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Autore: clifforton    05/04/2015    1 recensioni
Luke Hemmings non era più Luke Hemmings. Del ragazzino con i capelli biondi, gli occhioni blu pieni di sogni e il cuore colmo di speranze era rimasto ben poco. Il successo stava distruggendo lentamente quello che era, e lo stava trasformando in una persona totalmente opposta a quello che usava essere.
Quindi, dopo l'ennesimo problema provocato dal biondo, i manager e i compagni di band erano arrivati ad una decisione: bisognava prendere provvedimenti.
E che provvedimento migliore c'è, che Shasa Andrea Quinn?
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"...Non potete prendere e spedirmi dall'altra parte del mondo come un pacco di poco valore. Sono Luke Hemmings, io!"
Una risata amara lasciò la bocca dell'uomo, di fronte a lui.
"Bene, hai un'altra opzione: o vai, e fai come ti ho detto, oppure sei fuori dalla band. Fuori. Out. Nessuno si ricorderà più di te nel giro di poco, troveremo un nuovo cantante per i 5SOS, e tu cadrai nel dimenticatoio e finirai nella storia della musica per uno dei tanti talenti sprecati. A te la scelta"
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"Piacere di conoscerti! Devi essere Luke, io sono Shasa"
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOMETHING'S GOTTA GIVE
That little kiss you stole,
it held my heart and soul, 
and like a deer in the headlights I meet my fate.
Don't try to fight the storm,
you'll tumble overboard.
Tides will bring me back to you.
//Deathbeds-Bring Me The Horizon//


 
Volare era una delle cose che piaceva davvero a Luke, oltre alla musica, l'alcool e le ragazze. Amava osservare le nuvole intorno a lui, la sensazione allo stomaco quando si decolalva ed atterrava, amava riconoscere i luoghi sui quali volava, tra campi, città grandi e piccole. Si sentiva padrone del mondo intorno a sè, e adorava poterlo fingere.

Peccato che quel volo Sydney-Casper non avrebbe proprio voluto farlo.

Aveva fatto delle ricerche su dove si stava dirigendo, aveva cercato la storia del Wyoming e di Casper, la città più vicina a quel ranch in cui avrebbe passato mesi. 
Non era poi tanto grande, con i suoi cinquantamila abitanti era la seconda città più abitata del Wyoming. Luke, a quell'affermazione, aveva gonfiato il petto, sbuffato altezzosamente e "Cinquantamila persone me le trovo ad un concerto, io, mica in una città".
Non avrebbe mai ammesso che l'idea di passare del tempo un po' da solo, staccare la spina da tutti i problemi che comportava essere una star ed immergersi per del tempo nella natura non gli dispiaceva.
Ma l'orgoglio viene prima della ragione, sempre. 

Suonava una vecchia canzone dei Bastille nelle sue cuffie, quando l'aereo atterrò.
Sbuffò piano, slacciando stancamente la cintura e scendendo dall'aereo. Dopo 15 ore di viaggio, sì, poteva dire di essere davvero esausto. Si trascinò lento verso l'uscita, gli occhi a malapena aperti e tanti insulti per i suoi adorati manager che avevano deciso di fargli un simile regalo.

L'aria pulita sembrò dargli un po' più di energia; gli ricordava quando da piccolo andava a giocare nel boschetto vicino casa, quel piccolo spazio che gli permetteva di staccarsi dalla caoticità di Sydney.
Era da tanto che non aspirava aria buona, tra le grandi metropoli che era solito visitare. 
L'aereoporto non era neanche tanto vasto, e non c'erano tante persone, in giro. Per quanto odiasse ammetterlo, si sentiva nervoso riguardo tutto quello che avrebbe passato.
Una nuova casa, nuove persone, nuove abitudini.

Non era abituato a ricominciare, e non voleva abituarsi. 

Non fu difficile trovare la cugina di Matt. Era l'unica persona che, alla fine delle scale mobili, reggeva un cartello con scritto sopra "Luke" a caratteri disordinati e caotici.
E, da buon ragazzo diciannovenne, la prima cosa a cui badò fu che, diamine, era davvero una bella ragazza. I capelli biondi cadevano disordinatamente lungo la schiena, e la canotta bianca metteva in evidenza le curve morbide e la vita stretta; i lineamenti erano dolci e un poco bambineschi, e le labbra piene si erano curvate in un sorriso quando aveva visto il ciuffo biondo in mezzo alle altre persone che erano sul volo. 

Luke si incamminò a passo strascicato verso la ragazza, mettendo su un sorrisetto strafottente. 

"Piacere di conoscerti! Devi essere Luke, io sono Shasa"

La prima cosa che il giovane notò fu il forte accento americano che gli rendeva difficile distinguere perfettamente le parole. La seconda, il tono entusiasta che, sinceramente, non comprendeva: come poteva essere felice di avere per mesi un tipo come lui in casa? La terza, fu il nome. "Che razza di nome è, Shasa?", pensò, mentre la guardava tendere la mano ed aspettare che la scuotesse. La afferrò tra le sue, annuendo, senza togliere il sorrisetto dalle labbra.

"L'unico e il solo"

Gli scappò uno sbadiglio, e Shasa ridacchiò, mostrando una fila di denti bianchissimi. 

"Possibile che tutte le americane devono essere bionde con occhi verdi, abbronzate e con denti bianchissimi?", pensò, mentre la ascoltava parlottare sul come bisognasse tornare a casa.

"...Quindi adesso andiamo a prendere il pick up e andiamo a casa, così puoi riposarti. Sembri davvero stanco! Quanto è durato il volo?"

Luke aveva già inquadrato che tipo di persona era Shasa: parlava, parlava e parlava. Ma non gli dava fastidio. Aveva una voce melodica e dolce, e pensò che non si sarebbe mai stancato di ascoltarla. 

"Quindici ore. Neanche tanto, ho fatto di peggio"

Va bene, magari quella ragazza poteva essergli simpatica, a pelle, ma lui era Luke Hemmings, e mica poteva essere gentile. Ma Shasa non mostrava altro che il sorriso dolce che non vacillava neanche dopo l'ultima frase detta bruscamente. 

"Capito. Seguimi, così puoi dormire un po' anche in macchina. Il ranch è a mezz'oretta da qui"

L'idea di dormire era allettante, per Luke. Non vedeva l'ora di poter finalmente posare la testa su un cuscino e prendersi una pausa da tutti i pensieri che gli ronzavano in testa ad una velocità tremendamente veloce. 
Seguì la ragazza fuori dall'aereoporto, dopo aver recuperato la sua valigia e il borsone che si era portato dietro, perchè Luke Hemmings non può certamente stare senza il suo armadio.
Shasa non gli rivolse parola finchè non arrivarono a quello che doveva essere il pick up: un coso polveroso che sembrava tutto meno che sicuro, con la vernice un tempo grigia trasformata in un mix tra ruggine e fango secco. Una risatina nervosa lasciò la bocca di lei, quando vide l'espressione scettica di Luke. 

"E' un po' vecchio, lo so. Ma è l'unico modo per arrivare al ranch"

"Ma tu non sei troppo piccola per guidare? Hai sedici anni, no?"

"Oh, sì. Ma qui ti insegnano a guidare da bambina. Non si sa mai cosa ti può mettere davanti la vita!"

Il sorriso non aveva lasciato il suo viso per un secondo solo, mentre caricava nel cassone posteriore le valige. Luke sbuffò internamente, al pensiero di tutta la polvere che si sarebbe posata sulla sua roba. 
Ci volle poco, però, per addormentarsi, poggiato sul finestrino di vetro di un pick up chissà quanto vecchio e sulle note di una canzone country anni '70. 
Per la prima volta dopo tanto tempo, Luke sentì di poter dormire tranquillo, lontano da tutti i problemi che segnano la vita di un cantante famoso.


 



 
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Buonasera, e buona Pasqua per chi è credente e per chi invece crede solo alle uova di cioccolato [me].
Grazie per essere arrivati fino a qui, spero il capitolo vi sia piaciuto, per quanto corto è. 
Fatemi sapere che ne pensate, se ci sono degli errori e che ne pensate in generale della storia.
Non ho molto da dire, anche perchè ascoltare i Bring Me The Horizon mentre scrivo mi distrae un po' da quello che vorrei dirvi, ahahah.
Beh, alla prossima!
-clifforton xx
   
 
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