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Autore: Mew_vale    03/04/2015    1 recensioni
Tutti gli anni passati ad osservare Strawberry con un altro ragazzo, hanno fatto di Ryan un ragazzo frivolo, interessato solo all' aspetto fisico e a conquistare più ragazze possibili. Si risveglieranno i suoi sentimenti per Strawberry? E tornerà sui suoi passi? Una storia avvincente, piena di colpi di scena!
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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~CAP.17 - NUOVA FASE -
Nota del' autrice: in questo capitolo entrerà in scena un nuovo personaggio! E' un personaggio di una telenovela che mi ha colpito molto, quindi lo inserirò qui dentro ^^ Buona lettura!!


Aprii gli occhi alle 7. Era stata una nottata abbastanza tranquilla, anche se mi ero addormentata tardi rispetto il mio solito... Avevo lavato i piatti, pulito tutto ed ero filata a letto ma mi ci ero rigirata per un pò. Non avevo visto mio figlio e non lo avevo sentito rientrare, ma sicuramente avevano fatto tardi. Passai accanto a camera sua, lo lasciai dormire. Era sabato e non aveva scuola. Pensai che da quel giorno si sarebbe aperta una nuova fase della mia vita, una fase in cui mi figlio avrebbe presto avuto un padre.

Sedevo a bordo piscina sorseggiando il mio caffè, e leggendo "In strada" la rivista di motori a cui ero abbonato. Non avevo chiuso occhio... avevo tante immagini in testa. Sako, Strawberry, Strawberry col pancione in quella foto, Sako da piccolo, Strawberry in preda alle lacrime la sera prima.

La macchina del caffè iniziò a gorgogliare, me ne versai una tazza. Guardai fuori dalla finestra il parco di fronte casa mia e dopo avere bevuto un sorso di caffè mentre mi riscaldavo le mani avvolgendo la tazza, la appoggiai al bancone della cucina. Misi le scarpe da ginnastica, un cappotto ed afferrai il cellulare. Feci qualcosa per mio figlio.

I miei pensieri vennero interrotti dallo squillo del cellulare. Posai tazza e rivista e corsi in camera da letto.
R- Pronto?
ST- Ciao Ryan, sono Strawberry.
Mi sedetti sul letto, felice di sentirla.
R- Ciao, buongiorno.
ST- Dormivi?
R- No, no ero sveglio da un pò...
ST- Meglio così... Ti chiamo perchè vorrei vederti, per parlare dell'ingaggio di Sako. Vorrei dargli la notizia oggi...
R- Certo, per me va benissimo. Purtroppo in mattinata mi è impossibile perchè ho da fare al ristorante... Ti andrebbe bene vederci al club per le 15?
ST- Per me va bene, anche io devo lavorare stamattina.
R- Va bene allora... Sarà contento...
ST- Sì, sicuramente.
R- Sta dormendo?
ST- Sì, sì è a letto... Non ho idea a che ora sia rientrato con Kisch, quando avrò finto di parlare con te gli faccio un colpo di telefono...
R- Va bene...
ST- Ok...
R- Ora ti devo lasciare...
ST- anche io, devo fare la colazione a Sako e prepararmi...
R- Allora ci vediamo più tardi!
ST- Va bene.... Ciao...
R- Ciao, Buona giornata.
ST- anche a te.
Restai seduto sul letto. Dopo 17 anni senza te, sentirti come prima cosa al mattino era bellissimo... Mi chiedevo se tu provassi le stesse cose.

Mi dondolai dolcemente per due o tre volte sull' altalena, pensando che lì ti ci eri seduto tante volte aspettandomi... Indeciso se suonare o no a casa mia. All' improvviso iniziai a domandarmi se facevi ancora la stessa vita di quando ci siamo separati, se avevi ancora tante avventure o se eri cambiato. Poi mi dissi che questo non doveva riguardarmi, saresti stato il padre di mio figlio e nient' altro. Mi alzai, tornai in casa.
Mi tolsi il cappotto e mentre prendevo le uova dal frigo chiamai Kisch. Rispose assonnato.
K- pronto?
ST- Ciao caro!
K- Ma chi è?
ST- Accidenti, ma a che ora siete tornati ieri?!
K- Strawberry?
ST- Chi vuoi che sia?
K- Ma perchè mi chiami a quest' ora...
ST- Mio figlio dorme, e volevo sapere a che ora mel'hai riportato.
K- E così svegli me?
ST- Oh dai, piantala. A che ora?
K- Em... erano le tre.
ST- Che ore erano?
Capii che era una balla. Ormai conoscevo il suo tono da "ma-cosa-mi-invento-così-su-due-piedi?".
K- Vabbè... erano le quattro e mezza.
ST- Kisch!
K- Dai, non ha scuola oggi!
ST- Ma cosa vuol dire! Non deve crescere pensano che sia giusto vivere così!
K- Non servirà farglielo capire così, tutta fatica sprecata visto il suo DNA.
ST-Kisch!!?
K- Ok, ok...
ST- E per quello che hai detto prima, sì dovevo svegliarti per fartela pagare per ieri sera! Cosa centrava chiedere a Ryan se è sposato?!
K-Eddai! Piantala che eri curiosa quanto me di sapere come se la passava in quel senso!
ST- Io so già come se la passa... esattamente come se la passava 17 anni fà!
K- Oooook, ok... A parte gli scherzi, com'è andata dopo che ce ne siamo andati?
ST- Sai, molto bene...
K- Ha urlato? Ha fatto lo stronzo? Se è così dimmelo, sai ho ancora un certo favore da rendergli.
ST- No, no anzi... Ha detto che ne ha colpa anche lui se non sono riuscita a dirglielo perchè non mi avrebbe mai permesso di parlarci. Che ho fatto un gran bel lavoro con lui... Abbiamo parlato tranquillamente sai...
K- Ma và? Non me lo sarei mai aspettato...
ST- Già... Gli ho anche chiesto quando ha scoperto che Sako è mio figlio...
K- E...?
ST- Lo sapeva da qualche giorno, tramite Facebook. Quando gli ha offerto il passaggio lo sapeva...
K- Ci avrei giurato! Quindi voleva vederti.
ST- Sì, esatto... Ha detto che da quando ha saputo che ero tornata in città non pensava ad altro, che moriva dalla voglia di vedermi.
K- Sei svenuta?
ST- Kisch, per favore non fare il cretino! Non ho risposto nulla...
K- Maddai, non puoi lasciare una persona lì così dopo che si è dichiarato praticamente! Chissà come ci è rimasto!
ST- Non me ne importa nulla Kisch, io... non voglio nulla da lui in quel senso.
K- Come vuoi tu... oggi che fai?
ST- La mattina lavoro, nel pomeriggio devo vedere Ryan per parlare dell'ingaggio di Sako... A proposito, mi accompagni? Io non capirei nulla di contratti e concerti..
Non ebbi risposta.
ST- Kisch?
K- Sei seria?
ST- Sì, perchè.
K- Ok ti disegno la scena... Ryan, suo padre, vuole ingaggiarlo per suonare nel suo locale. E tu ti presenti con un altro uomo per "essere sicura che faccia le cose in modo professionale". Non puoi fregartene così dei suoi sentimenti!
ST- Hai ragione, è stata un' idea stupida...
K- Direi!
ST- Come farei senza la tua sincerità...
K- Ti metteresti sempre nei guai!
ST- ora ti lascio, preparo la colazione a Sako...
K- va bene, buona giornata...
ST- anche a te. Ciao Ciao.
Riagganciai. Certo, era stata un idea stupida. Avrei dovuto abituarmi a lasciare Sako da solo con Ryan, senza preoccuparmi tanto. Infondo Ryan era già padre, e ovviamente se mi fossi presentata con Kisch si sarebbe offeso.
ST- Buongiorno tesoro!
SA- Ciao mamma...
ST- Fatto tardi, eh?
Lanciai un sorriso e uno sguardo per traverso, alzano il sopracciglio, a mio figlio che sedeva al di là della penisola della cucina.
SA- Sì, scusa...
ST- Non importa.
Mio figlio buttò un occhio alla cucina.
SA- Pumcake alla sciroppo d' acero, fragole, panna e succo d' arancia... Mamma, mancano 4 mesi al mio compleanno.
Anche mio figlio alzò il sopracciglio, perplesso.
ST- Non mi sono comportata bene in questi giorni, è il mio modo per chiederti scusa.
SA- Significa che ho fatto bene a presentarti Ryan?
ST- Significa che ora mangi e non fai domande.
Sorrisi a mio figlio, gli passai accanto accarezzandogli i biondi capelli, anche se gli aveva rasati.
ST- vado a vestirmi.
SA- Oggi che fai?
Iniziò a urlare per farsi sentire perchè ero in camera da letto.
ST- Ora vado allo studio, poi devo fare dei giri e la spesa... Tu?
SA- mmmm, nulla... starò qui a casa ad annoiarmi. Quindi sarai fuori tutto il pomeriggio?
ST- Credo fino ale 16.30, o giù di lì.
Tornai di sotto, afferrai la mia valigetta e infilai cappotto ed occhiali.
ST- scappo tesoro.
SA- Ciao mamma, a dopo.

Fatta barba e doccia, afferrai il telefono. Prima di chiamare Ruko, pensai qualche secondo a quando infilare l' appuntamento con lei. Avevo solo mezz' oretta nella pausa pranzo, sarebbe bastata.
RU- Pronto?
R- Ciao, sono Ryan.
RU- Ciao, qualcosa non và?
I nostri rapporti sono buoni ma tranne se si tratta di Marika o quando la porta a casa mia raramente abbiamo contatti.
R- Più o meno... Senti, non è il caso di parlarne per telefono, è una faccenda delicata... Ce la fai a passare da me per mezzogiorno e mezzo? Sola possibilmente per favore...
RU- Dio Ryan ma che succede?
R- Devo raccontarti delle novità.
Ru- va bene, non c'è problema... Marika è a studiare da un' amica oggi, ora ce la porto...
R- Perfetto, a dopo allora.
RU- Ciao Ryan...
Ero piuttosto in ritardo. Afferrai la giacca in pelle nera e, nel momento di afferrare le chiavi dell' auto dal piattino, divenni indeciso. Afferrai invece quelle della moto, la stessa che guidavo a 24 anni. Andai in garage, non la guidavo da una vita quindi era coperta da un lenzuolo. Lo tolsi. L' ammirai. Su quella moto si erano sedute tante ragazze, ma solo una valeva la pena ricordare. L' unica volta in cui vi era salita, dopo che l' avevo lavata passando sopra una pozzanghera. Mi venne voglia di rivivere i mometi di adrenalina mentre a tutta birra passi attraverso i poveri cristi fermi in auto imbottigliati nel traffico. Misi il caso. La misi in moto godendomi il momento e poi uscii di casa.

Ero imbottigliata nel traffico da dieci minuti... dannazione! Sono in ritardo, c'è gente che deve andare a lavorare, anche di sabato! Perchè gli imbecilli che fermato il traffico non lo capiscono?! Poi lo vidi. Vidi schizzare una moto rossa alla mia destra. Era Ryan, ne ero certa.

Fu bellissimo. Il vento sbatteva contro le mie gambe, le mie mani, la mia giacca in pelle. Mi sentivo libero, e in quel giorno in cui la mia vita era cambiata del tutto avevo fatto una cosa che non facevo da tempo.
Alle 11.55 ero a casa. Feci appena in tempo a parcheggiare la moto nel vialetto e a smontare, che vidi Ruko arrivare col la sua Alfa Romeo Mito rossa.
R- Ciao Ruko.
RU- Ciao...
Ci sautammo con un guancia a guancia. Per fortuna avevo pulito casa e avevo passato la notte da solo.
Ru- Ryan, cosa sarà mai successo?
R- Eh... gradisci un apertivo?
RU- Certo, aperol ovviamente. Di che si tratta?
Mentre tagliavo un' arancia, versavo l' aperol e il prosecco iniziai a parlare.
R- E' a proposito di Strawberry, sai la donna che ha aiutato Marika...
RU- Sì mi ricordo, ma che centra con te? Grazie.
Posai davanti a Ruko il suo spritz e mi sedetti con lei al tavolo.
R- Io la conosco da molto tempo. Da quando lei aveva 13 anni e io 17... Lavorava con le altre ragazze al caffè Mew Mew.
RU- Ma io non l' ho mai conosciuta al tempo... come mai?
R- Perchè partì poco prima che ci conoscessimo. Quando avevo 24 anni, appunto poco prima del nostro incontro, tra me e lei ci fu qualcosa.... Fu una sola notte. Tra noi i rapporti erano un pò complicati per causa mia... Non ero facile, lo hai visto con i tuoi occhi com'ero a 24 anni...
RU- Certo. Ci siamo rivisti solo perchè ero rimasta incinta, oppure avresti congedato anche me come le altre!
R- Già...
Mentre parlavo del mio passato mi sentivo un verme. Certo, nel periodo in cui Ruko era incinta e durante il matrimonio avevo messo la testa "apposto"... ma il matrimonio mi stringeva e una volta ottenuto il divorzio tornai a rubare cuori.
R- Dopo quella notte, non la vidi più. Io mi presi una vacanza dal Caffè, lei si trasferì a Kagoshima con la famiglia. Seppi dalle altre ragazze che aveva avuto un bambino da una storia iniziata lì a Kagoshima, così disse loro Strawberry.
RU- Certo, so che ha un figlio... ma non era in casa quella sera...
R- Sì... ha un figlio della stessa età di Marika.
Guardai Ruko negli occhi.
RU- Ryan, stai cercando di dirmi che...?
R- Non ha avuto un figlio da uno lì a Kagoshima...
RU- porca miseria...
R- Sako è mio figlio.
Seguirono attimi di silenzio in cui Ruko, con la bocca spalancata per la sorpresa, sgranava gli occhi.
RU- ma perchè non lo sapevi? Perchè non te lo disse quando rimase incinta?
R- Lei cercò di dirmelo... Ma io ero deciso a non avere più rapporti con lei, ero arrabbiato per varie cose che erano successe... Le dissi che doveva smetterla di cercarmi, ma non usai parole così gentili, per niente.
RU- Dio Santo... e quando l' hai scoperto?
R- Questa è un' altra storia a dir poco pazzesca.
Mi alzai col mio aperitivo in mano, mi sedetti sul bracciolo del divano.
R- Giorni fa ho conosciuto un ragazzo al supermercato, l' ho quasi messo sotto con l' auto... Era Sako. Io non sapevo fosse il figlio di Strawberry, nè che lei fosse tornata in città... Ho passato il pomeriggio con Sako, l' ho fatto suonare nel mio locale... ha detto che avrebbe parlato con la madre per permetterli di suonare da me... Strawberry deve essersi sentita... non so, impreparata direi quando ha sentito che Sako mi aveva conosciuto. Mi ha mandato un messaggio in cui mi ha chiesto di non far suonare suo figlio da me, io non sapevo che fosse lei quando mi ha scritto.
RU- Ma lei sapeva di scrivere a te.
R- Sì, esatto. Poi tu e Marika mi avete raccontato di lei, anzi Marika per l' esattezza. Dopo che te ne sei andata le ho chiesto il nome della donna che l'aveva aiutata e dove abitasse. Il giorno dopo ho scoperto che Sako è il figlio di Strawberry, indagando sui Social Network... Ieri pomeriggio ho incontrato Sako era in panne e gli ho dato un passaggio a casa... così io e lei ci siamo rivisti. Sono rimasto a cena da loro ieri sera, lei ha fatto finta di non conoscermi davanti a Sako così come un vecchio amico che gironzolava al tempo dal Caffè Mew Mew, c'era anche lui ieri, si chiama Kisch... Poi un allusione di qua, una di là e durante la cena ci sono arrivato.
RU- Porca vacca... Ne avete parlato tu e Strawberry?
R- Sì... dopo la cena Sako e l' altro amico se ne sono andati, e abbiamo parlato...
RU- Non posso crederci.... ed è ancora più incredibile che le nostre strade si siano incrociate così!
R- Assurdo, davvero... pensa che Sako e Marika sono anche amici e compagni di scuola.
RU- Davvero?!
R- Sì, sì... pazzesco.
Svuotai il mio bicchiere, anche Ruko aveva finito.
RU- In effetti quella sera abbiamo parlato brevemente... Tra le tante cose dei padri dei nostri figli, pensa te... Lei ha detto che non lo aveva mai più rivisto.
R- Ah sì? Avete parlato di me?
RU- Bhe certo stavamo parlando della stessa persona senza saperlo... Ma in modo generico, non ti abbiamo nominato.
R- Non ci posso credere, sembra tutto così assurdo.
RU- E' una storia pazzesca... Ho provato ad immaginare cosa potevi mai avere da dirmi, ma non avrei mai indovinato!
R- Eh, direi...
RU- Oh cavolo... Ryan perdonami, ma ho una riunione...
Ruko è una famosa editor di libri per bambini.
R- Figurati, devo scappare anche io...
RU- Strawberry cos' ha raccontato esattamente a Sako di suo padre in questi anni?
R- Sai che non gliel' ho chiesto?
RU- Ryan... direi che è una domanda basilare!
R- Ero sotto choc, non ci ho pensato... Oggi la devo vedere al locale, glielo chiederò.
RU- Non posso crederci...
R- Eh... lo sapevo che ti avrei choccato!
RU- scappo Ryan... ciao, fammi sapere tutto.
R- ancora un ultima cosa... Non raccontare nulla ancora a Marika, andrebbe dritta a dirlo a Sako.
RU- Ryan...
R- Lo so, lo so... a Sako glielo diremo quanto prima.
RU- Ciao... Certo c'era da aspettarselo da te!
R- Che cosa?
Non rispose, schizzò via dal mio quartiere. Ma capii la sottile ironia... C'era da aspettarsi che avessi figli sparsi qua e là. Oddio, pensai. Mi resi conto della pericolosità delle avventure.

A mezzogiorno e 40 aprii gli occhi. Mi ero fatto ancora una bella dormita... Avvertivo una certa fame quindi aprii il frigo. Infilai due o tremila fette di salame nel panino, con una spruzzata di maionese. Poi ricevetti una telefonata. Ingoiai il boccone così intero per l' ansia di rispondere. Era Asia, quel bellissimo pezzo di ragazza della scuola!
Sa- pronto?
AS- ciao, sono Asia.
Sa-mmmmm.. Asia chi?
As- quella che va matta per la tua moto, non ti ricordi?
Sa- aah, sì... come stai Asia?
AS- tutto bene, tu?
Sa- non c'è male, non c'è male...
As- cosa fai?
Sa- nulla di che, mangiavo qualcosa... e tu?
As- Io ho già mangiato... senti, ti chiamavo per chiederti che programmi hai oggi.
Mi guardai in giro. Silenzio totale. Colsi la palla al balzo.
Sa- veramente non lo so, sono anche a casa tutto solo, mi annoio a morte...
As- e allora ti serve per forza un pò di compagnia...
Sa- sì, puoi dirlo...
As- passo da te?
Rimasi leggermente choccato.
Sa- ti aspetto.
As- Va bene, a dopo allora.
Divorai il panino in due morsi, infilai il piatto in lavastoviglie e diedi un passata di spugna al bancone. Feci i gradini in due passi, la camera era un campo di guerra.
SA- Porca miseria!
Raccolsi i calzini da lavare, buttai il resto della roba sotto il letto. Spruzzai la stanza di deodorante alla lavanda, solo in quel momento mi resi conto di quanto disgustoso è l' odore della stanza di un diciasettenne. Frugai in un cassetto alla ricerca dei profilattici accuratamente nascosti dalla mamma. Bene! Cosa mancava? Mi diedi una leggera specchiata. Mi profumai un attimo, la barba non era eccessiva e dava un tocco sexy.


Alle 15, come d'accordo, ero al locale. Parcheggiai il mio Nissan Qasquai. Vidi la moto rossa, e non ebbi più dubbi che l' uomo che vidi schizzare in mezzo al traffico quella mattina era Ryan.
ST- Ryan?
Mi si presentò davanti un ragazzo tappato, pelato con indosso dei jeans e una t-shirt nera che sembrava scoppiare da un momento al' altro.
M- Signora, siamo chiusi.
ST- Sì sì lo so, mi chiamo Strawberry Momomiya, io ho un appuntamento con Ryan Shi...
In quel momento arrivò Ryan.
R- Mike è tutto apposto, la stavo aspettando... Puoi scaricare tu il camion?
M- Certo Ryan, Signora.
ST- Buongiorno.
R- Vieni, accomodati dove vuoi. Ti porto qualcosa.
ST- Un the...
R- Alla fragola.
Mi scappò un sorriso, a lui lo stesso.
ST- alla fragola.
Mi guardai attorno, era un posto suggestivo. Ryan tornò con il the e come prima cosa parlammo del ingaggio di Sako. Mi disse che voleva farlo suonare il fra tre settimane, io fui d'accordo. L' avrebbe fatto suonare alle 20. Poi, parlammo d'altro.
R- Oggi ho parlato con Ruko.
ST- Le hai detto tutto?
R- Sì.. è rimasta molto sorpresa...
ST- Mel immagino...
R- Strawberry, c'è una cosa che non ti ho chiesto... a Sako cos'hai raccontato esattamente di suo padre?
ST- Che non aveva un bel rapporto con la mamma... in pochissime parole.
R- il che non ne fa una bugia...
ST- Ma non gli ho mai detto chiaramente che suo padre non sapeva della sua esistenza...
R- Oh, quindi pesa che suo padre non vi voglia?
St- Ryan, io...
R- No, no... ne abbiamo già parlato ieri sera... Certo però, che pensi questo mi infastidisce un pò...
ST- Mi dispiace Ryan...
R- Lo so...

Ci guardammo negli occhi per qualche secondo. Eri bella da mozzare il fiato.
ST- Senti, hai da fare più tardi?
R- Come mai?
ST- Vorrei che passassi da me per dare la notizia a Sako e parlare con lui del' ingaggio... Ora io devo andare al supermercato, se tu sei d' accordo facciamo alle 16 da me?
R- Certo, nessun problema. Ti accompagno.
Ci salutammo con un semplice "ciao". Nessuna stretta di mano, nessun abbraccio, nessun guancia a guancia... nessun contatto. Certo, era un pò imbarazzante... Ma quando lo avrei voluto... Accarezzare i tuoi lunghi capelli almeno per un istante... Ti guardai andare via nel tuo suv.

Dopo aver fatto la spesa, guardai frettolosamente l' ora dal mio I-Phone. Ero in un ritardo mostruoso e Ryan mi stava aspettando! Gli mandai un sms, pregandolo di non suonare e aspettarmi. Lui rispose che andava bene, ma quando arrivai alla macchina mi resi conto di aver fatto un grave torto a Dio, evidentemente.
ST- Non è possibile!!
Avevo una gomma a terra. Portai la mano alla fronte, non sapevo cambiare una gomma!! Avevo bucato una volta ma ero con Kisch e l' aveva cambiata lui... Una voce mi destò dai miei pensieri di autocommiserazione.
A- Signorina, serve aiuto?
Mi voltai, era un uomo di al massimo 40 anni. Era elegante, portava un completo grigio chiaro, cravatta blu e camicia bianca. Aveva capelli e occhi scuri, la pelle leggermente abbronzata. Decisamente non era di qui... Ma era affascinante.
St- Bhe, sì in effetti... Lei sa cambiare una gomma? O trovo qualcuno che la sappia cambiare e qui c'è solo lei, o devo imparare sedutastante a volare perchè sono leggermente in ritardo.
Sottolineai il leggermente, poi mi accorsi che avevo parlato come un treno e per la maggior parte avevo detto delle sciocchezze, chissa cosa avrà pensato di me questo tizio! Sorrise.
A- Fortunatamente per lei non dovrà imparare a volare per oggi.
ST- Ah, bene.
Sorrisi anche io. Lui si tolse la giacca appoggiandola al bagagliaio della Chevrolet Cruze rossa parcheggiata accanto, la sua auto immaginai. Slacciò le maniche arrotolandole.
A- Mi apre il bagagliaio?
ST- certo, scusi.
A- Mi sa che ha un problema... Non vedo nessuna gomma di scorta.
ST- Come??
L' uomo fece il giro della mia auto osservando le gomme.
A- Certo, perchè l' ha già usata. Qui, nel asse posteriore a destra. Avrebbe dovuto sostituirla...
St- Io non capisco nulla di macchine!!
A- Quanto prima dovrebbe cambiare tutte le gomme, devono essere uguali le gomme dello stesso asse. E sostituitre la gomma di scorta.
St- Santo cielo... Ora come faccio...
A- Bhe, io potrei darle un passaggio, se non la disturba...
ST- E' lei semmai a disturbarsi...
A- ma si figuri.
Quel uomo aveva di nuovo le maniche della camicia messe bene.
A- Sono Armando, a proposito. Armando Mendoza.
ST- Piacere, Strawberry Momomiya.
Ci stringemmo la mano. Dal suo nome ebbi conferma che non era di qua...
ST- sbaglio o non è di qui?
A- Non sbaglia... Sono di Bogotà, Colombia.
St- Wow, e cosa la porta a Tokyo? Grazie...
Nel frattempo mi aveva aiutato con la spesa e mi aveva aperto la portiera. La cavalleria non si era estinta allora...
A- Lavoro... posseggo una grande casa di moda, ci stiamo espandendo...
ST- Espandendo per bene direi...
A- Sì, sì... Lei? Cosa fa nella vita?
ST- Sono Avvocato Penalista... Ho appena aperto uno studio, sono tornata da poco a Tokyo...
A- Dove stava prima?
ST- Penso che potremmo darci del tu...
A- Va bene, io non volevo essere maleducato... Allora, dove vivevi prima?
ST- A Kagoshima, dall' età di 19 anni... Sono appena tornata con mio figlio diciasettenne...
A- Hai anche un figlio quindi... Io ne avrei voluti, ma non è successo purtroppo.
ST- Tu sei....non so, sposato, impegnato..
A- No, no... sono single. Ho divorziato da qualche mese a dire il vero... Dove devo andare?
ST- Ecco gira a destra, poi dritto per un paio di km... Devo andare a casa mia...
A- Dicevamo, ho divorziato...
ST- Mi dispiace, spesso può succedere che non funziona...
A- anche tu?
ST- No, no... non sono mai stata sposata...
A- Ah, capito...


Aspettavo Strawberry da almeno dieci minuti. Ma dov'era finita? Poi vidi accostare un auto rossa. Buttai a terra la sigaretta, la pestai col piede e mi avvicinai. Era Strawberry in auto con uno... ma che diavolo stava succedendo? Chi era quello? Era orrendo, fra l' altro! Smontarono.
ST- Ciao Ryan, scusa il ritardo... Ho bucato, perciò ho fatto tardi... Ma ho trovato un gentile passaggio meno male!
R- Già, che fortuna no?
Dissi parecchio seccato. Quell' altro uomo si avvicinò, era vestito da pinguino per i miei gusti...
A- Salve...
R- Salve.
ST- Ryan lui è Armando, Armando Ryan.
A- Piacere.
Quello mi allungò la mano, io l' afferrai senza dire bha.
A- Ti prendo la spesa Strawberry.
ST- Ah sì!
Si danno anche del tu? Meraviglioso.
ST- scusa il disturbo...
A- Ci mancherebbe, è stato piacevole...

Anche per me lo era stato, ma non mi sembrava il caso di mettermi a flirtare davanti a Ryan. Non dissi nulla, mi limitai a sorridere.
A- Senti, se ti va possiamo rivederci... Questo è il mio biglietto.
Avevo le mani occupate, perciò infilò il biglietto nella spesa.
ST- Va bene...
A- Allora ciao... A rivederci Ryan.

Non dissi nulla, mi limitai ad un cenno con la testa. Ma che diavolo voleva ora questo? Da dove saltava fuori?

Se Armando mi aveva colpita? Sì, decisamente. Lo guardai per un attimo fare retromarcia, poi sentii Ryan che diede un colpo di tosse e mi ricordai di lui.
R- Posso... posso sapere chi era quello?
S- tel' ho detto... Ho bucato, e dato che ero senza gomma di scorta ho incontrato Armando che mi ha dato un passaggio. La sfiga ci assiste, prima Sako resta in panne con la moto ed ora io che buco... Sako, sono a casa! Vieni, ho una sorpresa per te!
Nessuna risposta.
ST- Sako?
Posai la spesa.
ST- aspetta qui, guardo se è di sopra.
Salii quanche gradino.
ST- Sako?
Arrivata davanti alla sua stanza aprii la porta.
ST- Sako? Ossignore!!
R- Tutto bene?
Mio figlio, con solo il lenzuolo che copriva una porzione di vita, si stiracchiava stropicciandosi gli occhi. La ragazza era completamente nuda, aveva solo anche lei il lenzuolo in vita. Era abbracciata a mio figlio e appoggiava la testa al suo petto. Era si spalle fortunatamente. Mio figlio aprii gli occhi.
SA- MAMMA??!!
Chiusi la porta. Tornai di sotto ancora sconvolta...
R- Che succede?
Mi sedetti sul divano...
ST- No, niente...
Pochi istanti dopo scesero entrambi. Vedendo la ragazza, Ryan capii in un baleno (ovviamente) e mi guardò.
SA- Ah. Ryan... ci... ci sei anche tu!
R-Eh sì... Salve.
AS- Salve, io sono Asia.
La tipa con cui aveva appena fatto sesso mio figlio, aveva due seni troppo enormi per essere suoi! Ma mi preoccupava la prospettiva che potessero essere rifatti alla sua età... Portava la minigonna in jeans, stivali, un maglione dolcevita minuscolo che le lasciava la pancia scoperta e un guibbino a vento microscopico anch'esso. Masticava la gomma e aveva il piercing alla lingua.
R- Ryan.
AS- Bhe, io... me ne vado! Buona giornata Signora Momomiya.
ST- Sì, sì anche a lei...
Sa- che... che ci fate qui?
ST- Io ci abito.
Sako ridacchiò. Osservai Ryan, avrebbe tanto volto scoppiare a ridere, eccome se lo voleva! Lo fulminai con lo sguardo e tornò serio.
Sa- Mamma, senti...
ST- Non è il momento questo.
Mi alzai.
ST- Ryan, è qui perchè abbiamo parlato. Del tuo ingaggio.
Sa-E...?
Vidi un primo sorriso sul suo volto, ed era già grandissimo. Io e Ryan ci guardammo negli occhi, lui capii che doveva continuare.
R- E potrai suonare tra tre settimane.
SA- NON POSSO CREDERCI!! GRAZIE MAMMA!!
Mio figlio mi saltò al collo, felicissimo. Sorrisi ampiamente anche io, dimenticandomi della scena di poco fà. Poi saltò al collo di Ryan.
Sa- Grande Ryan!!
Ryan, mentre Sako gli circondava il collo con le sue braccia, mi guardò ed io gli sorrisi. Poi lo strinse un pò e chiuse gli occhi assaporando il momento... Mi commossi.
Sa- vado a chiamare zio Kisch!!
Mio figlio sparì su per le scale.
Ryan era come in trance.
R- E' stato il miglior primo abbraccio che potessi desiderare...
ST- Te lo leggevo in faccia...
Ci furono pochi istanti di silenzio durante i quali ci guardammo negli occhi.
R- Bhe, io scappo...
ST- va bene, ti accompagno.
Uscimmo fino alla moto.
R- Non oso immaginare cosa hai visto in quella stanza!
ST- E' meglio, credimi...
R-Sarei rimasto choccato se fosse successo a me! Oddio, se succedesse con Marika appenderei al muro quell'altro!
ST- Ma quella tipa! E' così volgare! Ma che razza di gusti ha mio figlio?? Come...
R- Come?

Mi saltò la mosca al naso. Sorrisi, divertito.
ST- No, nulla...
R- dai, un penny per i tuoi pensieri.
ST- Fidati che non ti piacerebbero i miei pensieri!
R- Guarda che lo so cosa stavi per dire...
Lei mi guardò un pò imbarazzata, io non dissi nulla. Infondo me la meritavo quella battuta...
R- Bhe, io scappo.
ST- va bene, a preso.
R- Ciao ci vediamo.
Misi in moto e schizzai via pensando che avevo un nuovo problema di cui occuparmi. Armando.

FINE CAPITOLO.

Scusate se aggiorno solo ora, ma solo ieri ho potuto comprare un notenook nuovo di zecca!
Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate del nuovo personaggio Armando e quali rivonuzioni pensate che porterà? See you next time!

   
 
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