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Autore: Rainy Stormhold    03/04/2015    1 recensioni
Dal testo
-Rufy tu credi nelle fate?- gli aveva chiesto il bimbo che non riusciva a prendere sonno.
-Solo in quelle verdi. E tu Ace?- in quel momento un fulmine illuminò la stanza dove si trovavano, seguito subito dal buio e da un forte rombo che fece vibrare il vetro della finestra.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Rufy tu credi nelle fate?- gli aveva chiesto il bimbo che non riusciva a prendere sonno.
-Solo in quelle verdi. E tu Ace?- in quel momento un fulmine illuminò la stanza dove si trovavano, seguito subito dal buio e da un forte rombo che fece vibrare il vetro della finestra.
-Cosa vorrebbe dire che credi solo in quelle verdi?- alla risposta del più piccolo, Ace si era accigliato.
-Ace ho paura! Posso dormire con te?- aveva piagnucolato Rufy alzandosi e avvicinandosi a dove si trovava Ace.
-Non se ne parla! Come fai ad avere paura di un temporale? Che razza di pirata… Ohi non c’è bisogno di piangere! Uff va bene, ma solo per questa volta.- aveva acconsentito alla vista delle lacrime del fratello. A prima vista si poteva dire che Ace non sopportasse Rufy, ma osservandoli meglio si poteva capire che quei due bambini si volevano tanto bene, tanto da definirsi fratelli.
Dopo la scomparsa di Sabo i due si erano avvicinati molto di più ed erano diventati involontariamente l’uno il sostegno dell’altro.
 
-Io voglio diventare un pirata!- aveva affermato orgoglioso Ace di fronte alla figura del vecchio Garp, che non appena aveva sentito quelle parole non ci aveva visto più dalla rabbia e aveva assestato un pugno, che valeva quanto un macigno, in testa al povero Ace.
Non intimorito dalla reazione del nonno, Rufy aveva deciso di esprimere anche lui il suo sogno.
-Io diventerò il Re dei pirati!- aveva sorriso ingenuamente al nonno che era uscito fuori dai gangheri in tempo record.
Così i due fratelli si erano ritrovati tre bernoccoli ciascuno.
 
-Rufy, non appena avrò compirò gli anni mi imbarcherò e diverrò un pirata!- aveva affermato fiero il più grande mentre ammirava le onde che si infrangevano sugli scogli.
-Anche io appena potrò lo farò, e stai pur certo che ti supererò!- gli aveva risposto Rufy sorridendo come al suo solito.
Si poteva dire che Ace era diventato una delle figure di riferimento di Rufy.
 
-Rufy credi ancora nelle fate?- gli aveva domandato Ace la sera prima della sua partenza. Si ricordava ancora cosa gli aveva risposto il più piccolo qualche anno prima.
-Certamente, ma solo in quelle verdi.- la sua risposta non era cambiata.
-Perché solo in quelle verdi?- non aveva mai ricevuto una risposta a quella domanda che, si poteva dire, lo perseguitava da quando glielo aveva chiesto per la prima volta.
-Beh perché sono la speranza, e la speranza vede l’invisibile, tocca l’intangibile e raggiunge l’impossibile.- aveva spiegato Rufy, lasciando Ace interdetto su cosa rispondere.
-Alle volte te ne esci con questi pensieri così intelligenti anche se sembri un tale sciocco.- aveva risposto infine, anche se si era reso conto successivamente che l’altro si era già addormentato.
-Buonanotte Rufy. - gli aveva detto sottovoce girandosi dall’altra parte cercando inutilmente di addormentarsi.
 
L’ultima volta che l’aveva visto era qualche mese prima, quando ancora era libero di viaggiare. Ora si avvicinava inesorabilmente la sua fine, e l’unica cosa che riusciva a fare era osservare tutti i suoi amici e compagni lottare con tutte le loro forze per la sua libertà.
Poi, improvvisamente, come una stella cadente, era piovuto dal cielo suo fratello minore, che era venuto a salvarlo.
Era riuscito a liberarsi e poteva finalmente fuggire da quell’inferno insieme a suo fratello, ma era bastato un solo istante di distrazione per far capovolgere definitivamente la situazione in modo drastico. Un piccolo errore che gli era costato la vita.
Era riuscito a proteggere il suo fratellino, mettendo però, la parola fine alla sua vita.
Inizialmente aveva sentito un dolore lacerante là dove era stato colpito dall’ammiraglio, poi, mentre era tra le braccia di un Rufy scioccato, aveva iniziato a sentire freddo. Sapeva che non c’era più nulla da fare per salvarsi e, quindi, con le poche energie che gli erano rimaste aveva voluto ringraziare Rufy, con cui era cresciuto tra litigi e risate e Barbabianca, che l’aveva accolto come uno dei suoi figli.
Poi come se gli fosse venuto sonno, si era fatto avvolgere dalla stanchezza ed aveva chiuso gli occhi, che sapeva non avrebbero mai più rivisto la luce del sole o i volti delle persone a lui care. Si era lasciato cullare da quel calore che apparteneva al corpo di Rufy e sorridendo se n’era andato lasciando un Rufy sconvolto e in preda al dolore.
 
Quel dolore che l’avrebbe accompagnato per sempre, segnando una svolta nella sua vita.
Le sue urla squarciarono il silenzio irreale che si era creato alla vista del corpo privo di vita di Pugno di fuoco. Si sentiva vuoto, come se l’avessero privato di ogni energia.
Il corpo di Ace giaceva immobile a pochi centimetri da lui, ricordandogli costantemente ciò che aveva appena perso davanti ai suoi occhi pochi istanti prima. Una morsa fredda gli stringeva il cuore e l’aria gli mancava, ma l’unica cosa che riusciva a fare in quel momento era gridare e piangere.
Aveva fallito miseramente nel salvarlo, tutti gli sforzi che aveva fatto, tutte le ferite che aveva riportato solo per salvarlo erano state vane, e ora bruciavano una più dell’altra.
Sentiva ancora il sangue di Ace sulle sue mani, ma non riusciva a muoversi di un millimetro.
Oramai aveva perso tutto, Sabo, i suoi compagni che erano scomparsi davanti a lui e infine Ace. Era come se il mondo gli fosse crollato addosso. Aveva un pensiero fisso: come andare avanti ora?
Era stanco, stanco di perdere ciò a cui più teneva, stanco di esser debole, stanco di fallire, stanco di tutto. Voleva solo che tutta la sofferenza che provava in quegli istanti finisse.
Per sua fortuna alla fine era stato portato in salvo e curato da colui che due anni dopo sarebbe diventato suo alleato.
 
Erano passati due anni dalla morte di suo fratello e ora era diventato molto più forte. Si era ripromesso che nessun altro avrebbe sofferto a causa della sua debolezza.
Ricongiungersi ai suoi compagni dopo così tanto tempo era stato davvero bello. Non si sentiva a casa da tanto tempo e stare con loro era come esserci tornato.
 
Scoprire che suo fratello Sabo era ancora vivo l’aveva reso più che felice, si poteva dire che in quel momento era al settimo cielo.
Non appena tutto si sarebbe risolto a Dressrosa avrebbe parlato con Sabo. Voleva sapere cosa aveva fatto fin ora. Aveva un motivo in più per vincere contro Doflamingo, e ora nessuno poteva fermarlo. 









Angolino dell'autrice
Ok parto col dire che questa... cosa... l'ho scritta all'una di notte. Quindi diciamo che non so nemmeno io come mi sia venuta in mente tutta questa storia. 
Prima di inziare a preparare torce e forconi vi prego di ricordarvi di esser clementi poichè il mio cervello si trasforma dopo la mezzanotte (manco un Gremlin) e quindi, teoricamente, non sono responsabile del macello scritto qui sopra! XD
Detto questo ringrazio chi è arrivato fino alla fine (si meriterebbe davvero un premio... ahahah) e anche chi magari lascerà una recensione.
   
 
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