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Autore: _hes_    03/04/2015    2 recensioni
Non mi aspetto che leggiate, in realtà non dovevo pubblicarla. E' una semplice lettera a Zayn, scritta da una mia carissima amica e qui dentro c'è una parte della sua storia, o almeno, la parte riguardante gli One Direction, che è già una gran parte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    3 Marzo 2015
                                                                  
Ciao  Zay,
come stai? Spero bene. Sono passati esattamente 9 giorni da quando te ne sei andato, hai detto che vuoi ritrovare te stesso, ma non so se ci stai riuscendo o no, non ho più tue notizie.
Vuoi sapere perchè ti sto scrivendo, nonostante sia consapevole che questa lettera non ti arriverà mai? In realtà non so neanche io bene il motivo. Mi stavo facendo i fatti miei su Twitter, quando mi sono imbattuta, assolutamente per sbaglio, in un video. Come sottofondo They don't know about us, nello sfondo una parte del video iniziale del Where we are tour, e quella famosa frase di un vecchio video diary.
"Hello!" "We" "Are" "One"... e nient'altro. Non so chi ha fatto questo video, ma è ancora in riproduzione continua, nonostante mi crei un senso di vuoto e nostalgia, perchè è incompleto senza di te. La band è incompleta senza di te.
Mi manchi, Zayn. Non credevo l'avrei mai detto, sai? Tra tutti i ragazzi, eri quello che capivo di meno. Eri quello misterioso? No, quello era il ruolo che ti avevano dato i manager. Quello timido? Non credo proprio. Introverso, forse. Riservato, si. Ma non ti ho mai davvero capito. Per esempio, non so come prenderesti questa lettera, se la leggessi. Penseresti che sono un'altra di quelle fan noiose, che distribuiscono "ti amo" alle persone famose come fossero caramelle, penso.
E forse si, ho usato spesso la parola "ti amo", ma solo per poche persone. Mi è sempre venuto difficile dirlo in modo sentito. Da poco sono riuscita a confessarlo al mio ragazzo, sai? Ha aspettato mesi prima che glielo dicessi. Ma il mio primo ti amo, sarà sempre vostro. Siete state le prime persone che ho amato davvero e profondamente. Non fraintendermi, non intendo che vorrei una relazione con uno di voi o qualcosa del genere, no. E' un amore diverso, il mio. E' l'amore che si può stabilire in un rapporto di amicizia durato anni, solo che nel mio caso è a una sola direzione (scusa il brutto gioco di parole, ma la frase è venuta così e sto scrivendo di getto). Quando vi ho conosciuti, non avevo mai sentito parlare di voi, lo sai? Eravate già piuttosto famosi all'epoca, ma io ero completamente esclusa dal mondo. Mio padre è sempre stato, come dire, severo? Severo, rigido, intransigente. Avevo undici anni quando ebbe inizio la mia più lunga punizione, o reclusione, e durò tre anni. Un tempo lunghissimo, almeno per me.  Non potevo uscire, guardare la televisione, telefonare o usare il computer. Solo andare a scuola, studiare, leggere e ascoltare musica. Musica ne ascoltavo relativamente poca, a quell'età.
A 12 anni venni a sapere per la prima volta della vostra esistenza. Stavo leggendo un giornale (decisamente poco interessante) che comprano di solito i miei genitori. Mi ricordo che ero annoiata, almeno finchè non lessi un articolo in particolare, in cui comparavano un cantante italiano a Harry (non c'è storia). Comunque, dopo parlavano della band al completo, e mi incuriosì, ma poco dopo me ne dimenticai. Ancora non sapevo cosa sareste diventati per me, non conoscevo neanche i vostri nomi...
Poco tempo dopo, imparai una canzone. Ho sempre avuto l'abitudine di cantare in classe, cosa che mi ha portata ad avere una marea di note, ma non me n'è mai importato granchè. Io, Chiara, Giulia e Vittorio spesso cantavamo durante le lezioni, canzoni di ogni genere, e sentendo cantare i miei compagni una canzone di cui non sapevo il nome la imparai a memoria. What makes you beautiful.
Quando scoprì chi cantava la canzone, era già estate. Fu così che, andando al mare con i miei genitori, la mia amica Carla mi parlò degli One Direction. Claudio, che faceva parte del nostro gruppo, la prese un po' in giro, dicendole che facevate schifo e cose così. Ora mi diverte pensare a quel giorno, perchè tempo dopo Claudio stesso mi disse che non aveva mai ascoltato una vostra canzone. Lo stesso giorno in cui io restai da una parte, facendo finta che non piacessero neanche a me le vostre canzoni, avendo paura di fare la stessa fine della mia amica.
Ma nel giro di pochi giorni la curiosità mi vinse, così mi feci scaricare la vostra musica sul mio mp3. Grande, enorme errore: iniziai ad ascoltarla, sempre e ovunque. E una volta tornata a scuola, non mi importava più di essere presa in giro: non volevo nascondere il fatto che mi piaceste, anche se fu come un mini coming-out, per me. Ma non fu un grande problema. Il vero problema nella mia vita era mio padre. Stare a casa per me era come stare in una stanza con del benzene sui muri e solo delle candele per vedere. Lui tornava a casa sempre arrabbiato, urlava sempre, trovava sempre qualcosa da farmi mettere a posto, qualcosa per cui gridarmi contro, oppure mi ignorava e basta, e a mia madre e mia sorella non importava. O forse si, ma non potevano fare nulla. Da quando avevo scoperto la vostra musica, però, avevo trovato un'altra realtà. La mia realtà, quella che si creava intorno a me quando mi mettevo gli auricolari. Le vostre voci mi rilassavano, e le ascoltai tante volte da assimilarne ogni singola sfumatura. Non mi innamorai davvero dei volti, perchè non avendo internet li avevo visti poche volte; mi innamorai delle voci.
Così mi aggrappai a voi, forte. I mesi passavano, e diventavate sempre più importanti nella mia vita; ogni volta che cadevo, quando ogni sera piangevo di frustrazione, o di rabbia, o di tristezza, voi eravate sempre lì, per me. E mentre tutto nella mia vita di sgretolava, voi diventaste la mia unica certezza.
Se c'è una cosa che ho imparato dalla mia punizione, è il non arrendersi. Vorrei tornare indietro nel tempo anche solo per darmi speranza, perchè un giorno, esattamente dopo la fine delle medie, la punizione finì.
Questo mi fece capire tre cose:
la prima, che era stato solo un modo malato di mio padre per costringermi a studiare;
 la seconda, che ero libera, finalmente;
la terza, che l'unico motivo per cui ero ancora lì, l'unico motivo per cui avevo retto tutto quel dolore, eravate voi. Sembrerà stupido, forse, ma c'è chi quando sta male trova conforto nelle preghiere o negli amici, io avevo già perso la fede nella religione da molto, e tutti i miei amici si erano ormai allontanati, non avendo contatti con loro, per cui l'unico mio rifugio era... la musica. Mi ripromisi che se mai vi avessi incontrati, la prima cosa che vi avrei detto sarebbe stata "grazie di tutto". Probabilmente a te non lo potrò dire, se mai avrò la possibilità di incontrare la band.
Comunque, entrai nei social network e, di conseguenza, nel vostro fandom. Era estate, per cui immagina quanto tempo passai dietro a un computer, a guardare tutti i video e le foto su di voi, finalmente. Fu fantastico, ed io mi innamorai ancora di più.
Infatti, quando entrai alle superiori, ero completamente ossessionata. Davvero inquietante, se ci penso: una macchinetta che non faceva che parlare di voi, davvero irritante, probabilmente. Ma quello fu l'anno in cui ebbi per la prima volta una possibilità. La Possibilità. Quella di andare a un vostro concerto.
In realtà non mi aveva mai davvero sfiorato l'idea, dando per scontato che non sarei andata, ma quando pochi giorni prima della vendita dei biglietti del Where we are tour una mia amica mi disse quando sarebbero usciti, non potei non chiederlo ai miei genitori, che mi rifilarono un "no" quasi immediato, con la scusa che nessuno poteva accompagnarmi. Me lo aspettavo, ma non mi arresi. Cercai di convincere mia madre in tutti i modi, le feci capire quanto era importante per me, per una sola volta, sentire dal vivo i miei idoli. Mio padre non mi avrebbe mai accompagnata, ovviamente, ma mia madre... lei aveva vissuto la stessa situazione, con la band dei suoi tempi, che ama ancora oggi, di cui so tutte le canzoni a memoria perchè mi ha cresciuta con la loro musica, i Bee Gees. Non li ha mai sentiti dal vivo. Oramai si sono sciolti da tempo, e due di loro sono passati a miglior vita, per cui non li vedrà mai. Ricordandoglielo, la convinsi. E quando mi disse quel sì, che avevo sperato tanto ardentemente ma con poca convinzione, mi sentì felice come non mai. Avevo superato l'unico ostacolo che credevo mi potesse fermare.
Ma non era così. Il giorno dopo dovevano uscire i biglietti, e la mia amica Alessia, che doveva comprarli, non ci riuscì, perchè il sito si bloccò. Quando tornai a casa da scuola e la chiamai, la sentii in lacrime. Così la consolai, cercando di farla ridere, e quando chiusi la chiamata aveva ormai smesso di piangere. M dopo, fu il mio turno. Piansi, piansi tantissimo...tutta la sera, la notte, fino ad addormentarmi.
Così passarono i giorni, e il dolore lasciato dalla delusione non si affievoliva. Avevo lasciato che mi auto-illudessi  del fatto che avrei potuto realizzare quello che era diventato uno dei miei tanti sogni: ascoltarvi dal vivo, vedervi su un palco...
Ma la scuola continuava, e io non potevo restare indietro, così cercai di mettermi di impegno.
Capitò una sera in cui dovevo studiare chimica. Alessia mi telefonò, urlando. Inizialmente non riuscii a capire cosa stesse dicendo, così le dissi di calmarsi.
Prese un respiro profondo e, con voce tremante, cercando di stare tranquilla, mi disse che avevano fissato un'altra data, a Torino, il 6 luglio.
Mentre la parte razionale del mio cervello mi gridava di non illudermi un'altra volta, io iniziai a urlare per la casa che avevano aggiunto un'altra data, anche se c'era solo la mia povera sorella, a cui poco importava.
Non volevo davvero crederci in realtà, ma volevo essere felice per un attimo e cullarmi nella finta consapevolezza che sarei andata.
Pochi giorni dopo, riuscii a prendere i biglietti.
Non so per quale dono del cielo ci riuscii, ma li avevo davvero comprati.
Fu così che mio padre trovò il modo per farmi passare un "fantastico" anno scolastico: per andare al concerto, avrei dovuto essere promossa a giugno, senza neanche un debito.
Il che non sarebbe stato un problema, se non fosse per il fatto che frequento il liceo scientifico più difficile della mia città.
Fu un anno terribile. Ebbi una marea di problemi, passai un periodo segnato da attacchi d'ansia e sigarette, tante sigarette. Fumare mi dava un finto senso di tranquillità, ed è un vizio che non ho ancora perso purtroppo.
L'ultimo mese prima della fine della scuola, però, dopo aver provato della marijuana davvero scadente, persi conoscenza in pullman. Tornai a casa camminando a malapena, moribonda, senza riuscire a stare in piedi per più di 2 minuti, e fu quel giorno che capì di aver toccato davvero il fondo. Così smisi completamente di fumare, studiai tantissimo per recuperare le materie che avevo in arretrato, ma non fu abbastanza. Sapevo che non avevo la sufficienza piena in tutte, ma sperai in un miracolo.
Il giorno in cui uscirono le pagelle, mi svegliai in modo brusco, nel bel mezzo di un incubo che non ricordo.
Mi preparai con la lentezza degna di uno zombie, sarei dovuta andare con mia madre a vedere se ero stata promossa. Lei era in chiesa e sarebbe tornata nel giro di una mezz'ora, quando mi chiamò Roberta, una mia compagna di classe.
-Andrea, hai visto la foto che ho inviato sul gruppo?- mi chiese, senza neanche salutare.
-No, dovrei?- risposi, confusa.
-Andrai al concerto, Andry-
Silenzio. Ci impiegai qualche secondo a realizzare.
-MI STAI PRENDENDO IN GIRO!- iniziai a urlare, avendo paura della risposta.
-No, ci andrai. Sei stata promossa! Congratulazioni, realizzerai il tuo sogno.-
E fu così che davvero, finalmente, ce l'avevo fatta.
Entro due settimane sarei andata a quel concerto... Mi sentivo così felice che faceva quasi male.
I giorni passarono lenti, a quanto ricordo, ma arrivò il giorno della partenza. Riuscì a dormire si e no 4 ore, così alle 2 di notte mi alzai, mi vestii e... mi riaddormentai sul divano.
Passammo tutto il giorno a viaggiare, tra ore di aereo e pullman, arrivammo all'appartamento preso in affitto verso le 18. Mi preparai psicologicamente, non riuscendo ancora a credere che il giorno dopo vi avrei visti per la prima volta...
E vi vidi. Eccome. Una volta entrata in quello stadio e iniziato il concerto, stanca per aver passato le ultime quattordici ore in fila, ma non abbastanza da non essere eccitata, non riuscivo davvero a concepire di avervi davanti. Eravate in piena forma, e quella notte cantai con voi. Cantai tanto che per due settimane persi completamente la voce. Fu il giorno più bello della mia vita. E ringrazierò sempre mia madre per avermi accompagnata... Ti immagini se non l'avesse fatto?
Sarebbe stato devastante, perchè me lo sentivo,  che sarebbe stata l'ultima volta che vi avrei visti tutti insieme. Non chiedermi il motivo, non lo so, era solo una sensazione.
Così, mi ritrovo a parlare dell'ultimo anno trascorso. Non è successo molto.... niente concerti o punizioni, niente.... La vita semplicemente ha continuato il suo corso, e io ho continuato ad ascoltare la vostra musica. Quando è uscito il quarto album, non ti immagini quanto fossi orgogliosa di voi, anche se lo sono sempre.
E poi iniziò l'on the road again tour.
Che fantastico tour! Il fandom ha avuto tante ragioni per impazzire, tra Larry Stylinson, video, foto, audio, nuova set list, eccetera. Mi ricordo che io e Marta, vostra fan, eravamo felicissime, soprattutto perchè in questo tour sembravi sorridere molto di più, parlavi molto di più e interagivi molto di più con i fan. Non capirò mai perchè ti sei comportato così quando sapevi di voler lasciare tutto. Mi aspettavo già da tempo che saresti stato tu il primo a mollare, ma... La band, gli One Direction, era la mia unica e vera sicurezza, non volevo crederci, neanche quando lasciasti il tour, si diceva per un paio di date....
Ci fu un giorno in cui io non entrai, come spesso era capitato in quella settimana, su internet, a causa di alcuni disegni da fare per il giorno dopo. E fu un errore.
Perchè verso le 19, mi chiamò la mia migliore amica, che non è una vostra fan, che mi chiedeva notizie sul fatto che avevi lasciato la band. Io risi, dicendo che probabilmente era un rumor, ma per sicurezza chiusi e chiamai un'altra mia amica, che è sempre informata su di voi. Mi rispose, con un flebile "Pronto?" e forse mi sarei dovuta allarmare, ma non ci feci caso. Le dissi, quasi divertita, cosa mi aveva riferito Alessandra, la mia migliore amica, e ancora prima che finissi la frase le mi disse:
-E' vero-
Rimasi sbigottita. Credo che uscì un "Cosa?" dalla mia bocca, in un sussurro, ma mi sentì comunque.
-E' tutto vero. S-Se n'è andato, Andrea, ha lasciato la band!- Era in lacrime. Non l'avevo mai sentita piangere, Clara è sempre stata come una sorella maggiore per me: una ventenne forte, coraggiosa, testarda, fantastica. Ma in quel momento stava piangendo, e qualcosa dentro di me si ruppe.
Era la consapevolezza, che mi diceva che l'unica cosa di cui ero sicura negli ultimi anni, la mia certezza, era stata appena spazzata via.
Il mondo mi crollò addosso. Chiusi in fretta la chiamata. Non riuscivo a respirare. Un dolore al petto mi spingeva verso il basso, mi raggomitolai a terra e scoppiai. Piansi come non avevo mai pianto in vita mia Zayn. Ho superato così tante cose, così tanti giorni e tante notti, e quando piangevo, per me era sempre uno sfogo, ma quella sera, non lo fu per niente. Piansi dal dolore, perchè sentii una parte di me staccarsi definitivamente.
Perchè Zay, non sono come quei fan che pensano che ritornerai. Lo so che non lo farai. Eri stufo, stufo della poca privacy, stufo di non poter fare quello che volevi. Ed il fatto è che c'è una parte di me che vorrebbe davvero arrabbiarsi con te per avermi lasciata. Si, avermi, non me ne può importare di meno degli altri, anche se so di essere egoista pensando in questo modo.
Ma in realtà provo solamente dolore e gratitudine, Zay.
Dolore, perchè continuerò a seguire Harry, Louis, Niall e Liam, ma nel mio cuore non saranno mai gli One Direction, non più, senza di te. E fa male, non sai quanto.
Gratitudine, per ovvie ragioni.
Se non fosse stato per voi ragazzi, ora sai quanto sarebbe stata vuota la mia vita. Siete diventati parte integrante di essa, e non vi dimenticherò mai. Ecco perchè vi amo, in un modo tutto mio. E lo farò sempre.
 
Ti auguro di trovare ciò che cerchi,
un abbraccio virtuale,
Andrea.
   
 
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