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Autore: BlackSong00    01/04/2015    1 recensioni
'Era una giornata diversa dal solito, anche troppo. Tra qualche ora mi sarei imbarcata sul volo per Buenos Aires, e , finalmente, dopo quattro anni, avrei potuto rincontrare la mia amata nipotina e...lui.
Il varco con il mio passato si sarebbe riaperto, d'altronde era inevitabile!
Non sapevo come avrei reagito una volta che ci saremmo incontrati, ne come lo avrei affrontato. Ma quel che sapevo era che lo amavo, e, anche dopo quattro anni lontana da lui, non ero riuscita a soffocare i miei sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, German, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eravamo arrivate da circa mezz’ora a casa Castillo e, per fortuna, non c’era ancora ombra di German.
Cosa positiva, se non avessi inconsciamente pensato all’ipotesi di una seratina romantica con “Pri’”.
-Blu o Rosa?- chiese Violetta, mostrandomi due borse.
-Dipende…occasione?- chiesi, accomodandomi meglio sul divano del living.
-Uscita galante con Leon!- disse, con uno sguardo sognate.
-Allora devi assolutamente abbinarci la borsa blu.- dissi, facendole l’occhiolino.
-Grazie zia!!- disse, abbracciandomi e digitando qualcosa sul suo cellulare.
Aspettate.
Uscita? Con Leon? Questa sera?
No.
-Scusa, ma…per “uscita galante con Leon”, intendi questa sera?- chiesi, alzandomi improvvisamente in piedi e sorridendole nervosamente.
La porta principale si apri’in quello stesso momento, lasciando il passaggio a Leon e German.
No, quella ragazza non poteva avermi fatto questo.
-Noi andiamo, buona serata!- disse Violetta, dileguandosi con Leon.
Non sta’ succedendo a me, non sta’ succedendo a me, non sta’ succedendo a me.
Quella cara nipote non mi ha lasciata da sola con German, no, e’ solo uno scherzo.
Si, uno scherzo.
Oddio, no!
-La mia cara cognatina che viene a trovarmi a casa. A cosa devo questo piacere?- disse, con il suo solito ghigno sul volto che, onestamente, aveva iniziato ad esasperarmi.
-A niente, difatti stavo giunto per uscire.- dissi, prendendo la mia borsa e avviandomi verso la porta.
Non avevo intenzione di restare ancora un attimo in quella casa.
Cena di famiglia, eh?
Questa volta Violetta mi avrebbe sentita, eccome se mi avrebbe sentita: aveva davvero esagerato!
-Si puo’ sapere qual’e’ il tuo problema?- chiese, prendendomi per il braccio destro e voltandomi nella sua direzione.
Voleva sapere qual’era il mio problema?
Certo, il signorino si e’ stancato di fare il “playboy” menefreghista e vuole “sapere qual’e’ il mio problema”!
Non posso crederci, a volte mi lascia allibita.
-Qual’e’ il mio problema?- ripetetti, ancora incredula di quel che aveva appena pronunciato.
-Si.- rispose, diventando improvvisamente serio.
Respirai e espirai pesantemente.
Questa volta l’avrei fatto, gli avrei urlato tutto cio’ che pensavo in faccia e, forse, finalmente mi avrebbe lasciata in pace.
Eravamo nella stessa posizione di sei anni prima, quando gli confessai il mio amore prima del matrimonio con Jade e lui, nonostante cio’, stava per sposarla comunque.
Ma questa volta non sarebbe stato cosi’, questa volta avrei chiarito tutto i dubbi.
-Che cosa dovrei dirti adesso? Cosa, eh?
Che ci sono state volte in cui ho pensato di odiarti?
Volte in cui, il pensiero di te con un’altra non mi faceva dormire?
Che ci sono state le volte in cui non mi parlavi, non mi guardavi, facevi finta che non esistessi, che un ‘noi’ non fosse mai esistito?
Che ci sono state volte in cui ho pensato che la mia vita sarebbe stata migliore, se non ti avessi mai incontrato?
Che ci sono state volte in cui ho pensato di amarti?
Io ti volevo lo stesso.
Questa era la mia condanna, volerti con o senza amore. Forse pensavo di essere in grado di amare per tutti e due.
Ma, a quanto vedi, non ne sono stata capace.
E sai qual’e’ la cosa peggiore di tutto cio’? Che i miei sentimenti per te non sono cambiati: ti amo nonostante tutto.
Adesso fammi il favore di uscire dalla mia vita e fartene una con la tua amata Priscilla!- dissi, con gli occhi lucidi e ricominciando a respirare regolarmente.
German era rimasto a bocca aperta e, difatti, anche io ero abbastanza stupita da quel che avevo appena detto.
Era come se quelle parole, da troppo tempo trattenute, avessero deciso di liberarsi.
 
POV German
Per un momento rimasi immobile, stupito, dalle tutte quelle parole pungenti.
Non riuscivo a pensare razionalmente: avevo appena scoperto di aver sprecato tutta la mia vita con cose superflue e che mi ero lasciato scappare la cosa piu’ importante.
Come avevo potuto essere cosi’ cieco e averla ferita in quel modo?
Roberto aveva ragione; “Angie ha delle ferite ancora aperte che, purtroppo, saranno molto difficili da ricucire.”
Ed io, ovviamente, non avevo fatto altro che esasperarla per tutto questo tempo.
Riusci’ solo a pronunciare una stupida piccola frase.
-Priscilla non e’ niente per me.- dissi, cercando di materializzare la situaizone.
-Certo, meglio continuare a negare. Comportamento da vero uomo maturo, complimenti cognato!- disse, sorridendo sarcasticamente.
Avrei voluto tanto urlarle tutto cio’ che sentivo, tutto cio’ che continuavo a tenere dentro per molto, troppo tempo; ma le parole mi morivano in gola.
Inoltre, lei aveva anche ragione: quello dalla parte del torto ero solo io.
Come poteva farmi paura l’amore che provavo per lei?
Come potevo aver dato tanto peso al semplice fatto dell’essere cognati?
-Buonasera.- disse, prima di sparire dietro la porta d’ingresso.
Ancora una volta mi ero comportato come l’idiota che, fortunatamente, non ero.
Come avrei potuto farla fidare ancora di me, adesso?
 

 
Era passato un mese dall’ultima volta che avevo parlato con German.
Dopo aver fatto un bel discorsetto a Violetta, avevo iniziato ad inventarmi sempre qualche scusa quando mi chiedeva di andare a casa sua e, di conseguenza, evitavo qualsiasi tipo di contatto con suo padre.
Se da una parte ero felice di avergli urlato in faccia tutto cio’ che provavo e pensavo di lui, dall’altra sapevo che cio’ non avrebbe portato a nulla di buono.
Magari quello non era stato nemmeno il momento adatto che, molto probabilmente, non sarebbe mai arrivato.
Forse avevo combinato l’ennesimo disastro al quale, purtroppo, non avrei potuto rimediare.
Oggi ci sarebbe stato l’incontro di meta’ semestre con i genitori dello Studio On Beat ed io, da brava adulta, avevo inventato un mal di pancia improvviso.
Ovviamente, il mio caro Pablo, non ci aveva creduto minimamente e, contro la mia volonta’, mi aveva assegnato il secondo turno nel pomeriggio.
Stavo ordinando alcuni documenti del progetto con U-Mix (ormai cancellato) pronti per essere archiviati quando, all’improvviso, qualche risatina proveniente dal corridoio suscito’ la mia curiosita’.
Mi affacciai dalla porta e, con mia grande sorpresa, notai German e Priscilla, intenti a guardare un video al loro tablet.
Non so in quel momento cosa provai, forse un misto di rabbia e tristezza, ma tutto era molto confuso e poco nitido.
Sentivo il cuore stringermi nel petto e, a mio malgrado, sentivo le gambe tremarmi.
Il piano “Dimenticare German” stava risultando piu’ difficile del previsto.
-Guarda che continuare a guardarlo non ti aiutera’ ad andare avanti!- disse Pablo, cogliendomi di sorpresa e facendomi sobbalzare.
-Salutare come la gente civile no, eh?- dissi, facendo finta di essere offesa.
-Che simaptica!- disse, sorridendomi sarcasticamente.
-Ma lo sai che ti voglio bene..- dissi, sorridendoli.
-Si, certo…e dimmi grazie: gli ho parlato io di Ludmilla e Violetta.- disse, facendo il modesto.
-Ti ho mai detto che sei il migliore?- dissi, abbracciandolo.
-Si, molte volte…- disse, iniziando ad avviarsi verso la sala professori.
Stavo per rientrare nella mia aula, quando mi richiamo’.
-Angie!- urlo’ da tipo tre metri di distanza, facendo girare tutti, compresi i due fidanzatini.
-Mi sposo!- disse, prima di chiudersi dentro la sala.
Un attimo.
Il mio migliore amico si sposa?
Pablo?
Sorrisi inconsciamente e, quando mi girai per tornare nuovamente alle mie faccende, mi ritrovai lo sguardo di German e Priscilla fisso su di me.
Pablo aveva appena detto a tutto lo Studio che si sarebbe sposato, cose da tutti i giorni, che cosa c’era da guardare?
 
 
Stavo uscendo dalla Studio On Beat dopo una giornata davvero stressante.
Ancora non riuscivo a credere che Pablo si sarebbe sposato con Jakie, era tutto cosi’ perfetto.
Ero felicissima all’idea che, dopo tutto quel tempo, il mio migliore amico aveva trovato quella persona per la quale valeva davvero la pena fare quel passo importante: il matrimonio.
Il tempo fuori non era dei migliori e il cielo era carico di nuvoloni che minacciavano una vera tempesta.
Stavo giusto per varcare la soglia dello Studio, quando la voce di qualcuno mi blocco’.
-Se fossi in te, porterei con me un ombrello…- disse German, appoggiato alla porta della sala di canto e sorridendomi timidamente.



*Angolo autrice*
Ciao carissime :)
Da quanto tempo non aggiornavo?
Bhe', in relata' non lo so nemmeno io.
Finalmente, e dico finalmente, ho ritrovato l'ispirazione per scrivere anche questo capitolo di una storia che, tra un po' di capitoli giungera' al termine.
Sono molto felice degli esiti positivi che sto' riscontrando nella maggior parte di voi e spero che, comunque sia, continuate a seguire le mie storie.
Che altro aggiungere?
Lasciatemi una recensionina per parmi sapere il vostro parere!
A presto, baci BlackSong00 <3

 
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