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Autore: Kia85    21/12/2008    4 recensioni
Come si può vivere, sapendo che la propria anima gemella appartiene a un altro mondo e non potrà più tornare? Se Susan Pevensie sembra essersi rassegnata a questa triste condizione, Caspian X, al contrario, cerca un modo per farla tornare a Narnia, insieme ai suoi fratelli. E solo Aslan potrà aiutarlo, anche se il desiderio di Sua Maestà ha un prezzo che deve essere pagato.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ll come back when you call me

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Capitolo 7: “Lost in your thought”

 

La guerra a Narnia! Di nuovo!

Dopo tutti i sacrifici affrontati durante la guerra contro re Miraz, la prospettiva di un’altra guerra era impensabile.

Caspian, in quanto sovrano del regno, doveva fare di tutto per evitarlo, ma come poteva rassegnarsi a tutto ? Come poteva abbandonarsi a un futuro di pace per il regno, ma di tormento interiore per non poter amare liberamente la fanciulla che gli aveva stregato anima e corpo? Era giusto che la colonna portante di un regno rinunciasse alla propria felicità per il bene di tutto il suo popolo? Forse no…o forse sì…

Tutto sommato Susan gli aveva mentito, ma lui non poteva sapere quali fossero i suoi reali sentimenti. Quindi, perché mai rischiare una guerra per qualcosa di totalmente ignoto?

E la principessa Aisleen? Lei gli aveva fatto capire di essere innamorata di qualcuno. Ma, in quanto Altezza Reale di Archen, anche lei doveva sacrificarsi per il suo popolo.

Probabilmente era proprio questo il motivo per cui Aslan aveva dettato quella condizione: sposare la principessa Aisleen per evitare una guerra tra Archen e Narnia.

Però…c’era sempre un però. Ci voleva una grande forza d’animo per rinunciare alla propria felicità. E lui non era sicuro di averla. Perché da troppo tempo inseguiva la felicità che solo una persona avrebbe potuto donargli.

La decisione era tra le più difficili davanti cui Caspian si fosse mai trovato. Per cui avrebbe avuto bisogno di tempo per rifletterci seriamente e, non di meno, di uno stato d’animo sereno. E in quel momento Caspian era ben lontano dall’essere sereno.

Così, per rilassarsi un po’, organizzò una piccola gita con le Reali Maestà, la principessa Aisleen e qualche amico alla Lanterna Perduta, il luogo dove per la prima volta comparvero Peter, Susan, Edmund e Lucy. Sicuramente avrebbe fatto molto piacere ai quattro fratelli Pevensie.

“Dove andiamo?” chiese Lucy, mentre, bendata come i suoi fratelli, saliva su una carrozza.

“Maestà, è una sorpresa!” replicò Briscola, aiutandola.

“Ma io sono curiosa!”

“Mi permetto di contraddirvi nuovamente, Maestà. Se vi dicessi dove andiamo, l’effetto sorpresa sparirebbe!

“Hai ragione, P.C.A!- ammise Lucy, sorridendo rassegnata-Ti prometto che non farò più domande!”

“E che non sbircerai!- aggiunse Edmund, sedendosi al suo fianco- Ne saresti capace!”

“Oh, Ed, smettila! Sarò buona e paziente fino a quando non mi toglieranno questa benda!

“A questo proposito, Caspian…-iniziò a dire Edmund-…ti sembra opportuno bendare in tal modo i leggendari sovrani di Narnia! Devi essere molto coraggioso per fare un’azione simile o molto stolto!

“Edmund!” lo rimproverò Susan.

Caspian ridacchiò, mentre la aiutava a salire su una seconda carrozza: “E’ così a quanto pare, caro Edmund. Ma se puoi perdonarmi, ti assicuro che la sorpresa sarà molto piacevole per tutti e quattro!

“Credo che a questo punto non abbiamo altra scelta, Ed.- disse Susan, salendo sulla carrozza scoperta- Sono sicura che Caspian abbia riservato per noi una sorpresa con i fiocchi! Propongo, quindi, di fidarci di lui!”

Caspian, ancora a terra, guardò Susan, che, dalla carrozza, gli sorrise, nonostante fosse bendata: perché non sembrava arrabbiata con lui dopo l’offesa che Caspian le aveva rivolto al ballo?

“Non ve ne pentirete, amici!” disse lui, sedendosi accanto a lei.

“Oh, beh, sarà meglio per te!” commentò Peter, salendo sulla carrozza insieme alla principessa Aisleen.

Anche lui era stato bendato e la principessa si era cortesemente offerta di aiutarlo per salire sulla carrozza.

“Se la sorpresa non sarà di vostro gradimento, mie Reali Maestà, sarete liberi di sfidarmi a duello. Gareggerò con chiunque di voi voglia sfidarmi!” esclamò Caspian.

Susan appoggiò una mano sul braccio del re: “Sta’ tranquillo, Caspian! I miei fratelli stanno solo scherzando un po’, come è nella loro natura. Ma, adesso, sono sicura che la smetteranno, non è forse così, Peter e Edmund?

“Ma sì, naturalmente! È così!” disse Peter, sorridendo fra sé.

“Parla per te! – ribattè Edmund dalla seconda carrozza- Io avrei proprio voglia di un bel duello! Mi sento un po’ arrugginito!”

“Quando saremo arrivati a destinazione, sarò ben lieto di aiutarvi, Maestà! Duellerò con voi!” disse Briscola.

“Ottimo! Non vedo l’ora!”

“Bene! Ora che siamo pronti, credo che possiamo partire!” esclamò Caspian e subito i cocchieri spronarono i cavalli al trotto.

Anche se era bendata e non vedeva assolutamente nulla, Susan rivolse lo sguardo alla sua sinistra, al paesaggio che si muoveva intorno a lei. Perché era perfettamente consapevole che alla sua destra era seduto Caspian: poteva percepire l’inconfondibile tepore del suo corpo.

Dopo il ballo di qualche sera prima, Caspian si era improvvisamente rinchiuso nei suoi appartamenti, uscendo solo per il pranzo e la cena. Susan cominciò a chiedersi se si stesse comportando così solo per causa sua. Insomma, Caspian probabilmente la stava evitando dopo quello che era successo mentre stavano danzando.

Certamente questo non era un atteggiamento da persona matura: un adulto, almeno in teoria, avrebbe affrontato i problemi e non sarebbe scappato. Ma Susan, tutto sommato, non riusciva proprio a biasimarlo per come si stava comportando. Da quando lei e i suoi fratelli erano stati richiamati a Narnia, Caspian era sempre stato molto gentile con lei o, perlomeno, ci aveva provato; invece, Susan lo aveva sempre trattato con freddezza e fare altezzoso e, di conseguenza, lo aveva allontanato da . Forse, Caspian, intelligente com’era, avrebbe potuto capire perché mai Susan si stesse comportando in tal modo. Ma, anche se era un Narniano, Caspian era pur sempre un uomo con le eterne difficoltà dell’uomo di capire la donna.

Di conseguenza, Susan non poteva che dare ragione a Peter: doveva spiegargli a parole cosa provava per lui. Altrimenti Caspian, pur con tutta la buona volontà, non l’avrebbe mai capito e lei sarebbe tornata nel suo mondo, con il rimpianto di non aver fatto nulla per impedire quel matrimonio che ogni giorno, per lei, diventava più strano.

Strano perché Caspian e Aisleen non si stavano comportando esattamente come due promessi sposi. Sì, avevano danzato insieme per ben cinque balli durante la festa per il ritorno di Susan e dei suoi fratelli. Ma, a parte questo, non c’era nient’altro in loro che potesse essere considerato come una prova dell’amore che nutrivano l’una per l’altro. Nessuno sguardo dolce, nessun sorriso complice, nessun gesto intimo…

A questo punto, Susan cominciò a chiedersi se Caspian non avesse ragione a dire ciò che le aveva fatto capire al ballo. Forse qualcuno lo stava davvero costringendo a sposarsi. Il che significava che non era tutto perduto per Susan e per il suo amore.

*****

Il viaggio durò per un paio di abbondanti ore e, tutto sommato, fu abbastanza piacevole. Il tempo era benevolo: il cielo era terso, il sole di Narnia splendeva alto e riscaldava l’aria e gli uccellini cinguettavano allegramente, volando da un albero all’altro.

Quando le carrozze si fermarono, Lucy esclamò, eccitata: “Siamo arrivati?”

“Sì, cara amica!- rispose Caspian- Siamo finalmente giunti a destinazione!”

P.C.A., ti prego, aiutami a scendere. Sto morendo di curiosità!”

“Subito, Maestà!”

E, così dicendo, il piccolo nano aiutò la regina Lucy a scendere dalla carrozza.

“Fate attenzione!” le disse Briscola, guidandola a terra.

“Grazie!”

“Mio signore, possiamo togliere le bende ai leggendari sovrani?” domandò cortesemente il dottor Cornelius.

“Direi proprio di sì, caro dottore!”

Fu così che i quattro re riacquistarono la vista e, dopo che i loro occhi si abituarono nuovamente alla luce del giorno, si guardarono intorno. Tutto attorno si ergevano alberi dal tronco sottile e dalle fitte fronde, che filtravano i raggi solari: la foresta era così illuminata da divertenti bagliori dorati e smeraldini.

“Questo luogo mi è familiare!” disse Edmund, scendendo dalla carrozza.

Anche Peter e Susan raggiunsero i fratelli a terra.

“Sì, molto familiare!” aggiunse Peter.

Poi, finalmente, lo videro. Tra tutti gli alberi ce n’era uno che di naturale aveva solo l’edera che lo ricopriva interamente: perché non era un albero, bensì un lampione, come quelli che si trovavano nelle strade più trafficate di Londra.

Lucy lo riconobbe subito ed esclamò: “Armadio guardaroba!”

Era talmente felice, che cominciò a correre in direzione di un piccolo gruppo di alberi più folti del normale. Ma non fece in tempo a fare neanche due passi che Peter la fermò, afferrandola per un braccio.

“No, Lu, non andare! Non ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che ci siamo addentrati là dentro?

Lucy guardò il fratello e subito capì a cosa si stesse riferendo. Quando erano ancora re e regine di Narnia, avevano ritrovato il lampione, si erano addentrati nella foresta, i cui alberi piano piano avevano lasciato il posto a delle calde pellicce, ed erano tornati nel loro mondo, nel momento esatto in cui lo avevano lasciato. Dopodiché non erano più riusciti a passare dall’armadio guardaroba per tornare a Narnia, perché come aveva detto Aslan: “le cose non accadono mai per due volte allo stesso modo”.

“Peter ha ragione, Lucy. Non siamo certi che l’armadio guardaroba funzioni ancora. È meglio non addentrarsi in quella zona!” disse Susan.

“Sì, è vero! Non lo farò!”

“Molto bene!”

A quel punto Caspian, preoccupato, si intromise nella discussione: “La mia sorpresa non è di vostro gradimento?”

“Oh, no, non è assolutamente così!- si affrettò a dire Susan- Questa è davvero una sorpresa bellissima! Il problema è che questo è il luogo da cui siamo improvvisamente spariti quando eravamo i sovrani di Narnia!

“Sì, ma è anche il luogo in cui siete per la prima volta apparsi nel nostro mondo! È un luogo magico e importantissimo, la Lanterna perduta!

“Già, è un luogo quasi sacro per noi! Grazie ad esso voi siete giunti fin qui e grazie a voi Narnia ha conosciuto la sua età d’oro!” aggiunse il dottor Cornelius.

“Bene, direi che abbiamo compreso appieno ciò che volevate dire.- esclamò Edmund- Ma, che ne dite di mangiare qualcosa? Tutto questo viaggio mi ha messo una gran fame!

“Sì, Maestà! È già tutto pronto!” esclamò Briscola.

“Allora, mangiamo!”

Fu così che il gruppetto reale preparò tutto l’occorrente per il pic-nic e mangiarono tutte le delizie preparate dai cuochi del castello: roast beef con un contorno molto simile al pudding dello Yorkshire inglese, purè di patate, crocchette di salmone, fagottini con ripieno di verdure e come dolci torta di mele e budino al cioccolato.

“Devo dire che i cuochi di Narnia hanno superato loro stessi, oggi!” esclamò Edmund.

Lucy appoggiò sulla tovaglia il suo bicchiere di acquavite: “Hai ragione, Ed. Era tutto decisamente squisito!”

“Non credo di aver mai mangiato meglio di così!” commentò Aisleen, entusiasta.

“Anch’io mi unisco ai complimenti  ai nostri eccellenti cuochi!- intervenne Ripicì- Ma trovo che ogni pietanza sia più deliziosa se inspiriamo a fondo l’aria pura di Narnia!”

“Quel che dici, valoroso Ripicì, è sicuramente vero!” disse Peter, dopo aver preso un altro sorso del buon vino narniano.

“Sapete di cosa abbiamo bisogno adesso?” chiese Lucy, scattando in piedi.

Edmund sembrò intuire l’idea di Lucy dai suoi occhi brillanti e si sdraiò a terra: “Lu, ti prego, non ho alcuna voglia di giocare!”

“Dai, Ed, non fare il guastafeste!!!” esclamò Lucy, tirandolo per un braccio.

“A cosa vorrebbe giocare Sua Maestà?” chiese Briscola interessato.

“Mosca cieca!”

“Non credo di conoscerlo!- disse Tartufello- In cosa consiste?”

Mosca cieca, come spiegò Lucy ai Narniani che non conoscevano quel gioco divertente, era un gioco molto famoso fra i bambini del loro mondo: una persona veniva bendata, mentre tutti gli altri si nascondevano e cercavano di non farsi prendere dalla mosca cieca.

Il gioco entusiasmò i Narniani. Bisognava solo decidere chi doveva fare la mosca cieca.

Estrassero a sorte utilizzando dei bastoncini lunghi: quello più corto avrebbe decretato la mosca cieca.

Uff…” sbuffò Susan, estraendo il bastoncino più corto.

“Ottimo, così sarà molto più divertente!” commentò Edmund, che si era deciso a giocare.

“Perché?” chiese Caspian, mentre Susan rivolgeva uno sguardo infastidito al fratellino.

“Perché Susan non è molto brava a mosca cieca!!!” rispose Peter, sorridendo divertito.

“Bando alle ciance. Iniziamo a giocare!” disse Edmund, recuperando una benda.

Così Susan fu bendata, le fecero fare qualche giro per confonderla e poi tutti cominciarono a nascondersi. Susan sentì i loro passi che diventavano sempre più impercettibili e cominciò a vagare lì attorno, tenendo le braccia alzate, nella speranza di sfiorare qualcuno. Ma sembravano essersi dileguati tutti quanti. Nonostante questo, tutta la situazione la faceva divertire; non le piaceva mosca cieca perché era un gioco in cui si ragionava poco. Una volta bendata  doveva lasciarsi andare ai suoi sensi per cercare di raggiungere la sua preda. Ma, in quel momento, con quel silenzio, quella pace attorno a lei, Susan pensò che tutto sommato non era così male e cominciò a ridere da sola.

“Dove siete? Non vale nascondersi! Non è divertente!”

Eppure rideva!

Poi le sue mani sfiorarono due braccia e la sua risata svanì improvvisamente.

“Preso! Ma chi sei?”

Le mani di Susan salirono su per le braccia della persona che si era lasciata prendere con fin troppa facilità e seguirono la forma delle spalle: sicuramente era un uomo, ma chi poteva essere?

“Sono sicura che tu non sia il dottor Cornelius, né tanto meno P.C.A! Non credo neanche che sia Edmund, perché non è ancora così alto!”

Allora rimanevano solo Peter e Caspian. Ma solo uno di loro poteva lasciarsi prendere da lei gettandosi praticamente fra le sue braccia…

Susan fece scorrere le sue mani sul collo, poi sul viso e lo accarezzarono, perché quello era Caspian. Sentiva che era lui dal più profondo del suo cuore. Le dita sottili della sua mano sinistra sfiorarono quelle labbra, che aveva già assaggiato una volta, e Susan sentì Caspian trattenere il fiato. Infine la sua mano destra finì tra i lisci capelli di Caspian e non si mosse più.

Ma cosa stava facendo?

Susan scosse il capo, tornando a essere se stessa e, a dispetto di ciò che le aveva consigliato Peter, dominando i suoi impulsi, e indietreggiò di qualche passo.

“Caspian?!” mormorò Susan, togliendosi la benda.

“Indovinato!”

Susan fu colta da improvvisa agitazione e si guardò intorno nervosamente: tutti i loro compagni erano scomparsi.

“Co…come mai non c’è nessuno? Dove sono finiti tutti?”

Caspian inclinò di poco la testa a sinistra, sorridendo vagamente: “Beh…ecco, all’improvviso hanno cambiato idea e hanno espresso il desiderio di fare una passeggiata qui intorno!”

“Sicuro?” domandò lei, percependo una notevole insicurezza nel suo tono di voce.

Caspian sorrise, con l’espressione di chi sapeva che sarebbe finita così: “No. Sono stato io a chiedere a tutti di allontanarsi e lasciarci da soli per un po’!

Improvvisamente un tremolio la percorse da capo a piedi.

“E perché mai lo avresti fatto?”

Perché non appena l’aveva vista bendata, a vagare con passo incerto fra gli alberi e baciata da un raggio di sole, quasi fosse la sua prediletta, si era formata nella sua mente la sciocca immagine della giovane fanciulla in cerca del suo grande amore e non aveva resistito al dolce richiamo delle sue braccia. E, anche se non era certo dei sentimenti di Susan verso di lui, aveva deciso di rispondere a quel richiamo e aveva pregato i suoi amici di lasciarlo solo con la regina Susan.

“Perché volevo parlare con te!”

Susan sospirò, rassegnata: “Così all’improvviso?”

“Sì!”

“Allora, giacchè siamo qui, parla pure!”

“Susan, io volevo…-iniziò Caspian, afferrandole una mano e portandosela sul cuore-…volevo chiederti scusa! Io ti ho insultata e tu non lo meritavi assolutamente! Sono un vero idiota! Potrai mai perdonarmi?”

Susan desiderava vivamente sfuggire a quel contatto, ma una parte di lei, la sua parte più folle e per questo più bella, voleva restare lì con lui, con quella mano sul suo petto, percependo il dolce tepore del suo corpo.

“Caspian, non devi scusarti. In realtà, è tutta colpa mia!”

“Colpa tua? In che senso? Sono io che ti ho insultato fino a prova contraria!” ribattè lui, convinto.

Susan gli sorrise gentilmente: “E’ vero, ma solo perché io ti ho trattato male. Tu cercavi di essere gentile con me. Io, invece, sono stata scortese e ho cercato di allontanarti da me in ogni modo! Per questo e per tutto il resto devo chiederti scusa!

“Tutto il resto?”

Susan allontanò le mani dal suo petto e si voltò dalla parte opposta, mentre le tornarono in mente le parole di Peter: tutto ciò che doveva fare era spiegare a Caspian quali fossero i suoi sentimenti e avrebbe dovuto farlo, lasciandosi guidare, no, trasportare dal suo cuore, come una piccola barca in balia del mare in tempesta. Ed era decisamente una tempesta piacevole per quanto scatenata.

“Caspian…- iniziò lei, tornando a guardarlo con sicurezza-…devo confessarti che ti ho mentito.”

“Mentito? Riguardo cosa?”

“Riguardo tutto. Non è vero che non ho mai pensato a te in questi anni.

Le parole di Susan stordirono Caspian abbastanza da lasciare sul suo volto un’espressione da ebete.

“Ah no?”

Susan scosse il capo appena: “Al contrario, eri sempre nei miei pensieri. Non è vero neanche che mi piacciono gli amici di Peter. Credo, invece, di odiarli, perché potrei averli tutti per me, ma non sono te.

“Susan, ti prego, cosa stai cercando di dirmi?”

La regina Susan tornò a guardarlo e gli sorrise.

“Io sono innamorata di te, Caspian.”

Caspian sembrò non capire cosa gli avesse appena detto perché la fissava con uno sguardo abbastanza stupito. In realtà, aveva capito perfettamente ciò che Susan gli aveva detto: stava solo cercando di adattarsi alla meravigliosa scoperta appena fatta. La sua Susan…lo amava ancora…

E lui? Lui naturalmente provava esattamente la stessa cosa, la amava, la adorava come fosse una dea.

E se solo avesse potuto le avrebbe confessato tutto, proprio come gli stava suggerendo il suo istinto. Ma subito gli tornò in mente il problema del matrimonio e della guerra promessa da re Alastair! E non era neanche un problemino da nulla.

La sua mano si mosse involontariamente e afferrò quella di Susan, che non potè fare altro che sorridergli.

“Mi dispiace di non averlo capito subito!” disse lui, chinando il capo.

“Come avresti potuto? Sono stata alquanto intrattabile in questi giorni!  Credo che perfino i miei fratelli abbiano dubitato dell’ affetto che nutro per loro!”

“Ascolta, Susan, se adesso non vorrai venire al matrimonio, ti capisco perfettamente. Potresti tornare nel tuo mondo, anche se questa volta sarà per sempre!

Susan rimase piuttosto colpita e delusa dalle sue parole. In fondo al suo cuore sperava fortemente che la reazione di Caspian alla sua confessione fosse diversa, totalmente diversa. Perché stava cominciando a credere che fosse ancora innamorato di lei. Invece, probabilmente, si era solo illusa. E la colpa era solo di Caspian e di Peter. Erano stati certi comportamenti del re, certe sue premure nei suoi confronti, nonché le parole fiduciose di Peter a convincerla a confessare i suoi sentimenti a Caspian. Ma, adesso, era davvero tutto perduto: improvvisamente si sentì così vuota che, se avesse potuto, si sarebbe lasciata cadere a terra. Così facendo, però, avrebbe fatto preoccupare Caspian e Susan non poteva permetterselo.

“No, perché mai? Mi farebbe davvero piacere rimanere qui tutto il tempo che mi è concesso.

“Sei sicura?”

“Ma sì, non ti preoccupare. Non ti ho rivelato i miei sentimenti con la speranza che tu annullassi il matrimonio. In questi anni ho sempre pensato che non ti avrei più rivisto, neanche se fossi tornata a Narnia. Ma eccomi di nuovo qua! Anzi, eccoci di nuovo qua…- disse lei, accarezzandogli il viso- Io ti consideravo già morto per via del tempo che scorre in modo diverso nei nostri due mondi. E scoprire che, al contrario, eri ancora qui è stata per me una gioia immensa! Quindi, saperti vivo e felice, accanto a una ragazza deliziosa come Aisleen è tutto ciò di cui ho bisogno. Non mi devi nient’altro, mio caro Caspian!

A quel punto, Caspian non riuscì a trattenersi e l’abbracciò: quella era la vera Susan, colei che lo aveva fatto innamorare, la leggendaria regina che gli aveva stregato anima e corpo. E se solo avesse potuto le avrebbe raccontato tutta la verità: il motivo per cui li aveva richiamati, la condizione di Aslan che era stato costretto ad accettare, suo malgrado, e, adesso, perfino la minaccia di re Alastair. Se solo avesse potuto le avrebbe detto che anche lui l’amava.

*****

Approfittando del favore chiesto da Caspian, Edmund accettò la proposta di Briscola di duellare. Cosi, dopo essersi allontanati, trovarono uno spiazzo adatto ad ospitare un duello.

“Ed, sei sicuro di avere ancora l’abilità di una volta?” chiese Lucy.

Edmund le rivolse uno sguardo perplesso: “Com’è che l’altra volta non avevi dubbi in proposito?”

“Beh, era passato solo un anno!”

“E adesso sono passati due anni! Non vedo molta differenza!”

“E’ vero! Ma, caro Ed, la mancanza di allenamento ha proprio un brutto effetto su di te!” commentò Lucy, divertita.

“Lucy, come ti permetti? Peter, dille qualcosa!” esclamò Edmund, indignato.

Peter scoppiò a ridere: “Oh, ma sentitevi, voi due! Non crescerete mai! Resterete per sempre dei bambini.”

“Io non sono un bambino!”

“Tu sarai sempre un bambino, Ed, il mio fratellino più piccolo!”

Edmund gli rivolse uno sguardo abbastanza infastidito e decise di ignorare le sue affermazioni: “Briscola, preparati!”

“Però è anche vero, Lu, che Ed ha dimostrato grande abilità nel’arte della spada. Per cui sono convinto che ci mostrerà tutto il suo valore!

A quell’affermazione Edmund rivolse al fratello uno sguardo sorpreso di sottecchi.

“Maestà, siete pronto?” domandò Briscola, impugnando la spada.

“Sì, certamente!”

E il duello cominciò! Nonostante gli anni passati senza impugnare più la sua spada, Edmund aveva conservato la sua grande capacità nel duellare e ciò gratificò lui stesso e inorgoglì Peter.

“Sua Maestà se la cava davvero molto bene!” commentò Aisleen, accanto al re supremo.

“Avete ragione, Altezza. Ma credo che una principessa graziosa come voi non sia abituata ad assistere a scene di questo genere!

Aisleen lo guardò perplessa, inarcando un sopracciglio: “State forse insinuando che non so riconoscere il valore di un cavaliere?”

Peter scoppiò a ridere.

“Ovviamente no, cara principessa. Stavo solo chiedendomi se vi andava di accompagnarmi in una passeggiata lungo il fiume!

Aisleen lo guardò imbarazzata e sorpresa, arrossendo lievemente sulle gote, cosa che Peter trovò adorabile.

“Oh…sì. Con grande piacere!”

Peter le sorrise e le porse la mano.

“Ottimo!”

Fu così che mentre Edmund duellava con Briscola e Lucy li incitava, Peter e la principessa Aisleen si allontanarono per la loro passeggiata. Si avvicinarono al fiume che scorreva pigramente, godendo della pace che trasmetteva quel paesaggio naturale.

La principessa Aisleen era terribilmente graziosa quel giorno, con una lunga treccia di capelli dorati e due zaffiri splendenti al posto degli occhi. Perciò, una volta rimasto solo con lei, Peter evitò accuratamente di guardarla più dello stretto necessario. Il suo autocontrollo vacillava pericolosamente.

Al contrario, lei gli rivolgeva spesso uno sguardo sfuggente, ma non sembrava più in imbarazzo di lui.

Infine Aisleen sospirò.

“Mi domando cosa mai Sua Maestà avesse di così urgente da riferire alla regina Susan…” iniziò a dire Aisleen, volgendo definitivamente lo sguardo verso re Peter.

Peter, imbarazzato ora più che mai, deglutì sonoramente: la principessa aveva un’espressione così innocente che era praticamente impossibile mentirle.

“Ah…io…credo fosse qualcosa di molto importante. Sapete, Aisleen, quando regnavamo su Narnia mia sorella era sicuramente la più saggia fra tutti e quattro. Anche se ero io a prendere le decisioni finali, in qualità di  Re Supremo di Narnia, mi affidavo sempre a Susan e ai suoi preziosi consigli. Lei prendeva ogni decisione riflettendo a lungo e basandosi esclusivamente su ciò che era giusto e ciò che era sbagliato, in poche parole teneva conto solo di ciò che le dettava la sua ragione. Non ha mai agito seguendo il suo cuore. Quindi, penso che Caspian voglia conferire con lei per chiederle qualche consiglio su un’importante questione!

Aisleen lo osservò a lungo, con un dolce sorriso sulle labbra. Poi accennò una risata cristallina, che lasciò Peter turbato.

“Maestà…” esordì lei.

“Avevamo detto Peter, se non ricordo male!” la corresse lui.

“Oh, sì, ricordo anch’io così. Allora…Peter…siete veramente adorabile!”

Peter arrossì violentemente: “In…in che senso?”

“Nel senso che non avete bisogno di affannarvi in tal modo per tranquillizzarmi su Sua Maestà e la regina Susan! So perfettamente cosa li lega!”

“Ma davvero?”

“Sì, sono innamorati. E non vi è cosa più meravigliosa dell’amore, non siete d’accordo, Peter?

Peter le sorrise: ” Ovviamente sì. Ciò che rende felice mia sorella rende felice anche me. Ma a voi sta bene? Tutto sommato si tratta del vostro futuro marito!

“Certamente! Non sono neanche lontanamente entusiasta di questo matrimonio. Non pensate male, io stimo moltissimo Sua Maestà re Caspian: è un uomo di bell’aspetto, valoroso e dai modi gentili. Qualunque fanciulla aspirerebbe a essere la sua regina. Ma è anche vero che chiunque si accorgerebbe dei sentimenti del re per la regina Susan.

“Allora, perché avete accettato di sposarlo?”

“Io non ho accettato assolutamente nulla. È stato mio padre a impormi questo matrimonio!

“Posso chiedervi come mai?”

“Qualche mese fa, mio padre, di ritorno da un viaggio nella terra di Calormen, ha improvvisamente pensato che sarebbe stato magnifico se avessi sposato il re di Narnia. Io ho provato a oppormi, ma c’era qualcosa in lui di talmente diverso che mi ha fatto quasi paura e non ho avuto il coraggio di andare contro la sua volontà!”

Peter si fermò e Aisleen lo imitò.

“In che senso diverso?”

“Mio padre è sempre stato molto dolce e premuroso nei miei confronti. Poi, tutto d’un tratto, dopo il suo viaggio è divenuto scontroso e sembrava aver un solo scopo, cioè quello di farmi sposare Caspian. Non so cosa gli sia successo!”

“Non avete indagato?” chiese lui, guardandola preoccupato.

Lei distolse lo sguardo, rivolgendolo distrattamente verso il fiume: “Perdonatemi, Peter, ma non sapevo proprio cosa fare. Vedevo mio padre così diverso e strano che ho pensato solo di accontentarlo in tutto ciò che mi chiedeva!

Aisleen sembrò sconvolta mentre gli raccontava la sua storia e Peter si maledì per averla messa a disagio. Così le passò un braccio attorno le spalle e la strinse a sé.

“No, sono io a dovervi chiedere scusa! Non avrei dovuto farvi agitare in questo modo!

“D’accordo, Peter. Accetto le vostre scuse!”

“Non siete in collera con me?”

“Certo che no! Non potrei mai essere in collera con voi, Peter!

Detto questo gli rivolse un sorriso teneramente malizioso, cosicché Peter si sentì nuovamente arrossire, mentre lo stomaco fece una capriola all’indietro.

“Ah…molto bene. Che ne dite di tornare, Aisleen? Devo controllare che Ed non stia disturbando troppo il povero Briscola!

“Certamente, Peter!”

  

 

Un po’ in ritardo, ma ce l’ho fatta a pubblicarlo! Spero vi sia piaciuto, ma non credo che sia il migliore che abbia scritto. Il prossimo si intitola “Doubtful king”. Se non riesco a pubblicare il prossimo prima di Natale, il che è molto probabile,vi auguro Buon Natale!!!!

Ringraziamenti…

Clacly:wow, grazie per la recensione, sei stata molto gentile. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Junna:che super recensione! Ti ringrazio molto per le parole gentili! Fai bene a fidarti di Aslan, brava! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Bibina_88: grazie anche a te per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Ashley96: ti ringrazio per aver recensito lo scorso capitolo. Spero ti sia piaciuto anche quest’ultimo.

Rubs: ti ringrazio per la bella recensione. Apprezzo il consiglio che mi hai dato e come hai potuto leggere c’è qualche scena in più con Lucy e Edmund. Ma avranno più spazio anche negli altri capitoli. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Su re Alastair…non è proprio come hai detto tu, ma ci avviciniamo…

Fanny91: ti ringrazio per la recensione. Sono contenta che questa storia ti stia piacendo.

xSeryChanx: grazie per la tua recensione. Non preoccupati, la storia finirà prima o poi. Credo che arriverò a 17 capitoli.

 

 

A presto

Kia85

   
 
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