I’ll come back when you call me
Capitolo 7: “Lost in your thought”
La guerra a
Narnia! Di nuovo!
Dopo tutti
i sacrifici affrontati durante la guerra contro re Miraz,
la prospettiva di un’altra guerra era impensabile.
Caspian, in
quanto sovrano del regno, doveva fare di tutto per evitarlo, ma come poteva
rassegnarsi a tutto ? Come poteva abbandonarsi a un
futuro di pace per il regno, ma di tormento interiore per non poter amare
liberamente la fanciulla che gli aveva stregato anima e corpo? Era giusto che la
colonna portante di un regno rinunciasse alla propria felicità per il bene di
tutto il suo popolo? Forse no…o forse sì…
Tutto
sommato Susan gli aveva mentito, ma lui non poteva sapere quali fossero i suoi
reali sentimenti. Quindi, perché mai rischiare una guerra per qualcosa di
totalmente ignoto?
E la
principessa Aisleen? Lei gli aveva fatto capire di essere innamorata di
qualcuno. Ma, in quanto Altezza Reale di Archen, anche lei doveva sacrificarsi
per il suo popolo.
Probabilmente
era proprio questo il motivo per cui Aslan aveva dettato quella condizione:
sposare la principessa Aisleen per evitare una guerra tra Archen e Narnia.
Però…c’era
sempre un però. Ci voleva una grande forza d’animo per rinunciare alla propria
felicità. E lui non era sicuro di averla. Perché da troppo tempo inseguiva la
felicità che solo una persona avrebbe potuto donargli.
La
decisione era tra le più difficili davanti cui Caspian
si fosse mai trovato. Per cui avrebbe avuto bisogno di tempo per rifletterci
seriamente e, non di meno, di uno stato d’animo sereno. E in quel momento
Caspian era ben lontano dall’essere sereno.
Così, per
rilassarsi un po’, organizzò una piccola gita con le Reali Maestà, la
principessa Aisleen e qualche amico alla Lanterna Perduta, il luogo dove per la
prima volta comparvero Peter, Susan, Edmund e Lucy. Sicuramente avrebbe fatto
molto piacere ai quattro fratelli Pevensie.
“Dove
andiamo?” chiese Lucy, mentre, bendata come i suoi fratelli, saliva su una
carrozza.
“Maestà, è
una sorpresa!” replicò Briscola, aiutandola.
“Ma io sono
curiosa!”
“Mi
permetto di contraddirvi nuovamente, Maestà. Se vi
dicessi dove andiamo, l’effetto sorpresa sparirebbe!”
“Hai
ragione, P.C.A!- ammise Lucy, sorridendo rassegnata-Ti
prometto che non farò più domande!”
“E che non
sbircerai!- aggiunse Edmund, sedendosi al suo fianco- Ne saresti capace!”
“Oh, Ed,
smettila! Sarò buona e paziente fino a quando non mi toglieranno questa benda!”
“A questo
proposito, Caspian…-iniziò a dire Edmund-…ti sembra
opportuno bendare in tal modo i leggendari sovrani di Narnia! Devi essere molto
coraggioso per fare un’azione simile o molto stolto!”
“Edmund!”
lo rimproverò Susan.
Caspian
ridacchiò, mentre la aiutava a salire su una seconda carrozza: “E’ così a quanto pare, caro Edmund. Ma se puoi perdonarmi, ti assicuro
che la sorpresa sarà molto piacevole per tutti e quattro!”
“Credo che
a questo punto non abbiamo altra scelta, Ed.- disse Susan, salendo sulla
carrozza scoperta- Sono sicura che Caspian abbia riservato per noi una sorpresa
con i fiocchi! Propongo, quindi, di fidarci di lui!”
Caspian,
ancora a terra, guardò Susan, che, dalla carrozza, gli
sorrise, nonostante fosse bendata: perché non sembrava arrabbiata con lui dopo
l’offesa che Caspian le aveva rivolto al ballo?
“Non ve ne
pentirete, amici!” disse lui, sedendosi accanto a lei.
“Oh, beh,
sarà meglio per te!” commentò Peter, salendo sulla carrozza insieme alla
principessa Aisleen.
Anche lui
era stato bendato e la principessa si era cortesemente offerta di aiutarlo per
salire sulla carrozza.
“Se la sorpresa non sarà di vostro gradimento, mie Reali Maestà, sarete
liberi di sfidarmi a duello. Gareggerò con chiunque di voi voglia
sfidarmi!” esclamò Caspian.
Susan
appoggiò una mano sul braccio del re: “Sta’ tranquillo,
Caspian! I miei fratelli stanno solo scherzando un po’, come è nella loro
natura. Ma, adesso, sono sicura che la smetteranno, non è forse così, Peter e
Edmund?”
“Ma sì, naturalmente! È così!” disse Peter, sorridendo fra sé.
“Parla per
te! – ribattè Edmund dalla seconda carrozza- Io avrei proprio voglia di un bel
duello! Mi sento un po’ arrugginito!”
“Quando saremo arrivati a destinazione, sarò ben lieto di aiutarvi,
Maestà! Duellerò con voi!” disse Briscola.
“Ottimo! Non vedo l’ora!”
“Bene! Ora che siamo pronti, credo che possiamo partire!” esclamò Caspian
e subito i cocchieri spronarono i cavalli al trotto.
Anche se
era bendata e non vedeva assolutamente nulla, Susan rivolse lo sguardo alla sua
sinistra, al paesaggio che si muoveva intorno a lei. Perché era perfettamente
consapevole che alla sua destra era seduto Caspian: poteva percepire
l’inconfondibile tepore del suo corpo.
Dopo il
ballo di qualche sera prima, Caspian si era improvvisamente rinchiuso nei suoi
appartamenti, uscendo solo per il pranzo e la cena. Susan cominciò a chiedersi
se si stesse comportando così solo per causa sua. Insomma, Caspian probabilmente
la stava evitando dopo quello che era successo mentre
stavano danzando.
Certamente
questo non era un atteggiamento da persona matura: un adulto, almeno in teoria,
avrebbe affrontato i problemi e non sarebbe scappato. Ma Susan, tutto sommato,
non riusciva proprio a biasimarlo per come si stava comportando. Da quando lei
e i suoi fratelli erano stati richiamati a Narnia, Caspian era sempre stato
molto gentile con lei o, perlomeno, ci aveva provato; invece, Susan lo aveva sempre
trattato con freddezza e fare altezzoso e, di conseguenza, lo aveva allontanato
da sè. Forse, Caspian, intelligente com’era, avrebbe
potuto capire perché
Di
conseguenza, Susan non poteva che dare ragione a Peter: doveva spiegargli a
parole cosa provava per lui. Altrimenti Caspian, pur con tutta la buona
volontà, non l’avrebbe mai capito e lei sarebbe tornata nel suo mondo, con il
rimpianto di non aver fatto nulla per impedire quel matrimonio che ogni giorno,
per lei, diventava più strano.
Strano
perché Caspian e Aisleen non si stavano comportando esattamente come due
promessi sposi. Sì, avevano danzato insieme per ben cinque balli durante la
festa per il ritorno di Susan e dei suoi fratelli. Ma, a parte questo, non
c’era nient’altro in loro che potesse essere considerato come una prova
dell’amore che nutrivano l’una per l’altro. Nessuno sguardo dolce, nessun
sorriso complice, nessun gesto intimo…
A questo
punto, Susan cominciò a chiedersi se Caspian non avesse ragione a dire ciò che
le aveva fatto capire al ballo. Forse qualcuno lo stava davvero costringendo a
sposarsi. Il che significava che non era tutto perduto per Susan e per il suo
amore.
*****
Il viaggio
durò per un paio di abbondanti ore e, tutto sommato, fu abbastanza piacevole.
Il tempo era benevolo: il cielo era terso, il sole di Narnia splendeva alto e
riscaldava l’aria e gli uccellini cinguettavano allegramente, volando da un
albero all’altro.
Quando le
carrozze si fermarono, Lucy esclamò, eccitata: “Siamo arrivati?”
“Sì, cara
amica!- rispose Caspian- Siamo finalmente giunti a
destinazione!”
“P.C.A., ti prego, aiutami a scendere. Sto
morendo di curiosità!”
“Subito,
Maestà!”
E, così
dicendo, il piccolo nano aiutò la regina Lucy a scendere dalla carrozza.
“Fate
attenzione!” le disse Briscola, guidandola a terra.
“Grazie!”
“Mio
signore, possiamo togliere le bende ai leggendari sovrani?” domandò
cortesemente il dottor Cornelius.
“Direi
proprio di sì, caro dottore!”
Fu così che
i quattro re riacquistarono la vista e, dopo che i loro occhi si abituarono
nuovamente alla luce del giorno, si guardarono intorno. Tutto attorno si
ergevano alberi dal tronco sottile e dalle fitte fronde, che filtravano i raggi
solari: la foresta era così illuminata da divertenti bagliori dorati e
smeraldini.
“Questo
luogo mi è familiare!” disse Edmund, scendendo dalla carrozza.
Anche Peter
e Susan raggiunsero i fratelli a terra.
“Sì, molto
familiare!” aggiunse Peter.
Poi,
finalmente, lo videro. Tra tutti gli alberi ce n’era uno che di naturale aveva
solo l’edera che lo ricopriva interamente: perché non era un albero, bensì un
lampione, come quelli che si trovavano nelle strade più trafficate di Londra.
Lucy lo
riconobbe subito ed esclamò: “Armadio guardaroba!”
Era
talmente felice, che cominciò a correre in direzione di un piccolo gruppo di
alberi più folti del normale. Ma non fece in tempo a fare neanche due passi che
Peter la fermò, afferrandola per un braccio.
“No, Lu,
non andare! Non ti ricordi cosa è successo l’ultima volta che ci siamo
addentrati là dentro?”
Lucy guardò
il fratello e subito capì a cosa si stesse riferendo. Quando erano ancora re e
regine di Narnia, avevano ritrovato il lampione, si erano addentrati nella
foresta, i cui alberi piano piano avevano lasciato il
posto a delle calde pellicce, ed erano tornati nel loro mondo, nel momento
esatto in cui lo avevano lasciato. Dopodiché non erano più riusciti a passare
dall’armadio guardaroba per tornare a Narnia, perché come aveva detto Aslan: “le cose non accadono mai per due volte allo stesso modo”.
“Peter ha ragione, Lucy. Non siamo certi che l’armadio guardaroba funzioni ancora. È meglio non addentrarsi in quella zona!” disse Susan.
“Sì, è
vero! Non lo farò!”
“Molto
bene!”
A quel
punto Caspian, preoccupato, si intromise nella discussione: “La mia sorpresa
non è di vostro gradimento?”
“Oh, no,
non è assolutamente così!- si affrettò a dire Susan- Questa
è davvero una sorpresa bellissima! Il problema è che questo è il luogo da cui
siamo improvvisamente spariti quando eravamo i sovrani di Narnia!”
“Sì, ma è
anche il luogo in cui siete per la prima volta apparsi nel nostro mondo! È un
luogo magico e importantissimo,
“Già, è un luogo quasi sacro per noi! Grazie ad esso
voi siete giunti fin qui e grazie a voi Narnia ha conosciuto la sua età d’oro!”
aggiunse il dottor Cornelius.
“Bene,
direi che abbiamo compreso appieno ciò che volevate dire.- esclamò Edmund- Ma, che ne dite di mangiare qualcosa? Tutto questo
viaggio mi ha messo una gran fame!”
“Sì, Maestà!
È già tutto pronto!” esclamò Briscola.
“Allora,
mangiamo!”
Fu così che
il gruppetto reale preparò tutto l’occorrente per il pic-nic e mangiarono tutte
le delizie preparate dai cuochi del castello: roast beef con un contorno molto simile al pudding dello Yorkshire inglese, purè di
patate, crocchette di salmone, fagottini con ripieno di verdure e come dolci
torta di mele e budino al cioccolato.
“Devo dire
che i cuochi di Narnia hanno superato loro stessi, oggi!” esclamò Edmund.
Lucy
appoggiò sulla tovaglia il suo bicchiere di acquavite: “Hai ragione,
Ed. Era tutto decisamente squisito!”
“Non credo
di aver mai mangiato meglio di così!” commentò Aisleen, entusiasta.
“Anch’io mi
unisco ai complimenti ai
nostri eccellenti cuochi!- intervenne Ripicì- Ma
trovo che ogni pietanza sia più deliziosa se inspiriamo a fondo l’aria pura di
Narnia!”
“Quel che
dici, valoroso Ripicì, è sicuramente vero!” disse Peter, dopo aver preso un
altro sorso del buon vino narniano.
“Sapete di
cosa abbiamo bisogno adesso?” chiese Lucy, scattando in piedi.
Edmund sembrò
intuire l’idea di Lucy dai suoi occhi brillanti e si sdraiò a terra: “Lu, ti
prego, non ho alcuna voglia di giocare!”
“Dai, Ed,
non fare il guastafeste!!!” esclamò Lucy, tirandolo
per un braccio.
“A cosa
vorrebbe giocare Sua Maestà?” chiese Briscola interessato.
“Mosca
cieca!”
“Non credo
di conoscerlo!- disse Tartufello- In cosa consiste?”
Mosca cieca,
come spiegò Lucy ai Narniani che non conoscevano quel
gioco divertente, era un gioco molto famoso fra i bambini del loro mondo: una
persona veniva bendata, mentre tutti gli altri si nascondevano e cercavano di
non farsi prendere dalla mosca cieca.
Il gioco
entusiasmò i Narniani. Bisognava solo decidere chi
doveva fare la mosca cieca.
Estrassero
a sorte utilizzando dei bastoncini lunghi: quello più corto avrebbe decretato
la mosca cieca.
“Uff…” sbuffò Susan, estraendo il bastoncino più corto.
“Ottimo,
così sarà molto più divertente!” commentò Edmund, che si era deciso a giocare.
“Perché?”
chiese Caspian, mentre Susan rivolgeva uno sguardo infastidito al fratellino.
“Perché
Susan non è molto brava a mosca cieca!!!” rispose Peter,
sorridendo divertito.
“Bando alle ciance. Iniziamo a giocare!” disse Edmund,
recuperando una benda.
Così Susan
fu bendata, le fecero fare qualche giro per confonderla e poi tutti cominciarono
a nascondersi. Susan sentì i loro passi che diventavano sempre più
impercettibili e cominciò a vagare lì attorno, tenendo le braccia alzate, nella
speranza di sfiorare qualcuno. Ma sembravano essersi dileguati tutti quanti. Nonostante
questo, tutta la situazione la faceva divertire; non le piaceva mosca cieca
perché era un gioco in cui si ragionava poco. Una volta bendata doveva lasciarsi
andare ai suoi sensi per cercare di raggiungere la sua preda. Ma, in quel
momento, con quel silenzio, quella pace attorno a lei, Susan pensò che tutto
sommato non era così male e cominciò a ridere da sola.
“Dove
siete? Non vale nascondersi! Non è divertente!”
Eppure
rideva!
Poi le sue
mani sfiorarono due braccia e la sua risata svanì improvvisamente.
“Preso! Ma chi sei?”
Le mani di
Susan salirono su per le braccia della persona che si era lasciata prendere con
fin troppa facilità e seguirono la forma delle spalle: sicuramente era un uomo,
ma chi poteva essere?
“Sono sicura
che tu non sia il dottor Cornelius, né tanto meno P.C.A!
Non credo neanche che sia Edmund, perché non è ancora così alto!”
Allora
rimanevano solo Peter e Caspian. Ma solo uno di loro poteva lasciarsi prendere
da lei gettandosi praticamente fra le sue braccia…
Susan fece
scorrere le sue mani sul collo, poi sul viso e lo accarezzarono, perché quello
era Caspian. Sentiva che era lui dal più profondo del suo cuore. Le dita
sottili della sua mano sinistra sfiorarono quelle labbra, che aveva già
assaggiato una volta, e Susan sentì Caspian trattenere il fiato. Infine la sua
mano destra finì tra i lisci capelli di Caspian e non si mosse più.
Ma cosa
stava facendo?
Susan
scosse il capo, tornando a essere se stessa e, a dispetto di ciò che le aveva
consigliato Peter, dominando i suoi impulsi, e indietreggiò di qualche passo.
“Caspian?!” mormorò Susan, togliendosi la benda.
“Indovinato!”
Susan fu
colta da improvvisa agitazione e si guardò intorno nervosamente: tutti i loro
compagni erano scomparsi.
“Co…come
mai non c’è nessuno? Dove sono finiti tutti?”
Caspian
inclinò di poco la testa a sinistra, sorridendo vagamente: “Beh…ecco,
all’improvviso hanno cambiato idea e hanno espresso il desiderio di fare una
passeggiata qui intorno!”
“Sicuro?”
domandò lei, percependo una notevole insicurezza nel suo tono di voce.
Caspian sorrise, con l’espressione di chi sapeva che sarebbe finita
così: “No. Sono
stato io a chiedere a tutti di allontanarsi e lasciarci da soli per un po’!”
Improvvisamente
un tremolio la percorse da capo a piedi.
“E perché
mai lo avresti fatto?”
Perché non
appena l’aveva vista bendata, a vagare con passo incerto fra gli alberi e
baciata da un raggio di sole, quasi fosse la sua prediletta, si era formata
nella sua mente la sciocca immagine della giovane fanciulla in cerca del suo
grande amore e non aveva resistito al dolce richiamo delle sue braccia. E, anche
se non era certo dei sentimenti di Susan verso di lui, aveva deciso di
rispondere a quel richiamo e aveva pregato i suoi amici di lasciarlo solo con
la regina Susan.
“Perché
volevo parlare con te!”
Susan
sospirò, rassegnata: “Così all’improvviso?”
“Sì!”
“Allora, giacchè siamo qui, parla pure!”
“Susan, io
volevo…-iniziò Caspian, afferrandole una mano e portandosela sul cuore-…volevo
chiederti scusa! Io ti ho insultata e tu non lo meritavi assolutamente! Sono un
vero idiota! Potrai mai perdonarmi?”
Susan
desiderava vivamente sfuggire a quel contatto, ma una parte di lei, la sua
parte più folle e per questo più bella, voleva restare lì con lui, con quella
mano sul suo petto, percependo il dolce tepore del suo corpo.
“Caspian,
non devi scusarti. In realtà, è tutta colpa mia!”
“Colpa tua?
In che senso? Sono io che ti ho insultato fino a prova
contraria!” ribattè lui, convinto.
Susan gli sorrise gentilmente: “E’ vero, ma solo perché io ti ho
trattato male. Tu cercavi di essere gentile con me. Io, invece, sono stata
scortese e ho cercato di allontanarti da me in ogni modo! Per questo e per
tutto il resto devo chiederti scusa!”
“Tutto il
resto?”
Susan
allontanò le mani dal suo petto e si voltò dalla parte opposta, mentre le
tornarono in mente le parole di Peter: tutto ciò che doveva fare era spiegare a
Caspian quali fossero i suoi sentimenti e avrebbe dovuto farlo, lasciandosi
guidare, no, trasportare dal suo cuore, come una piccola barca in balia del
mare in tempesta. Ed era decisamente una tempesta piacevole per quanto scatenata.
“Caspian…-
iniziò lei, tornando a guardarlo con sicurezza-…devo confessarti che ti ho
mentito.”
“Mentito?
Riguardo cosa?”
“Riguardo
tutto. Non è vero che non ho mai pensato a te in questi anni.”
Le parole
di Susan stordirono Caspian abbastanza da lasciare sul suo volto un’espressione
da ebete.
“Ah no?”
Susan scosse il capo appena: “Al contrario, eri sempre nei miei pensieri. Non è vero neanche che mi
piacciono gli amici di Peter. Credo, invece, di odiarli, perché potrei averli
tutti per me, ma non sono te.”
“Susan, ti
prego, cosa stai cercando di dirmi?”
La regina
Susan tornò a guardarlo e gli sorrise.
“Io sono
innamorata di te, Caspian.”
Caspian
sembrò non capire cosa gli avesse appena detto perché la fissava con uno
sguardo abbastanza stupito. In realtà, aveva capito perfettamente ciò che Susan
gli aveva detto: stava solo cercando di adattarsi alla meravigliosa scoperta
appena fatta. La sua Susan…lo amava ancora…
E lui? Lui
naturalmente provava esattamente la stessa cosa, la amava, la adorava come fosse
una dea.
E se solo avesse
potuto le avrebbe confessato tutto, proprio come gli stava suggerendo il suo
istinto. Ma subito gli tornò in mente il problema del matrimonio e della guerra
promessa da re Alastair! E non era neanche un problemino da nulla.
La sua mano
si mosse involontariamente e afferrò quella di Susan, che non potè fare altro che sorridergli.
“Mi
dispiace di non averlo capito subito!” disse lui, chinando il capo.
“Come
avresti potuto? Sono stata alquanto intrattabile in questi giorni! Credo che perfino i miei fratelli abbiano
dubitato dell’ affetto che nutro per loro!”
“Ascolta,
Susan, se adesso non vorrai venire al matrimonio, ti capisco perfettamente.
Potresti tornare nel tuo mondo, anche se questa volta sarà per sempre!”
Susan
rimase piuttosto colpita e delusa dalle sue parole. In fondo al suo cuore
sperava fortemente che la reazione di Caspian alla sua confessione fosse
diversa, totalmente diversa. Perché stava cominciando a credere che fosse
ancora innamorato di lei. Invece, probabilmente, si era solo illusa. E la colpa
era solo di Caspian e di Peter. Erano stati certi comportamenti del re, certe
sue premure nei suoi confronti, nonché le parole fiduciose di Peter a
convincerla a confessare i suoi sentimenti a Caspian. Ma, adesso, era davvero
tutto perduto: improvvisamente si sentì così vuota che, se avesse potuto, si
sarebbe lasciata cadere a terra. Così facendo, però, avrebbe fatto preoccupare
Caspian e Susan non poteva permetterselo.
“No, perché
mai? Mi farebbe davvero piacere rimanere qui tutto il tempo che mi è concesso.”
“Sei
sicura?”
“Ma sì, non
ti preoccupare. Non ti ho rivelato i miei sentimenti con la speranza che tu
annullassi il matrimonio. In questi anni ho sempre pensato che non ti avrei più
rivisto, neanche se fossi tornata a Narnia. Ma eccomi di nuovo qua! Anzi,
eccoci di nuovo qua…- disse lei, accarezzandogli il viso- Io ti consideravo già
morto per via del tempo che scorre in modo diverso nei nostri due mondi. E
scoprire che, al contrario, eri ancora qui è stata per me una gioia immensa!
Quindi, saperti vivo e felice, accanto a una ragazza deliziosa come Aisleen è
tutto ciò di cui ho bisogno. Non mi devi nient’altro, mio caro Caspian!”
A quel
punto, Caspian non riuscì a trattenersi e l’abbracciò: quella era la vera
Susan, colei che lo aveva fatto innamorare, la leggendaria regina che gli aveva
stregato anima e corpo. E se solo avesse potuto le avrebbe raccontato tutta la
verità: il motivo per cui li aveva richiamati, la condizione di Aslan che era
stato costretto ad accettare, suo malgrado, e, adesso, perfino la minaccia di
re Alastair. Se solo avesse potuto le avrebbe detto che anche lui l’amava.
*****
Approfittando
del favore chiesto da Caspian, Edmund accettò la proposta di Briscola di
duellare. Cosi, dopo essersi allontanati, trovarono uno spiazzo adatto ad
ospitare un duello.
“Ed, sei
sicuro di avere ancora l’abilità di una volta?” chiese Lucy.
Edmund le
rivolse uno sguardo perplesso: “Com’è che l’altra volta non avevi dubbi in
proposito?”
“Beh, era
passato solo un anno!”
“E adesso
sono passati due anni! Non vedo molta differenza!”
“E’ vero!
Ma, caro Ed, la mancanza di allenamento ha proprio un brutto
effetto su di te!” commentò Lucy, divertita.
“Lucy, come ti permetti? Peter, dille qualcosa!” esclamò Edmund,
indignato.
Peter scoppiò a ridere: “Oh, ma sentitevi, voi due! Non crescerete mai! Resterete per sempre dei bambini.”
“Io non
sono un bambino!”
“Tu sarai
sempre un bambino, Ed, il mio fratellino più piccolo!”
Edmund gli
rivolse uno sguardo abbastanza infastidito e decise di ignorare le sue
affermazioni: “Briscola, preparati!”
“Però è
anche vero, Lu, che Ed ha dimostrato grande abilità nel’arte della spada. Per
cui sono convinto che ci mostrerà tutto il suo valore!”
A
quell’affermazione Edmund rivolse al fratello uno sguardo sorpreso di
sottecchi.
“Maestà,
siete pronto?” domandò Briscola, impugnando la spada.
“Sì,
certamente!”
E il duello
cominciò! Nonostante gli anni passati senza impugnare più la sua spada, Edmund
aveva conservato la sua grande capacità nel duellare e ciò gratificò lui stesso
e inorgoglì Peter.
“Sua Maestà
se la cava davvero molto bene!” commentò Aisleen, accanto al re supremo.
“Avete ragione, Altezza. Ma credo che una principessa graziosa come
voi non sia abituata ad assistere a scene di questo genere!”
Aisleen lo
guardò perplessa, inarcando un sopracciglio: “State forse insinuando che non so
riconoscere il valore di un cavaliere?”
Peter
scoppiò a ridere.
“Ovviamente
no, cara principessa. Stavo solo chiedendomi se vi andava di accompagnarmi in
una passeggiata lungo il fiume!”
Aisleen lo
guardò imbarazzata e sorpresa, arrossendo lievemente sulle gote, cosa che Peter
trovò adorabile.
“Oh…sì. Con grande piacere!”
Peter le
sorrise e le porse la mano.
“Ottimo!”
Fu così che
mentre Edmund duellava con Briscola e Lucy li incitava, Peter e la principessa
Aisleen si allontanarono per la loro passeggiata. Si avvicinarono al fiume che
scorreva pigramente, godendo della pace che trasmetteva quel paesaggio
naturale.
La
principessa Aisleen era terribilmente graziosa quel giorno, con una lunga
treccia di capelli dorati e due zaffiri splendenti al posto degli occhi.
Perciò, una volta rimasto solo con lei, Peter evitò accuratamente di guardarla
più dello stretto necessario. Il suo autocontrollo vacillava pericolosamente.
Al contrario,
lei gli rivolgeva spesso uno sguardo sfuggente, ma non sembrava più in
imbarazzo di lui.
Infine
Aisleen sospirò.
“Mi domando
cosa
Peter, imbarazzato ora più che mai, deglutì sonoramente: la
principessa aveva un’espressione così innocente che era praticamente
impossibile mentirle.
“Ah…io…credo
fosse qualcosa di molto importante. Sapete, Aisleen, quando regnavamo su Narnia
mia sorella era sicuramente la più saggia fra tutti e quattro. Anche se ero io
a prendere le decisioni finali, in qualità di Re Supremo di Narnia, mi affidavo
sempre a Susan e ai suoi preziosi consigli. Lei prendeva ogni decisione riflettendo
a lungo e basandosi esclusivamente su ciò che era giusto e ciò che era
sbagliato, in poche parole teneva conto solo di ciò che le dettava la sua
ragione. Non ha mai agito seguendo il suo cuore. Quindi, penso che Caspian
voglia conferire con lei per chiederle qualche consiglio su un’importante
questione!”
Aisleen lo
osservò a lungo, con un dolce sorriso sulle labbra. Poi accennò una risata
cristallina, che lasciò Peter turbato.
“Maestà…”
esordì lei.
“Avevamo
detto Peter, se non ricordo male!” la corresse lui.
“Oh, sì,
ricordo anch’io così. Allora…Peter…siete veramente adorabile!”
Peter
arrossì violentemente: “In…in che senso?”
“Nel senso
che non avete bisogno di affannarvi in tal modo per tranquillizzarmi su Sua
Maestà e la regina Susan! So perfettamente cosa li lega!”
“Ma
davvero?”
“Sì, sono
innamorati. E non vi è cosa più meravigliosa dell’amore, non siete d’accordo,
Peter?”
Peter le sorrise: ” Ovviamente sì. Ciò che rende felice mia sorella rende felice anche
me. Ma a voi sta bene? Tutto sommato si tratta del vostro futuro marito!”
“Certamente!
Non sono neanche lontanamente entusiasta di questo matrimonio. Non pensate
male, io stimo moltissimo Sua Maestà re Caspian: è un uomo di bell’aspetto,
valoroso e dai modi gentili. Qualunque fanciulla aspirerebbe a essere la sua
regina. Ma è anche vero che chiunque si accorgerebbe dei sentimenti del re per
la regina Susan.”
“Allora,
perché avete accettato di sposarlo?”
“Io non ho
accettato assolutamente nulla. È stato mio padre a impormi questo matrimonio!”
“Posso chiedervi
come mai?”
“Qualche
mese fa, mio padre, di ritorno da un viaggio nella terra di Calormen, ha
improvvisamente pensato che sarebbe stato magnifico se avessi sposato il re di
Narnia. Io ho provato a oppormi, ma c’era qualcosa in lui di talmente diverso
che mi ha fatto quasi paura e non ho avuto il coraggio
di andare contro la sua volontà!”
Peter si
fermò e Aisleen lo imitò.
“In che
senso diverso?”
“Mio padre
è sempre stato molto dolce e premuroso nei miei confronti. Poi, tutto d’un
tratto, dopo il suo viaggio è divenuto scontroso e sembrava aver un solo scopo,
cioè quello di farmi sposare Caspian. Non so cosa gli sia
successo!”
“Non avete
indagato?” chiese lui, guardandola preoccupato.
Lei distolse lo sguardo, rivolgendolo distrattamente verso il fiume: “Perdonatemi,
Peter, ma non sapevo proprio cosa fare. Vedevo mio padre così diverso e strano che ho
pensato solo di accontentarlo in tutto ciò che mi chiedeva!”
Aisleen sembrò
sconvolta mentre gli raccontava la sua storia e Peter si maledì per averla messa
a disagio. Così le passò un braccio attorno le spalle
e la strinse a sé.
“No, sono
io a dovervi chiedere scusa! Non avrei dovuto farvi agitare in questo modo!”
“D’accordo,
Peter. Accetto le vostre scuse!”
“Non siete
in collera con me?”
“Certo che
no! Non potrei mai essere in collera con voi, Peter!”
Detto
questo gli rivolse un sorriso teneramente malizioso, cosicché Peter si sentì
nuovamente arrossire, mentre lo stomaco fece una capriola all’indietro.
“Ah…molto
bene. Che ne dite di tornare, Aisleen? Devo
controllare che Ed non stia disturbando troppo il povero Briscola!”
“Certamente,
Peter!”
Un po’ in ritardo, ma ce l’ho fatta
a pubblicarlo! Spero vi sia piaciuto, ma non credo che sia il migliore che
abbia scritto. Il prossimo si intitola “Doubtful king”. Se non riesco a pubblicare il prossimo prima di
Natale, il che è molto probabile,vi auguro Buon Natale!!!!
Ringraziamenti…
Clacly:wow, grazie per la
recensione, sei stata molto gentile. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
Junna:che super recensione!
Ti ringrazio molto per le parole gentili! Fai bene a fidarti di Aslan, brava!
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Bibina_88: grazie anche a te per la recensione. Spero che anche questo capitolo ti
sia piaciuto.
Ashley96: ti ringrazio per aver recensito lo scorso capitolo. Spero ti sia
piaciuto anche quest’ultimo.
Rubs: ti ringrazio per la bella
recensione. Apprezzo il consiglio che mi hai dato e come hai potuto leggere c’è
qualche scena in più con Lucy e Edmund. Ma avranno più spazio anche negli altri
capitoli. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Su re Alastair…non è
proprio come hai detto tu, ma ci avviciniamo…
Fanny91: ti ringrazio per la recensione. Sono contenta che questa storia ti stia
piacendo.
xSeryChanx: grazie per la tua recensione. Non
preoccupati, la storia finirà prima o poi. Credo che arriverò a 17 capitoli.
A presto
Kia85