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Autore: lettore_incallito    04/04/2015    2 recensioni
Pensieri di una Rossana adulta riguardo ciò che è stata la sua vita e quella delle persone a lei più care
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il paradiso terrestre: ecco cosa stavano guardando in quel momento i miei occhi. La scena che si stava svolgendo e della quale ero testimone era la rappresentazione perfetta della bellezza ed un elogio alla vita e al creato.
Era il giorno di Pasqua e mia madre, che per l’occasione indossava un copricapo di cioccolato a forma di coniglietto, aveva invitato noi e i nostri amici a pranzare nella sua villa. Il cielo era di un meraviglioso blu zaffiro, senza l’ombra di una nuvola, ed un sole radioso avvolgeva tutto e tutti con il suo tepore.
Io e Akito arrivammo prima di tutti, per dare una mano a mia madre con il cibo. Peccato che preparammo tutto io e mio marito visto che, da quando era diventata nonna, passava mooooolto tempo giocando con i suoi nipotini, Sari e Kazuyuki. Vista la bella giornata pensammo di apparecchiare la tavola in veranda, dalla quale i bambini potevano facilmente accedere al vasto giardino della casa.
Poco dopo arrivarono anche Rei e la signorina Asako, e con loro i due figli Tomoaki e Reiko. Fui felice di vedere che il mio ex manager, lo stesso uomo impacciato ed iperprotettivo di vent’anni fa, era diventato un bravo marito e padre di famiglia, con grande gioia della sua bella consorte.
Mentre apparecchiavamo e parlavamo del più e del meno fecero il loro ingresso Koharu e Soichiro, gli strepitanti bambini di Tsuyoshi e Aya, seguiti poi dai genitori. Io ed Aya ci salutammo con una miriade di gridolini, come bambine delle elementari, e subito dopo, mentre l’abbracciavo, mi accorsi che era in dolce attesa; così la trascinai sul dondolo in giardino e mi feci raccontare tutto.
Non passò molto tempo perché alla nostra conversazione si unisse anche Fuka, giunta insieme al marito Takaishi e a loro figlio Yoshifumi. Si ripetè circa la stessa scena; gridolini, abbraccio, trascinamento sul dondolo per spettegolare. A confronto, gli uomini sembravano -ripeto- sembravano molto più maturi di noi mentre si salutavano e discutevano, ma sapevamo che in realtà anche loro non erano da meno. Sghignazzammo all’idea, attirando l’attenzione di tutti i presenti. All’appello mancavano solo il padre di Akito e Natsumi con la rispettiva famiglia, che non tardarono molto a presentarsi. Finalmente potemmo iniziare a mangiare.
Ed eccola: la scena più bella che avrei mai potuto vedere; la scena per cui io, Akito e tutte le persone lì presenti avevamo faticato e penato tanto; la scena che alcuni anni prima sembrava impossibile da realizzare: in quel momento tutti coloro che amavo erano lì riuniti, in un giorno di festa, senza preoccupazioni, senza problemi. Tutti, proprio tutti, eravamo FELICI.

Ma quella felicità era frutto di uno sforzo costante e comune e di sofferenze costanti e comuni contro le quali avevamo lottato strenuamente…
   
 
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