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Ore 22.00   Mick. Il tuo nome perseguita, sento addosso ancora quel tuo sudicio odore di cane bagnato che mi fa sentire a casa. Ho conosciuto un ragazzo qui, si chiama Steve, ha 19 anni e come me sogna da bambino l’esercito. Forse un po’ ti somiglia, ha i tuoi stessi capelli neri e occhi azzurri, penso di piacergli. Mi guarda con quello sguardo di cui parlava Mandy,  quel modo in cui tu ti sei imposto di non volermi guardare. Ma era davvero così complicato volermi con te? Io ti avevo accettato per quello che eri, mi sono totalmente donato a quel teppista che rubava da Kash; ma non sei cambiato Mick. Hai rubato il mio cuore senza darmi niente in cambio, come ogni cazzo di volta che mettevi piede in quel dannato negozio nel quale scopavamo. Cazzo Mickey. Come può non importartene niente? Mi sento stupido, davvero. Sono stato costretto ad andarmene, a lasciare la mia casa, la mia famiglia, Fiona, Lip, Carl, Debbie, Liam, Mandy e anche quello stronzo di Frank. Ho lasciato tutti perché il sol essere a conoscenza che il tuo culo di merda era a pochi metri dalla mia stanza, mi faceva male. Male Mickey. Mi domando se sei mai stato male per me. Spero che tu ti innamori follemente di quella puttana di tua moglie, cosa possibile siccome ti ostini a reputarti etero, mentre ogni cellula del tuo corpo urla “Gay”. Sei fottutamente gay Mickey. E spero davvero che ti faccia soffrire, così capirai, capirai perché sono partito, capirai quello che porto dentro dal giorno delle tue nozze, da quando hai messo il tuo fottutissimo uccello dentro quella puttana, e ora avrai un figlio. Un figlio Mickey? Sarai sicuramente un buon padre, soprattutto se segui l’esempio di quella feccia di Terry Milkovich. Come ho potuto innamorarmi così follemente di una persona tanto disagiata quanto me? Credevo che ci saremo trovati, che avresti potuto ricambiare il mio amore, che saremo potuti stare insieme. Ma a quanto pare erano solo le stupide fantasie di un frocetto innamorato. Vorrei davvero dimenticarti, perché questo sentimento mi sta logorando dentro, ma non ci riesco. Non ci riesco, cazzo. Sto impazzendo, inizio a vedere il tuo viso ovunque, nei ragazzi che camminano nel dormitorio mezzi nudi, nel sergente che mi impartisce gli ordini. Dicevano che l’esercito sarebbe stato duro, ma a quanto pare nessuno prima aveva mai avuto a che fare con un Milkovich, hai reso le mie ossa ancora più difficile da spezzare, non sarà facile abbattermi ora. E vedrai, testa di cazzo di un Milkovich, riuscirò a dimenticarti e non riuscirai ad abbattermi più. Mai più Mickey. Ma per il momento ti desidero, ti bramo, come un bambino tiene gelosamente al suo giocattolo preferito. Ogni parte del mio corpo chiama il tuo fottutissimo nome. Fottiti Milkovich.

Si girò e rigirò il telefonino tra le mani, inspirò forte, riempiendo a pieno i polmoni di un aria sudaticcia, ricca di fumo e calzini sporchi. Strinse il telefono in una presa salda e lo scaraventò con forza sul letto.
Mickey Milkovich non avrebbe mai più ricevuto un messaggio così da lui.