"  'CAUSE LOVE HURTS "

"Ho provato, ho fallito. 
Non importa. 
Riproverò, e fallirò meglio.”
—     Samuel Becket
 
Sakura odiava il maltempo perenne di Londra
Odiava il fatto che trecentosessanta giorni all'anno si svegliasse, e aprendo la finestra di camera sua constatasse che , come ogni mattina, piccole goccioline di acqua irrompessero in camera sua.
Sakura odiava tutto questo .
Ma mai come in questi giorni in cui quel
maltempo sembrava volesse ricordarle, come se per lei fosse possibile scordarlo o anche solo immagazzinare da qualche parte nella sua mente, la morte di sua madre.
Mai come in quei giorni, Sakura detestava Londra.
Non aveva potuto decidere di venire a vivere qui, come ora non aveva potuto decidere di andarsene.
"Sempre meglio andare a vivere in una città di cui non ricordo un cazzo, che continuare a vivere in una città in cui         piove merda per la maggior parte del    tempo" pensó Sakura alzandosi per l'ultima volta dal letto di camera sua.
-Sakuraaa! Muoviti o perderemo l'aereo -
le urló suo padre.
"Fantastico - pensó- come se me ne importasse qualcosa" 
Si alzó di male voglia dal letto  e prese a vestirsi, non sapeva assolutamente cosa mettersi dato che non si ricordava per nulla che tempo facesse a Tokyo .
" Questo dovrebbe andare bene, e se no amen" pensó Sakura mentre indossava dei semplici blue jeans e una canottiera blu con sopra un cardigan grigio.
I capelli di un rosa confetto che le ricadevano sulle spalle sinuose, fino ad
arrivare a metà schiena decise di lasciarli sciolti, tanto si sarebbe portata un elastico dietro qualora le avessero iniziato a dare noia.
Ai piedi mise delle semplici Nike nere e ancora assonnata scese giù in cucina dove tutto era già pronto per andare in aeroporto.
-Era ora cazzo Saku! Non ho ancora soldi da sprecare per comprarmi un jet privato per stare ai tuoi comodi eh!! Ora muoviti per favore, abbiamo l'aereo tra due ore!- disse suo padre.
Sakura si fermó a guardarlo un istante. Non aveva preso nulla da lui.
Suo padre era il classico uomo di una       certa età che non dimostrava per nulla la sua età. 
Alto, snello, capelli castani e occhi di un nocciola così intenso , che sembrava ogni volta ti scrutasse l'anima 
- Pà datti una calmata su! In due ore  potrei benissimo farmi il giro di Londra ormai! Abbiamo tutto il tempo che vogliamo!- Gli rispose lei
- Sisi come vuoi. A me importa solo che metti le tue valigie su quel cavolo di taxi che ci aspetta qui fuori! Io quie macigni  non li porto!!- 
- Si certo Pà! Su andiamo!-
 Presero le valigie e le posizzionarono nel bagagliaio del taxi.