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Autore: Miss Mistery    05/04/2015    1 recensioni
Il mio nome è Zulu, ho 12 anni e la mia casa è la Sierra Leone. Voi credete nei demoni? Nessuno di voi ha un demone dentro di sé? Io si. Io ho un demone forte, un demone che ha già lottato con molte persone di cui tante non ce l'hanno fatta, non sono riuscite a resistergli. Il mio demone ha un nome strano. Ebola. Il mio demone si chiama Ebola.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un passo, solo un altro passo. E' da tanto tempo che cammino, non so quanto.Devo raggiungere gli angeli che uccideranno il demone. Stringo i denti e la mano di mio nonno. Lui il diavolo non l'ha mai avuto.Lui, che è la mia guida e il mio sostegno. 
Tossisco.I colpi sono talmente forti che cado in ginocchio. La mia mano scheletrica ha un liquido rosso che scivola tra le dita. 
-Batti il demone! Batti il demone figlio! Raggiungiamo gli uomini bianchi.Loro ti aiuteranno ad ucciderlo!Se forte, un uomo ormai.-Né mio padre né mia madre hanno battuto il demone.
Le lacrime mi pizzicano gli occhi, ma io le ricaccio indietro. Non posso tornare indietro,loro sono morti.La nostra casa ospita i loro corpi.Io devo solo correre, correre e non voltarmi indietro.
E' mio nonno che mi guida verso gli angeli.Lì ci sono molti ospedali con medici arrivati da ogni parte della terra.Lì posso combattere il demone. No, lì devo vincere il demone per i miei genitori.
Un crampo alla base dell'addome. Urlo, ma la mia gola è troppo secca per emettere un suono forte. Mi piego e maledico il demone. Sento come se un leone mi stesse tranciando il ventre e un liquido caldo mi sale lungo la gola.Cerco di lottare, di battere il demone. Ma anche questa volta cedo alla sua forza. Quando ho finito di vomitare , mi rialzo in piedi e resisto al mancamento che vuole farmi crollare di nuovo a terra.
-Ci fermiamo.Un attimo di pausa. Il demone è forte e hai faticato..- dice mio nonno
-No!Mi alzo!-Scatto in piedi , ma subito di nuovo il liquido giallastro dal sapore amaro mi esce dalla bocca.Maledetto, maledetto demone.Mi inginocchio e afferro la mano di mio nonno per issarmi.Lui mi guarda , scuote la testa e lascia la presa.
-Smettila di fare lo stupido!- dice, sedendosi sotto una baracca- Invece mettiti vicino a me, io non ce la faccio più!-
Rimango per terra, la testa che mi scoppia. Alzo gli occhi al cielo. Le stelle ci illuminano il cammino. Mi alzo a fatica e provo a fare un passo, il dolore alle gambe e alla schiena diventa più acuto.Faccio un passo, poi un altro. Il nonno non è che a due metri da me. Piano piano vado avanti , anche se ogni passo mi costa uno sforzo sempre maggiore. Arrivo e cado supino sul suo grembo. 
Vedo il mondo metà blu e metà grigio.Il tetto copre parte dell'universo che infinito si staglia sopra di me. Il demone mi fa tremare dal freddo e mi fa scendere gocce di sudore dalla fronte.Mi sembra di galleggiare sopra un fiume, anche se non so nuotare. 
Mio nonno piange. Sento una sua lacrima bagnarmi la fronte. 
-Maledizione!Maledizione!Resisti, ti porto io!Vedrai che riesco a portarti dai medici, dagli angeli. Non lasciarti prendere dal demone!-
Mi prende in braccio e continua a camminare.E' sempre stato forte mio nonno, testardo come un mulo.
Sorrido.
-Lasciami. Ti prego, mi viene da vomitare-
Ormai la baracca è lontana , il nonno continua a camminare sempre più veloce.
-Ho sonno. Fermiamoci , ti prego-
-Non osare chiudere gli occhi! Resisti! Continua a combattere il demone!-
Inciampa e sia lui che io rotoliamo a terra. Cado a testa in giù.
Non voglio più combattere il diavolo.Non riesco.Scusa nonno.
Tossisco e sputo ancora sangue. Il suo sapore mi invade la bocca e un'altro conato di vomito mi fa piegare in due. 
Sento il nonno che mi abbraccia. Anche lui ha capito.
Vedo di fronte a me la gente del villaggio, molti portati via dal demone, altri scappati via a causa dei cadaveri sempre più frequenti. Anche noi avevamo seguito la carovana per un po', poi però il demone non ci aveva permesso di stare al passo ed eravamo rimasti indietro.Mio nonno però non si era arreso.Sapeva che chi rimane indietro muore, ma lui aveva fatto una promessa a mio padre.
-Nonno, ti saluto papà, va bene? Gli dico che hai fatto il meglio che potevi.-
Altre lacrime mi bagnano la fronte.
Chiudo gli occhi, le braccia mi stringono ancora di più. Sento il battito accelerato del mio cuore.
Tum-tum-tum-tu-tum-tum-tum 
Poi silenzio. 
  
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