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Autore: Em_    05/04/2015    3 recensioni
Elena Gilbert è una specializzanda in chirurgia del primo anno. Suo padre è il primario e anche sua madre lavora lì.
Qui ritrova i suoi vecchi compagni e amici e scopre con gioia che saranno i suoi nuovi colleghi.
Tutto sembra andare bene finché, la sera del ricevimento per i nuovi arrivati, compare qualcuno dal passato di Stefan ed Elena.
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Dal testo: «Ehi, Stefan? Terra chiama Stefan!» gli dico ridacchiando.
Lui sposta lo sguardo più in là e non mi guarda. «Damon.» dice freddo.
«Ciao fratellino.» risponde sarcastico l’uomo.
Aspetta, cosa? Quel Damon? Il fratello che se n’è andato quando avevamo dieci anni? Che cavolo ci fa qui? Non si fa vedere da sedici anni ed ora si presenta nel nostro luogo di lavoro?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3. Il cuore

 

Giro i tacchi e rientro nella stanza di Michael, lui mi sorride ed io prontamente ricambio, è un bel ragazzo moro con gli occhi grigi e un sorriso affascinante. Lo visito e annoto ogni cosa nella sua cartella, riesco ad avvertire il battito irregolare del suo cuore con lo stetoscopio, deve essere proprio messo male è stato fortunato ad averne trovato uno.

«Se non fossi così malconcio ti chiederei di uscire, dottoressa.» 

«Tra poco non lo sarai più, Michael. Il dottor Salvatore ti rimetterà a nuovo!» gli dico con un sorriso.

«Meglio per me allora…» continua lui con aria maliziosa.

«Stai flirtando con me?» gli domando ridendo.

«Può essere… E sono contento di essere venuto dall’Ohio a qua, ci sono un sacco di belle dottoresse.» confessa.

«Ah, sei dell’Ohio?» chiedo curiosa.

«Sì, sono arrivato l’altro ieri. Ho voluto che fosse il dottor Salvatore a farmi il trapianto, lui mi ha seguito fin dall’inizio ed è uno dei migliori.»

Quindi Damon viveva in Ohio prima di venire qui… «Oh, capisco!»

In quel momento avverto un colpo di tosse e mi volto di scatto. «Allora, se hai finito di amoreggiare con il tuo paziente ti informo che l’elicottero è pronto per andare.» mi riprende Damon.

«Sii gentile con lei, è carina!» mi difende il paziente.

«Ci proverò.» Damon gli fa l’occhiolino e mi porta fuori dalla stanza.

Senza proferire parola saliamo nell’elicottero, lui mi allaccia la cintura e mi fa indossare le cuffie, sono sola con lui e questo mi fa uno strano effetto. Mi sento a disagio perché lo conosco e allo stesso tempo no, senza farmi notare lo guardo e in quel momento mi sembra di essere ritornata quella bambina di dieci anni che ogni tanto lo ammirava di nascosto durante i pomeriggi che passava a giocare con Stefan. Lui sposta lo sguardo su di me ed io lo abbasso pregando che non abbia capito che lo stavo osservando, sento i suoi occhi di ghiaccio su di me e non so che fare, avverto il calore sulle mie guance, sicuramente sarò diventata rossa.

«Ne è passato di tempo, eh?» inizia lui.

«Già…» taglio corto.

«Tu e Stefan state bene?» mi chiede improvvisamente, quella domanda mi spiazza.

«S… Sì…» balbetto, quest’uomo mi mette in agitazione.

«Rilassati, Elena. Non mordo mica.» mi prende in giro.

«Perché te ne sei andato?» domando di getto.

«Tanti motivi che non starò ad elencarti.» risponde freddo.

«A Stefan mancavi…» continuo.

«Lo so, Elena.» mi dice distogliendo lo sguardo dal mio.

Non vado oltre, non sono affari miei e in più stiamo lavorando quindi decido di lasciar perdere anche se quel “lo so” mi ha lasciato dei forti dubbi. Se sapeva di mancare alla sua famiglia perché non si è più fatto vivo? Ci sono cose di Damon che non capirò veramente mai. Vengo strappata dai miei pensieri quando sento l’elicottero che si appresta ad atterrare, lui mi aiuta a scendere ed entriamo nell’ospedale di Las Vegas. Ad aspettarci c’è già l’equipe pronta per espiantare il cuore e darlo a noi, ancora incredula mi lavo ed entro in sala operatoria. Secondo giorno da specializzanda e mi capita un trapianto, dire che sono fortunata è riduttivo. Rimango indietro lasciando gli altri lavorare, Damon afferra il bisturi ma non tocca il paziente.

«Dottoressa Gilbert, hai intenzione di venire qui o devo portarti il paziente lì?» mi chiede sarcastico.

Tutti i presenti mi fissano ed io con la coda tra le gambe mi avvinco al tavolo. Lo osservo lavorare, spiega ogni passaggio con la massima precisione e cura ogni sutura che esegue. E’ un piacere guardarlo lavorare, qualcosa di magico, rimango letteralmente incantata dalle sue parole e dalle sue mani, sto sorridendo sotto la mascherina anche se nessuno può vedermi. Il cuore viene posto in un apposito contenitore con il ghiaccio e consegnato a me che lo prendo ed esco dalla sala ancora eccitata da ciò che ho visto.

Risaliamo nell’elicottero questa volta diretti a Mystic Falls, tengo il contenitore saldo tra le mani, lo farò arrivare sano e salvo per Michael.

«Finirai per romperlo se lo stringi così forte.» sento Damon ridacchiare.

«Io, ehm… Non è vero.» cerco di ribattere.

«Stavo scherzando, ti metto davvero così in soggezione?»

«Sì.» dico guardando fuori dal finestrino.

«Eppure quando eri piccola avevi sempre la battuta pronta.» “Che vuol dire?” mi domando.

«Non me lo ricordo…» gli rispondo distaccata.

«Va bene, va bene, ti lascio in pace.» afferma rassegnato.

Un po’ mi sento in colpa, in fondo a me non ha mai fatto nessun tipo di torto, ma essendo cresciuta con Stefan so quanto l’ha fatto soffrire ed in un certo senso è come se ci fossi passata anche io.

Arriviamo a Mystic Falls e ci precipitiamo nuovamente in sala operatoria, questa volta è Michael ad essere sul tavolo, prima che lo addormentino mi avvicino a lui e lo saluto.

«Ehi, sei pronto?» chiedo.

«Assolutamente, cercate solo di non uccidermi.» risponde ironico.

«Faremo del nostro meglio.» lo rassicuro.

L’anestesista lo addormenta e con la coda dell’occhio vedo arrivare Damon, è proprio a suo agio in sala operatoria ed è davvero un ottimo medico da quel poco che ho visto, sono onorata ad avere la possibilità di imparare da lui anche se come persona mi mette in agitazione. Afferra il bisturi ed inizia il suo spettacolo, tutto procede come da manuale, nessuna emorragia, nessun intoppo. Il nuovo cuore comincia a battere quasi subito, resto ammaliata da quel semplice movimento e i miei occhi sprizzano gioia da tutti i pori. Non ho toccato nulla, solo guardato, ma come secondo giorno è stato spettacolare. Accompagno il paziente nel reparto di terapia intensiva, lascio che le infermiere lo sistemino nella stanza e mi reco in mensa per mangiare qualcosa. E’ pomeriggio inoltrato e ho una fame da morire dopo aver assistito ad un espianto e ad un trapianto di cuore, prendo una fetta di torta al cioccolato e un succo alla pesca, il mio preferito. Mi siedo e mi gusto la mia merenda quando vedo arrivare Stefan sorridente.

«Ehi, straniera! Dov’eri finita?» mi domanda.

«Trapianto di cuore!» rispondo con la bocca piena di cibo.

«Che cosa?!» mi urla.

«Tuo fratello…» dico solamente.

«Che gran bastardo!» conclude scuotendo la testa.

Finisco di mangiare, saluto Stef e mi reco dal mio paziente a controllarlo. E’ sveglio, mi saluta con la mano ma non parla, sicuramente sarà ancora stordito per via dell’anestesia. Lo visito in velocità e sembra stare bene, i parametri vitali sono buoni ed ogni cosa è al suo posto. Sto per lasciare la stanza quando sento il bip del monitor, mi volto e vedo una linea piatta. “Merda, arresto cardiaco!” penso e corro da lui. Inizio il massaggio e due infermiere vengono in mio soccorso, mi aiutano ad usare le piastre, provo una, due, tre volte ma ancora niente non si riprende, continuo a premere sul suo petto nella speranza che il cuore riparta.

«Da quant’è così?» chiede Damon avvicinandosi.

«Venticinque minuti, dottore.» risponde una delle due infermiere.

«Dottoressa Gilbert, lascialo andare.» dichiara.

Cosa? No, non esiste, non lo lascio morire. Col cavolo!

«Dottoressa Gilbert!» alza la voce.

«No!» grido seccata.

«Elena, ha avuto un embolo. Non è colpa tua, ora smettila.» mi prende le mani e con forza mi trascina via. Resto immobile.

«Ora del decesso 19:42.» dice guardando l’orologio.

Esco dalla stanza correndo e mi rifugio sulle scale tra un piano e l’altro. Le lacrime iniziano a scendermi senza motivo, col lavoro che faccio dovrei essere abituata alla possibilità di perdere qualcuno eppure sono qui a piangere come una disperata. La porta delle scale si apre ed io mi asciugo rapidamente le guance.

«Stai bene?» è Damon, mi ha seguita.

«Sì…» dico singhiozzando.

Si siede in parte a me «A volte capita, tu sei stata brava e la sua morte non è di certo stata colpa tua.»

«Sono stata così brava che è morto.» replico sarcastica.

«Quante volte devo ripetertelo che non è per causa tua?»

Non gli rispondo e mi giro a guardarlo. Per un attimo ci fissiamo e quel suo sguardo riesce a calmarmi, non so come, non so perché, ma ci riesce. Inizio ad agitarmi subito dopo e decido di andarmene da lì senza dire niente. “Quanto sei stupida, Elena? Chissà che penserà adesso!” mi dico mentalmente.



Angolo autrice
Buonasera! Dopo essere sopravvissuta al pranzo pasquale vi pubblico il terzo capitolo!
Come potete notare è quasi completamente incentrato su Damon ed Elena! I due vanno a recuperare il cuore ed è lì che Damon tenta un approccio cercando di ricordare quando erano più piccoli, Elena si sente a disagio e risponde a monosillabi, ma non esita a fargli la fatidica domanda: perchè te ne sei andato di casa? Lui risponde che è stato per diversi motivi, ma non specifica. Al ritorno parlano nuovamente ma Damon capisce subito che la ragazza si sente in soggezione e lascia stare. Un altro punto è il povero paziente che, ahimè, nnon ce l'ha fatta. Elena si sente in colpa e si rifugia a piangere, ma il nostro bel dottore corre ad accertarsi che stia bene eheheheh ;) infatti c'è un intenso scambio di sguardi tra i due.
Che accadrà in futuro? Faranno amicizia o resteranno freddi l'uno con l'altra per via del passato?

Ringrazio le quattro ragazze che mi hanno recensito la scorsa volta, siete gentilissime e amo leggere ciò che scrivete, che sia un poema o due righe! Se avete domande o consigli ditemi pure, aspetto con ansia i vostri commenti, non vedo l'ora di sapere se il capitolo vi è piaciuto! Vi prego lasciatemi una recensione :')

Un bacio a tutti,
Anna
   
 
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