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Autore: DefyingGravity    04/04/2015    2 recensioni
[Dalla storia: “Tieni la tua fottuta roba e vai. Corri!” disse Mickey lanciando a Kurt lo zaino.
“Cosa?” domandò Kurt confuso notando che nello zaino c'erano alcune delle sue cose.
“Vuoi che ti faccio uscire a suon di calci? Vai da Blaine. È l'amore della tua vita e sai quanto odio queste stronzate... ma è la tua persona. Lo sai e io lo so.” disse Mickey aprendo la porta di casa per Kurt e spingendolo fuori.]
[Klaine/Gallavich]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le giornate passavano velocemente, Kurt non sapeva dire perché ma c'era sempre qualcosa da fare o da sistemare. La vita non scorreva mai lenta come in Ohio, la gente del South Side viveva per fare casino e lo faceva davvero, c'erano sempre guai da risolvere.

Quella mattina si era svegliato più tardi del solito perché durante la notte non aveva chiuso occhio, Ian e Mickey avevano davvero un'intensa vita sessuale e lo avevano tenuto sveglio per tutto il tempo. Era felice per loro, ma iniziava a sentirne la mancanza anche lui, ed ogni volta che immaginava scene simili si vedeva sempre in compagnia di Blaine.

Comunque erano tutti usciti di casa, quindi decise di vestirsi e andare a fare un giro per il quartiere. Era una bella giornata e quando passò davanti casa Gallagher vide Fiona.

“Ehi! Amico di Ian! Ancora da queste parti?” domandò Fiona, avvicinandosi.

“Già... ho perso tutti i contatti con l'Ohio. Non sono ancora pronto a tornare.” rispose Kurt, mettendosi poi le mani in tasca.

“Ti va di entrare per un caffè? Ho ancora una mezz'ora prima del turno di lavoro.” fece Fiona sorridente.

“Certo, mi farebbe piacere!” rispose Kurt ed entrò dentro casa Gallagher per la prima volta.

Notò che la casa era più grande di casa Milkovich, leggermente più ordinata e pulita, ma neanche troppo e trovò Frank steso a dormire per terra su un tappeto.

Fiona passando gli diede un calcio, sbuffando.

“E' un bel problema, eh?” chiese Kurt una volta accomodatosi in cucina.

“E' il mio incubo, cioè non solo mio, anche i ragazzi... voglio dire. Crescere con un padre del genere e la madre che non c'è... Debbie! Carl! Dovete uscire subito!” gridò Fiona autoritaria.

Versò del caffè in un paio di tazze e poi si mise alla fine delle scale ad aspettare che scendessero i due ragazzi.

Una ragazza con i capelli rossi scese le scale, sembrava essere esattamente in quel periodo dell'adolescenza in cui ogni cosa ti sembra orribile e insostenibile.

“No, non faccio colazione qui e dopo non posso tenere Liam. Vado ad allenarmi... e-tu chi sei?” chiese poi guardando Kurt.

“Mi chiamo Kurt e sono un amico di Ian.” rispose Kurt con un sorriso.

“Oh no. Adesso si fa anche te?” chiese un ragazzo, che sembrava essere più piccolo della sorella, con uno sguardo impertinente. 

“Carl!” disse Fiona, dandogli uno schiaffo dietro la nuca.

“Che c'è? E' un amico di Ian... non è difficile da immaginare. I gay scopano di continuo.” rispose Carl con ovvietà.

“Oh per favore.” fece Fiona alzando le braccia.

“Siamo solo amici.” disse Kurt tra il divertito e l'imbarazzato. A quanto pare il sesso era un chiodo fisso dei Gallagher.

“Lascialo stare Carl, sei il solito. Oh ma tu- vesti alla moda! Mi daresti qualche consiglio più tardi?” chiese Debbie speranzosa, afferrando la maniglia della porta.

“Certamente.” rispose Kurt sollevato, perché quella era una cosa su cui era sicuramente molto preparato.

“Perfetto! A dopo.” disse Debbie rivolta a tutti e sbattendo la porta.

“Sai che così ti darà il tormento per più o meno tutta la vita, vero?” disse Carl ironico.

Fiona gli lanciò un'occhiataccia e poi lo fece uscire per andare a scuola.

“Capisci cosa intendo quando dico che per loro è stato difficile crescere senza genitori?” domandò Fiona, allargando le braccia sconsolata.

E Kurt lo capiva, lo capiva per davvero, soprattutto se faceva il confronto con suo padre Burt.

*** 
Tra furti di vestiti e piccole risse qua e là, Kurt aveva ormai passato più di una settimana in compagnia di Ian e Mickey e la cosa lo faceva stare bene. Non che lui partecipasse a simili attività, ma insomma si divertiva a vedere il loro stile di vita.

Nei giorni precedenti era andato anche ad aiutare Kev con le bambine, dopotutto lui non aveva nulla da fare e Kev non ce l'avrebbe mai fatta con V che passava tutto il giorno all'Alibi.

Ian poi, una sera, si era lasciato sfuggire che Lip, suo fratello maggiore, sarebbe tornato a casa da Miami, e Kurt era ben lieto di conoscerlo. Ne aveva sentito parlare molto, anzi parecchio, sapeva anche che la padrona della stanza dove dormiva a casa Milkovich, Mandy, era andata via proprio a causa di Lip.

“Ehi Mick, dai, non puoi lasciarlo a Svetlana o ai tuoi fratelli?” chiese Ian, dando uno schiaffetto sul sedere di Mickey.

“Neanche morto. Quei coglioni non sanno badare neanche a loro stessi... Svetlana ha il giorno libero stasera, mi tocca.” fece Mickey sbuffando e tirando Ian verso di se.

Kurt li osservava in silenzio, Mickey aveva avvolto Ian in un abbraccio e si ritrovarono fronte a fronte a guardarsi negli occhi. 

“Dai, fammi contento, porti anche lui?” disse Ian, sporgendosi per mordere il naso di Mickey.

“Ahia cazzo.” se ne uscì Mickey, ridendo.

“Ragazzi... po-posso rimanere io con Yevgeny.” disse Kurt, dispiacendosi immediatamente di aver interrotto quel momento così intimo.

“Non se ne parla. Devi conoscere Lip.” rispose Ian, staccandosi appena da Mickey.

“Infatti e poi non morirò per questo... Fate una cosa, proponete a Lip una birra domani.” disse Mickey con semplicità.

“Giusto... dimenticavo che non vedi l'ora di rinfacciare a Lip quanto si sia imborghesito.” fece Ian, scuotendo la testa divertito.

“Come minimo! È diventato una fighetta... e qualcuno glielo dovrà pure ricordare.” rispose Mickey, alzando le spalle.

*** 

Kurt stava prendendo parte ad una classica cena di famiglia dei Gallgher. C'erano proprio tutti: Fiona che miracolosamente era libera e aveva promesso di portare Gus dopo cena, Debbie che sperava che Kurt potesse darle qualche dritta su come vestirsi in modo sexy, Carl che parlava di quanto fosse difficile spacciare, Frank svenuto all'ingresso, Ian a tratti tranquillo a tratti irrequieto, Kev che faceva avanti ed indietro da casa sua per paura di lasciare sole le bambine. E poi c'era Lip.

Kurt sentiva delle buone vibrazioni nei suoi riguardi, era un ragazzo proveniente da un quartiere difficile che stava facendo di tutto per costruirsi una vita migliore e ci stava riuscendo. Ci aveva scambiato qualche parola e sembrava davvero intelligente.

“No, sai amico Miami è esattamente come la vedi in cartolina. Sembra tutto finto ed ovattato, non lo so... un po' spaventa. Non mi piacciono le cose finte.” fece Lip mentre mangiava un boccone.

“Non ci sono mai stato, ma in effetti mi trasmette quella sensazione. E il college invece?” domandò Kurt mentre Ian gli versava della birra.

“Difficile, molto, non pensavo fosse così complicato... ma me la sto cavando. Sai, poi ho trovato questa ragazza che mi aiuta a gestire il tempo e i miei orari e ci provo. In più cerco anche di racimolare soldi come posso...” rispose Lip, brindando con Kurt a qualcosa di non ben specificato.

“Ehi, voi! A casa Gallagher non si brinda da soli. Facciamo un brindisi... ma tutti insieme! Alla famiglia e agli amici.” disse Fiona, alzandosi in piedi.

Tutti ripeterono quel motto in simbiosi e la serata proseguì tra chiacchiere, qualche bicchiere di vodka e un po' di musica.

“Andiamo da Mickey o potrebbe impazzire se rimane ancora solo.” fece Ian a Kurt dopo un paio d'ore.

Kurt annuì subito, in effetti gli era dispiaciuto che Mickey fosse rimasto a casa, si sentiva anche un po' in colpa. Decisero quindi di salutare tutti, poi Kurt ringraziò di cuore per la bellissima serata perché si era sentito come in famiglia.

“Ehi, ricorda a Mickey della birra domani sera.” disse Lip con un cenno della mano.

Ian rispose affermativamente ed uscirono nella stradina buia scarsamente illuminata.

*** 
Mickey si stava annoiando, aveva messo il bambino a dormire, aveva bevuto, aveva visto qualche programma squallido alla tv e poi semplicemente non aveva altro da fare.

Proprio mentre stava per fregarsene di tutto ed uscire per cercare Ian e Kurt, qualcuno bussò alla porta.

Svogliato, ma sicuramente contento di fare qualcosa, andò ad aprire la porta.

Si ritrovò davanti un ragazzo piuttosto basso, vestito in modo ridicolo e con i capelli stranamente incollati con il gel.

“Hai sbagliato casa, non ci interessa quello che vendi.” fece Mickey, richiudendo la porta.

Il ragazzo però aveva fermato in tempo il portone tenendolo aperto.

“Ehi, aspetta, non vendo niente.” disse il ragazzo un po' agitato, guardandosi intorno.

“Ah no? E allora che cazzo vuoi?” domandò Mickey sgarbato.

“Non c'è bisogno di arrabbiarsi.” fece quello, sistemandosi compulsivamente il papillon al collo.

“Senti o mi dici chi diamine sei o ti spacco la faccia.” rispose Mickey perdendo già la pazienza. Era da solo e quando era da solo perdeva subito la calma.

“Okay calmo. Sono qui per Kurt. Vive qui ora?” domandò il ragazzo, puntando gli occhi all'interno della casa.

“Kurt non vuole vedere nessuno.” rispose Mickey sulla difensiva.

“Lo so ma- io devo parlargli.” fece il ragazzo con decisione.

“Sei un suo amico?” chiese Mickey improvvisamente sospettoso.

“Sì, una specie... credimi tengo molto a lui.” disse il ragazzo alla porta sospirando appena.

“Già, ci scommetto... e come ti chiami?” chiese Mickey, sapendo esattamente chi fosse quel tipo. Ormai era chiaro, era bastato semplicemente collegare i tasselli del puzzle.

“Blaine. Mi chiamo Blaine.” rispose quello, stringendosi nel suo cappotto.

“Chissà perché lo immaginavo. Sarà per quella stupida cosa che porti al collo o per i tuoi modi da damerino?” disse Mickey incrociando le braccia al petto.

“Scusa? Credo che siamo partiti con il piedi sbagliato.” fece Blaine fastidiosamente educato.

“Non credo. So esattamente chi sei e Kurt non vuole vederti, quindi vai a fare in culo e fai un buon ritorno a casa.” disse Mickey, richiudendo la porta con vigore.

Mentre si riavviava verso la cucina, sentì bussare di nuovo alla porta, interrottamente. Il rumore delle nocche di Blaine sul legno era così fastidioso che fu costretto ad aprire di nuovo il portone.

“Okay amico. Provo ad essere comprensivo prima di passare alle mani. Mi dicono sempre che la violenza non si usa e blabla- quindi va bene, ci proverò. Dimmi perché dovrei farti entrare.” fece Mickey con poco interesse.

“Ho guidato fino a qui solo per vederlo.” rispose Blaine speranzoso.

“Non mi basta.” disse Mickey con disapprovazione.

“Ho pensato a lui in ogni momento da quando è andato via.” fece Blaine con malinconia nella voce.

“Oh ma davvero. Ma dai e pensi che Kurt sia stato bene?” disse Mickey, pentendosi quasi subito di avergli confessato quel particolare.

“Ha detto qualcosa? Su di me? Su di noi?” chiese Blaine ansioso con una luce negli occhi che prima non c'era.

“No. Convincimi ancora, forza.” rispose Mickey deciso, scrocchiandosi le mani.

“Ma io non sono qui per convincere te! Mi spiace. Devo solo dire a Kurt che sono un idiota e che lui è la mia persona, lo era nel passato, lo è adesso e lo sarà per sempre.” concluse Blaine con un fremito nella voce.

“Aha fanculo, ancora con questa storia... mi hai convinto. Voi e le vostre persone.”  rispose Mickey e tirò dentro casa Blaine con un po' troppa forza. Lo tirò per il collo del cappotto e Blaine si sentì un po' soffocare.

Si trovò dentro la piccola casa e si guardò intorno con circospezione. Non riusciva ad immaginare Kurt vivere in quel posto, non era davvero il suo ambiente.

“Ehi, vuoi una birra?” domandò Mickey con voce neutra.

“Grazie, mi farebbe davvero piacere, sei molto gentile.” rispose Blaine con un gran sorriso.

“Sì ok. Non pensare che siamo amici o roba simile, darei una birra anche al mio peggior nemico... fai soffrire Kurt e ti caccio via di casa a calci.” disse Mickey, porgendo la bottiglia a Blaine.

Blaine non era abituato ad un linguaggio simile o alle minacce, quindi annuì semplicemente con la testa, era un po' terrorizzato in fin dei conti.

La verità era che lui aveva fatto soffrire Kurt con la storia di Dave, ma il primo a spezzargli il cuore era stato proprio Kurt, lui lo aveva lasciato ed aveva rovinato tutto. Nessuno sembrava farci caso però, nessuno, non questo piccolo delinquente, non Rachel che gli aveva urlato contro, non Burt, persino quel Ned che gli aveva dato l'indirizzo lo aveva preso a male parole. Blaine non sapeva se si meritava tutti quei rimproveri o meno, la gente continuava ad affibbiargli una cattiva reputazione che non sentiva sua.

“A cosa pensi? Sembra che stai avendo un fottuto attacco.” chiese Mickey improvvisamente.

“No... sto bene. Pensavo- che in una coppia la colpa non dipende mai solo da una parte.” rispose Blaine, preparandosi a farsi sbattere fuori di casa.

“Ovviamente. Ma c'è sempre una metà della coppia che deve farsi carico delle colpe di entrambi, è così. E guarda caso quella metà della coppia siamo noi. Io e te.” disse Mickey vagamente comprensivo mentre Blaine rifletteva.

*** 

Kurt non sapeva come era successo. O meglio lo sapeva ma non riusciva a crederci. Stavano camminando tranquillamente per tornare verso casa, quando due uomini di mezza età avevano fatto una battuta: “Che fate non ve la date la mano principesse?”

Ian era stato tranquillo fino a quel momento, ma sentendo quelle parole è diventato una vera e propria furia. Era partito gettandosi contro l'uomo che aveva proferito parola, lo aveva preso a calci facendolo cadere in terra, poi mettendosi sopra di lui aveva iniziato a prenderlo a pugni con così tanta foga che Kurt aveva paura potesse ucciderlo.

“Omofobo del cazzo. Devi smetterla di dire certe cose.” ripeteva Ian come un mantra mentre continuava a menare l'uomo a terra.

L'amico rimasto in piedi non sapeva cosa fare e anche Kurt era rimasto immobile, incapace di agire, avrebbe voluto Mickey con loro.
Poi finalmente riuscì a scuotersi dall'orrore e si abbassò verso Ian e iniziò a prenderlo per le spalle per farlo tornare in sé. Ma non c'era niente da fare.

“Ian, smettila. Non devi farlo, devi smetterla. Ian!” fece Kurt disperato mentre l'uomo a terra perdeva sempre più sangue.

“Kurt non capisci? Lui deve pagarla.” rispose Ian in automatico.

“Basta! Basta! Ti ho detto di smetterla. Checazzo Ian ascoltami, Mickey non sarebbe contento di questo.” disse Kurt quasi urlando con quel tono di voce alto e impaurito. Finalmente sembrò funzionare.

Ian si fermò, si alzò di scatto e cominciò a correre via lontano. Kurt lo seguì a rotta di collo, correndo sempre più veloce fino a finire in un vicoletto.

“Non so cosa mi sia successo. Io- non volevo ucciderlo- l'ho ucciso?” chiese Ian portandosi le mani alla testa.

“Non l'hai ucciso. Che cosa è successo? Cosa volevi fare?” domandò Kurt terrorizzato.

“Non lo so, io non mi capisco... Mi dispiace Kurt. Scusami.” rispose Ian oppresso dalla colpa.

Kurt annuì rimanendo in silenzio, Ian non aveva un bell'aspetto. Si era piegato fino a sprofondare a terra con la schiena addosso ad un muro.

“Kurt, non dirlo a Mickey... lui non ne sarebbe contento e io non voglio dargli questo dispiacere. Cazzo sono un disastro.” disse Ian guardando Kurt dritto negli occhi.

E Kurt mentì perché era la cosa giusta da fare: “Non dirò niente a Mickey. Te lo prometto.”

*** 

Finalmente tornarono a casa, prima di aprire la porta si concessero un momento per riprendersi dall'accaduto.

Dopo due respiri profondi Kurt aprì la porta con le chiavi di Ian ed entrò.

“Mickey? Scusaci la serata si è prolungata un po'... ti sarai annoiato.” disse Kurt, mentre di schiena si premuniva di fare entrare Ian e chiudere la porta.

Non ottenne risposta, si girò lentamente verso la cucina e per poco non gli si gelò il sangue nelle vene.

Blaine. Blaine Anderson. 
Era proprio lì in cucina vicino a Mickey, era così Blaine che se Kurt non fosse stato abbastanza forte si sarebbe messo a piangere.
Era Blaine nella sua essenza e nella sua presenza, nel suo papillon, nel suo maglione, nei suoi capelli perfettamente fermati con il gel, nella sua postura educata. 
Era Blaine nel suo sguardo liquido, luminoso, forse un po' troppo speranzoso.

Kurt indietreggiò di qualche passo, toccando la porta con la schiena. Poi finalmente Ian parlò: “E questo chi è?”

“Un amico di Kurt. Deve parlargli o qualcosa di simile.” fece Mickey rimanendo sul generale.

Ian fermò lo sguardo su Blaine studiandolo a lungo e poi comprese.

“Tu sei Blaine.” disse Ian e una volta pronunciata quella frase, si voltò subito per vedere le condizioni di Kurt e lo trovò davvero indifeso.

“Kurt? Io sono qui per-” fece Blaine, facendo qualche passo verso la sua direzione.

Kurt non stava davvero realizzando, il suo nascondiglio sicuro era distrutto. Non poteva più fare finta di nulla, non poteva più vivere la vita di un altro. La realtà lo aveva trovato e riportato di nuovo all'inizio di tutto.

E' vero aveva cercato di metabolizzare la separazione con Blaine e sapeva anche di aver esagerato a Lima con lui, ma non poteva rimanere lì. Non poteva vederlo senza prima essersi abituato all'idea. Si girò di scatto, aprì la porta di casa ed uscì fuori nell'aria fredda.

“Complimenti. Perché lo hai fatto entrare? Sai che non lo voleva vedere.” disse Ian rivolto a Mickey dandogli una spintarella.

“Non pensare che mi sia simpatico... ma devono risolvere. Kurt deve dare una conclusione alla cosa.” fece Mickey, alzando le braccia in segno di pace.

“Mi dispiace... io- vado a cercarlo.” disse Blaine affranto, camminando rapido verso la porta.

“Andiamo anche noi?” domandò Ian, lanciando uno sguardo alla porta che si chiudeva alle spalle di Blaine.

“No cavolo. È meglio di no. È una cosa tra loro.” rispose Mickey avvicinandosi ad Ian per abbracciarlo. 

Adorava respirare il suo odore direttamente dal collo, ma aveva l'impressione che Ian stesse leggermente tremando, tremava, ma non come succedeva per il freddo, lo faceva come succedeva quando si è troppo ansiosi ed agitati per qualcosa.

Mickey non lo avrebbe lasciato comunque.



****



Vado un po' di corsa, ma ecco il nuovo capitolo e finalmente è tornato Blaine!
Sto affrontando il problema di Ian a modo mio... non so come possa sembrare la cosa, ma lo vedo come se fosse perennemente su una giostra di sentimenti contrastanti. Euforia e depressione. 
Blaine e Mickey insieme mi fanno troppo ridere... :D
Kurt non si aspettava proprio una sopresa simile!

Alla prossima!
   
 
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