Ecco il quinto
capitolo finalmente. (era ora!! Ma dov’eri
finita???NdVoi)
Lo so, scusate sono in
tremendo ritardo, ma il mio computer faceva le bizze e
abbiamo dovuto cambiare i disco rigido perciò vi risparmio il casino che
ho dovuto passare.
Comunque questo nuova capitolo mi sono proprio impegnata a
scriverlo per farvi contenti, ok?
Ci sarà
l’entrata in scena di un nuovo personaggio. Chi è mai questa
bambina che Yuki cerca di far dormire???
5.
Segreti.
“ …davvero non lo vorrei!
In questo momento, se fosse possibile, verrei da te e
ti racconterei tutto, dall’inizio alla fine. Ma
non posso.
In questo momento rischiare una cosa simile sarebbe
davvero una pazzia e…e non so a cosa porterebbe.
Davvero non lo so.
Sono anni che continuo a ripetermi che tutto si
sistemerà, che un giorno tornerà a spensieratezza anche per noi. Ma accadrà realmente?
Inizio a pensare che non sarà mai così!
Eppure nel mio cuore la speranza di
riabbracciarti nuovamente è ancora salda e incrollabile.
È la speranza di madre che mi spinge ad andare
avanti nonostante tutto. E la speranza di una madre
difficilmente crolla davanti alle difficoltà.
La mia ancora è salda.
Mamma.”
“ L’ennesima
lettera che non leggerà mai.”
Sospirò Yuki scuotendo la testa.
Era appoggiata allo stipite
della porta e guardava la donna davanti a lei con gli occhi pieni di pena;
qualsiasi cosa fosse successa, quella donna sarebbe rimasta una madre. Anche se i suoi figli fossero morti.
[ L’amore infinito di una
madre…
…è la cosa più forte al
mondo…]
La donna si voltò
nella sua direzione non prima di aver riposto quella lettera in un cassetto delle scrivania che le stava davanti. Scosse la testa
alzando lo sguardo su Yuki.
“ Non smetterò
mai di volergli bene.” Ammise abbassando la testa. “ Nonostante
tutto…io…” la voce le si spense in
gola mentre le lacrime prendevano a rigarle il volto candido di solito coperto
da una maschera di freddezza e determinazione.
[ Anche la più forte Guerriera
cade…
…anche i più
decisi vacillano davanti al dolore…]
Yuki poggiò la testa
sul muro e non la guardò: per chi si sente forte piangere è una
debolezza!
“ Scusa…”
sussurrò infatti la donna asciugandosi le
lacrime cristalline.
La mora rise piano. “ E di che dovrei scusarti?” chiese chiudendo gli occhi
davanti ad una tale assurdità. “ Lo sai come la penso su questo
genere di cose, quindi io sono proprio la persona più inadeguata alla
quale chiedere scusa per aver pianto.”
“ Lo so.”
Annuì alzandosi e andandole incontro. “ Forse…era più
per me stessa…”
[ Una muta preghiera al cuore…
…la resistenza vacilla di nuovo…]
Yuki si staccò dal
muro e le prese la mani tra le sue. “ Non
è facile, posso capirlo, ma devi andare avanti. Devi farcela adesso che
le cose si complicano.”
“ Yuki…si stanno
complicando troppo.” Le fece notare scuotendo la testa.
“ Forse, ma siamo
ancora in tempo.” Disse chiudendo gli occhi stanchi. “ Noi non ci
siamo arresi, e fin quando il Collegio Cross sarà protetto da uno di noi
non mi preoccuperò. Shizuka sa quello che fa. Qualunque cosa accadesse
lo verremmo a sapere e tornerei là.”
La bionda sospirò
superandola.
“ Sai, c’è
solo una cosa che ancora non mi è chiara…”
“ E
sarebbe?”
“ Perché
hai deciso di andartene, di allontanarti proprio dal posto in cui dovevi stare?
Perché hai lasciato il Collegio?”
Yuki sospirò. “
Dovevo farlo. Dovevo uscire per controllare come stessero
andando le cose e cercare di prevenire il più possibile. Prima che scoppi una guerra…”
Non concluse
la frase, ma l’altra capì lo stesso. Si voltò e le
baciò la fronte con fare materno prima di uscire dalla stanza e
lasciarla sola con i suoi pensieri e le sue
preoccupazioni.
[ Solitudine…
…fidata compagna dalla confusione…]
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Se ne stava distesa sul
letto, una gamba che ricadeva a penzoloni mentre
l’altra era piegata su se stessa in una posizione tanto insolita quanto
scomoda. Eppure sembrava che a lei non desse fastidio.
I lunghi capelli cremisi,
ondulati e segosi, parevano lingue di fuoco bruciante.
Gli occhi verdi, splendenti
come smeraldi, osservavano con fare annoiato il soffitto bianco; dentro ad essi si muovevano veloci immagini che dovevano restare
segrete.
La porta si aprì
all’improvviso, lei si limitò a spostare lo sguardo; sulla soglia
stavano tre persone, una ragazza e due ragazzi. La fissavano intensamente, come
a chiederle qualcosa. Lei alzò le spalle.
La ragazza sulla soglia si
mosse velocemente nella sua direzione, ma invece che
raggiungerla, si sedette sull’altro letto presente nella stanza.
Era bella anche lei, ma una
bellezza diversa da quella dell’altra ragazza.
Era bionda, con i capelli
corti tagliati poco sopra le spalle e due ciocche più lunghe sul davanti
che ricadevano ondulate.
Gli occhi nari di onice, profondi ed oscuri come la notte, sembravano guardigni.
Continuò ad osservare
la ragazza stesa sul letto per un altro paio di secondi prima che i suoi
lineamenti si addolcissero.
“ Marco. Brian.”
Chiamò la rossa portando lo sguardo su di loro. “ Avete per caso
intenzione di diventare le nuove statue della stanza!?
Farete muffa se
continuate a restare lì impalati.”
I due
scossero le spalle prima di entrare e chiudersi la porta dietro di loro.
Erano entrambi alti, dai
lineamenti marcati che li facevano sembrare più che ragazzini sedicenni
e anche loro, come le due ragazze, possedevano una strana bellezza ipnotica e
delicata al tempo stesso.
Il primo era moro e riccio,
con i capelli sparati in tutte le direzioni.
I suoi occhi, dello stesso
colore dei capelli, erano calmi e rassicuranti, ma nascondevano una scintilla
che era sempre portatrice di guai.
Il secondo era invece biondo
e liscio, con i capelli un po’ più lunghi dell’altro
legati in una coda basso.
Gli occhi nocciola, nascosti
dietro un paio di occhiali, erano quelli di una
persona pacata e ragionevole. Aveva un’aria da intellettuale,
indubbiamente. Ma questo non sgualciva affatto la sua
bellezza.
La rossa distesa sul letto
gli lanciò una fugace occhiata prima di storcere il naso.
“ Cosa
c’è?” chiese sospirando il moro. Quando faceva così
proprio non la sopportava.
“ Avete ancora la
divisa scolastica.” Disse semplicemente mettendosi seduta con un balzo.
“ Mi sembra che le lezione siano terminate quasi
6 ore fa.”
“ Guarda che
c’è anche a chi piace la divisa così com’è.” Le fece notare incrociando le braccia al petto e
appoggiandosi al muro. “ Non siamo mica tutti come voi due.” E indicò le due ragazze.
“ E
cos’avremmo noi di male?” chiese la bionda inarcando le
sopracciglia fine.
Lui mosse distrattamente la
mano per indicare i loro vestiti. “ Ele ha scambiato i calzettoni neri
con degli scaldamuscoli bianchi, il nastrino intorno al collo è
diventato un braccialetto, gli stivaletti sono stati rimpiazzati da ballerine o
comunque scarpe col tacco e la camicia è sempre
sbottonata.” Spostò la mano ad indicare la bionda. “ Tu,
Anna, invece hai perfino dimenticato pezzi dalla divisa. Al posto dei
calzettoni neri classici nei hai messi un paio a righe
fluo, le scarpe da ginnastica hanno preso il posto degli stivaletti, la camicia
è sempre sbottonata e vai in giro con una cravatta intorno al collo che
non c’entra nulla, e al posto della giacca hai sempre felpe.”
Concluse incrociando nuovamente le braccia.
Anna lo guardò
picchiettando le unghie sul letto; sembrava terribilmente annoiata.
“ Ehi, Marco, anche tu
hai la camicia sempre sbottonata.” Gli fece
notare Ele gonfiando le guance come una bambina.
“ Ma
che c’entra?” si difese lui. “ Io sono un maschio!”
“ E
con questo?” chiese la rossa.
Marco le avrebbe volentieri
risposto, ma l’altra ragazzo, Brian, li
fermò prima che iniziassero una vera e propria discussione. “
Ragazzi, basta.” Disse sedendosi sul letto di Anna
e accavallando le gambe. “ Abbiamo cose più importanti di cui
parlare, no?”
Tutti si federo
seri all’improvviso; Marco andò verso Ele e si sedette a gambe
incrociate sul suo letto.
“ Brian ha
ragione.” Annuì Anna passandosi una mano tra i capelli. “
Adesso è meglio se discutiamo di quanto sta succedendo. Ele, ne sai
qualcosa?” chiese poi rivolta all’amica.
“ Ad essere sincera non
molto.” Ammise lei scuotendo la testa. “ Yuki non mi ha detto
molto. Le ho solo riferito cosa sta succedendo fuori di qui, ma da quello che
ho capito nemmeno al Collegio sono messi bene.”
“ Sapeva di
Shizuka?” chiese Marco portando lo sguardo su di lei.
Annuì distrattamente.
“ Si, e credo che sapesse anche le intenzioni di
Kaname e degli altri ospiti presenti in questa scuola.” Ipotizzò
più per se stessa che per gli altri. “ Comunque
adesso c’è Shizuka a guardia del Collegio e, in teoria,
finché Yuki non torna sarà lei ad occuparsi di tutto.”
“ A proposito,” saltò su Brian e tutti si voltarono verso di
lui. “ dov’è Yuki?”
“ E dove vuoi che sia?!” fecero in coro gli altri tre.
Brian abbassò gli
occhi alzando le spalle annoiato. Gli atri sospirarono
e si fecero cadere di peso sui letti sgualcendo le lenzuola linde. Rimasero in
silenzio per un po’, ognuno perso nei proprio pensieri.
Alla fine fu Ele a spezzare il silenzio.
“ E
adesso che si fa?” chiese a mezza voce, quasi senza rendersene conto.
“ Proviamo a rintracciare Yuki?”
“ No.” Disse Anna decisa mettendosi di nuovo seduta. “ Per il
momento non serve allarmarla. Se succederà
qualcosa allora la chiameremo, ma fino a quel momento
cerchiamo di farcela da soli.”
“ Ha ragione
lei.” Annuì distrattamente Marco, la mente che vagava su chissà
quali pensieri. “ Possiamo però parlare con Shizuka per cercare di
aiutarla finché starà al Collegio. Cerchiamo di creare un muro
difensivo abbastanza potente da reggere finché serve.”
Gli altri annuirono, ma
nessuno si mosse; in quel momento non si poteva ancora agire. Il sole era
ancora alto nel cielo azzurro, e fin quando non fosse stata
ora per
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Il pianto acuto di un bambino
la riportò alla realtà.
Sbatté più
volte le palpebre rendendosi conto di essersi addormentata sul divano, in una
posizione parecchio scomoda per lo più. Si alzò stiracchiandosi e
andò verso il piano superiore della casa.
Aprì la porta alla
fine del corridoio e finalmente la vide.
Una bambina. Una bellissima
bambina di circa 4 anni.
Aveva il viso affilato
nonostante fosse appena entrata nell’infanzia, e i suoi lineamenti erano
duri e dolci al contempo.
I capelli biondi e boccolosi,
le arrivavano circa alle spalle.
Gli occhi azzurri la
fissavano arrossati ma contenti che qualcuno fosse
finalmente venuto da lei.
“ Yuki!”
trillò con la vocetta un po’ stridula, ma tanto, tanto dolce.
La ragazzi sorrise senza riuscire ad impedirselo e la prese in
braccio sollevandola dal lettino in cui, fino a poco prima, dormiva come un
angioletto.
“ Allora?” fece
cullandola dolcemente nel vano tentativo di riaddormentarla. “ Perché ti sei messa a piangere? Un brutto
sogno?”
Lei annuì tirando su
col nasino. “ Si, un brutto brutto sogno.”
Due lacrimoni le solcarono
nuovamente le guance, e Yuki la strinse più forte al petto cercando di rassicurarla.
“ Ora va tutto
bene.” Le disse dolcemente all’orecchio. “ Ora è tutto
finito. Ci sono io qui con te.”
Sembrò funzionare.
Yuki sentì il respiro della piccola farsi più calmo
mentre chiudeva nuovamente gli occhi e si succhiava il dito prima di
crollare addormentata; la rimise nel lettino e la coprì con la coperta
prima di spegnere la luce e chiudersi la porta alle spalle.
Scese silenziosamente in
cucina da dove veniva un buon profumino.
“ Stai preparando la cena?”
chiese Yuki annusando l’aria.
“ Si.”
Annuì la donna voltandosi a guardarla. “ Un brutto sogno?”
chiese poi portando il discorso sulla bambina che dormiva al piano superiore.
“ Gia. Ultimamente non
fa che averne.” Ammise preoccupata incrociando la braccia
al petto e sedendosi su una sedia. “ Mi chiedo se…” non concluse la frase troppo impegnata in congetture mentali.
“ Cosa?” chiese
l’altra appoggiando il mestolo sul piano cottura
e voltandosi completamente verso di lei.
Yuki sospirò alzandosi
e si diresse verso la finestra. “ Mi chiedo se sia un segno.”
Ammise infine con gli occhi che fissavano la neve fuori dalla
casa. “ Se non dobbiamo prenderlo come un campanello d’allarme.”
La bionda chiuse gli occhi pensierosa prima di parlare. “ Non mi sento
di usarla come un radar, Yuki. “ la rimproverò seriamente.
La mora sorrise dispiaciuta.
“ Non era questo che intendevo.” Si scusò scuotendo la
testa. “ Però conoscevi anche tu i suoi genitori, perciò
tutto può essere.”
“ Si,
lo so.” La fissò per un momento con occhi
strani, quasi stesse cercando di leggerle l’anima. “ Lo sai
che quella notte hai salvato anche quel piccolo
angelo che adesso dorme nella stanza di sopra?”
“ A quanto
sembra…!”
“ Non te lo aspettavi,
vero?”
“ Sinceramente
no.” Ammise pensierosa. “ Mi aspettavo di tutto
ma non certo quello che ho trovato. È stata una bella
sorpresa!”
Rimasero per un po’ in
silenzio, ognuna assorta nei suoi pensieri.
“ Ehi, Yuki.” La
chiamò la bionda all’improvviso. “ Hai avuto notizie dal
Collegio?”
La mora annuì. “
Prima mi ha contattata Shizu. Pare che Ele, Anna,
Marco e Brian si siano messi in contatto con lei. Comunque non c’è nulla di cui preoccuparsi;
sembra che siamo stati troppo pessimisti.”
L’altra annuì,
ma Yuki non era per niente sicura di averle levato i dubbi
che così spesso s’instauravano in lei facendola vacillare.
Ma non poteva darle torto:
con tutto quello che stava succedendo era gia un miracolo che fossero ancora
tutti vivi!? Il problema però era un altro in
quel momento.
Per quanto sarebbero sopravvissuti
ancora?
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Zero odiava con tutto se
stesso quelle ronde notturne, soprattutto da quando
Yuki era scomparsa nel nulla.
Quando c’era lei,
almeno, la sua presenza lo tranquillizzava, lo rendeva meno incline
all’idea di prendere tutto quello che aveva e
buttarlo nel cesso. Vita compresa s’intende.
Ma lei glielo aveva sempre impedito. Lo aveva spronato a
continuare a vivere. E lui così aveva fatto. Ma solo per lei. Perché adesso
che lei non c’era più, si chiedeva cosa avesse davvero senso in
quella sua vita tormentata e priva di futuro.
Era tanto frustato che si
mise a prendere a pugni un albero là vicino.
“ Guarda che quel
povero albero non ti ha fatto nulla.” Lo
rimproverò una voce divertita. “ E poi, l’unico che si
farà male alla fine di questa lotta sarai
tu.”
Zero si fermò
all’improvviso e cercò con lo sguardo la fonte da cui proveniva
quella voce di ragazza.
“ Dove sei?” chiese esaminando attentamente tutta l’area. “ Fatti
vedere!”
Un fruscio alle sue spalle e
dagli alberi comparve la figura snella di una ragazza.
Aveva la pelle candida ed era
dotata di una rara bellezza che, comunque, non era
paragonabile a quella dei vampiri.
I capelli biondi e gli occhi
d’onice la facevano sembrare una bambola, ma aveva la netta impressione
che ci fosse dell’altro nascosto in quel corpo
slanciato e all’apparenza fragile.
“ Chi sei?”
chiese non riconoscendola.
“ Ma
come? Non mi riconosci?” fece lei sbalordita.
Fece un passo per mostrasi meglio a lui, ma Zero
estrasse la sua Bloody Rose pronto a premere il grilletto.
Lei scoppiò a ridere.
“ Cosa pensi di farmi con quella?” gli
chiese con le lacrime agli occhi. “ Non sono di certo un vampiro, e con
quella si possono colpire e uccidere solo le creature della notte.”
La mano di Zero tremò
leggermente a quelle parole ma non abbassò
l’arma. “ Non sei un vampiro?”
“ No.”
“ E
cosa sei allora?”
“ A questa domanda non
posso rispondere, mi dispiace.” Si scusò
lei, ma nella sua voce non c’era alcuna traccia di rimpianto o scusa.
Sembrava che non approvasse affatto quello che gli
aveva appena detto. “ Ora, per favore, puoi abbassare quell’arma
che tanto è inutile?!”
Zero abbassò la
pistola e la ripose al suo posto.
“ Bene.” Fece lei
soddisfatta, e si mostrò alla luce della luna.
“ TU?”
l’urlo di Zero le fece chiudere gli occhi esasperata:
perché cavolo non sia era presentata con il suo vero aspetto??? Almeno
non l’avrebbe riconosciuta e non avrebbe urlato.
“ Se eviti di spaccarmi
i timpani te ne sarei veramente grata. Grazie.”
Aggiunse alla fine guardandolo male.
Zero parve calmarsi e riprese
fiato. “ Che ci fai qui?”
“ Una passeggiatina
notturna.” Disse lei con sarcasmo. “ Zero, per l’amor del
cielo! Puoi evitare le domande idiote e farmene una più intelligente?”
L’occhiataccia che le
lanciò il ragazzo avrebbe fatto indietreggiare chiunque, ma lui ancora
non sapeva che la persona che aveva davanti non era
una qualunque.
“ Come fai a sapere dei
vampiri?” chiese lui ricordandosi improvvisamente la sua affermazione.
“ Sai anche della Night Class?”
“ Certo che so della Night Class.” Affermò lei incrociando le
braccia al petto. “ So che sono vampiri, so che
appartengono tutto all’aristocrazia. Anzi. Quasi tutti: Kaname Kuran
è un sangue puro!”
“ Sembri ben informata.”
Notò lui per niente contento di ciò.
“ Perfino più di
te.” Si lasciò sfuggire lei e subito si maledì per non
riuscire mai a stare zitta quand’era il momento. “ Yuki mi ammazzer…”
Acc… Di nuovo! Ma cos’era quella? La giornata delle stronzate? Aveva gia detto anche troppo.
“ Che
vuoi dire? Che c’entra Yuki con te?” chiese Zero con veemenza quando sentì il nome della ragazza.
“ Accidenti a
me.” Borbottò la bionda mordendosi la lingue.
Poi sospirò affranta. “ Mi dispiace, Zero. Ho detto anche troppo.
Non doveva sfuggirmi nulla.”
“ Perché?”
chiese mentre la rabbia montava dentro di lui. Lei non
rispose.
“ PERCHÉ?”
urlò arrabbiato.
Fece per prenderla
per il collo e attaccarla all’albero ma, senza che se ne rendesse conto,
si ritrovò steso per terra con la ragazza sopra di lui che gli bloccava
le braccia in una morsa letale.
La sua espressione tradiva
benissimo lo stupore che sentiva. “ Come…?”
“ Come ho fatto?”
lo interruppe lei lasciandolo andare. “ Te l’ho detto: mi sono gia
lasciata sfuggire troppo.”
Zero si alzò in piedi
e la guardò di nuovo male, forse cercando di farle paura. Ma la reazione non f quella che si aspettava.
Gli occhi
di lei, profondi e terribili, presero a fissarlo intensamente, talmente
tanto da farlo sentire nudo davanti a lei. Deglutì rumorosamente senza
riuscire a distogliere lo sguardo.
Si sentiva incatenato al
terreno da quegli occhi
ipnotici e bellissimi.
Lei abbassò
improvvisamente gli occhi e lo lasciò andare da quella morsa.
“ Non fare
domande.” Lo anticipò lei scuotendo la testa quasi a scacciare via
chissà quali pensieri. “ Sappi solo che Yuki sta bene e che
tornerà presto. Fino a quel momento cerca di non ammazzare nessuno,
resisti alla sete e continua a vivere come lei vorrebbe.”
Si voltò per andarsene
e lui, troppo sbalordito e confuso per muovere anche solo un muscolo, non
riuscì nemmeno ad aprire bocca.
“ Ah.” Fece lei
voltandosi a guardarlo. “ Guarda che se ti succede qualcosa poi Yuki se
la prende con noi, quindi cerca di comportarti bene, mh?”
E sparì nel buio della notte lasciandolo solo,
impalato e con mille domande.
Allora???
Vi ha soddisfatti???
Comunque…
Ah, ecco:
1°…GRAZIE MILLE A CHI CONTINUA A SEGUIRMI E TUTTI QUELLO CHE HANNO COMMENTATO QUESTO STORIA FINO AD ADESSO!!!!
2° Dal prossimo
capitolo entreranno in scena nuovi personaggi e anche qualcuno dei vecchi
finalmente avrà di nuovo voce in capitolo.
3°
ehehehe…mi sa proprio che qualcuno ha indovinato che è il
misterioso personaggio con cui Yuki parlava alla fine del 4°
cap.
4° per una vampire Hunter preferite Kin o Nari????
P.s: spero che mi
aiuterete in questa piccola scelta!!
Grazie mille.
Baci…Baci…Rain!!!! Ciau…