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Autore: tonks17    21/12/2008    3 recensioni
Tranquilli, non è infinita la storia! XD... o meglio lo è per il protagonita... la mia stessa passione, però la sua lo porta ad una vita... infinita... una vita che, almeno credo, nessuno vorrebbe, nemmeno lo scrittore più accanito... Bè se la storia vi incuriosisce... perchè non leggere? E magari anche recensire! =) Grazie a tutti quelli che leggeranno...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La storia infinita

Era il 14 agosto. Quella sera faceva molto caldo,e nonostante il giorno dopo sarebbe stato Ferragosto, Pietro stava lavorando ad una lunga recensione, dato che la mattina dopo, alle sei, avrebbe dovuto prendere un aereo per Londra, dove ci sarebbe stato un comitato ad aspettarlo, solo per ascoltare lui. Ovvio. Loro non festeggiavano il Ferragosto.

Pietro era un uomo sui 40 anni. Era immerso nel lavoro fino al collo. Non pensava ad altro, oltre che alla sua piccola famigliola. Lui, sua moglie e sua figlia Sofia. Sofia aveva 15 anni. Pietro inoltre amava scrivere. Era la sua passione, ma non aveva mai il tempo per farlo. Gli sarebbe piaciuto potersi isolare dal mondo per un paio di giorni, per scrivere qualcosa. Di idee in testa ne aveva tante. Nonostante la sua età gli piacevano soprattutto  le storie fantasy, racconti che , del resto, piacevano soprattutto a sua figlia. Gli piaceva molto anche leggere. Ma non quanto scrivere. Una volta aveva provato, a scrivere. Era bravo. Se solo avesse avuto più tempo…

Con questi pensieri, Pietro, dopo aver mangiato, salutò la moglie e la figlia, che ancora stavano guardando la TV in salotto, e si diresse verso la camera da letto, dato che si sarebbe dovuto svegliare di li a 5 ore.

Erano le 9 e 30 quando Pietro si svegliò. Ma lui non lo sapeva. Venne accecato da un prepotente raggio di sole che, a quanto pare, era entrato dalla finestra. Sentiva anche un fastidioso venticello appiccicoso sulla pelle. C’era odore di salsedine. Adorava l’odore del mare… Ma che stava dicendo? Venticello? Salsedine? Mare? Ci mise un po’ ad aprire gli occhi; ma quando lo fece si apprestò a chiuderli in fretta e furia. Doveva riprovare… non poteva essere. Riaprì gli occhi. No. Era proprio così. Si alzò da terra con fatica, dato il terreno poco stabile, ed iniziò a passeggiare lungo la spiaggia. Già, intorno a lui c’era il nulla. O meglio. C’erano mare, sabbia, palme, mare e sabbia. Nient’altro. Si guardò intorno smarrito. Doveva essere un sogno. Non poteva essere altrimenti. Cominciò a farsi pizzicotti ovunque, fin quando non cominciarono a venirgli delle brutte macchie viola doloranti sulla pelle. Sì, gli facevano male. Non era un sogno. Si mise a correre sulla spiaggia, fin quando trovo una pietra, proprio vicino a lui. Sopra c’era un grosso libro. Lo aprì. Le pagine del libro erano leggermente ingiallite, come se fosse abbronzato da tanto era stato su quell’isola, ma soprattutto era candide. Non c’era una sola lettera stampata su quelle pagine. Le girò tutte, una ad una, fino a che non arrivò alla fine. Lì c’era una scritta:

Dovrai finire questo libro per tornare indietro. Il tuo sogno si è avverato.

Continuò a rileggere quelle poche parole per quelle che sembrarono ore per lui. E poi trovò un senso. Doveva scrivere quel libro. Tutto. Poi notò che per terra, di fianco al sasso, c’era una piuma e una bottiglietta di vetro, contenente circa mezzo litro di inchiostro nero. 

Pietro prese in mano la piuma, la intinse nella bottiglia di vetro e cominciò a scrivere. E stranamente le parole si scrivevano sulla carta, come se la sua mano fosse guidata da un forza magnetica invisibile. Però quelle idee erano sue. Era lui che scriveva. In poco tempo arrivo a scrivere circa una ventina di pagine. Era soddisfatto. Però cominciò ad avere fame. Poco lontano da lui, vicino al sasso, comparve una grossa torta di mele. Adorava la torta di mele! Ormai poteva aspettarsi di tutto da quel posto.

Nelle ore seguenti, dato che la mano destra gli faceva leggermente male, esplorò la piccola isola. Ed era proprio piccola! Ci mise più o meno 5 minuti per tornare nel punto di partenza, percorrendo tutto il bordo della spiaggia. Ogni tanto vicino al sasso comparivano delle bottiglie d’acqua, che lui beveva in un sorso, dopo di che la sete non tornava più per ore. Quel posto non era normale. Era enigmatico, ma non gli faceva paura. Anzi, gli infondeva tranquillità. Il debole suono delle onde che si infrangevano sulla sabbia, il fruscio del vento… era tutto molto rilassante.

Passarono due giorni, e Pietro era arrivato a metà del libro. Era molto abbronzato e non riusciva più a smettere di scrivere. Di notte si accendeva un fuoco vicino al sasso, così che lui potesse continuare a scrivere. La notte del quarto giorno terminò il libro.

Alla fine, sul retro della copertina posteriore comparve un’altra frase, sotto a quella iniziale:

Complimenti. Ci sei riuscito… ora potrai tornare a casa… ma solo se sognerai quello                    che ti è successo…

Pietro capì al volo… si mise a terra, su una stuoia stranamente comoda, ovviamente comparsa di fianco al sasso, e si addormentò. Si svegliò su un’isola deserta. Il mare, il vento, un grosso libro bianco. Gli veniva chiesto di scriverlo. Lui lo fece. Una, due, tre volte si ripeté questa storia. Sì, il suo sogno si era avverato, era destinato ad estraniarsi dal mondo. Destinato a rimanere confinato su quell’isola. Per sempre…

 

 

Angolo dell’autrice

Allora... eccomi qui con un'altra one-shot stupida... o meglio, un altro compito, questa volta per le vacanze di Natale,  che io ho diligentemente già fatto, visto un improvviso momento di ispirazione XD

Bè... la storia era che dovevo fare un tema ispirandomi al libro di Stefano Benni " Il bar sotto il mare" ...personalmente lunica storia che mi è piaciuta di quel libro è stata Oleron... fatemi sapere se l'avete letto!!

Bè insomma... l'ho voluta finire un po' enigmaticamente ... mi è sembrata più interessante... e comunque la storia in se mi è venuta in mente a causa di uno di quegli stupidi giochetti tipo: se fossi su un'isola deserta cosa ti porteresti per forza dietro? Bè... io rispondo: un computer, dato che ci posso scrivere le mie storie, leggere quelle degli altri e parlare con tutte le persone che voglio =)

Sì, lo so che non ha senso il mio ragionamento... però mi è venuta in mente questa storiella...

Va bè basta parlare!! Ditemi cosa ne pensate, dato che so già che la mia prof non lo correggerà mai! Almeno voi datemi il vostro parere! Se sarà così schifoso scriverò un'altra sotia per scuola... quindi per favore ditemi voi se è da rifare o no!! Grazie a tutti voi che avete letto!!

Baci

 

Vale

 

  
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