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Autore: M o o n    02/04/2015    1 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Katrina» la chiamai. La vidi fermarsi e irrigidirsi, mentre le sue candide, morbide e delicate mani si stringevano in un pugno.
Ricordavo quando quelle mani si poggiavano su di me, accarezzandomi, stringendomi una guancia o scompigliandomi i capelli. Quelle mani sempre fredde, che volevo tanto stringere fra le mie per scaldare. Chiaramente non lo avevo mai fatto, sarebbe stato imbarazzante. 
«Tu,» disse con disprezzo, e io sentì una fitta al cuore. «Che accidenti vuoi?» borbottò irritata. 
«Katrina calmati.» dissi. 
Lei mi rifilò un'occhiata raggelante. «Ma io sono calma!» replicò stizzita. «Ora, se non ti spiace, devo tornare a casa.» mi liquidò per poi riprendere a camminare. Dopo un paio di secondi di indecisione decisi di seguirla. «Aspettami.» ls dissi.
«Perchè dovrei?» chiese acida. «Oh, dimenticavo! Siamo amici in segreto!» sputò fuori quelle parole come fossero veleno.
Non prendetemi per pazzo, ma allungai la mia mano e sfiorai la sua con un sorriso divertito sul viso. «Sei bella da arrabbiata.» bisbigliai. 
Lei boccheggiò e separò le nostre mani. «Sparisci, Octavian.» sibilò. 
Non l'avrei mai fatto. «No, Katrina. Non me ne vado finchè non mi ascolti.» dissi sicuro di me. Un tuono squarciò il silenzio intorno a noi ed immediatamente iniziarono a cadere alcune gocce di pioggia. Lei serrò i pugni con forza e si voltò, camminando con fare altezzoso verso la via che l’avrebbe condotta a casa.
«Katrina» la richiamai. «Katrina ferma!» lei mi ignorò completamente così accelerai per starle dietro. «Katrina ti prenderai una malanno a camminare sotto la pioggia. Almeno lascia che ti accompagni a casa.» proposi, venendo di nuovo ignorato. Persi la pazienza e mi parai davanti a lei, muovendomi a destra e sinistra per evitarle di scappare. Osservai i capelli rossi incollati al suo viso a causa dell’acqua di cui erano impregnati e i suoi occhi azzurri, da cui traspariva una profonda rabbia e un sincero fastidio.
«Preferisco un malanno.» mi rispose astiosa. «Spostati, grazie.»
«No.» risposi piccato. «Katrina»
«Continuerai finchè non accetterò di ascoltarti?» chiese incrociando le braccia al petto. Annuii. «Va bene. Accompagnami a casa, parla quanto voi, ma poi non farti più vedere.» mi intimò, poggiandomi un indice minaccioso sul petto. Io feci cenno di sì, ma tanto sapevo che non l’avrei mai fatto.
«Andiamo» le dissi, e la scortai alla mia macchina. «Finalmente parleremo»
«Io non ho intenzione di parlare» chiarì la scozzese.
«Ok, ascolterai e basta» stabilii, alzando le mani.
Entrammo nella macchina e lei prese a guardare davanti a sé con fare stizzito. Si spostò una ciocca bagnata dal viso e poi borbottò qualcosa sui biondi asfissianti. Misi in moto e iniziai a parlare.
«Senti, Kat, è-»
«Katrina» mi corresse lei.
«Senti, Katrina.» iniziai. «Mi dispiace di tutta quella cosa dell’amicizia segreta, non so veramente cosa stavo dicendo, cosa andavo a pensare. Io ci tengo a te, tantissimo, credimi e-»
«Così tanto da andare da Drew a braccia aperte per sentirti figo e per scaricarmi? Wow. Sono commossa.» replicò.
«No è che.. Non so che mi è preso! Davvero, io odio Drew e company, eccetto Will forse.» spiegai. «Mi dispiace tanto per quello che ti ho fatto, non te lo meritavi. M’importa poco di Drew e di quello che pensa perciò, Katrina, puoi perdonarmi?»
Lei mi guardò e, con tono duro, rispose. «Certo, quando la luna splenderà di giorno!»
«Katrina-»
«Octavian apprezzò le belle parole, davvero, ma non puoi cancellare ciò che hai fatto. Sei stato un cretino di prima categoria. Un superficiale. Octavian,» disse seria. «Sei stato tutto ciò che odiamo.»
Mi sentii un ipocrita. «Lo so, e mi faccio schifo per questo. Però, Katrina… ricordi quel giorno, a casa tua?»
«Quale?»
«ti sto chiedendo di viaggiare nello spazio e nel tempo con me. Accetti?» le ricordai e lei cercò di mascherare un sorriso.
«Beh?» chiese.
«Avevi detto di avere una macchina del tempo. Usiamola e cancelliamo tutto.» proposi.
«Octavian, la mia macchina del tempo sono i ricordi e la fantasia. I ricordi sono proprio ciò che vorrei cancellare.» disse.
«Ah, bene. Allora non è molto utile.» risposi.
«Neanche tu sei molto utile ma mica te lo faccio pesare.» replicò sbuffando.
«Per favore, Katrina» la pregai sinceramente.
Lei scosse la testa. «Mi credi se ti dico che mi piacerebbe?»
«No. Nella maniera più assoluta.» risposi.
«Ecco. Potrei anche dire sì, ok, ritorniamo amici ma non ti perdonerei mai davvero. Mai.» disse. «Chiedermi di dimenticare tutto è come chiedere a Dean Winchester di lasciare Castiel nel purgatorio!1»
«Non ho esattamente capito ciò che hai detto ma suppongo che significhi no in una maniera tutta tua» ipotizzai. Lei annuì e io mi morsi l’interno della guancia. Perché dovevo essere tanto sfigato?
Volevo solo avere la mia scozzese accanto di nuovo, volevo solo incontrarmi con lei ogni giorno per andare a scuola e vederla di pomeriggio, sopportando i sue fratellini che provavano a metterci insieme e le sue chiacchiere che per me non avevano senso, ma che adoravo ascoltare.
«Neanche una seconda occasione?» chiesi poi.
Lei titubò per un attimo, non dando la risposta subito. Poi prese un respiro profondo e disse «Mi dispiace»
Tra noi calò il silenzio. Io non sapevo più che dire, lei non aveva voglia di parlare. Che schifo di situazione. Ogni tanto facevo saettare i miei occhi color ghiaccio su di lei, per osservare i suoi movimenti, ma lei stava ferma, immobile, a guardare davanti a lei.
Quando raggiungemmo casa sua lei aprì la porta, mormorando un grazie forzato e mi guardo per un paio di secondi con amarezza negli occhi, così come feci io, solo che la mia amarezza era mista a rimorso. Dopo che Katrina fu al caldo a casa sua ritornai a casa e, non appena mi sedetti con poca grazia sul divano, presi il cellulare, aprendo i messaggi con Will per scriverne uno.
A: Solace. 20.58
Will, tra me e lei non ci sarà più niente. Inutile anche tentare ulteriormente.
 
Da: Solace. 21.02
Aspetta, che intendi dire? Come non ci sarà più niente? Che hai combinato, zuccone?
 
A: Solace. 21.03
Abbiamo parlato.
 
Da: Solace. 21.06
Eeee? Octavian, parla!
 
A: Solace. 21.08
Finita. Non può perdonarmi perché non può dimenticare.
 
Da: Solace. 21.09
No. Senti, amico, le serve solo un po’ di tempo e, stammi a sentire, un VERA dimostrazione di quanto tu tenga a lei.
 
A: Solace. 21.11
Vale a dire?
 
Da: Solace. 21.13
Vale a dire che ho un piano!
 

 
1: Dean Winchester…. Purgatorio: riferimento all’inizio dell’ottava stagione di Supernatural, dove Dean e Castiel sono bloccati in purgatorio e Cas sparisce e, nonostante tutto, Dean voleva solo trovarlo, non accettava di lasciarlo lì.
 
 
Luna’s corner
 
NON UCCIDETEMI! Me lo meriterei, lo so, però con un’autrice morta la storia non va avanti u.u
Matt: Non va neanche con un’autrice viva come te!
Matt nessuno ti ha chiesto niente, dio mio.
Davvero, scusatemi. Ho avuto il blocco dello scrittore e la scuola non aiutava. Non mi sono fatta perdonare neanche con un capitolo decente…. Che persona orribile. Scusatemi davvero tanto çç
Grazie per le recensioni e per la pazienza, comunque. Siete troppo l’amore!
Spero che, un giorno, possiate dimenticare questa mia mancanza ^^
Matt: Così come Katrina dimenticherà Octavian.
… m u t o. Be’, so che il capitolo non era il massimo perché, beh, non era il massimo (wow) ,a spero che vi sia piaciuto. Non so davvero che dire, scusatemi davvero tantissimo D:
Spero di non tardare più tanto!
Ora vado… alla prossima <33
  
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