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Autore: vale5sosstyles    02/04/2015    0 recensioni
Tutti noi vorremo far affogare questi demoni, il problema è che loro sanno nuotare.
Harold Edward Styles, Clarissa Carter.
Migliori amici, delusioni, morte, distanza, amore e famiglia.
Hiryssa.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Flashback: 11 marzo, 2005 Pov's Clarissa: Mi svegliai per colpa di quella sveglia che non si spegneva senza il mio tocco "magico". Avevo sonno ed ero stanca, sapendo che fosse il mio compleanno, sapendo che ci sarebbe stato qualcosa che mi avrebbe storto la giornata. Mi alzai con lentezza e mal umore, presi le pantofole e me le misi ai piedi, scesi le scale andando a salutare mia madre e mio padre che usciva di casa per andare al lavoro; entrambi mi diedero i loro auguri di compleanno e io li ringraziai:" Buon giorno mamma! Buon giorno papà!"- insieme mi diedero un bacio sulla guancia-" Buon giorno Clarissa! Auguri di buon compleanno! Stasera ti daremo il nostro regalo e verranno i nostri parenti a festeggiare, mentre venerdì potremmo fare una festa per te e i tuoi compagni di classe! Che ne pensi? Sei felice?"- disse mia madre entusiasta. Purtroppo io non ho amici, mia madre pensa che quelli che ho sono veramente compagni e amici, ma sono solamente amici immaginari con cui io parlo, oltre Harry. Molte volte la mamma mi chiese di farglieli conoscere e invitarli a casa, e come risposta le dissi semplicemente che avevano da fare o le loro madri non volevano. Ovviamente non potevo dire la verità quindi le dissi la prima cosa che mi saltò nella zucca:" Si mamma mi piacerebbe molto, ma purtroppo non mi sento bene e ho paura di attaccargli qualche microbo, quindi preferirei passarlo più in famiglia!"- nel viso di mia madre si vide un po' di delusione, ma si riprese accogliendo la mia risposta felicemente:" Va bene allora venerdì festeggeremo con i parenti!"- ci abbracciamo e mio padre diete un bacio a mia mamma, stringendola più forte. Questa mattina non avevo molta fame, quindi dissi a mia mamma di farmi solo un po' di latte e biscotti. Mangiai, mi lavai e mi vestii, pronta per attraversare professori e compagni. Mi diressi nell'auto di mia madre aspettando il suo arrivo. Il tragitto da casa al college è stato piuttosto silenzioso, ma al l'ultimo minuto decisi di parlare:" mamma sento qualcosa che non va, non so cosa, ma ho un brutto presentimento.."-" tesoro sarai solo un po' stanca non ti preoccupare, non c'è nulla che non va"- decisi di non continuare, anche perché eravamo quasi arrivate. La salutai con un bacio sulla guancia e abbraccio, mentre lei parlò:"stai tranquilla, passa buona giornata, ti voglio bene!"-" anch'io"- le dissi, e andai via, raggiungendo la mia classe. Di solito incontravo tutti fuori scuola o nel corridoio, mentre oggi erano seduti tutti in silenzio al proprio posto accogliendomi e facendomi gli auguri di buon compleanno. Mancava solo Harry. Rimasi molto sorpresa del loro gesto, ovviamente non me lo aspettavo, ma ne sono felice lo stesso. Io li ringraziai generalmente e andai al mio posto aspetto la professoressa di matematica. Io adoro la matematica, stando solo al 5 grado ovvero la seconda media, già so risolvere l'equazioni e il calcolo algebrico. Per me è rilassante, divertente e soprattutto squadrata, perché io sono così quadrata. Riesco a sentire ogni emozione, il carattere e dolore di una persona, già solo da un "ciao" o da una conversazione breve, questo perché sono sensibile. Finirono le lezioni ed arrivò l'ora della ricreazione. L'inferno. Pronta per essere chiusa nel bagno, per quei venti minuti. Sono costretta a non andare più e trattenere i miei bisogni fino a fine alla fine. Anche se non vado durante l'ora di riposo, loro mi ci trascinano con forza e cattiveria. Esatto cattiveria, quei ragazzi che dovrebbero godersi questi anni, invece li sprecano avvelenando le loro vene di un sangue infetto dai serpenti, per poi cospargendolo agli altri e diventare i diavoli in persona. I loro occhi sono neri, un nero che fa male agli occhi, come la luce del paradiso, infatti non si possono guardare. Loro mi odiano, senza motivo, forse perché vedono che sono debole? Perché sono brutta e grassa? Perché vado bene a scuola? Cos'ho che non va? Perché non sono come gli altri? Perché non mi accettano? Tutte queste domande senza una risposta. Mi sedetti sulla mia sedia dopo aver buttato la carta della mia merenda ovvero le barrette energetiche. Beh si non sono magra, peso settantaquattro chili, ma non li ho nella pancia ma nelle cosce. Diciamo che sono in carne ma non posso dire che sono obesa. Purtroppo soffro di tiroide, la ghiandola che fa funzionare gli ormoni della crescita, ovviamente a me non funziona. Stranamente i miei compagni non stanno parlando e ne scherzando, stanno solamente in cerchio. Sicuramente a progettare qualcosa di malefico. Ne sono più che sicura. Pian piano Alex e Josh si avvicinarono alla porta, per vedere se arrivava qualcuno, credo. Poi la chiusero molto piano, si stavano recandosi verso di me, uno dietro l'altro. Josh stava dietro Alex, e stava farfugliando qualcosa all'amico, per poi cercare qualcosa in tasca. Un coltellino. Tremai. Avevo gli occhi lucidi. Non riuscivo neanche a muovermi. I due, senza fiatare,mi presero per il braccio sinistro incominciando a passare la lama del coltello sul mio braccio, partendo da metà, scendendo giù verso la mano. Incominciai a sentire dolore. Non piangevo. Non mi ribellavo. Non facevo nulla per fermare quell'azione. Josh disse ad Alex di farlo più profondo, facendo uscire più sangue. Così fece, ma si fermò poco prima il polso. Tutti gli altri erano fermi, lì nel cerchietto, mentre vedevano cosa succedeva. Ovviamente la professoressa non c'è, anche loro hanno la loro pausa. Quando Alex si fermò, prese l'altro braccio stringendolo fortissimo da lasciarmi il livido. Imprecai dal dolore supplicandolo di smettere:" Cazzo fermati! Cosa volete da me? Perché mi fai questo? Perché? Dimmelo!" -Iniziai a piangere rumorosamente e lui strinse di più e poi lasciò , incominciando a ridere, trascinando tutti a farlo. Mi alzai col braccio viocealo e l'altro sanguinante. Avevo dolori assurdi che nessuno poteva immaginare. Aprii la porta andando verso il bagno, non sentivo più le gambe. Quando arrivai al posto, mi lasciai cadere a terra, piangendo, pregando a dio mentalmente, aiuto e che tutto questo finisse. Ero distrutta, depressa e piena di ferite nel cuore. Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo? Di solito non arrivavano a tagli, ma le mani erano quelle che usavano di più. La campanella è suonata e non voglio rientrare in quella classe, ma non posso neanche dirlo alla prof perché poi avvertirebbe mia mamma. Intanto devo trovare un modo per non far vedere il taglio. Che bel compleanno. Pov's Harry: Non le feci gli auguri. Sono cattivo. Ormai è ritornata a casa, quindi posso chiamarla. Si, posso rimediare all'errore. Posso. Ma ieri l'ho lasciata da cavolo, quindi se la chiamo non mi prende per pazzo ma da ricovero, però se lo faccio avrà anche una ragione positiva su di me, ma se dopo comporterò nuovamente male? Oddio sto scoppiando. Lei mi piace punto. Ma non posso farle capire nulla, poi in questo periodo. Che nervi. Se solo potessi tornare indietro e non comportarmi male con lei, sarebbe un po' più facile. Decido di chiamarla, non mi importa cosa penserà, mi interessa di sentire la sua voce. Presi il telefono e composi il numero. Mi rispose la madre, un po' preoccupata, ma sembrava non molto importante:" Ciao Harry! Come va?"- " bene! Per caso c'è Clary? Le vorrei fare gli auguri, al limite più tardi passo!"- perché ho detto questa cosa? L'ho detta involontariamente, non volevo, ma non posso rimangiarmi le parole. " Si c'è, è in camera sua, stranamente non ha mangiato e sono un po' preoccupata quando Rose l'ha riportata a casa, perché era molto giù di morale. Ho paura che abbia litigato.."- no, non ha litigato, sono i soliti stronzi che la prendono in giro e io non faccio nulla se non mettermi dalla loro parte. Prima non ero così, la difendevo, ora no. Non sapendo cosa risponderle, rimasi in silenzio aspettando una sua affermazione:" Comunque, adesso vado a chiamarla! Grazie della telefonata! A presto Harry!"- mi sentii uno schifo. Sapevo che tanto accadeva una cosa del genere, e io non reagisco per aiutarla, oggi potevo andare a scuola, invece no, c'è il mio egoismo che si impadrona della mia testa, come se fossi pazzo e non avessi più il controllo del vero me. Dopo pochi secondi sentii la sua piccola voce tremolante di cui ho bisogno. Lei mi conforta sempre e mi aiuta, stavolta devo essere io a farlo. " Pronto? Harry? Come va?"- dopo quello che le sto facendo lei è sempre dolce nei miei confronti:" Ciao Clary! Buon compleanno! Tua mamma mi ha detto che non hai mangiato, è successo qualcosa?"- nessuna risposta, attimi di silenzio che sembrano una vita. Forse sono stato troppo invadente? Se mi risponde male, crollo. E se sta piangendo in silenzio? Mi sento vuoto."Ehm scusa ero soprappensiero. No no tranquillo non è successo nulla, non ho fame, tutto qui."- è così calma, ma so che nasconde qualcosa. " Ora scusa devo andare a studiare! Ci sentiamo! Ciao!"- non mi diete neanche tempo di salutarla che attaccò. Sono un errore della vita, perché Dio a voluto che nascessi? Perché mi vuole qui in questa terra schifosa? Non ho amici, l'unica che ho la sto lasciando andare. Non ho una famiglia. Sono solo qui in questa mansarda a continuare a sbagliare. Ora è il caso di farla finita, se no, rischio di rovinare la vita alla mia famiglia incompleta. Presi un foglio stracciato, come sono io, che mi arrivò nell'occhio. Incominciai a scrivere il mio addio. N/A Ciao a tutte! Questo è il secondo capitolo, lo so e un po' drammatico per ragazzi, ma sarà solo l'inizio. Vi lascio con un po' di suspence!
  
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