Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Cocol_Sasso_97    03/04/2015    2 recensioni
"Sin dall'antichità vi sono testi che raccontano della vita sentimentale degli dei dell'Antica Grecia e dell'Impero Romano. Le storie passionali e carnali degli dei sono innumerevoli e tanti sono anche i figli nati da loro ma, col tempo, si diede sempre meno importanza agli dei. Con l'imperatore romano Teodosio I, gli dei scomparvero, sostituiti dalla cultura cristiana."
« Scusa tanto ma chi cazzo ti conosce? »
« Vuoi dirmi che non parli mai con gli sconosciuti? Però possiamo rimediare » si chinò verso di lui e gli porse la mano « Piacere, mi chiamo Antonio »
Lovino lo osservò diffidente, poi sbuffando tornò ad osservare il mare « Il piacere è tutto tuo »
[...]
« Allora Lovino, vogliamo andare a scuola? Faremo tardi al tuo primo giorno! »
« Come diamine sai il mio nome?? »
"Sono stati ritrovati tuttavia testi più recenti, risalenti al periodo dopo Teodosio, che ancora narrano degli dei. In particolare, un documento narra di Poseidone, il quale sembrerebbe aver improvvisamente smesso di divertirsi coi mortali…"
« Chi sei tu? »
« Io sono il mare » mormorò lui, lasciando un po' la presa sulle sue spalle e guardandola intensamente « Io sono Poseidone »
Spero di avervi incuriositi :D
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, 2P!Nyotalia, Nyotalia, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI
Italia, I^ metà del XXI secolo

 

«Sono stufo di essere preso in giro Lovino, vuoi dirmi dove diamine vai tutte le sere?! Hai cominciato a comportarti stranamente da quando eri in seconda superiore! Quest'anno hai la maturità Lovino, non credi di dover dimostrare di averne?!”
Lovino cercò di nascondersi nelle spalle, le chiavi di casa ancora in mano, la porta ancora aperta.
Suo fratello guardava la scena preoccupato, dal corridoio, in pigiama.
Suo nonno lo aveva nuovamente aspettato in piedi, quella notte, una delle tante in cui rientrava tardi.
Suo nonno non aveva tutti i torti ad essere arrabbiato, erano anni che Lovino usciva la sera e tornava verso l'una o le due. Notti che passava in compagnia del suo fidanzato, Antonio.
C'era solo un problema in quelle serate.
Romolo Vargas non sapeva dell'esistenza di questo fantomatico fidanzato.
Lovino aveva sempre evitato di rivelargli il suo stare con un ragazzo per paura della sua reazione e per questo motivo Antonio e Lovino potevano vivere il loro amore come voleva Antonio solo la sera, lontano da occhi indiscreti.
Romolo però era infastidito da un tale comportamento da parte del nipote.
«Credi che questa casa sia un albergo? Di poter rientrare quando più ti aggrada senza neanche una spiegazione? Rispondi Lovino, dove vai tutte le sere? Credo sia un mio diritto saper-»
«No» lo interruppe Lovino, spostando lo sguardo «Non te ne deve fregare niente, sono cose mie»
Feliciano sussultò. Suo nonno era bravo e buono, ma esigeva rispetto e il fatto di rispondergli in tale modo o interromperlo non gli andava a genio.
«No? Ti ho lasciato fare quello che volevi per tre anni, donandoti il beneficio del "è un adolescente in età di ribellione". Non sei più un adolescente, hai 19 anni. Pretendo un po' di maturità da parte tua Lovino»
Il ragazzo non gli rispose, né alzò lo sguardo.
«Guardami quando ti parlo.”
Lovino sbuffò e alzò il capo, gli occhi un po' più sottili, con uno sguardo di sfida «Ti sto guardando»
Feliciano si mordicchiò il labbro, avvicinandosi un po' alla scena, preoccupato.
«Che esempio credi di dare a tuo fratello in questo modo?!”
Lovino lo guardò male, spostando poi lo sguardo su Feliciano «Gli faccio vedere quali comportamenti non seguire, non va bene?”
«Smettila di fare del sarcasmo Lovino. Sappi che finché starai sotto il mio tetto dovrai seguire delle regole E NO, non mi interessa che sei maggiorenne. Sei sotto la mia responsabilità e se vai a drogarti tutte le sere o a uccidere barboni io DEVO saperlo»
«Cosa?! Non faccio niente del genere!”
«Per quanto ne posso sapere io sì. Quindi da domani mi darai le chiavi e avrai il coprifuoco alle dieci o non ti aprirò e dormirai fuori. Forse più avanti te lo allungherò, ma dovrai comunque sempre dirmi dove vai. Tutto chiaro?”
Lovino raggelò sul posto. Coprifuoco alle dieci?! E avrebbe… dovuto dirgli di Antonio? Boccheggiò un paio di volte, poi assottigliò lo sguardo e uscì velocemente di casa «Vai al diavolo, se questo vuol dire stare sotto il tuo stesso tetto preferisco dormire su una panchina!”
«Lovino!» Feliciano fece qualche passo avanti ma Romolo lo fermò per un braccio. Sembrava stanco e non per aver aspettato il nipote in piedi fino alle due.
«Feliciano… Tra qualche minuto lo andiamo a cercare, ora lasciamolo sbollire…» mormorò sedendosi sul divano. Guardò il nipote «Tu sai dove va?”
«…Sì…» ammise Feliciano, sedendosi vicino al nonno e sfiorandogli il braccio preoccupato.
«E perché non me lo vuole dire? Mi devo preoccupare?”
«No nonno… Lovi ha solo paura di cosa tu gli possa dire…»
 
 
Lovino smise di correre solo una volta raggiunta la spiaggia, ansimando. Era freddo essendo inverno, e non si vedeva ad un palmo dal naso se non per la flebile luce della luna alta nel cielo, spesso coperta dalle nuvole del maltempo.
Il vento che soffiava forte gli graffiava il viso, lanciandogli fitte alle guance per il freddo.
Il mare invernale sembrava agitato, nervoso, proprio come lui.
Si avvicinò alla distesa d'acqua, osservando le onde furiose che si frantumavano tra di loro.
Che serata di merda.
Prima la lite con Antonio, poi con suo nonno…
Si morse il labbro. E pensare che il problema per entrambi le lite era lo stesso…
Antonio aveva nuovamente insistito sul suo voler fare coming out come coppia. Aveva iniziato a parlargliene dolcemente, ma dopo le forse per una volta troppe rispostacce di Lovino, si era innervosito e gli aveva chiesto perché non volesse, se si vergognasse così tanto di lui.
Non era Antonio il problema, bensì la sua paura.
Paura che non aveva il coraggio né di affrontarla, né di confidarla a nessuno se non a suo fratello.
Gli aveva detto che sì, si vergognava di lui e aveva visto il corpo di Antonio sussultare a quell'affermazione.
 
«Siamo due uomini, è ovvio che me ne vergogni, bastardo! Non capisci lo sforzo che già faccio?!”
 
Erano bugie. Non faceva nessuno sforzo a stare con Antonio. Lo amava.
Il problema era il pensiero degli altri, i loro giudizi su di lui e su Antonio…
Dopo aver ferito Antonio si era alzato dal suo letto e se ne era andato, senza nemmeno salutarlo. Era corso a casa e si era ritrovato suo nonno pronto a fargli la predica.
Ed era scappato di nuovo.
Sospirò, nascondendo il viso nella sciarpa, il corpo scosso dai brividi mentre si avvicinava ancora al mare, incurante delle grosse onde.
Era stanco di scappare, voleva affrontare la sua paura, ma al tempo stesso non voleva deludere né Antonio, né suo nonno…
Non poteva avere la certezza di come avrebbe reagito suo nonno.
Magari lo avrebbe diseredato, scacciato di casa e usato come discorso per far vedere quanto la vita fosse ingiusta nei suoi confronti. Un nipote omosessuale, che scandalo.
La pioggia iniziava a bagnare la spiaggia e Lovino, aveva preso subito forza. Grosse gocce d'acqua cadevano dal cielo, spinte dal vento.
Sentì gli occhi pizzicare. Non… Non gli importava. L'avrebbe detto.
Suo nonno non avrebbe più potuto rinfacciargli di non prendersi le sue responsabilità.
Suo fratello non avrebbe più dovuto aiutarlo a rientrare di nascosto.
Antonio non avrebbe più dovuto sforzarsi di trattenersi… Troppo ecco.
Troppo preso dai suoi pensiero, Lovino non si accorse della grande onda che si abbatté su di lui, facendolo cadere in acqua e trascinandolo poi in mare.
La forza della corrente era troppo forte per sconfiggerla e tornare a riva, che si allontanava sempre di più e i vestiti bagnati gli impedivano ogni movimento, anzi, lo tiravano verso il basso.
Lovino annaspò chiamando aiuto, ma la sua voce veniva sovrastata dai rumori della tempesta e l'unica cosa che ne ricavò fu l'acqua salata nei suoi polmoni.
Non sapeva dire quanto era durato prima di arrendersi al mare ed essere trascinato verso il fondo.
I polmoni gli bruciavano, il naso gli bruciava, gli occhi gli bruciavano. Il corpo gli doleva per lo sforzo di rimanere a galla fatto fino a poco prima e la testa diventava via via più pesante.
Possibile che il mare che tanto amava sarebbe diventata la sua tomba?
Proprio quando aveva deciso di uscire allo scoperto con Antonio?
Forse… Non era destino…
Una voce calda gli avvolse la mente, donandogli una leggera sensazione di calore. Aprì gli occhi e vide una… una persona?
Era così…bella… Non riuscì a capire se fosse un uomo o una donna.
Non capì nemmeno come fece a capire che era bellissima, non ne vedeva le fattezze…
Però era… così familiare…
"Non ti lascerò morire nel mio regno…"
 
Lovino scattò seduto, spalancando gli occhi e prendendo grosse boccate d'aria. Dove… Dove si trovava?
Era…In casa sua?
Due braccia calde si avventarono su di lui, stringendolo in un dolce quanto preoccupato abbraccio «Lovinito, ti sei svegliato! Credevo di essere arrivato troppo tardi…» mormorò tenendolo a sé, mentre Lovino lo guardava ancora confuso «Mi spiace averti detto quelle cose, se io non mi fossi innervosito il mare non…»
«Antonio?» mormorò Lovino, provato «Mi… Mi hai salvato tu?”
Antonio sorrise dolcemente, allontanandosi e carezzandogli il viso «Il mio regno non sarà mai la causa della tua morte…»
«LOVINO»
Gli occhi ambrati del ragazzo si scontrarono con quelli stanchi del nonno che si era precipitato vicino a lui «Il Signore ha ascoltato le mie preghiere, stai bene!”
Doveva aver pianto.
«Lovino scusami, ho esagerato io probabilmente, non fare mai più una cosa del genere, io… Tu…»
«Nonno…»
Feliciano, spuntato dalla porta con una tazza di thè caldo, gliela porse, gli occhi lucidi «Ti ha portato a casa Antonio» spiegò, tirando su col naso «Ha detto che sei caduto in mare e che… Stavi annegando e…»
«Sto bene…» mormorò Lovino guardando Antonio, riflettendo di conseguenza sulla figura che aveva visto in mare. Possibile che fosse lui?
Antonio gli sorrise e lo invitò a bere il thè per scaldarsi.
«Una… Una cosa più importante prima…» mormorò, benché stesse congelando «Nonno? Non ti ho… ancora presentato Antonio…»
«C’è tempo Lovino, sta tranquillo, ora…»
Strinse la tazza calda tra le mani, beandosi del calore rilasciato dal liquido al suo interno «Tutte le sere che esco vado a casa sua, nonno…» spiegò guardando il moro che gli sorrideva dolcemente, conscio di ciò che stava per dirgli «Lui… Lui è il mio fidanzato, nonno»

 


 






Salve ^3^
Ecco anche il sesto capitolo, con Lovinito e Tontotonio <3
Che ve ne pare? ^^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e un grazie speciale a fox face e lyu che mi recensisce *-*
Al prossimo capitolo *3*
Un bacione
§Cocol



P.s. Se volete fare domande a questi pg della mia ff fatele pure qui --> e con qui intendevo
QUI

   
 
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