita spingendomela contro, per nulla intenzionato a starle lontano quando è così vicina – ed è stato un pensiero fisso per mesi interi, tempo prima; si gira tra le mie braccia e la scopro sorridere serena quando mi chino a baciarla delicatamente, una mano a stringerle piano il braccio – e il ricordo del nostro primo bacio si fa largo prepotentemente nella mia testa.
«Dormi bene, Nicole.» le sussurro sulle labbra, stringendola piano, prima di chiudere gli occhi e sentirla accoccolarsi a me.
Io dormirò magnificamente.



 
N/A (Ares)
Altri due capitoli e mi leverà dalle palline u.u
Spero vi sia piaciuta quest'idea dei flashback, perché mi ha ispirata un botto, e ringrazio i fidati lettori che seguono in silenzio (ma non vi mordo se parlate eh lol).
Peace&Love
Ares <3
  
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