Ringrazio
anche solo chi legge.
Capitolo 2
"Come fa a esserci una saiyan?" domandò Goku. Percorse il
corridoio,
seguito da Junior fino al salotto e si sedette su una poltrona
affondandovi.
"Un gruppo di saiyan si staccò dal pianeta Vegeta, si
stabilirono su un
pianeta vicino alla Terra e da lì ebbero il tempo di
studiare questo pianeta.
Volevano capire i segreti del supersaiyan, invogliati dalle leggende in
cui
questo guerriero era un simbolo di bontà e non di
malvagità. La direzione
dell'operazione era in mano a un brillante guerriero: Aedon il
Sapiente.
L'unico saiyan ad aver studiato, a conoscere gli antichi testi della
vostra
gente, persino Re Vegeta lo rispettava" spiegò Junior. Si
sedette nel
divano accanto a quello dove era seduto Goku.
Il Son guardò lo schermo nero della televisione, vedendo il
proprio riflesso.
"Suppongo che abbiano fallito nei loro studi" rispose.
"Non ebbero gli effetti sperati. Alcuni morirono nel tentativo di
trasformarsi,
altri, come Aedon, riuscirono a reggere la trasformazione. Pagarono il
loro
successo con degli effetti collaterali devastanti. Dopo mesi di coma,
si
risvegliarono con il dna modificato, la loro mutazione genetica era
visibile
perché gli rimasero i capelli biondi e gli occhi azzurri.
Furono imprigionati
per sempre nell'oro del supersaiyan" spiegò. Si
sentì la porta chiudersi
con un tonfo e Vegeta avanzò.
"Sfidarono la potenza degli dei e questo li portò a
dannarsi. Non potevano
tornare su Vegeta-sei con questo marchio" spiegò. Goku si
scompigliò i
capelli, passandoci la mano.
"È vero che si sentirono dei mostri, ma non fu l'unico
problema. Avevano
guadagnato una potenza che tendeva più a quella del
supersaiyan God che a
quella del normale supersaiyan. ma il loro corpo ci rimise. Il loro
sistema
immunitario fu inesorabilmente danneggiato, a decimarli non furono
nemici o
altri, ma banali influenze e febbri". Proseguì a spiegare
Junior,
accavallando le gambe. Vegeta avanzò ancora, raggiungendoli.
"Nell'universo le cose vanno così, bisogna sacrificare
qualcosa per
qualcos'altro". La sua voce risuonò nel salotto.
"Urca... non ne avevo idea" sussurrò il Son.
Incassò il capo tra le
spalle e abbassò lo sguardo, osservandosi gli stivaletti
blu. Junior alzò lo
sguardo ed osservò il principe.
"Nemmeno lui, la sua gente aveva dato per disperso quel gruppo"
spiegò.
"Io, però, l'ho saputo e quando Aedon è morto ha
avuto gli onori che noi
saiyan diamo solo ai caduti in battaglia" mormorò roco
Vegeta. Si appoggiò
con i gomiti allo schienale del divanetto su cui era seduto Goku.
"Elly ha una salute cagionevole. Dobbiamo tutelarla fino all'arrivo di
Devil, io e Junior ce ne siamo occupati fin'ora". Aggiunse.
"Gode di una forza incredibile, ma è anche estremamente
fragile. Vegeta la
tutela come se fosse sua figlia, non pensavo che i saiyan potessero
essere
devoti, ma lui teneva tantissimo a maestro Aedon" mormorò
Junior. Schivò
un ki-blast di Vegeta e lo fermò con la mano.
"Quindi dobbiamo sorvegliarla. Vi aiuterò". Si propose Goku,
sbattendo le mani sopra le ginocchia.
"Invece di far sembrare me quello che non sono, perché non
gli dici che tu
e quella mocciosa avete un legame particolare?" ringhiò
Vegeta.
"Aedon la pensava così perché da neonata si
addormentava solo con me. Se
non c'ero raramente voleva mangiare e cose simili. Aedon sosteneva che
per ogni
saiyan c'è una persona particolare a cui è
legata, un filo rosso del destino
infinito che niente può spezzare. Qualcosa di eterno, o
qualcosa del genere.
Non so fino a che punto crederci, sembrava la leggenda di un anziano"
brontolò Junior. Si leccò i canini aguzzi e
affondò nello schienale della
poltrona.
"Parla per enigmi questo Aedon" si lamentò Goku. Mise le
mani alla
cintura di tela blu e la strinse.
"Namecciano, poche storie, lo senti anche tu che c'è
qualcosa di
diverso". Disse Vegeta, Goku alzò la testa e
guardò il mento di Vegeta
sopra di lui.
"Sì, forse c'è qualcosa che sento, quando la
guardo, che me lo conferma,
ma ora non è questo l'importante" ribatté Junior.
"Andrà bene, amici miei. Sorveglieremo Elly, la proteggeremo
e sarà pronta
per la battaglia prima di poter dire anche solo urca" li
rassicurò.