Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: SAA89    06/04/2015    2 recensioni
Allora, manca meno di un mese ad Avengers: Age of Ultron, ma abbiamo visto tutti la scena nei titoli di coda del primo film. Sappiamo che il prossimo avversario dei Vendicatori sarà Thanos. E sappiamo anche che non lo metteranno a nanna prima del 2019, e ci vorranno la bellezza di UNDICI FILM!
Quindi, se non vi va di aspettare così tanto, questa è la mia idea su come potrebbe svolgersi la storia. Questa fic inizia dopo Iron Man 3: Loki è sotto chiave ad Asgard, ma il suo fratello adottivo ha già notato che qualcosa in lui è cambiato. Nel frattempo, gli altri Avengers continuano le loro vite a New York. Ma forze oscure cospirano contro i nostri eroi...
(a proposito, Romanogers a partire dal capitolo 2. Perché? Perché sì.)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Trascorsero venti minuti abbondanti prima che i tre sentissero il rumore del Quinjet che atterrava sul tetto della torre. Era il momento della verità.

Steve sapeva già che, nel migliore dei casi, Barton avrebbe reagito come aveva fatto Tony. Eppure sperava davvero di riuscire a convincerlo almeno a tenersi quella storia per sé e non spifferare tutto allo SHIELD.

Aveva approfittato dell’attesa per mettersi l’uniforme e recuperare lo scudo. E, quando Natasha uscì dall’ascensore entrando nel salotto, rimase sorpresa di vederlo in assetto da battaglia, assieme a Banner e Thor, come se si stessero preparando per un’altra missione.

< Salve, ragazzi... > disse, con tono perplesso.

< Dobbiamo parlare. Dov’è Barton? > chiese Steve, andando dritto al punto.

Natasha non sapeva bene cosa pensare: perché Steve era in uniforme? E perché avevano tutti quell’espressione truce sul volto?

< Che succede? > chiese, senza rispondere alla domanda.

< Abbiamo una missione piuttosto particolare... >

< Adesso? >

< Sì, adesso. >

Ormai era chiaro che qualcosa non andava: < Barton è al Triskelion > disse infine, dopo un lungo attimo di silenzio: < Fury vuole un rapporto completo sulla missione a Rota. Mi volete spiegare che sta succedendo? >

Tutti tirarono un piccolo sospiro di sollievo: era molto meglio cercare di convincere Clint e Natasha separatamente. Se fossero almeno riusciti a convincere prima Natasha, poi grazie a lei avrebbero avuto possibilità molto maggiori di convincere anche Barton. Se invece avessero fatto la proposta indecente a tutti e due insieme, di certo non avrebbero cavato un ragno dal buco.

Dopo appena qualche minuto, Natasha aveva capito che la situazione era davvero seria: infatti Steve, Banner e Thor erano completamente usciti di senno.

< Vediamo se ho capito bene... > disse sarcasticamente, stringendosi il ponte del naso con le dita: < vorreste andare su un altro mondo per far evadere il peggior criminale di guerra di tutto l’universo... >

< Più o meno... > rispose Steve.

< ... e volete farlo contro il volere del re di Asgard... così scateneremo una bella guerra interplanetaria che non possiamo neanche lontanamente sperare di vincere... >

Stavolta fu Thor a rispondere: < Padre Tutto è nel sonno di Odino. Non può impedirci di fare nulla... >

< Ma tutti gli altri asgardiani possono, non è così!? > urlò la spia. Natasha era sull’orlo di una crisi isterica: < Come potete anche solo pensare di aiutare quel verme? Quell’essere spregevole merita di morire! > concluse, uscendo dalla stanza e avviandosi verso il tetto.

Steve aveva dovuto trattenere Thor dal fare qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi. Il dio del tuono aveva tutte intenzioni di piantare una scenata da oscar, ma non poteva permettersi di litigare con le persone a cui stava chiedendo aiuto.

< Lascia che me ne occupi io... > aveva detto Steve, afferrando l’asgardiano per un polso. Thor aveva rilassato i muscoli, annuendo semplicemente.

Steve  era salito sul tetto più in fretta che poteva: aveva creduto che Natasha sarebbe saltata sull’aereo e si sarebbe fiondata al quartier generale dello SHIELD per informare Fury, o l’agente Hill, dei piani di Thor. E il capitano Rogers sapeva che non potevano permetterselo: se Fury avesse sospettato qualcosa, si sarebbe sollevato un vespaio senza precedenti. Doveva assolutamente fermare Natasha.

Ma, quando era arrivato alla piattaforma di decollo, il Quinjet era ancora lì, con i motori spenti e il portellone abbassato.

Natasha era appoggiata vicino alla balaustra, e stringeva la ringhiera con entrambe le mani. Sembrava pronta ad esplodere.

Steve era incerto sul da farsi: a parte il fatto che con le donne era pressoché un completo imbranato, con Natasha non sapeva mai come comportarsi. Lei era forse la migliore spia del mondo, e proprio per questo sapeva celare perfettamente le sue emozioni.

O almeno, ci riusciva quasi sempre. Ma Steve si accorse benissimo del leggero sussulto che le scosse le spalle: Natasha stava piangendo.
Detestava Loki con tutta se stessa, e non soltanto per quello che aveva fatto a Barton, o per aver ucciso Coulson. La loro piccola diatriba sull’Helicarrier l’aveva segnata molto più di quanto volesse dare a vedere. La figlia di Drakov, San Paolo, l’incendio all’ospedale, il suo registro rosso... aveva finto indifferenza, era stata addestrata proprio per questo, ma in realtà si era sentita come se fosse stata esposta nuda in pubblico.

Mai Steve Rogers avrebbe creduto di vedere un giorno Natasha Romanoff con le lacrime agli occhi. Ma del resto, mai avrebbe creduto di vedere un giorno un esercito alieno invadere New York. O di conoscere un paio di dei norreni. O di vivere tanto a lungo da vedere il terzo millennio.

Fece l’unica cosa che poteva fare: si avvicinò con deliberata lentezza, giusto per evitare di trovarsi un paio di Glock 26 puntate sul naso, e mettendole una mano sulla spalla. Lei si votò lentamente, le lacrime le segnavano il volto, mentre lui la scrutava con i suoi occhi azzurri. Natasha non lo guardava. Teneva gli occhi bassi; non si era mai fatta vedere così vulnerabile da nessuno.

< Qualsiasi cosa gli stia succedendo... Loki si merita di peggio... > disse con voce rotta.

< Può darsi. Ma non si tratta solo di Loki, vero? > rispose lui.

La rossa non sapeva cosa rispondere. Si chiese se tra le altre cose il famoso siero del super soldato gli avesse donato anche la capacità di leggere nella mente: Steve era forse l’unica persona al mondo a cui non riusciva a mentire. Quasi mai, per lo meno.

Passò qualche attimo prima che Steve la abbracciasse. Per un attimo aveva creduto che lei avrebbe reagito sollevandolo di peso a mani nude e scaraventandolo giù dalla torre, invece lei lo aveva lasciato fare, appoggiando la testa contro il suo petto e rilassando finalmente i muscoli. Per qualche motivo sentiva che poteva fidarsi, che Steve era forse il solo al mondo con cui poteva permettersi di essere se stessa, senza nascondersi dietro la maschera della spietata Vedova Nera. Quando era con lui non c’era niente di cui aver paura.

< Non so cosa ti abbia fatto Loki... ma vedila in questo modo: hai un’occasione per dimostrare di essere migliore di lui >.

Natasha non era certa di volersi lasciare convincere: normalmente avrebbe pensato che le stessero vendendo aria fritta. Ma lui era Steve, il gentile e onesto Steve che non le avrebbe mai mentito. Che non mentiva mai a nessuno.

< E poi... non dirmi che vuoi rinunciare alla vista di Loki chiuso in gabbia! > concluse malizioso.

Si lasciò sfuggire un sorrisetto sbilenco: in effetti, l’idea era piuttosto allettante: magari vedendo Loki in catene si sarebbe sentita meglio...

< Andiamo solo a vedere in che condizioni è, vero? > chiese infine, alzando lo sguardo verso di lui, senza sciogliere l’abbraccio.

< Certo... >

< Non significa che dobbiamo per forza liberarlo, vero? > chiese ancora, neanche fosse stata una bambina capricciosa che non voleva alzarsi dal letto per il primo giorno di scuola.

< È quello che ho detto... > rispose lui con un sorriso rassicurante. Passò ancora qualche attimo prima che lei si decidesse:

< D’accordo... > mormorò infine, accoccolandosi meglio contro la sua spalla.

< D’accordo? >

< Sì, d’accordo... >

< Perfetto, ora dobbiamo solo aspettare Barton e poi- >

< non credo sia una buona idea – lo interruppe lei – lo conosco, e so cosa gli ha fatto Loki... cerdo sia meglio lasciarlo fuori, almeno per adesso. >
Steve non era sicuro di volerla ascoltare. Non gli piaceva avere dei segreti. Non gli piaceva tenere la sua squadra all’oscuro di niente, soprattutto tenere Barton all’oscuro di qualcosa che riguardava Loki. Ma Natasha conosceva Occhio di Falco meglio di chiunque altro, nella loro piccola e disfunzionale famigliola. Se lei diceva che era meglio lasciarlo fuori, probabilmente aveva ragione.

< Non credi che metterlo di fronte al fatto compiuto sia peggio? > chiese.

< Non lo so – rispose lei – ma se lo avvertiamo prima, non ci sarà nessun fatto compiuto, Steve: Barton informerebbe lo SHIELD all’istante >

< ... e va bene. Evitiamo di dirlo a Clint, per ora. Forza, torniamo di sotto. Thor e il dottore ci aspettano... > decise lui, prendendola per mano e riportandola verso l’ascensore.

Pochi minuti dopo, Thor, Bruce, Steve e Natasha erano di nuovo in cima alla torre.

< Ci sono circa un milione di cose che possono andare male, in questa storia – bofonchiò la donna – non mi va a genio l’idea di mettermi contro Odino... >

< Mio padre non è come gli altri asgardiani... il suo potere è smisurato, questo è vero, ma di tanto in tanto deve riposare per poter recuperare quel potere... questo stato è chiamato il Sonno di Odino. La prigionia di Loki ha sconvolto parecchio anche lui, ed è entrato nel Sonno di Odino due giorni fa. Ma non so quanto ancora resterà addormentato, per questo dobbiamo sbrigarci >

L’urgenza nelle sue parole convinse tutti che non c’era più tempo da perdere. Tutti si avvicinarono a lui, per occupare meno spazio possibile.

< Heimdall, apri il Bifrost! >

Nel cielo nero sopra New York City, le nuvole cominciarono a deformarsi, formando una specie di vortice. E proprio come era successo durante l’invasione dei Chitauri, un raggio di luce bianca andò a connettere il tetto della torre con l’atmosfera. Pochi secondi dopo, tutto era finito. Lo strano fascio di luce era scomparso... così come le quattro persone sul rooftop della Avengers Tower.



... E si parte!
Che cosa aspetta i quattro Vendicatori una volta arrivati ad Asgard? Thor avrà ragione sulle condizioni del suo carissimo e odioso fratellino? E come la prenderà l'agente Barton? Lo scoprirete nei prossimi episodi! Ehm, cioè, capitoli.
Alla prossima!
           
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: SAA89