Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: ina6882    04/04/2015    1 recensioni
Dopo aver aperto questa storia su DF ho deciso di proporla anche qui.. ancora non è conclusa, ma spero vi piacerà!
Christhine Grey, (Cristy per gli amici), è una ragazza franco americana di 25 anni che vive a New York. Suo padre Christopher è americano e sua madre Sarah è francese. Dopo essersi laureata con successo, scopre di aver ottenuto il lavoro che sognava da sempre, presso la migliore rivista di Parigi. All'inizio non sa se partire perchè non vuole separarsi dal suo ragazzo e dal suo amico Kentin. L'amico la incoraggia a farsi una buona carriera, mentre il " fidanzato" sembra nascondere qualcosa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 13


Il sole si leva piano nel cielo mentre passeggio lungo le sponde del fiume. 
Il cinguettio degli uccelli, che volano di albero in albero, mi tiene compagnia.
Sono solo le otto del mattino, ma già Parigi è sveglia più che mai.
Cammino lentamente immersa nei pensieri.
Le parole di Ken risuonano ancora così chiare nella mia mente e pensieri contrastanti si fanno la guerra tra loro.
Una parte di me dice che sono stata una stupida a rifiutarlo e a scappare via,  mentre un'altra dice che, forse d'istinto, ho fatto la cosa giusta. Io però non so decidere cosa sia giusto o meno. In questo momento vorrei solo sparire per non rivedere il volto triste di Ken che sicuramente vorrà riaffrontare il discorso, ma non sono per niente pronta per questo. 
Anche questa mattina fa davvero caldo. 
Le acque della Senna sembrano luccicare sotto la luce naturale del sole che si specchia in esse. Il rumore dello scorrere dell'acqua produce un lieve suono che mi tranquillizza.
Forse non dovrei comportarmi così. Sono una persona matura e dovrei affrontare la situazione e non scappare come ieri sera.
Se i miei sentimenti non sono gli stessi di Ken dovrei dirglielo, ma non ci riesco e questo oltre che deprimermi mi fa anche arrabbiare con me stessa. 
Mi fermo a guardare più da vicino l'acqua che scorre traquilla verso un posto lontano fino ad immergersi nell'infinito del mare, quando, ad un tratto qualcosa mi passa da dietro talmente tanto vicino che sto per perdere l'equilibrio e cadere nel fiume. Mi sento afferrare da un braccio e cado all'indietro dolorante.
-Ehi, ma che modi?,-dico cercando di alzarmi nonostante il fondoschiena mi faccia un po' male.
-Scusami tanto non volevo, quel cane certe volte è una peste, -dice una voce che mi aiuta a rimettermi in piedi. 
 
 
http://3.bp.blogspot.com/-oz7igiwfSkA/UKly_ZT1GvI/AAAAAAAAAC8/J1ogo4Y_408/s1600/amor+doce+14.PNG
 
 
-Ehi!,-esclama ad un tratto,-ma tu sei Cristy. Che ci fai qui?
È in quel momento che lo riconosco. 
I capelli rossi che risplendono al sole, gli occhi grigi che mi guardano espressivi e un abbigliamento rock che sostituisce la sua divisa da lavoro.
-Castiel!,-rispondo, -come mai qui?
-Questa domanda l'ho appena fatta io,-risponde con un sorriso. 
Lo guardo senza parlare, poi vedo un cane che si avvicina a lui; -E lui chi è?,-chiedo carezzandolo.
-Lui è Demon, il mio "cucciolo",-dice lui indicando l'animale che si lascia carezzare da me, scodinzolando felice.
-È davvero bello!,-dico sorridendo.
-Beh, sinceramente questa è la prima volta che si comporta così con qualcuno. Di solito non si lascia avvicinare da nessuno,  mentre con te è stato diverso.
-Strano,-mormoro continuando a carezzare il pelo di Demon che adesso si è alzato su due zampe appoggiandosi a me e leccandomi la mano.
-No non è strano. I cani hanno un sesto senso molto sviluppato e riescono a percepire la natura delle persone ancora prima di noi uomini. 
-Ah non lo sapevo.
-Comunque non mi hai ancora detto che ci fai qui. Ci vengo spesso e non ti ho mai vista.
-Beh, sono venuta a fare una passeggiata. 
-Ah, capisco! E non lo sai che non ci si sporge troppo sulle sponde del fiume?,-dice con un sorriso.
-Beh, non è stata colpa mia. Tu invece perché ci vieni spesso?
-Ma che domanda, non si vede? Porto a spasso Demon.
-Già,  scusa, che figuraccia,-dico sorridendo leggermente per l'imbarazzo. 
Ci incamminiamo insieme in silenzio, quando ad un tratto, lui esclama:- Non mi sembra però che tu sia un tipo da passegiate mattutine. 
-No, per la verità. In questo momento dovrei essere a casa a lavorare su degli articoli, ma non riuscivo a concentrarmi e così eccomi qui,-dico sollenvando le braccia.
-E a cosa sarebbe dovuta questa mancanza di concentrazione?
Resto immobile cercando una scusa:- Ehmm... faceva molto caldo,-dico abbassando lo sguardo.
-Ah. Pensavo che avessi passato tutto il tempo a pensare a me,- dice lui guardandomi e facendomi l'occhiolino, -da come mi guardavi ieri sera...
-Oh, smettila,- rido e lo spingo lievemente di lato,-non ti ho guardato e non ti ho pensato. 
-Ah no? Non sembrava invece.
-Ho capito ormai che ti piace scherzare e fare un sacco di queste allusioni, -sorrido.
-Già, hai capito bene. Almeno così sono riuscito a farti ridere questa mattina.
Resto zitta abbassando lo sguardo. 
Continuiamo a camminare in silenzio poi lui continua:-Scusa, forse ho detto qualcosa che non andava. 
-No, non ti devi scusare. Non è colpa tua, anzi ti ringrazio per avermi sollevato il morale. La giornata non è iniziata nel migliore dei modi.
Siamo arrivati in una parco con un grande prato. 
-Ma che bello!,-esclamo felice.
-Ti piace? Questo è il mio posto preferito. Mi piace molto venire qui a stendermi sull'erba e guardare le nuvole che si rincorrono nel cielo. Mi aiuta a pensare e poi Demon adora scorrazzare per il prato indisturbato. Ti va di sederci?,-dice indicandomi un pezzo di prato coperto dall'obra di un albero. - Oggi non ci sono nuvole e fa anche caldo, quindi è meglio mettersi all'ombra non trovi?
-Si hai ragione. 
Ci sediamo, mentre Demon inizia a correre come un matto. Ogni tanto ci porta dei pezzi di legno che Castiel rilancia lontano e lui corre per riprenderli.
-Si sta bene qui,-sussurro dopo un po'.
-Già, -dice lui guardando lontano.
-Comunque non mi avevi detto che la mattina dormi e non ti svegliano neanche le cannonate? Mentre adesso sono le nove e sei già in piedi. 
-Ti ricordi che avevo anche detto che c'erano giorni in cui non andavo a dormire? Beh, questo è uno di quelli,-si stende sull'erba con le braccia dietro la nuca.
-Quindi vieni qui anche per fare un pisolino?
-Ci hai azzeccato ragazza, ma oggi non ho sonno,- dice girandosi su un fianco verso di me,-tu invece?
-Io cosa?
-Ti svegli sempre così presto la mattina?
-Di solito no, ma anche io non avevo molto sonno, poi dovevo lavorare...
-E sei uscita a fare una passeggiata. Non credo però sia stato il caldo a spingerti fuori. 
Abbasso lo sguardo:-No, ti sbagli,- dico con un filo di voce.
-Strano. Il mio intuito di solito non sbaglia mai.
-E cosa ti sta dicendo in questo momento? 
-Beh, che sei triste per qualcosa e poi altre cose che non credo di poterti dire.
-E perché mai non dovrei sapere cose che mi riguardano?
-Sei proprio sicura di voler sapere ciò che sto pensando? Basta che poi non te la prendi anche con me.
-No, ma che dici? Sentiamo. 
-Allora. In questo momento sto pensando che ho accanto una ragazza molto carina e che se avessi l'opportunità di baciarla non me la lascerei scappare.
-Che cosa? Ma sei diventato matto?
-Beh ti ho detto che non erano cose da sapere. Tu hai insistito...
-Va bene, hai ragione. Quindi lasciamo perdere. Come ho già detto ho capito che ti piace molto scherzare in questo modo.
-Infatti, -dice sorridendo,-comunque da quanto è che ti sei trasferita? 
-Sono arrivata il giorno prima di venire al locale. Era sera tardi e così siamo andati direttamente a casa. 
-E dove vivevi prima?
-In America,  precisamente a New York a casa dei miei nonni paterni. 
-Wow l'America! E i tuoi genitori? 
-Viaggiano molto per lavoro e quindi sono cresciuta con i nonni.
-Credo che avrai sofferto molto il distacco. 
Il mio volto diviene triste:-No. Per la verità è stato un sollievo allontanarmi da quella casa. Sono morti entrambi e ho sofferto molto, perché ogni cosa mi ricordava un momento passato insieme. 
-Mi dispiace, non volevo rattristarti.
-Tranquillo. Non potevi saperlo. Tu invece?
-Beh, non c'è molto da dire. Vivo qui dalla nascita e sono cresciuto per la maggior parte del tempo da solo. Anche i miei viaggiano molto per lavoro, ma, a differenza di te, io i miei nonni non li ho mai conosciuti e così ho imparato a cavarmela da me. Demon è la mia unica compagnia, apparte Lys.
-Siete amici da molto?
-Da quando eravamo piccoli. Siamo cresciuti insieme. Tu invece da quanto conosci Ken?
-Anche io dall'infanzia. Abitava vicino casa mia, ma l'ho conosciuto la prima volta a scuola dopo che una bulletta più alta di me, mi aveva spinta per terra.
-E scommetto che lui è corso in tuo aiuto.
-Si. È andata più o meno così. Da allora siamo diventati grandi amici. 
-E ora che sei qui dove vivi?
-In una villetta vicino al Senna. Mia madre è di origine Francese e abito nella casa che un tempo era dei miei nonni materni. Prima ci abitava zia Lily, la sorella di mamma, ma ora si è trasferita. 
-Allora abitiamo quasi vicini. Io abito nello stesso quatiere non molto distante da casa tua e anche Lys, Leigh e Rosa abitano lì. Sono i miei vicini di casa.
-Caspita, non lo sapevo.
-Beh,  ora che lo sai potrai venire a farci visita. 
-A chi a te? Già fuori casa non smetti di fare allusioni assurde, non oso immaginare cosa combineresti in casa!
Lui mi guarda con un sorriso. -Già,  mi piace scherzare, ma non credere che sia così con tutti. È la prima volta che mi trovo bene a parlare con qualcuno che non sia Lys, e per di più una ragazza carina.
-Oh smettila... Comunque non mordo mica, sai?
-Già, infatti mi trovo bene. E poi se è per questo neanche io mordo quindi non ti devi preoccupare, se mai un giorno decidessi di venire a casa mia. So essere un buon padrone di casa e spero che vorrai essere mia ospite. Quando vorrai sarai la benvenuta,-dice ridendo.
-Già col fatto che lavori sempre credo che sarei un ospite indesiderato. E poi quando non lavori dormi quindi non voglio disturbare grazie...
-Sei intimorita dal mio fascino?,-dice facendomi l'occhiolino. 
-Ma che dici?,-rido.
-Quello che ho detto! Comunque si è fatto tardi. Devo andare,-dice lui alzandosi e richiamando Demon a se.
Ci incamminiamo sulla strada del ritorno e ci salutiamo nel punto del nostro incontro. 
-Ciao Cristy, mi ha fatto piacere parlare con te.
-Anche a me. Ciao Demon,-dico sorridendo al cane che mi saluta scodinzolando. 
-Non mi sbagliavo,- dice lui.
-Cosa? 
-Sei molto più carina quando sorridi,-dice portando le mani dietro la nuca e sorridendomi e senza che io possa ribattere continua:-Andiamo Demon,- e voltatosi se ne va.
Li vedo allontanarsi pian piano lungo le sponde del fiume. 
Il sole splende alto nel cielo e i suoi capelli appaiono più scarlatti del solito. 
Castiel non è poi così male; non avrei mai pensato che sotto quell'aspetto scontroso si nascondesse un bravo ragazzo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: ina6882