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Autore: Cloveregga    06/04/2015    0 recensioni
[Crossover]
[Altro - anime/manga shoujo]Non riesco a sopportarti:
Personaggi ripresi da due Serie Anime differenti (Brothers Conflict e Code:Breaker)
visionate e re-interpretate da me.
Ambientazione e riferimenti a luoghi o persone puramente casuali.
(Questa idea nasce dalla voglia di voler rappresentare, a parole, una vera e propria tipologia di Anime Shojo [in genere prettamente romantico e sentimentale] tutta nuova, che si basa sulle emozioni e sul contesto piuttosto che soltanto sulla relazione d’amore tra i due protagonisti)
Ps: La lettura dell’episodio speciale di questa serie, è consigliata soltanto a chi ha visto entrambe le Serie Anime poiché si rischia di non capirne i risvolti comici.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nell'appartamento di città, dove il giovane viveva in completa solitudine, filtrarono, dalle fessure delle finestre, i primi raggi del sole. Azusa e Tsubaki saltarono sopra il suo letto, incominciando a strusciare il loro pelo contro il viso del ragazzo che li allontanava, infastidito. 
Una sveglia efficace, ma dannatamente puntuale. 
Erano due siamesi dal pelo morbido e soffice, gli occhi di un verde vivace, con la coda lunga e sinuosa che ondeggiava molto veloce a destra e a sinistra. Le zampe erano piccole, delicate e silenziose ad ogni passo, in cima gli artigli taglienti di chi, se infastiditi, riceveva una bella punizione. Dal manto bianco e color nocciola, questi due gatti avevano fatto breccia nel cuore di Natsume Asahina, un mese dopo aver abbandonato il "Residence Sunrise" per andare ad abitare da solo. Li trovò abbandonati dentro una scatola in cui c'era scritto sopra:, "Prendetevene cura". Preso dalla tenerezza dei due, non resistette a portarli a casa e a viziarli in ogni modo possibile, assegnandogli il nome dei suoi due fratelli gemelli.
Non sapremo mai il perché li abbia chiamati a quel modo e se glielo si fosse chiesto, avrebbe trovato una scusa per non dirlo.
Ormai sveglio si alzò, sbadigliando, dal letto e decise di fare una doccia per calmarsi dallo strozzare i due diavoletti, che continuavano a miagolare facendogli le fusa sulle gambe. Subito dopo essersi vestito, aver fatto colazione per se e per i gatti e aver sistemato il letto, uscì per andare al lavoro. 
La domenica era il suo unico giorno di riposo e spesso lo passava con tutti i suoi fratelli seguendoli nella loro vita frenetica. 
Lui é il settimo di ben tredici fratelli, ognuno con la propria personalità e una prospettiva di vita diversa dagli altri. Tra loro vanno abbastanza d'accordo, tranne alcuni che si prenderebbero a botte di continuo. Natsume era cordiale con tutti, specialmente con i suoi due gemelli, cui era affezionato, ma con l’ottavo figlio, Subaru Asahina, sembrava sempre in competizione. 
Cosa lo spingeva dunque a ritrovarsi con tutti una volta a settimana se aveva deciso di andare ad abitare da solo, lasciando di sua iniziativa il Residence in cui prima abitava con loro?
Neanche lui avrebbe saputo rispondere, lo faceva e basta.
Arrivato in ufficio, vi sarebbe rimasto fino la sera. Essendo l'amministratore delegato dell'azienda, creatrice del celebre gioco Monster Hunter, doveva occuparsi di qualsiasi affare aziendale; questo limitava di molto il suo tempo libero, ma non gli pesava. 
Il suo lavoro era una delle sue passioni più grandi e mai vi avrebbe rinunciato.
I lampioni si accesero a scatti veloci fino a illuminare perfettamente la strada sotto il suo ufficio e il parco.
Era ormai sera. Con fare quasi automatico, guardò verso il vialetto in cui il nomade e il cagnolino avevano trovato modo di stare.
Anche quel giorno si sarebbe divertito a fare pensieri su ciò che vedeva e a giudicare il comportamento dell’ormai appurata “esaltata”.
Non li vide. Li cercò in lungo e in largo senza trovare nessuna traccia di loro.
Non si scorgeva neppure la scatola che utilizzavano come casa per ripararsi e giaciglio per dormire. 
Il nomade e "Cane" erano spariti. 
Perché? Per quale motivo? Nella testa della ragazza, che anche quella sera era andata al parco per dare da mangiare a entrambi, balenò l'idea che li avessero rapiti o peggio uccisi. Continuava a chiamare "Cane" facendo dei versi piuttosto rumorosi e strani tanto da far allontanare quei pochi passanti che si trovavano lì intorno. Non poteva accettarlo, non si erano neanche salutati e il solo credere che fossero andati altrove, la faceva rattristare. Aveva fatto una promessa a quel cucciolo e al signore suo padrone e lui aveva portato via con sé "Cane" senza dirle nulla?
 
-Ehi tu, giovane ragazzina esaltata cosa stai facendo? Così, invece di attirare quel dolce cucciolo, lo allontanerai ancora di più con tutto questo chiasso che fai... -

Natsume non ebbe tempo di terminare la frase che Sakura gli si avventò contro con un calcio a rotazione al volo, una mossa che lui aveva visto soltanto in alcuni dei videogiochi, cui aveva giocato, per testarne la difficoltà e il valore commerciale. 
Si parò con il braccio destro attutendo la forza del calcio per poi abbassare la guardia.

-Ma sei impazzita per caso? Devo ammettere però che quella mossa di Karate era eseguita in modo impeccabile.-

Subito dopo tirò fuori un pacchetto di sigarette che aveva nel taschino interno della giacca nera che indossava, da cui ne tirò fuori una. 
La prese, tenendola all'estremità' con due dita per poi prendere con l’altra mano libera l’accendino. 
Tirò un po' di tabacco, giusto quel poco che gli permise di creare, soffiando subito dopo, un po' di fumo di fronte a lui. Poi la tenne con le due dita, guardando la ragazza, ancora in posizione d'attacco nei suoi confronti e gli occhi di chi non vuole ascoltare uno sconosciuto che si rivolge in quel modo superficiale.

-Dovrei smettere di fumare, un giorno mi pentirò di non aver smesso prima. 
Eh già. Una promessa va dimostrata non trovi? 
Tieni. Questo foglio era nascosto nei cespugli lì vicino; anch'io conoscevo quel nomade e quel cane. 
Tu non potevi saperlo, ma io vi guardavo dalla finestra del mio ufficio. 
Facevate un tale chiasso-

Il giovane tirò ancora un paio di volte alla sua sigaretta prima di calpestarla gettandola a terra. 
Intanto si tolse un po' di terra dalla giacca, segno del fatto che anche lui, prima dell'arrivo della ragazza, aveva cercato tracce dei due, che a quanto sembrava, si erano spostati altrove.
Perché si era dato così da fare a cercare un qualcosa che riguardava un vagabondo e il suo cane, quando proprio lui non li considerava neanche? 
Neanche questa volta avrebbe risposto e forse, una risposta non era necessaria al momento.

*Perché non mi ha detto prima di aver trovato un biglietto? Le persone come lei non le sopporto. Solo perché é vestito in giacca e cravatta e siede a una scrivania, non ha il diritto di definire esaltata una sconosciuta. Il rispetto prima di tutto.
Ad ogni modo, con che diritto lei spia le persone che non conosce? Questo comportamento si chiama Stalking. Ora se mi facesse leggere il biglietto, gliene sarei grata*

-Certamente. Ecco a lei. Stia tranquilla stanno bene, non deve allarmarsi-

Il giovane Asahina ignorò ogni sua considerazione sul suo modo di agire. Aveva capito, dal gesto istintivo della ragazza e dal suo atteggiamento, non vedendo il nomade e il cane, che fosse spaventata e triste, come se le fosse mancato qualcosa all'improvviso a cui si aggrappava con tutte le forze.
Aveva per quest’assunto un atteggiamento spavaldo, per farla reagire in qualche modo. 
Fosse stato accondiscendente o comprensivo, la ragazza non avrebbe resistito e si sarebbe sfogata; questo voleva evitarlo assolutamente. 
Voleva soltanto divertirsi a stuzzicare la giovane e a dimostrarle, come si era ripromesso di fare, che lui con gli animali era molto più esperto perciò non gli conveniva farla piangere, altrimenti che gusto avrebbe trovato nel credersi migliore di lei?
Bellezza mozzafiato che presupponeva un carattere dolce e raffinato, legato invece a un animo
combattivo e aggressivo; una scommessa da dimostrare.

Leggendo quelle poche righe, si capiva che il nomade aveva cambiato casa, spostandosi lontano chissà  dove e che aveva portato con sé "Cane". 
In fondo al biglietto era riportata una frase particolare rivolta alla giovane che diceva:

~Dolce fanciulla dal cuore guerriero, non ti ringrazieremo mai abbastanza per il cibo delizioso che ci hai portato tutte quelle notti in cui ci siamo fermati al parco, nonostante la pioggia e il freddo.
La tua promessa è stata mantenuta. 
Anche "Cane" ti ringrazia.
Non avere paura. Il tuo futuro sarà bello.
Ci hai dimostrato che la nostra vita é bella e é giusto viverla.
Grazie Signorina Sakurakoji~

Il viso della ragazza era bagnato da piccole lacrime di gioia da cui comparve un sorriso luminoso, lasciando poi che il foglio volasse via portato dal vento. 
In qualche modo, quelle poche parole le avevano insegnato a non dipendere da nessuno ed essere indipendenti da tutto, imparare dunque a ricercare sicurezza non nelle azioni, ma in se stessi e nei propri sentimenti. Per questo adesso era libera di volare lontano esattamente come quel foglio bianco.
Questo era ciò che aveva compreso, ma era davvero così?
Guardò il cielo e sospirò.

*Ehi Cane hai visto? Ho vinto io la scommessa....
L'ho vinta io ahahah
Invece di chiamare te, ho attirato un damerino in giacca e cravatta*

-Sei davvero un’esaltata come pensavo Sakurakoji se ti metti anche a parlare da sola, però devo ammettere che sei molto carina-

*C...chi ti ha dato il permesso di leggere questo biglietto e di chiamarmi in tono così confidenziale? Tu non sai niente del legame speciale che avevamo instaurato io e loro*

-Se lo dici tu.
Peccato, eravate un ottimo passatempo. Ne dovrò trovare un altro. O forse l'ho già trovato?-

*Non si permetta di chiamarmi passatempo. Io non gli ho dato tutta questa confidenza e poi non m’interessa minimamente il suo giudizio personale sulla mia bellezza*

Il giovane, lasciandola parlare, le tirò un picchio sulla fronte, senza farle troppo male e lei subito lo colpì, allontanando la mano da lei. Prese la sua cartella e se ne andò, lasciando Natsume in piedi in quel viale.

-Davvero sono così insopportabile?-

Disse poco prima di vederla sparire dietro l’angolo di un palazzo. Aveva già in bocca un'altra sigaretta e buttava fuori alcune nuvole di fumo. Nello stesso tempo disse quelle parole, procedendo verso la macchina. Quella ragazza: una scommessa oppure l’inizio di un sentimento? 
   
 
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