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Autore: SAA89    31/03/2015    3 recensioni
Allora, manca meno di un mese ad Avengers: Age of Ultron, ma abbiamo visto tutti la scena nei titoli di coda del primo film. Sappiamo che il prossimo avversario dei Vendicatori sarà Thanos. E sappiamo anche che non lo metteranno a nanna prima del 2019, e ci vorranno la bellezza di UNDICI FILM!
Quindi, se non vi va di aspettare così tanto, questa è la mia idea su come potrebbe svolgersi la storia. Questa fic inizia dopo Iron Man 3: Loki è sotto chiave ad Asgard, ma il suo fratello adottivo ha già notato che qualcosa in lui è cambiato. Nel frattempo, gli altri Avengers continuano le loro vite a New York. Ma forze oscure cospirano contro i nostri eroi...
(a proposito, Romanogers a partire dal capitolo 2. Perché? Perché sì.)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Avrai la tua guerra, asgardiano. Se fallirai... se il Tesseract non ci verrà consegnato... non esisteranno Regni, né lune deserte, né crepacci dove lui non potrà trovarti. Credi di conoscere il dolore? Lui ti farà capire quanto quel dolore sia niente! >

Asgard

Buio. Freddo. Umido.

Mai avrebbe potuto immaginare che la sua cella in realtà non era nessuna di queste cose.

Era abbondantemente illuminata; il mobilio semplice ed essenziale era tuttavia più che sufficiente per le esigenze basilari di chiunque. Ma lui non poteva più accorgersene.

Non sapeva di preciso quando era cominciato. Nessuno lo sapeva.

Ricordava vagamente i suoi primi giorni di prigionia. La rabbia, la frustrazione derivate dal suo fallimento... allora, il terrore era già il sentimento dominante, ma almeno non era l’unico. Ora, l’unica cosa che sentiva era quel  terribile groppo nello stomaco. Che gli faceva girare la testa. Che non lo lasciava respirare. Che lo intrappolava dentro al suo corpo come un coma profondo, eppure cosciente.

Stava solo aspettando che arrivasse la sua fine. Perché, di questo era certo, la sua fine sarebbe arrivata. E sarebbe stata una lenta e dolorosissima agonia.

New York City, Avengers Tower

Tony era esausto, ma anche soddisfatto.

Dopo la battaglia di New York, tutti i Vendcatori avevano accettato la proposta di Tony di trasferirsi in pianta stabile alla Stark Tower, ribattezzata per l’occasione Avengers Tower. Le uniche due eccezioni erano Thor, che passava molto del suo tempo ad Asgard e tornava sulla Terra solo per qualche toccata e fuga, e lo stesso Tony. Il famigerato miliardario, alla fine, si era trasferito da Malibu dopo che quello squilibrato di Aldrich Killian e i suoi scagnozzi-fiammifero gli avevano... ristrutturato la casa. E appena arrivato, si era barricato in laboratorio per giorni a lavorare sulla Mark 43.

Ci aveva provato, a fare a meno delle sue armature. Le aveva fatte saltare in aria tutte quante per convincersi che lui era qualcosa di più di una corazza di metallo. Ma ormai non poteva più rinunciarci: Iron Man ormai era una parte di lui, non poteva farci più niente.

Alla fine, Pepper era riuscita a tirarlo fuori dal laboratorio. Steve e Bruce le avevano dato una mano, persuadendo l’eccentrico inventore che doveva assolutamente staccare la spina. In fondo, la Mark 43 era già operativa, e la successiva Mark 44, affettuosamente soprannominata “Magnum”dallo stesso Tony, aveva solo bisogno di un paio di ultimi ritocchi.

Il capitano Rogers stava già iniziando a pentirsi di essersi lasciato coinvolgere da Pepper. Tony aveva accettato di uscire dal suo buco solo a condizione di poter impiegare il suo tempo libero per, come aveva detto lui, “portare Captain America nel ventunesimo secolo”, che significava istruire il povero Steve in tutte le meraviglie tecnologiche della nostra epoca. Il capitano aveva capito fin da subito che quella era solo una scusa per darsi delle arie e fare lo spaccone.

Quella sera, Pepper era a Washington per una conferenza, mentre Natasha e Clint erano da qualche parte a bordo di un Quinjet che sorvolava l’oceano Atlantico, di ritorno da una missione per conto dello SHIELD a Rota, in Spagna. Tony aveva intrappolato il capitano Rogers e il dottor Banner con una serata- cineforum: secondo la modesta opinione di Stark, “Star Trek” era il film perfetto, ed era una delle pietre miliari che Steve doveva assolutamente vedere al più presto.

< Vedrai, capitano. Ti divertirai un mondo > squittì mentre si dirigeva verso il divano con una enorme ciotola di pop corn.

< Certo, come no - rispose Steve, già pigramente sbracato sul sofà - come quando mi hai portato in quella stupida discoteca. Non riuscivo a sentire neanche quello che stavo pensando >

< Oh, chiudi il becco. Ti sarebbe piaciuto, se solo avessi preso qualche drink... > replicò l’altro sedendosi di fianco a lui e accendendo il gigantesco televisore al plasma.

< Siero del super soldato, Tony. Sai perfettamente che l’alcol non ha nessun effetto su di me. Che differenza avrebbe fatto? >

Tony non ebbe modo di rispondere. Un violentissimo tuono scosse l’edificio, seguito da un black-out generale che per un attimo spense le luci, oltre a mandare in corto circuito la costosissima TV.

< Che cosa è stato? > chiese Bruce, che finora non aveva ancora parlato.

Gli altri due avevano capito immediatamente che cosa era successo. Appena il reattore ARC della torre stabilizzò la tensione e riaccese le luci, Tony si produsse in uno sbuffo irritato, seguito da un paio di francesismi: < JARVIS, dov’è quel teppista? > chiese infine.

L’intelligenza artificiale rispose subito con i suoi soliti modi gentili: < Si trova nel cortile superiore, signore. Credo sia arrivato direttamente da Asgard >.

Stark girò sui tacchi e si diresse con passo deciso verso l’ascensore. Steve lo seguì a ruota, e lo stesso fece Bruce, ancora perplesso dallo sbalzo di tensione e senza capire dove stavano andando.

Appena arrivarono sul tetto, e la porta dell’ascensore si aprì, Tony ne uscì come una furia: < Maledizione, Thor! Quante volte ti ho ripetuto di usare la porta come le persone normali? Hai appena bruciato un televisore nuovo di zec... >

La sfuriata dell’inventore fu bloccata nel momento esatto in cui i tre poterono scorgere il loro amico asgardiano in piedi sulla piattaforma di atterraggio per gli elicotteri: Thor aveva la testa bassa e le spalle ricurve, come se un gigantesco macigno lo stesse schiacciando.

Si girò lentamente verso di loro: < Mi serve il vostro aiuto > disse soltanto. La sua voce era ferma, autoritaria come sempre, ma Steve aveva colto una nota che forse agli altri era sfuggita: c’era urgenza nel suo tono, quasi fosse una supplica.

< Anche a noi fa piacere rivederti, Point Break... > commentò sarcastico Tony, voltandosi per tornare verso l’ascensore.

< È molto importante! Per favore! Dovete aiutarmi! > lo fermò Thor, portandosi davanti a Tony come per impedirgli di tornare dentro.

< Ehi, Tony... forse dovremmo ascoltarlo... > propose Bruce. Steve annuì, silenziosamente mostrandosi d’accordo con il dottore.

< Grazie... > disse semplicemente Thor.

Cinque minuti più tardi, i quattro erano seduti nel salotto all’ultimo piano. Tony puntava ancora lo sguardo verso il suo gigantesco – e distrutto – televisore al plasma, mentre Thor iniziava a parlare:

< Prima di tutto, vorrei che quello che sto per dirvi rimanesse tra di noi... non mi posso fidare dello SHIELD, in questo caso. Soprattutto del direttore Fury > disse con tono grave.

< Ma certo, d’accordo... > disse Bruce, mentre Steve ancora una volta si limitò ad annuire. La cosa sembrava molto seria.

< ...signor Stark? > chiamò Thor. Doveva sapere se anche lui era d’accordo.

Tony fece un leggero sospiro, prima di voltarsi: < JARVIS, il piano in sicurezza > disse. Immediatamente le saracinesche delle finestre si chiusero, e le luci si abbassarono leggermente.

< Piano in sicurezza, signore... > disse la vore robotica di JARVIS appena la procedura fu completata.

< Tutto questo piano adesso è insonorizzato. Nessuno entra o esce e nessuno ci ascolta. Sei contento, adesso? > continuò Tony, leggermente scocciato.

Thor non rispose direttamente: < è importante che nessuno sappia di quello che faremo... >

< Di che stai parlando? > volle sapere Steve.

La risposta di Thor si fece attendere per qualche secondo. Alla fine, il dio del tuono abbassò la testa, evitando lo sguardo degli altri tre, prima di parlare: < Dobbiamo salvare mio fratello dalla sua prigionia ad Asgard > disse infine.

Steve, Tony e Bruce sgranarono gli occhi per qualche istante. Ma era chiaro che Thor non stava scherzando.

< Interessante... > commentò sarcastico Steve.

< Dì un po’, non è che tutti quei fulmini ti hanno fuso il cervello? > chiese Tony.

Thor sbuffò leggermente: < Non c’è il tempo per certe amenità, Uomo di metallo. Mio fratello sta lentamente morendo, la sua punizione è diventata di gran lunga fuori misura... >

< Ha cercato di conquistare l’intero pianeta > fece notare Bruce.

< E ha pagato per questo. E per tutte le vite che ha preso. > rispose a tono Thor.

Steve si grattò la nuca, riflettendo: < Loki non mi è sembrato un tipo che ha bisogno dell’aiuto degli altri. O che vuole l’aiuto degli altri, se è per questo. Dove si trova adesso? Perché credi che debba essere salvato? > chiese.

< Nelle segrete di Asgard. È stato condannato alla prigionia a vita. Ma qualcosa in lui si è rotto, capitano. Io lo so, lo sento. Mio fratello sta lentamente morendo >

< Non lo so, Thor... > mormorò Steve.

Prima che l’asgardiano potesse replicare, fu Tony a rivolgersi a parlare: < Ehi, non starai davvero pensando quello che penso che tu stia pensando, vero? > chiese rivolto al super soldato, che alzò semplicemente le mani.

Tony aveva un’espressione scandalizzata quando si voltò verso Bruce per chiedere aiuto. Ma, con sua grande sorpresa, si accorse che anche il dottor Banner sembrava perplesso proprio come Steve.

< Voi siete fuori di testa... > mormorò infine, alzandosi per andarsene.

< Tony... > cercò di richiamarlo Bruce, ma l’inventore aveva già sbloccato il sistema di sicurezza, era uscito dalla porta e si stava avviando verso il suo laboratorio.

Steve si voltò verso il televisore ormai inservibile: < Beh, non possiamo più vedere il film di Tony ambientato nello spazio... ma possiamo andare a fare un giretto nello spazio di persona > disse alla fine, voltandosi verso Banner e Thor.

Il volto dell’asgardiano si illuminò di speranza: < Significa che potrò contare su di voi? >

< No – rispose secco Steve – significa che voglio vedere tuo fratello. Voglio che ci porti ad Asgard, così potremo vedere di persona se Loki è così malridotto come dici. Nel qual caso... decideremo cosa fare. Sei d’accordo, dottore? >

Bruce fece un respiro profondo, prima di rispondere. Non gli piaceva per niente l’idea di aiutare Loki, ma del resto, doveva ancora scusarsi con Thor per quello che era successo sull’Helicarrier e perché Hulk lo aveva picchiato durante la battaglia di New York. Banner conosceva benissimo l’opinione che Hulk aveva di Loki. Non era delle migliori.

Ma era anche vero che Hulk stava a sentire Captain America.

Mai aveva creduto di vedere il giorno in cui “l’altro” avrebbe obbedito a un ordine. Eppure, durante l’invasione dei Chitauri, quando Steve gli aveva detto di “spaccare”, lui lo aveva ascoltato più che volentieri. Steve aveva un’autorità incredibile, non c’rea che dire.

< E va bene – disse infine – ma se tuo fratello si lascia scappare anche una sola battutaccia o trucchetto, giuro che faccio uscire Hulk. Siamo intesi? >

Thor sorrise debolmente: < Non credo che Loki sia in grado di infastidire più nessuno > disse, una nota di tristezza nella voce.

< Beh, allora andiamo, che stiamo aspettando? > chiese Bruce alzandosi dal divano.

< Non ancora. Ci sono altre due persone che non possiamo lasciare fuori... > lo fermò Steve.

< Barton e Romanoff... > mormorò il dottore.

< Eh già... soprattutto Barton... > rispose Steve.




Ok, allora, questa è la mia prima fanfiction su questo fandom, quindi mi presento: sono SAA89, mi sono appassionato ai film Marvel dai tempi del primo Captain America, e da allora sono sempre andato a vederli al cinema il primo giorno che escono nelle sale!Finora, direi che il mio preferito è stato The Winter Soldier, ma per esigenze di trama ( cioè perché non so gestire tutti i personaggi nuovi che stanno introducendo ad ogni nuovo film ) ho deciso di mantenere il "cast" originale. Spero che la storia possa piacervi, lasciatemi una recensione e ditemi cosa ne pensate!Al prossimo capitolo!
  
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