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Autore: ScottLynch    06/04/2015    1 recensioni
L'ultimo abitante di Nipton non è stato a guardare mentre la sua città veniva distrutta dalla Legione.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nipton brucia. La terra è rossa coperta. Troppo sangue per terra. La Legione calpesta e uccide tutto ciò che trova sulla sua strada. Bambini, donne, uomini, vecchi. Tutti morti. E’ il caos. Corro, cerco rifugio nella scuola. Mi nascondo nello scantinato e chiudo gli occhi, cerco di ignorare le urla di disperazione che sento.

Perché? Che senso ha tutto questo? Non siamo un punto strategico, e non abbiamo risorse speciali. Ah già… la filosofia di Caesar. Tutto ciò che è fuori dal suo controllo merita di morire.

Un rumore violento rompe il filo dei miei pensieri, sono entrati nella scuola. Ho paura, sto morendo di terrore. Non posso combattere, non contro i legionari. Cristo! Sono soltanto un ragazzino! Ma a loro non importa. Finirò crocifisso, o peggio ancora diventerò uno schiavo. Cazzo, se mi tocca morire in questo modo tanto vale combattere no? Tanto mal che vada morirò più in fretta di quel mi riservirebbero loro.

Prendo una bottiglia di Nuka Cola dal tavolo e guardo dal buco della serratura. Un legionario cammina verso l’uscita. Esco di scatto e gli spacco la bottiglia in testa. E’ stato strano, ho ucciso. MIO DIO! Cosa ho fatto! Ho ucciso una persona!
Un breve momento di terrore finché non mi rendo conto del piacere che provo, ho tolto la vita ad un uomo, sento il piacere del dominio. Io ho il controllo. Prendo il suo fucile. E mi guardo intorno cercando di sentire la presenza di altri legionari. Nessuno. Mi avvicino all’uscita e apro la porta. Un uomo con la pelle di un lupo sulla testa e degli occhiali guida il massacro. Vulpes Inculta. Uno degli uomini più fidati di Caesar.

Esco camminando lentamente. Nessuno si accorge di me, troppo impegnati a sterminare e a distruggere. Cammino tra il dolore e la morte. Cammino verso il mio destino. Vulpes è a 30 metri da me. Mi inginocchio e prendo la mira con il fucile. Trattengo il respiro per una precisione maggiore. Fuoco. Il colpo gli sfiora la testa senza colpirlo, mentre il rinculo del fucile mi fa cadere.

Vulpes corre verso di me. Mi raggiunge e mi guarda dall’alto alzando il machete in aria, mi colpisce allo stomaco aprendomi il torace, e finalmente vedo nei suoi occhi.
Ha paura, ha gli occhi sbarrati dal terrore. Ha capito di aver rischiato la vita per colpa di un ragazzino, muoio con il sorriso sul volto vedendolo mentre si mette degli occhiali per nascondere il proprio spavento agli altri. Ho fatto il mio dovere.
   
 
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