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Autore: Paperink    05/04/2015    1 recensioni
L'amore può dare senso a tutto... ma il senso del tutto chi può darlo? Inoltriamoci nella vita di chi ha fatto il giusto per essere felice con se stesso. Due cuori che inaspettatamente si collegano coinvolgendo ciò che li circonda, distruggendo e fortificando ciò a cui si tiene. La vita si sgretola da un lato e dall'altro si cristallizza. Tutto si divide in due parti... nel bene e nel male. Nel giusto e nello sbagliato. Solo loro sapranno cosa sarà giusto per continuare senza dar troppo conto a ciò che c'è intorno. Loro sono nell'occhio del ciclone, e dovranno essere forti per riuscire a salvare chi ritengono abbastanza opportuno od importante....
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tutto nuovo ai miei occhi. Non pensavo l'avessi mai fatto ma in quel momento mi trovavo lì e dovevo provare quella nuova esperienza. Vivere con due ragazze sarebbe stato difficile per qualsiasi uomo. Avevo le valigie pronte per cominciare, e la mente stabile per iniziare ad abituarmi all'idea che avrei vissuto temporaneamente nell'imbarazzo della situazione.
Mi sarei dovuto trasferire in una nuova città, una metropoli, e dovevo lasciarmi alle spalle la calma e la natura della mia vita precedente. Non ero abituato alla vita caotica di quelle grandi città, credevo di preferire in un certo modo il paesino di montagna dove mi trovavo. Tutti si conoscono, tutto è calmo e niente può  andare storto. Mentre in quel momento stavo andando in un posto nuovo, i palazzi ed i grattaceli mi soffocavano ma avrei dovuto farci l'abitudine.
Avevo deciso di seguire i miei sogni, perché la vita me l'avevo permesso. Avevo sempre desiderato diventare qualcuno nella mia vita, qualcuno che nel suo piccolo sarebbe stato importante. Come ogni persona ho degli ideali ma penso sia troppo presto per parlarne, per il momento cominciamo a raccontare le stelle che intersecandosi hanno formato le costellazioni della mia vita.
L'aereo mi stava portando al luogo desiderato, ma più guardavo la distesa di nuvole sotto di me e maggiormente pensavo a quanto fosse interminabile quel viaggio. Volevo arrivare in quello stesso istante ma forse il fato voleva sfidare la mia pazienza.
- Stiamo per giungere a destinazione. Preghiamo dunque i signori passeggeri di spegnere qualsiasi apparecchio tecnologico e di allacciare la cintura di sicurezza. Vi auguriamo un lieto atterraggio! -
Finalmente era giunta una buona notizia. Spensi il telefono ed allacciai la cintura fissando il segnale di atterraggio che lampeggiava sullo schienale del sedile che avevo di fronte.
Non ci volle molto prima che l'aereo arrivasse a Roma. L'atterraggio era un movimento leggero ed elegante che si riusciva a vedere solamente grazie alla maestria di un buon pilota.
Sono sceso con le valigie in mano e appena fuori all'aria aperta ho sentito il calore cocente del Sole, e cominciai ad incamminarmi insieme al resto delle persone verso l'aeroporto.
Ancora mancava molto prima che riuscissi a rompere quel muro d'imbarazzo, dovevo ancor prima prendere il treno per arrivare in città per poi raggiungere la casa che avevo affittato.
 
***
 
Ero appena arrivato sotto casa quando mi ritrovai davanti al citofono. Pensai un attimo a cosa mi aspettava per quegli anni successivi. Premetti con fermezza il bottone e sentii un piccolo suono, poi diversi rumori ed infine fuoriuscì dal foro della cassa una voce cristallina.
- Chi è? -
Rimasi leggermente in silenzio e poi con un lieve orgoglio risposi.
- Sono Andrea,  il nuovo conquilino! -
Aprii il cancello di ferro e poi il portone del palazzo. Le valigie cominciavano a pesare ma riuscivo ancora a portarle per quel poco tempo. Presi l'ascensore e arrivato al secondo piano mi ritrovai la porta di casa aperta.
Era un ingresso comunicante con un salone dove si affacciavano altre due stanza: una camera e la cucina.
La casa era ben arredata forse era molto meglio rispetto a quello che mi aspettavo. In cucina c'erano le due ragazze che sarebbero state le mie conquiline.
Una era bionda, abbastanza carina e più alta rispetto all'altra che era castana, con la pelle leggermente olivastra che attirava con quei suoi tratti orientali.
Lasciai le valige in salone e avvicinandomi a loro sorrisi.
- Ehm... Ciao! Piacere di conoscervi io sono Andrea! -
Ero leggermente imbarazzato ma non abbastanza per arrossire. Porsi la mano prima alla bionda.
- Piacere, io sono Chiara! - mi sorrise ed io successivamente spostai la mano verso l'altra e gliela strinsi con grazia.
- Mentre io sono Viola! - disse sorridendomi.
Rimanemmo in un silenzio imbarazzante per qualche secondo fino a quando Chiara ruppe il ghiaccio.
- Bhè da come vedi questa è la cucina. La stanza qui accanto è di Viola mentre la tua è di qua... seguimi! -
Aveva intenzione a stringere subito amicizia e questa cosa era alquanto insolita. La seguii verso un corridoio che collegava il salone con il resto della casa. All'inizio di questo c'era una stanza ma la superammo immediatamente. Infondo al corridoio c'era il bagno e sulla sinistra si intravedeva l'ultima camera. Chiara l'aprì e mi lasciò entrare.
- Questa è la tua camera, abbiamo pensato di lasciarti quella più grande perché sappiamo bene che tu non tornerai spesso a casa quindi abbiamo deciso di lasciarti più spazio! -
Non me lo sarei aspettato. Guardavo la stanza, scrutavo ogni angolo ma nel frattempo risposi.
- Grazie! Veramente non dovevate. -
Ma a pensarci era un'idea strabiliante. Avevano preceduto una richiesta che sicuramente avrei fatto. Mi perdevo negli sguardi scrutatori, cosicché Chiara mi lasciò da solo e cominciai a sentire le due parlare dillà in cucina. Chiusi la porta e cominciai a toccare i mobili e sentire il letto matrimoniale che era spoglio e ruvido. Aprii la prima valigia e cominciai a mettere tutto apposto. Era ormai tardo pomeriggio ma in un ora riuscii a personalizzare la mia stanza. Quadri, casse per la musica, il televisore, la Playstation con i giochi e tutto il resto adesso era disposto in perfetto ordine.
Improvvisamente bussarono alla porta e ricomparve Chiara con un'esuberanza da invidiare.
- Scusami... non volevo disturbare! Ma volevamo fare una cena fra conquilini tanto per cominciare l'anno insieme. Ci stai? -
Rimasi di stucco a questa richiesta. Era tutto nuovo ma accettai lo stesso. Presi una boccata d'aria dal balcone che c'era in camera e poi andai in cucina.
Le vidi entrambi sedute vicino la tavola. Viola era silenziosa e guardava fuori la finestra mentre Chiara continuava a parlargli ininterrottamente.
- Non penso ci sia qualcosa da mangiare... quindi penso sia meglio andare a mangiare qualcosa fuori, vi sta bene? -
Spezzai il loro discorso. Chiara annuì e l'altra rimase a guardarmi. Alzò il sopracciglio e poi strappando mezzo sorriso disse che anche per lei andava bene.
In meno di mezz'ora uscimmo di casa e andammo a mangiarci una pizza. Fu il momento ideale per conoscerci meglio. Spiegai a loro che ero qui per i miei studi universitari perché mi avevano preso alla Sapienza nella facoltà di fisioterapia. Mentre loro due erano entrambi delle minorenni che andavano ad un Liceo internazionale che era abbastanza prestigioso, motivo per cui si sono trasferite entrambe a Roma. Venivano tutte e due dai Castelli Romani, e io gli spiegai che provenivo dalla Sicilia.
Passammo la serata a parlare del più del meno e tornammo a casa in tarda nottata.
Mi misi il pigiama e mi distesi nelle lenzuola. Spensi il lampadaio e accessi la lampada sul comodino. Era tutto nuovo e dovevo abituarmi. Chiusi gli occhi e aspettai una nuova giornata. Ero pronto per vivere questa storia, sicuro di uscirne illeso.
  
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