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Autore: genesisandapocalypse    03/04/2015    2 recensioni
"A volte le strade più panoramiche della vita sono le deviazioni che non si aveva intenzione di prendere."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Imprevisti.

FREGARSENE.
 
A chi se ne frega apertamente di cosa dicono gli altri,
A chi frega troppo e si distrugge,
A chi importa solo di alcuni.

 
Sono appena arrivati di fronte a scuola, la macchina è stata appena spenta e se ne stanno seduti senza saper bene cosa fare, con Venere che osserva il suo gruppo di cheerleader, sempre alle calcagna dei giocatori di rugby, e Ashton che osserva Venere, le studia la forma delle labbra, le sopracciglia bionde inarcate verso il basso, gli occhi che, con la luce del mattino, sembrano ancora più chiari.
Allunga una mano e le accarezza i capelli, intrecciando le dita tra le ciocche e portandoseli alle narici, chiudendo gli occhi appena il profumo lo inebria.
Venere si gira di scatto verso lui, sorridendo appena nota ciò che Ashton sta facendo.
«Sembri un maniaco, lo sai?» ridacchia, facendogli aprire le palpebre di scatto.
Ashton ha le iridi particolari, un giorno castane, un giorno verdi, un giorno gialle.
Cangianti, così dice la scienza.
A lei piacciono da morire, ha sempre pensato che gli occhi azzurri fossero i migliori, ma si è dovuta ricredere.
«Chi ti dice che non lo sia?» scherza lui, portandole una mano ad accarezzarle il viso etereo.
Venere sorride, prima di girarsi nuovamente verso il cortile e incontrare la figura gigante di quello che, in teoria, è il suo ex ragazzo.
«Sei sicuro, Ashton? Lo sai che potrebbe non fartela passare liscia?» e continua a chiedergli se davvero, lui, voglia farsi vedere con lei, mano nella mano, magari.
Eppure si ritrova a chiederselo da sola. Lei lo vuole? 
Lei vuole farsi vedere con lui, insieme? È pronta a far parlare di sé, magari in modo negativo perché, su, dal giocatore di rugby all’anonimo ragazzo tutto ridere e scherzare?
Lei è pronta a tenere la testa alta sotto gli sguardi crudeli di quelle che sarebbero le sue compagne di squadra? È pronta a sentire le parole sussurrate del resto degli studenti?
«Non mi importa nulla di lui, facesse quel che vuole, io voglio mostrarti a tutti come mia,» e Venere si gira, bruciata com’è dalle parole sincere del ragazzo.
È pronta? Assolutamente sì.
Allunga la mano fino a legare le sue dita con quelle di lui, sorridendogli leggermente.
«E allora cosa stiamo aspettando?» mormora, mentre gli occhi di Ashton si illuminano e lui, che ha resistito pure troppo, si spinge fino a far combaciare le loro labbra.
Escono dalla macchina che Venere sente il cuore batterle forte e, appena Ashton la affianca di nuovo, inizia ad andare così veloce che, per un attimo, crede possa uscirle di fuori.
Intreccia le loro dita ed è pronta ad affrontare tutto, perché ne vale la pena, ‘ché non si era mai sentita così felice, prima.
E appena entrano nel cortile, il vociare smette e lei si blocca. È sempre stata al centro dell’attenzione!, perché, ora, si sente così a disagio?
Ashton si gira verso di lei e le stringe di più la mano.
«Rilassati,» le borbotta a pochi millimetri dall’orecchio.
Venere si risveglia, prima di scrollare le spalle e ricominciare a camminare con Ashton al fianco, che sorride divertito alle facce stupefatte dei compagni, perché tutto, tutto si immaginavano, tranne che Venere potesse andarsene con un tipo sconosciuto e dall’aspetto tanto strambo, un casinaro di prima categoria che meno studia, meglio sta.
«Ci guardano tutti,» dice Venere, infastidita e a disagio.
«E bisbigliano chissà cosa, ma che ci frega?» Ashton alza le spalle e si avvicina a un muretto, sedendosi e portandosela tra le gambe.
«È fastidioso! – sbotta lei, girandosi a osservare le proprie compagne di squadra – e Ethan non ha una bella espressione,» gli occhi cangianti del riccio, maliziosi e divertiti, si dirigono in fretta verso il ragazzo a pochi metri da lui, mentre le labbra si incurvano in un ghigno beffardo.
«Vogliamo dargli il colpo di grazia?» si alza in piedi, afferrandola dalla vita e stringendola il più possibile.
Venere sussulta, prima di negare velocemente con la testa.
«Oh, ma dai! Da quand’è che Venere Miller si fa intimorire per così poco?» e lo sa che non c’è niente di meglio che puntare sull’orgoglio.
Vede gli occhi cerulei della ragazza illuminarsi di una luce sfidante e, con una risatina a risuonarle nelle orecchie, Ashton si lancia fino a far combaciare le loro labbra, circondandole il volto con le mani dalle dita affusolate e premendo con la lingua per infilarsi nella sua bocca.
Venere quasi si scorda del resto della gente. A lei, del resto, perché dovrebbe importare?
Sta con Ashton, del resto cosa le frega?
 
Luke Hemmings si sente un po’ a disagio, sotto le occhiate stranite della gente. Del resto, è così strano saperlo con una ragazza seria?
Cammina a passo svelto, evitando di fermarsi a osservare i gruppi di persone che bisbigliano sul suo conto, incuranti di quale potrebbe essere la sua reazione.
Mancano dieci minuti all’inizio della seconda ora e lui si sta dirigendo svelto verso la classe dove dovrebbe andare Genesis, perché ha ancora voglia di vederla, ha ancora voglia di baciarla, di starle accanto, di toccarla.
Si ferma appena arriva e guarda dentro, ma della ragazza non c’è nemmeno l’ombra, quindi si lascia cadere sul muro con un fianco e incrocia le braccia, impaziente dell’arrivo di lei, incurante di poter fare ritardo alla sua lezione.
E forse un po’ si pente, di essere arrivato tanto presto, perché una ragazza si sta dirigendo a passo svelto verso di lui e, beh, ne ha un po’ paura.
«Luke,» dice, lasciva, toccandogli un braccio.
Il ragazzo si agita, allontanandosi di scatto. Non è molto abituato a rifiutare, soprattutto per situazioni così.
Le dedica un sorriso timido e indeciso, mentre alza gli occhi per guardarsi attorno e sperare nell’arrivo di Genesis, di cui, però, non c’è nemmeno una traccia.
«Mi chiedevo, carino, è da un po’ che non ci divertiamo, io e te,» borbotta lei, maliziosa, mentre una mano cerca di poggiarsi nuovamente sul braccio di lui che, però, si scosta nuovamente.
«Perché, quando l’abbiamo fatto?» chiede, inarcando le sopracciglia verso il basso e ridacchiando sconcertato.
È sicuro che l’abbiano già fatto, perché l’avrà fatto con quasi tutte, eppure non si ricorda granché il viso della ragazza di fronte, certamente non saranno stati insieme più di un paio di volte.
«Come no? Sono Kimberly, non ti ricordi di me?» e Luke scuote la testa, alzando gli occhi al cielo, prima di posarli sul fondo del corridoio per cercare una testa nera.
«Sì, fa niente – dice lei, smuovendo la mano per aria, mettendo in bella vista le unghie finte – beh, potremmo comunque andare nel ripostiglio adesso, non credi?» aggiunge, cercando di metter su uno sguardo sexy.
«No, non credo,» ribatte lui, allora, non vedendo l’ora di scollarsela da dosso.
«Oh, ti prego, so che lo vuoi quanto me,» si sistema la camicetta, lasciando in bella vista il decolté a cui, però, Luke non sembra far caso.
«No, assolutamente, quindi ti consiglio di andartene,» fa, rivolgendole un’occhiataccia e affinando le labbra.
«Ma dai, cos’è, una brutta giornata? – continua, imperterrita – potrei migliorartela!» ammicca, avvicinandosi nuovamente.
«Non sarai te a migliorarla, gallina – la voce ferma di Genesis arriva alle orecchie di entrambi, facendo illuminare gli occhi di Luke – e se ti consiglia di andartene, c’è un motivo,» le ringhia contro, prima di afferrare la nuca di Luke e spingersi fino a far combaciare le loro labbra.
«Cosa?» sbotta la ragazza di fronte ai due.
Genesis si stacca da Luke con un sorriso, prima di girarsi verso di lei e lanciarle uno sguardo acido.
«Vattene, bellezza, che qui non c’è trippa per gatti, o cagne, vedi tu come intenderla,» e Luke ride, circondandole la vita con un braccio e lasciandole un bacio tra i capelli.
«Che significa?» chiede, ancora, Kimberly, imbronciandosi.
«Dio mio, perché sei così stupida? Significa che Luke non te lo da, quindi è inutile che te ne stai qui a disturbare un romantico momento tra noi due,» e, per sfortuna, la ragazza si mette a ridere e non li lascia perdere.
«Smettila di parlare come se fossi la sua fidanzata, tesoro, sei solo l’ennesima,» dice, cattiva, mentre Luke si imbroncia e la stringe di più.
«Sei tu, tra le tante, lei di certo non è l’ennesima,» ringhia, facendo sorridere soddisfatta Genesis, che alza un sopracciglio e con un movimento della mano la invita ad andarsene.
Kimberly, finalmente, sparisce dalla loro vista.
«Inizia a togliere a tutte le troiette la convinzione che possono ancora averti – gli dice, girandosi verso di lui e circondandogli il viso con le mani – io non ti condivido con nessuno, sia chiaro,» e ride, prima che Luke si slanci per baciarla appassionatamente.
«Non ho l’intenzione di condividermi con nessun’altra, stai tranquilla,» le sussurra sulle labbra, prima che la campanella disturbi il loro momento.
 
È l’ora di pranzo e Michael si sta strafogando come pochi, sporcandosi le labbra di sugo e facendo ridere di gusto Natasha, seduta accanto a lui.
Gli circonda il braccio con le mani e lo guarda infilarsi l’ennesimo trancio di pizza – quello che ha appena fregato a lei, che non ne ha voglia – e qualche rumore di apparente piacere gli scappa dalle labbra.
«Dio mio, sei rivoltante!» ride             Natasha, storcendo il naso.
Michael si gira verso di lei e sorride con gli occhi, prima di avvicinarsi di scatto e darle un bacio sporco.
Natasha si lascia scappare un verso schifato, sebbene la sua espressione dica tutto il contrario, prima di leccarsi le labbra e togliere il sugo lasciato dal proprio ragazzo.
«È per questo che ti piaccio,» dice lui, a fatica per via della bocca piena. Natasha ci mette un po’ per capirlo, prima di ridacchiare nuovamente e poggiare la testa sulla spalla di lui.
«Smettila di parlare a bocca piena, fai schifo!» e Michael ride, cercando di tenere le labbra serrate per evitare che il cibo venga sputacchiato qua e là.
Ingoia l’ultimo boccone e si pulisce il sugo con le mani, prima di avvicinarle al viso di Natasha, che si scosta schifata e lanciando un urletto.
«Non ci provare, ti uccido,» gli grida contro, bloccandogli le mani dal polso e sgranando gli occhi.
Michael ride indisturbato, prima di fare forza per avvicinarsi ancora di più al viso di lei, che scosta verso sinistra, senza riuscire a reprimere una risata di divertimento.
«Dai, vieni qui! – le dice Michael – non ti sei nemmeno truccata, oggi, un po’ di rossetto non ti fa male,» Natasha continua ad allontanarsi il più possibile, tenendo ben lontane le mani di Michael.
Però lei, rispetto al proprio ragazzo, è troppo mingherlina e tanta forza non la ha, per questo Michael riesce a slanciarsi e riempirle le labbra, il mento e il naso di sugo al pomodoro, mentre Natasha arriccia tutto per il disgusto.
«No! – grida, prima che le dita del ragazzo traccino anche le guance – che schifo! Smettila, ti odio!» aggiunge, mentre la risata del tinto le riempie le orecchie.
Riesce ad avvicinarsi maggiormente, fino a far finire le proprie labbra sulle tracce di sugo e, tramite miliardi di baci e qualche leccatina qui e lì, gliele toglie quasi definitivamente.
Alla fine afferra un fazzoletto e glielo sfrega sulle macchie rosse, ridacchiando.
«Sei terrificante,» borbotta lei, prima di afferrare il cellulare per osservarsi in viso, riflettendosi sullo schermo e togliendo i residui con il fazzoletto tolto dalle mani di Michael.
«Oh, ti amo,» e Natasha si gira di scatto, con gli occhi sgranati e le labbra schiuse, perché non ci crede che le ha detto proprio quello.
Da quant’è che stanno insieme? Poco, dai, ma l’amore ha davvero un tempo?
Michael si morde il labbro inferiore con forza, che non ci crede gliel’ha detto così, su due piedi, dopo averle fatto uno scherzo amorevole.
Gliel’ha detto perché è così, alla fine.
Ma lei? Lei cosa prova? Del resto, è Michael quello che le va dietro da un anno e passa, guardandola da lontano e desiderandola con tutto sé stesso, lei è arrivata tutto di un tratto, può davvero provare qualcosa di forte dopo così poco tempo?
Non ha il coraggio di alzare gli occhi per vedere l’espressione sul viso etereo di Natasha, quindi continua a guardare il suo piatto ormai vuoto e a torcersi le dita con forza, quasi a volersi far male appositamente.
Poi sente le mani di lei posarsi sulla sua spalla e scendere lentamente tra le sue dita, intrecciandosi. La sente avvicinarsi e può vedere la coscia coperta dalle calze e dalla gonna.
Alza gli occhi e incontra quelli della ragazza, lucidi, prima di sentire il suo fiato sbattergli sulle labbra.
Una delle mani di Natasha finisce sulla sua guancia, accarezzandogliela leggermente, prima che le loro bocche si uniscano in un bacio gentile e delicato.
«Mi sto innamorando di te, Michael,» glielo bisbiglia, come se fosse un segreto.
E Michael sente il cuore battergli forte.
Lo preferisce di gran lunga, una verità così, al “ti amo” detto a pappardella e non sentito.
E la bacia di nuovo, perché ne ha bisogno.
 
Calum si sta infilando lo scarpino, mentre osserva l’entrata nello spogliatoio di Luke Hemmings, con un sorriso a incorniciargli il viso e gli occhi sullo schermo del cellulare.
Non può dire di non esserne geloso, perché Genesis è comunque sua cugina e lui le vuole un gran bene, ma non può negare di esserne felice, ‘ché lo sono sia Genesis che Luke e, sebbene sia stato la sua nemesi per anni, ora può dire che sono sulla buona strada per essere amici.
Samuel Logan entra con il solito sorriso sghembo, prima di incontrare lo sguardo del moro e fargli un occhiolino che non lo tranquillizza affatto.
«Allora, Hemmings, com’è farsela con la cugina di Hood?» dice, il tono tanto tagliente da far rabbrividire Calum, che l’ha ben capito qual è la sua intenzione e soffoca una risatina.
Luke sussulta, si infila il telefono in tasca e alza gli occhi sul viso pieno d’acne di Samuel, prima di storcere la bocca.
«Non penso siano affari tuoi, Logan,» borbotta, rivolgendo un’occhiatina di striscio al moro che, con un movimento fulmineo delle sopracciglia, gli fa intendere di avere il suo stesso pensiero.
«Giusto, al massimo lo sono di Hood, no?» e si gira a guardarlo, sperando in qualche sua mossa che, però, non arriva.
Calum si lega il laccio anche dell’altro scarpino, prima di stiracchiarsi e incontrare gli occhi confusi del ragazzo.
«Che c’è?» chiede, alzando un sopracciglio nero e rimettendosi seduto composto.
Luke incrocia le braccia e poggia la schiena sugli armadietti, guardando a sua volta Samuel e reprimendo una risatina.
«Hai sentito quello che ho detto?» chiede Logan, aprendo le braccia e sbattendo gli occhi più volte.
Calum annuisce, sbadigliando rumorosamente e alzandosi dalla panca.
«E non dici nulla?» sbotta, con voce stridula, il ragazzo.
Calum ride, si avvicina a Luke e gli da una pacca sulla spalla, guardandolo con divertimento.
«Vedi di non farmi diventare zio troppo presto, Hemmings, che un bimbo che frigna in casa proprio non lo voglio,» scherza, facendo ridere il biondo, sotto gli occhi sgranati e l’espressione stupefatta di Samuel.
«Dovresti essere tu, quello attento, io a Genesis non l’ho minimamente toccata – si stacca dagli armadietti e sorride malizioso – di te non si può dire il contrario, che giusto l’altro giorno, con la Miller..» e Calum non è uno che arrossisce facilmente, ma si ritrova a guardare Luke con l’espressione sconcertata.
«Ci avete sentiti?» balbetta.
«Dannazione, Hood, io non so se sei una bestia tra le lenzuola, ma le sue urla si sentivano fino alla fine della strada,» e ride, dandogli una gomitata amichevole.
Calum si passa le mani sul volto, prima di scuotere la testa e sorridere.
«Che cazzo significa questo?» sbotta Logan, indicandoli con entrambe le mani.
«Che Calum si fa la Miller?» dice, sarcastico, Luke, incrociando le braccia e alzando le spalle.
«No, intendo, da quand’è che siete amici?» aggiunge, osservandoli a bocca aperta, nel mentre che gli ultimi rimasti entrano in campo, senza degnarli più di tanto di qualche sguardo.
Troppe sorprese, quella mattina.
«Oh, giusto! – Calum annuisce, poggiando un braccio sulla spalla di Luke – uhm, beh, non c’è metodo migliore di prendersi a pugni, no?» scherza, alzando le spalle.
«O di scambiarsi la ragazza,» azzarda Luke, dando una pacca sul petto di Calum, che annuisce lentamente e alza entrambe le sopracciglia.
Samuel, davvero, tutto si aspettava tranne questo.
Tranne che, i due nemici per eccellenza, si ritrovassero a scherzare insieme sfottendolo apertamente.
«La prossima volta, Logan, stai attento a quello che dici – fa, poi, Luke, staccandosi dall’armadietto e iniziando a camminare verso di lui con passo lento – cercavi di mettermi nei guai solo per ridacchiare un po’? Questa potresti pagarla cara,» e con una spallata, esce dallo spogliatoio, seguito dalla figura ridacchiante di Calum.
«Coglione!» gli dice, prima di uscire anche lui.

 
***
Ehilà,
come va?
Eccoci con un nuovo capitolo, cosa ne pensate?
Abbiamo un momento tra Ashton e Venere. Lei che ha avuto paura di presentarsi mano nella mano con uno diverso, lui che la vuole presentare come sua.
E sti cazzi di Ethan.
Poi ci sono Genesis e Luke. Lui che viene "assalito" da una delle solite e lei che la caccia in malo modo, perché ormai è proprietà privata, il bel biondino.
La dichiarazione di Michael dopo un bel momento pieno d'amore e sugo e Natasha che si accorge di starsi innamorando di lui e che non è solo un invaghimento.
Infine Samuel Logan che ci rimane fesso, perché Luke e Calum sono già belli che amici.
Vado di corsa, quindi non posso scrivere altro, spero che comunque vi sia piaciuto.
Bye bye,
Judith.
  
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