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Autore: cara92    02/04/2015    0 recensioni
Sage freeman per gli amici ( raven) ha finalmente l'occasione di poter lasciare la sua fazione e proseguire la sua vita, in qualcosa in cui crede veramente e che desidera.
Durante il suo viaggio, incontrerà nuovi e vecchi amici, ci sarà amore e odio, ma un vero e proprio dolore la colpirà proprio nel momento del bisogno, ce la farà la nostra protagonista ad uscirne?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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POV Al

 
Quella pazza aveva proprio deciso di saltare, non so come riusciva a essere sfacciata in un momento del genere e soprattutto davanti ad un capo fazione, aveva davvero rischiato tantissimo a sfidare Eric, e da come lo avevo conosciuto in questi ultimi giorni poteva diventare molto peggio.
Poco dopo che avevo saltato dal cornicione, avevo pregato di non morire, si sono un fifone, io e l’altezza non andiamo d’accordo, ma che ci posso fare, comunque, mi stavo riprendendo dalla caduta e mi trovai davanti agli occhi una visione alquanto strana, tris che fissava incantata un ragazzo della fazione che solo dopo pochi minuti avrei scoperto di chiamarsi Four mentre lui, non toglieva di occhi di dosso alla  mia amica.
Non so che cosa mi prese ma dentro di me, mi sentii come esplodere una rabbia mai avuta, sentivo il sangue ribollirmi nelle vene, se avrei avuto un coltello o meglio una pistola lo avrei colpito dritto in testa.
Quel ragazzo non mi aveva fatto assolutamente nulla, ma lo sguardo che aveva rivolto a Sage era qualcosa che mi faceva sentire inutile, vuoto.
Si fissavano come se attorno a loro non ci fosse nulla, come se io e tutti i presenti fossimo degli stupidi insetti da calpestare.
Solo dopo minuti infiniti, vidi Sage avvicinarsi e regalarmi uno dei suoi splendidi abbracci stritolatori.
La strinsi tra le mie braccia e le scompiglia i capelli, il mio scricciolo, pensai mentre la guardavo, con occhi completamente nuovi.
avevo sempre considerato Sage come l’altra metà della mia mela, ma solo ed esclusivamente in senso amichevole, non l’avevo mai vista sotto questa nuova luce.
Avevo dedicato la mia vita interamente alla sua protezione, a non farla mai sentire inutile o sola, ma solo ora mentre la guardavo veramente, capii che lei non aveva mai avuto bisogno di protezione, ma ero io quello che ne avevo, che bramavo l’amore, lei non era più la mia piccola e gracile Sage, ma la nuova e adulta Raven.
Mi faceva davvero strano chiamarla così, anzi di nascosto ancora la  chiamavo Sage , per me,  lei sarebbe sempre stata quella ragazza con cui sono cresciuto.
I giorni all’interno della fazione erano davvero duri, gli orari e le lezioni erano davvero massacranti, ma per il resto mi ero ambientato molto bene, il mio compagno di viaggio Will era diventata la mia spalla, nonché, anche mio amico di letto,( non capite male, dormiva nel letto accanto al mio).
Sapete quando ci avevano divisi, cioè tra i fazione e i tra-fazione, Four e Hazza, ci avevano condotti verso dei lunghi e infinti corridoi e fino alle nostre camerate che scoprii che erano unite, tutto unito, dove dormire , i servizi.
Per le donne fu una vera e propria tragedia, ma per alcuni di noi era un vero piacere.
Mi sistemai vicino alla finestra, mentre Raven, avevo scelto la parte opposta alla mia, accanto a Christina e a Tris.
Insieme a noi c’erano anche due Candidi che conoscevo di vista, due Pacifici e due Eruditi, escluso ovviamente Will.
Da li a poco avrei capito in che guaio mi sarei cacciato, e che forse la mia vita era davvero a rischio.
 

Pov Sage

 
Mi ero completamente irrigidita, sentivo Four fissarmi in continuazione e anche se cercavo di fare finta di nulla ed entrare nella conversazione di Tris e Christina
 ( Chris) , non  facevo a meno di guardarlo con la coda dell’occhio.
Avevo notato subito una certa attrazione verso di lui, sapevo di conoscerlo, ma non riuscivo a ricordare dove, e poi anche la presenza di Hazza e di quel bastardo di Eric non aiutava, li avevo tutti in quella stanza e cominciava a fare davvero caldo.
Odiavo essere guardata, non amavo essere al centro dell’attenzione, mi sembrava di essere piccola , come se gli occhi delle persone di rimpicciolissero ancora e ancora.
Cercai di nascondermi e far si che il buoi della caverna di nascondesse da lui, da tutti.
Ma cosa avevo di cosi speciale?
Mai nessun ragazzo mi aveva guardata in quel modo, mai preso in considerazione, o ero troppo bassa, o troppo poco carina per essere anche solo minimamente guardata ed ora, sentendo tutte quelle attenzione mi sentivo sporca.
Poi sentii la presenza di Al, la mia roccia, mi strinse forte , ma percepii che qualcosa non andava, lo sentivo tremare, ma non per il freddo ma per la rabbia, qualcosa lo stava innervosendo, alzai leggermente lo sguardo e individuai la traiettoria dei suoi occhi blu, fissava Four, lo fulminava, sapevo che se avesse avuto una pistola in mano lo avrebbe ucciso.
Ma perché stava facendo così? Cosa gli prendeva? Cercai di stringerlo il più possibile, e cercare in qualche modo di calmarlo, sapevo che non era niente di buono quello che stava capitando.
In un primo momento pensai che fosse geloso di Four per via delle attenzione che Tris le riservava, avevo capito da quando mi ero seduta accanto a lui, nella sala delle mi stazioni che i suoi occhi erano solo per lei e lo potevo capire, Tris era bellissima, dolce e con un carattere molto forte, ciò che gli serviva, per placare il suo animo, buio.
Ma se invece fosse geloso di Four per me? Mi passò per un attimo questa strana idea nella testa, ma la cancellai subito, non sarebbe mai capitato nulla tra me e Al , troppo strano.
Una cosa inverosimile, quel ragazzo sarebbe sempre rimasto solo ed esclusivamente un fratello, che idea mi balenavano in questo stupido cervello, avevo preso qualche botta poco ma sicuro.
Dopo circa un quarto d’ora di pura noia, sentii la voce di Four entrarmi nelle orecchie , mi sistemai per bene gli abiti leggermente stropicciati e mi avvicinai cercando comunque di restargli ad addebita distanza.
  • gli iniziati interni verranno con me, a voi non serve sapere altro di questo posto, disse Moyra mentre a grandi passi si allontanava verso un corridoio buoi.
Voi invece avrete il grande onore di farvi un bel giro turistico, tenete il passo, restate in silenzio e cercate di non perdervi, disse Four con tono alquanto velenoso.
L’apparenza inganna mi sussurrò all’orecchio Al mentre raggiungevamo il nostro gruppo dentro un altro corridoio, lungo e puzzolente, sapeva di acqua marcia.
Per tutto il percorso cercai di non andare addosso a nessuno e di ascoltare la voce di Four che ci spiegava le varie funzioni di un Intrepido e soprattutto come era situato il palazzo.
Sentivo Chris ridere a qualche battuta fatta da Will l’Erudito e notai invece che Tris era alquanto imbronciata.
Cercai di tenere il passo, era alquanto stancante camminare su questi sassi, e poi avevo le gambe piccole e dovevo fare molti più passi per tenermi alla pari con gli altri, avevo ormai il fiatone e come al solito non notai che il gruppo si era fermato, andando così addosso ad Al che voltandosi mi lanciò un sorriso da presa in giro.
Non mi vorrai dire che sei già stanca Sage, dove hai lasciato tutto il tuo coraggio di prima? Chiese affrontandomi.
Ma falla finita gigante, e andiamo altrimenti Four se la prende anche con noi, oltre che con Chris.
Su forza tieni il passo nanetta, disse il gigante buono ed insieme ridemmo come se quello che ci era capitato fino a quel momento fosse svanito.
Raggiungemmo il pozzo, una caverna sotterranea senza vederne la fine, e sopra alla mia testa si estendeva metri di roccia dove era stata adibita come uso di scorte alimentari o negozi, un centro commerciale sotterraneo, ma la cosa che più mi colpì furono centinai di pannelli di vetro dove si proiettava la luce del sole, era un palazzo, una cosa mai vista in vita mia.
Li si riunivano tutti gli Intrepidi e difatti, con molto piacere notai che era già piena di gente che girovagava allegramente.
Era tutto così meraviglioso, ovunque guardassi non trovavo nulla di strano o fuori posto, li avevo sempre definiti una fazione per pazzi, ma ora dovevo assolutamente ricredermi, tutte le mie paure qui le avrei fatte sparire.
Ma ahimè il giro doveva continuare, e raggiungemmo lo strapiombo,  ribattezzato da me il buco della morte.
-questo luogo ci ricorda che c’è una sottile distinzione tra coraggio e idiozia , saltare da qui per gioco è un modo sconsiderato di porre fine alla vostra vita .
-Siete avvertiti! Le parole di Four rimbombavano nella stanza, dovevo restare lontana da quel luogo, ma non potevo sapere che in un futuro non molto lontano avrei fatto i conti con qualcosa di molto peggio.
Raggiunta la camerata scelsi il letto accanto a Tris e Christina erano le uniche con cui avevo legato almeno un po', mi dispiaceva non essere accanto ad Al ma non volevo che pensassero chissà cosa di noi.
-cambiatevi, e buttate i vostri vecchi vestiti in quel bidone ora siete Intrepidi e non dovrete avere più nulla che vi ricordi la vostra vecchia vita. Disse Four svanendo oltre la porta. Bruciare quegli abiti fu per me un sollievo da un lato, non mi ero mai sentita del tutto una Candida, dall’altra parte però, mi sentivo come se mi sentissi vuota, avevo passato tutta la mia vita in qualcosa che non era del tutto mio, però comunque li avevo i più bei ricordi della mia infanzia ed ora chiedevano di cancellare tutto? come potevo far questo ai miei genitori? O era a me stessa che stavo facendo un torto? Ero veramente pronta a mollare tutto questo ed essere del tutto un’intrepida?, troppe domande annegavano la mia mente, mentre i miei vestiti diventavano un nulla nelle fiamme. La mia nuova divisa, così la chiamavano i nostri capi, era completamente nera una cosa per me favolosa, io adoravo il nero, il tipico colore degli intrepidi, però a differenza dei Candidi dove prevaleva il bianco, qui si poteva nel tempo, quando si avrebbe fatto carriera cambiare la propria divisa e scegliere il colore che si voleva.
Decisi di nascondere la collanina che rappresentava ancora la mia fazione negli anfibi, mentre la notte l’avrei messa nel reggiseno, sapevo che ci sarebbero state sicuramente delle perquisizioni giornaliere dentro le camerate, pregai solo che avessi avuto il tempo necessario per trovar un modo per renderla il più possibile sicura e a prova di Eric, quel ragazzo era l’odio in persona.
Senza accorgermene raggiunsi la mensa, era anche questa un’enorme sala ricavata nella roccia, quattro, cinque file di tavoli dove non si vedeva nemmeno la fine da quanti intrepidi c’erano, la musica sembrava un tutt’uno con l’ambiente, tutti ridevano e si divertivano. Sorrisi nel vedere che non ero l’unica che adorava quell’istante di pura libertà, Al che si trovava accanto a me aveva lo sguardo così sereno e un sorriso a trentadue denti che spuntava dalle labbra carnose, potevo sentire la sua energia prendermi come una calamità, mentre Chris e Tris, erano rimaste a bocca aperta. La mia mente aveva un brutto difetto pensava troppo e quando si metteva in mente certe persone era molto difficile che le allontanasse del tutto difatti, non riuscii a non pensare a lui e senza farlo apposta i miei occhi si soffermarono su l’unica figura seduta per conto proprio che mangiava a testa bassa come se non volesse rompimento di scatole o forse che per lui la solitudine era la sua unica amica. Raggiunsi i ragazzi che si erano seduti sugli unici posti liberi, ovviamente la fortuna vuole che fossero proprio accanto a Quattro, mi ero sistemata accanto ad Al e Will mentre Chris e Tris gli erano difronte, quest’ultima si era ritrovata accanto a Quattro che con la coda dell’occhio cercava di studiarlo. Io invece me l’ero ritrovato davanti e mi sentii come se il posto fosse fuoco puro, non mi sentivo a mio agio, percepivo troppa energia negativa, cercavo di non guardarlo, facevo finta che lui non ci fosse, ma mi era molto difficile, notando invece di essere io il suo punto di sguardo, percepivo i suoi occhi caramello perforarmi il viso, mi sentivo divampare, che cosa c’era in me che non andava?, perché non mi lasciava in pace? Non riuscivo a proferire parola con nessuno dei ragazzi, me ne stavo li imbambolata a fissarli cercando qualsiasi cosa o persona pur di non guardarlo, non sapevo che cosa avrei visto veramente se mi sarei girata a guardarlo anche io. Che cosa avrei potuto leggere nei suoi occhi , curiosità? Disprezzo? Schifezza? Non volevo che mi leggesse dentro non ero pronta ancora a mettermi a nudo davanti a lui. Poi però un angelo del cielo era venuto a salvarmi, non sapevo il suo nome ma lo ringrazia mentre sussurrava qualcosa all’orecchio a Quattro e si allontanava non prima di aver risposto a tono a Tris, che cosa aveva detto per renderlo così nervoso? O era semplicemente difesa?.




MY SPACE

ciao a tutti!! ho portato una modifica al capitolo spero di ricevere una vostra recensione
  
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