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Autore: clo_smile    02/04/2015    2 recensioni
Dalla storia:
- Perché vieni ancora qui? - le chiese poi.
- Perché è qui che veniva sempre lei
- Dovresti lasciarla andare, sai? È passato tanto tempo...
- Non vedo perché dovrei. In fondo lei non se n'è andata. È ancora qui. Il suo spirito pervade questo luogo. Finché io vengo qui, lei e con me. Se me ne vado lei se ne andrà.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza sedeva rilassata sul bordo del molo. Il laghetto era illuminato dalla luce rossastra del tramonto. L'acqua le lambiva le caviglie e il movimento dei suoi piedi produceva un dolce sciabordio nel momento in cui l'acqua si scontrava con i pali di sostegno del piccolo molo.

I lunghi capelli castani sfioravano le tavole di legno consunto su cui la giovane sedeva, gli occhi socchiusi per proteggerli dai riflessi che i raggi del sole morente creavano sulla brillante superficie del laghetto.

L'aria tiepida le accarezzava la pelle rosea, mentre le ultime luci della giornata la riscaldavano un poco.

La ragazza rifletteva.

La sua mente vagava libera tra i ricordi ed i pensieri, escludendo tutto ciò che la circondava. C'era solo lei in quel momento, racchiusa in una bolla di serenità apparente.

Vedeva immagini di un passato, di una bambina che correva tra l'erba alta e rideva fuggendo via da un inseguitore immaginario.

Era passato così tanto tempo da quando era stata quella bambina...

Sfiorò distrattamente la catenella che portava al collo ed il campanello d'argento che era appeso tintinnò.

Era un'abitudine ormai radicata in lei, ricordo di un tempo in cui era tutto più semplice. Ricordava quando sua madre le aveva regalato quel ciondolo. Le aveva detto che ogni volta che lei lo avesse suonato un angelo sarebbe venuto ad aiutarla : sarebbe sceso dal cielo, le avrebbe preso le mani, l'avrebbe sollevata in volo e l'avrebbe portata lontano da tutti i problemi. E lei, da bambina ingenua qual era, ci aveva creduto. Aveva suonato innumerevoli volte il campanello, ma mai nessun angelo era venuto a salvarla.

Il sole tramontò e si fece sera. La luce divenne sempre più fioca, ma la ragazza non se ne preoccupò. Sembrava in attesa e non accennava ad andarsene, come se quel luogo fosse la sua casa.

Una brezza leggera le scompigliò i capelli e lei li raccolse, intrecciandoli per evitare che le dessero fastidio. Aveva cambiato posizione, le gambe, lasciate scoperte dal corto abitino leggero che indossava, incrociate e le spalle nude.

Dietro di lei, qualcosa produsse uno scricchiolio sul pavimento del molo. Lei non si scompose. Qualcuno, un giovane uomo dai capelli castani, le si sedette affianco.

Si stravaccò, le gambe a penzoloni, con i piedi che sfioravano il pelo dell'acqua. Il suo atteggiamento rilassato e scomposto faceva contrasto con quello posato ed elegante della ragazza al suo fianco.

- Sapevo che ti avrei trovata qui. - le disse.

- Non è una novità.- ribatté lei.

Lui si lasciò sfuggire una breve risata.

- Lo so.- disse - era per fare conversazione.

Lei finalmente si voltò a guardarlo. I suoi occhi erano azzurri e il suo sguardo sembrò trafiggere come una lama sottile il suo interlocutore.

- Cosa ti fa credere che io voglia fare conversazione?

- Oh andiamo Amelia. È tutto il pomeriggio che sei seduta qui. Non ti annoi a stare qui da sola?

- Meglio soli che mal accompagnati, dice il detto.

Lui ride di nuovo.

Rimasero in silenzio per qualche minuto. Lei osservava il riflesso della pallida luna che stava sorgendo sulla superficie del laghetto, lui osservava lei e pensava a quanto fosse bella.

- Perché vieni ancora qui? - le chiese poi.

- Perché è qui che veniva sempre lei.

Rimasero ancora in silenzio.

- Dovresti lasciarla andare, sai? È passato tanto tempo...

- Non vedo perché dovrei. In fondo lei non se n'è andata. È ancora qui. Il suo spirito pervade questo luogo. Finché io vengo qui, lei e con me. Se me ne vado lei se ne andrà.

- Non ha senso quello che stai dicendo. Lei sarà sempre con te, no? Basta ricordarla com'era.

- Non mi basterebbe. Voglio sentirla ancora qui con me. E qui riesco a farlo.

- Amelia...

- È qui che l'ho vista viva l'ultima volta, è qui che per l'ultima volta mi ha abbracciato e mi ha detto che mi voleva bene, ed è qui che mi ha detto di suonare il campanello cosicché un angelo venisse ad aiutarmi in caso di bisogno, qui dove ho visto l'ultima volta i suoi occhi azzurri, vivi, luminosi.. È qui che vengo per dimenticare ciò che è successo dopo, quando il ricordo si fa opprimente....

Lui sospirò.

Ciò che è successo dopo... Per dimenticare gli occhi vuoti e privi di luce, la corda attorno al collo, la sedia rovesciata a terra, il misero biglietto di scuse.

E poi... L'urlo disperato e le lacrime di rabbia di una bambina ancora troppo piccola per affrontare quella realtà.

E poi... L'odore d'incenso nella chiesa il giorno delle esequie; la terra che veniva gettata sulla bara, all'interno della fossa, la foto di una donna sorridente sulla lapide.

E poi, ancora, la depressione, la tristezza, le lacrime, la rabbia, che lei portava ancora con sé...

La rabbia di una bambina di dieci anni che non capisce il motivo di un gesto così grande e sconsiderato. Così disperato.

E la nostalgia di una giovane che sente un grande vuoto al ricordo della donna che era sua madre.

 

 

 

Angolino dell'Autrice

Torno a pubblicare qualcosa dopo secoli, il che dovrebbe farmi vergognare un bel po'.

Questa " cosa" è nata in un pomeriggio particolarmente malinconico, mentre ascoltavo musica altrettanto malinconica, riflettendo tra me e me.

Non ha assolutamente nessuna pretesa, ne vuole trattare con leggerezza un argomento delicato come il lutto ed il suicidio.

Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno, pubblicando questa OS, e se è successo me ne scuso.

Clo

 

 

 

 

  
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