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Autore: softkitty    05/04/2015    1 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 19

 

«Non ci trovavamo per bere durante la settimana dal giorno della mia laurea». Finn sorseggiò la sua birra, perdendosi nei ricordi. «Avevamo bevuto un sacco. Ed eravamo decisamente più arzilli di ora». Lanciò uno sguardo a Daniel che, abbacchiato, fissava il fondo della sua bottiglia, alla ricerca di chissà che cosa.

«Danny – intervenne Colin – vuoi un'altra birra?»

«No, grazie, domani devo essere in tribunale alle 9. Non posso presentarmi sbronzo»

«Ma non puoi presentarti neppure catatonico, altrimenti ti stracciano» disse Finn stringendo le spalle in risposta allo sguardo fulminante che Colin gli lanciò.

«Non sono catatonico, Finn»

«Lascialo dire a me, sono io il medico!»

Daniel abbozzò un sorriso. «Sì, e mi chiedo come diavolo sia possibile che tu ce l'abbia fatta»

«Hey! Non starai dubitando delle mie doti! Piuttosto – aggiunse – chiediti come abbia fatto il nostro caro Colin a diventare ingegnere chimico»

«La vostra – rispose Colin, con ostentata superiorità – è solo invidia»

«E se non vuole più vedermi?»

Quella domanda gli ronzava nella testa da quando Nicky gli aveva chiesto del tempo per riflettere. Cosa avrebbe fatto di fronte ad un suo rifiuto?

«Non fasciarti la testa prima di averla battuta, Danny» gli rispose Colin. «Se ti ama, cercherà di passare sopra alla tua omissione»

«Non lo so, mi sembrava così confusa»

«Confusa?» Finn si sporse dalla sedia, per piazzarsi di fronte a Daniel. «Se è confusa, la cosa peggiore che puoi fare è lasciarle tempo. Non ne caverà un ragno dal buco. Puoi volgere la situazione a tuo favore. Nicky si sente emarginata dalla tua vita? Dimostrale che non è così»

Daniel si illuminò. «La porterò a cena dai miei! Finn, sei un genio!»

«Ragazzi! Frenate! Potrebbe funzionare, ma se Nicky avesse davvero bisogno di tempo? Se la trascini a casa dei tuoi, potrebbe sentirsi pressata»

«Oh – sospirò Daniel – vero, non ci avevo pensato. Cosa devo fare?»

«Ha detto che ti chiamerà domani, giusto?» Daniel annuì. «Ottimo, se non ti chiama, chiamala tu»

«Per fortuna ho parlato con voi e non ho telefonato a Nelson»

Finn si finse indignato: «Noi siamo più simpatici di tuo fratello!»

«E soprattutto, non ti abbiamo strappato le palle, come invece avrebbe fatto la tua adorata cognatina» aggiunse Colin.

«Ora è meglio che me ne torni a casa, devo essere presentabile, domani. Grazie ragazzi e buonanotte». I due lo osservarono allontanarsi con il capo chino e le spalle ricurve. Era decisamente giù di morale.

«Colin, dici che dovremmo parlare con Nicky?»

«Non ci penso proprio! Quella staccherebbe a noi le palle. Sicuramente pensa che abbiamo retto il gioco a Dan»

«Non ha tutti i torti. Quindi – aggiunse Finn – ne rimaniamo fuori?»

«Per ora sì. Se le cose prenderanno la piega sbagliata, allora ci penseremo»

***

Nicky si fece una doccia, nella vana speranza di riuscire a trovare un po' di pace.

Era successo tutto troppo in fretta, era innegabile, ma la giovane non riusciva a convincersi che tutto ciò che era successo con Oneweek fosse sbagliato.

Sembrava passato un secolo da quando lo osservava, come osservava tacchettina e Mrs Mondo, e memorizzava i suoi completi, associati ai giorni della settimana.

Nonostante tutto, Nicky si trovò a sorridere pensando che, da quando si erano conosciuti, Daniel non aveva più rispettato quello schema. In qualche modo, si erano cambiati a vicenda. Avevano entrambi sottilmente cambiato alcune delle proprie abitudini per adeguarsi a quelle dell'altro, creandone delle nuove.

Daniel, dolce, divertente e bugiardo.

Anche se, tecnicamente, la sua non era una bugia, era un'omissione.

Un'omissione importante. Non gli aveva tenuto nascosto il suo segno zodiacale o la presenza di un gatto, ma il fatto di essere il figlio del fondatore dello studio legare Morris.

Una parte di sé non sopportava quella sua omissione, dall'altra però sapeva che se Daniel le avesse rivelato subito il suo cognome, lei sarebbe scappata a gambe levate e non gli avrebbe mai e poi mai dato la possibilità di insinuarsi nella sua vita. Non dopo quello che era successo con Noah e la sua adorabile ex e la sua ancora più adorabile mammina.

E sapeva che quella dell'omissione era una delle poche strade praticabili per avvicinarsi a lei senza rischiare di incappare in muri di pregiudizi.

Quindi poteva allontanarlo perché aveva trovato l'unica via praticabile per avvicinarlesi?

Certo che poteva. Era stato talmente privo di scrupoli da mentirle, pur di raggiungere il suo scopo.

E il suo lavoro? Daniel le aveva giurato di non aver fatto pressioni a sua madre per far sì che assumessero proprio lei, ma, alla luce delle nuove scoperte... le aveva detto la verità?

L'idea di aver ottenuto quel posto solo grazie alle pressioni di Daniel e di sua madre le risultò rivoltante. Quante volte aveva fatto richiesta di poter essere l'assistente di un qualsiasi docente per poter racimolare qualche spicciolo? E quante volte si era trovata a maledire quei maledetti figli di papà che le avevano soffiato il posto?

Lo squillare del suo telefono interruppe le sue riflessioni. «Pronto?»

«Nicky, come stai? Sei incazzata? Stai piangendo?»

«Diane, ciao! Come mai chiami a quest'ora?»

«Ho incontrato Finn e mi ha detto che Daniel gli ha raccontato cosa è successo tra voi. Come stai?»

«Sono stata peggio, non ti preoccupare»

«Vuoi che passi da te? Potremmo fare un pigiama party»

Nicky guardò l'ora. «No, tu sei appena uscita dall'ospedale e devi riposare e io devo andare a letto, altrimenti domattina non riuscirò mai ad alzarmi dal letto»

«Va bene, però... stai bene?»

«Sì, sto bene, D. Va bene se ti chiamo domani all'ora di pranzo? Così chiacchieriamo un po'»

«Magnifico, cerca di dormire e ricordati che, per qualsiasi cosa, io ci sono»

Nicky sospirò, prima di risponderle. «Me lo ricordo, grazie, Diane. Buonanotte».

***

Daniel aprì gli occhi e sospirò, affranto. Aveva dormito poco e male: il pensiero di aver perso Dom lo aveva tormentato per tutta la notte.

Si gettò sotto la doccia gelata per cercare di riprendersi. Aveva un'udienza importante e non poteva permettersi di arrivare in tribunale distratto e impreparato. Altrimenti sarebbe stata una tragedia.

Osservò il cellulare e notò di non aver ricevuto nessun messaggio da parte sua. Si rassegnò ad una lunga giornata lavorativa, quando suonarono al campanello. Per un solo, folle istante, Daniel pensò che fosse Dom. Poi però, si ricordò di non averle mai mostrato casa sua.

«Chi è?»

«Sono tua cognata, pezzo di cretino! Andiamo a fare colazione insieme». Una volta entrati in un piccolo bar, Terry gli lanciò uno sguardo molto molto intenso. «Parli tu, o parlo io?»

«Ho solo una domanda: come diavolo fai a saperlo?»

«Nelson ha incontrato Colin»

«Che razza di comari!»

Terry si fece seria. «Come stai?»

«Da schifo, non si vede?»

La cognata gli batté una mano sulla spalla: «Non infierirò, sei già troppo abbacchiato. Però pensiamo a come potresti rimediare». Daniel le raccontò per filo e per segno l'accaduto. «Ok, si è sentita presa in giro, comprensibile. Ha detto che ti richiamerà lei, giusto? Se non ti richiama, chiamala tu. La trascinerai, se necessario, a casa dei tuoi genitori e ceneremo tutti insieme. Deve vedere che famiglia siamo»

«Ma...»

«Io credo che abbia paura di rivivere quello che ha passato con la famiglia del suo ex. Credi sia facile essere continuamente giudicata per quello che non hai? Ha paura che mamma e papà credano che non sia abbastanza per te. E ha paura che tu ti lasceresti influenzare da loro, come il suo ex. Devi dimostrarle che non deve temere nulla, da quel punto di vista»

«Se me ne darà l'opportunità, glielo dimostrerò» lasciò una banconota sul tavolo e si alzò, sorridendo fiducioso. «Sei la cognata migliore del mondo. Dai un bacio a Taylor da parte mia. Ora scappo, non posso arrivare in ritardo»

***

«Buongiorno signora, posso esserle utile?» Nicky si era avvicinata ad una donna che, borsetta alla mano, stava entrando nella scuola.

«Sono qui per parlare con la preside Fowler»

«Se vuole l'accompagno al suo ufficio, mi segua»

La donna si mise al suo fianco. «Lei è una nuova docente?»

«Tengo il corso pomeridiano di inglese con i ragazzi del quarto anno. È la mia prima settimana»

«Piacere di conoscerti, Dominique»

La ragazza arrestò la sua camminata, voltandosi verso la sconosciuta. Sconosciuta con gli stessi occhi di Daniel. Merda. «Signora Fisher-Morris, che piacere conoscerla»

«Chiamami pure Miranda, non ti preoccupare. Il piacere è tutto mio. Come ti trovi qui?»

«Preferirei darle del lei, se non le dispiace. Adoro questo lavoro, la ringrazio per avermi dato questa opportunità, Daniel deve averla tartassata non poco»

«Assolutamente no, mia cara. Sono stata io a chiedergli il tuo numero. Durante un pranzo si era lasciato sfuggire che ti fossi appena laureata in Lettere, così, quando Bettie mi ha chiamata, ho chiesto a mio figlio»

Nicky rimase per un istante in silenzio. Doveva crederle?

«Beh, grazie lo stesso. Senza di lei, probabilmente non sarei qui»

Miranda le fece un sorriso incoraggiante. «Figurati. Come sta mio figlio?»

Eccola, la domanda che Dominique non voleva le fosse posta. «Bene, direi. Questa mattina doveva essere in tribunale»

La donna cercò di rimanere impassibile, ma non ci riuscì. «So che avete litigato e – aggiunse in risposta al silenzio di Nicky – so anche perché. Daniel non l'ha fatto con cattive intenzioni»

«La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Ho capito perché Daniel me lo ha tenuto nascosto, ma ciò non toglie che lo abbia fatto»

«So che penserai che sono una madre impicciona, ma vorrei... Daniel è innamorato di te»

Nicky sentì lo stomaco precipitare in zona intestino. «Lo so, me lo ha detto»

«Posso sapere di cosa hai paura, Dominique?»

«Non vorrei offenderla, però preferirei chiarire con suo figlio». Decisamente, non le andava di parlare della sua relazione con la madre del soggetto in questione.

«Non preoccuparti, hai ragione, non dovrei farti tutte queste domande. È meglio che vada a parlare con Bettie. In fondo sono venuta per questo»

«La lascio al suo appuntamento, signora Fisher-Morris. Buona giornata»

«Buona giornata anche a te, Dominique»

Buona giornata un tubo, pensò la giovane. Incontrare la madre del proprio ragazzo poche ore dopo aver discusso con quest'ultimo non era la sua più grande aspirazione. Ma, si disse, una volta passato questo scoglio, che altro poteva succedere?

Trascorse la mattinata a preparare esercizi e fotocopie per i suoi alunni e quasi non si rese conto dell'arrivo dell'ora di pranzo.

Si mise al solito tavolo ed afferrò il suo cellulare per chiamare Diane. Stava giusto per avviare la chiamata, quando qualcosa le picchiettò la schiena. Si voltò ed abbassò lo sguardo per puntarlo su... un nanerottolo con i capelli riccioli e gli occhi scuri. Troppo piccolo per essere un alunno.

«Ciao, tu chi sei?»

«Tay e tu?»

«Io mi chiamo Nicky. Dov'è la tua mamma?»

«Con la nonna». Dom collegò tutte le informazioni alla velocità della luce, ma non riuscì a scampare alla sua sorte.

«Taylor, eccoti! Io e la nonna ti stavamo cercando». Nicky si alzò dalla panchina e sorrise cordialmente alla donna che si trovò di fronte. Capelli castani, ricci e corti, occhi scuri come quelli del figlio ed un sorriso a 32 denti. «Ciao! Spero che mio figlio non ti abbia disturbata»

«Assolutamente no, non ti preoccupare. Terry, giusto?»

«In carne ed ossa e tu, ovviamente, sei Dom».

Le due si strinsero la mano, ma furono interrotte dallo squillare del telefono di Nicky. «Scusami un secondo. Pronto – aggiunse, una volta accettata la chiamata – Ciao Diane, ti posso richiamare io più tardi? Sì, grazie. Buon appetito». Chiuse la telefonata e rivolse nuovamente l'attenzione alla sua interlocutrice che, nel frattempo, si era sbarazzata del nanerottolo, cacciandolo dalla nonna.

«Sono passata di qui per fare un saluto a Miranda e...» si strinse nelle spalle.

«Caspita, quante coincidenze, oggi! Prima la madre di Daniel che passa di qui per caso – calcò molto sulle ultime due parole – per salutare la sua amica e ora anche la cognata passa di qui per caso. Giusto per curiosità, tuo marito e tuo suocero passeranno prima delle 17? Vorrei rientrare a casa ad un orario decente».

Terry, tutt'altro che offesa, scoppiò a ridere. «Non credo che Grayson e Nelson passeranno di qui, non ti preoccupare. Per oggi ti toccano solo le due donne della famiglia»

Nicky inclinò il capo e prese posto a sedere. «Ti dispiace se mangio mentre fai la tua arringa difensiva?»

«Assolutamente no, buon appetito»

«Grazie»

Terry si sedette di fronte a lei ed iniziò a parlare. «Daniel è stato un cretino. Glielo avevo detto che doveva essere onesto con te fin dall'inizio. Non l'ha fatto solo perché aveva paura che tu lo rifiutassi»

«Capisco perfettamente perché lo ha fatto. So che, in un certo senso, è colpa mia. In quel momento ero uscita da una pessima storia e sicuramente, se mi avesse detto di essere chi è, lo avrei allontanato come un appestato. Quello che mi fa incazzare è che ha avuto miliardi di occasioni per dirmelo, ma non l'ha fatto»

«Come sarebbe non l'ha fatto? Mi ha detto di averti detto tutto!»

«Sì, ma quando lo ha fatto, lo sapevo già. Me lo ha detto una mia amica. Daniel mi ha detto tutto solo perché si è sentito messo alle strette»

«Alt! Quindi tu lo sapevi già? Da quanto?»

«Qualche ora. Ho ricevuto il messaggio con l'identità di Daniel nel pomeriggio e la sera abbiamo discusso»

«Daniel è...»

Nicky alzò una mano, per bloccarla. «No, per favore, fermati. Non gettarti in una appassionata difesa di Daniel e non profonderti nell'elenco delle sue mille qualità positive. Non è necessario, lo conosco»

«Quindi? Qual è il problema?»

«Ne parlerò con Daniel, se non ti dispiace»

«Quindi gli parlerai?»

«Certo che sì»

«Quindi sono venuta qui per nulla?»

«Volevi venire qui per manipolarmi ed indurmi a fare quello che volevi? Eri già così sicura che tua suocera avesse fallito?»

«Manipolarti no, volevo solo parlarti di Daniel e conoscerti. Il mio cognatino ha fatto a me e Nelson una testa quadrata parlandoci di te. Quando Nelson mi ha detto di aver incontrato Finn che aveva parlato con Daniel che gli aveva raccontato di ieri sera, non ho resistito. Così ho preso due piccioni con una fava»

«E io che mi aspettavo velate minacce a prendere le distanze dal giovane rampollo di casa Fisher-Morris!»

«Perché mai?»

«Non sono esattamente l'ideale di moglie per un avvocato riccone e di famiglia altolocata»

«Oh, ti prego, non dire stronzate! Non siamo più ai tempi di Jane Austen! Se Daniel ti ha scelta, ha i suoi buoni motivi. A Miranda e Grayson non interessa il tuo conto in banca. E, per quel che vale, neppure a me, Nelson e Taylor»

Nicky fece un sorriso tirato. «I genitori del mio ex non la pensavano così. È per quello che Daniel non ha voluto dirmi nulla. Sapeva che non gli avrei mai dato una chance, non in quel momento, almeno. Ti avrà sicuramente parlato di Noah Parker». Terry annuì. «Inutile che ti rispieghi tutto, anche perché tuo figlio ti reclama»

Dietro la donna, infatti, comparve la signora Fisher-Morris, con Taylor in braccio. «Il principino vuole la sua mamma»

«Vieni qui, tesorino della mamma». Terry lo accolse tra le sue braccia e si alzò dalla panchina. «Mi ha fatto piacere conoscerti, Dom. Spero di vederti a pranzo, una di queste domeniche»

«Arrivederci ad entrambe! Ciao Taylor, fai il bravo». Il piccolo sventolò la mano e il trio si allontanò, lasciandola sola con un mare di pensieri che le vagavano in testa, cozzando l'uno contro l'altro. Proprio ciò che ci voleva prima di iniziare un pomeriggio di lezione con una marmaglia di bambini del quarto anno.

Quando uscì dalla scuola, Nicky era stanca morta, ma determinata. La nebbia che aveva in testa si era diradata ed ora sapeva qual era la decisione da prendere.

Doveva solo comunicarla al diretto interessato.

 

 

Il mio angolo.

Buonasera e buona Pasqua in ritardo!

Questa settimana sono in anticipo, perché domani, con ogni probabilità, non riuscirò a postare.

Prometto che, entro fine settimana, risponderò alle recensioni passate e future (se ce ne saranno).

Come al solito, ringrazio di cuore tutte le persone che continuano a leggere la storia nonostante le mille attese, ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di inserirla tra le preferite/ricordate/seguite, e ringrazio tutte le anime pie che hanno lasciato e/o lasceranno una recensione. Sapere cosa pensate conta molto.

Spero non ci siano errori, ma non vi assicuro niente, non ho avuto tempo di ricontrollarlo.

Buona Pasquetta!

Bisous,

Softkitty

  
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