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Autore: StewyT    06/04/2015    5 recensioni
“Stavo per tornare da te nel letto” disse passando verso Magnus con la propria tazza di caffè fumante tra le mani.
“Abbiamo un po' di tempo da recuperare, no?” alzò un sopracciglio e sorrise malizioso lo stregone.
“Sei mesi” sussurrò Alec. “Sei mesi di pura agonia”
“Non dirlo a me, fiorellino” Magnus ridacchiò e Alec alzò gli occhi al cielo, non avrebbe mai smesso di chiamarlo con quel nomignolo che odiava da morire.
“Ma come hai detto possiamo recuperare ora, no? Centottanta notti, e tutti in sei soli giorni”
“Non dormiremo neanche più di notte, piccolo mio” disse Magnus con sguardo malizioso. Lui aveva sempre quella specie di sorriso dipinto sul viso, come se la formazione del suo viso fosse proprio stata fatta con quel sorrisino malizioso che mandava Alec in confusione.
“Alec? Ho voglia di una cosa” disse Magnus tutto sorridente, accarezzandogli una guancia.
“Dimmi e sarà fatta!”
“Una torta!” sillabò l'altro, ridacchiando come uno Stregatto; che persona cattiva! Sapeva che Alec non avrebbe mai fatto nessuna torta per tre motivi!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Proposte indecenti e 180 notti da recuperare.


Alec si svegliò a causa della forte luce che entrava dall'enorme finestra in camera di Magnus, prima o poi gli avrebbe chiesto di coprirla con qualche tenda più pesante o meglio ancora murarla, sarebbe stato perfetto.
Non si sarebbe alzato per niente al mondo da quel letto, aveva delle calde coperte a riscaldarlo, le braccia di Magnus strette attorno alla vita, il suo profumo a pochi passi, ma era mancato per troppo tempo in quella casa e aveva fatto mancare per troppo tempo a Magnus il profumo del caffè al mattino, il buongiorno che solo un bacio e tante coccole possono darti, quindi deciso a farsi perdonare per tutto quel tempo in cui era stato assente si alzò, si infilò i pantaloni da tuta e la felpa che aveva trovato a terra, e si avviò verso la grande cucina del loft del fidanzato. Si stiracchiò per bene, sbadigliò e cercò il caffè da mettere nella macchina; di lì a poco ci sarebbe stato quel forte aroma che sia lui che Magnus adoravano da morire.
Si poggiò ad un mobile e chiuse gli occhi; non appena era arrivato, la sera precedente, Magnus non gli aveva dato neanche il tempo di parlare o salutarlo – non che la cosa gli fosse dispiaciuta! - si era ritrovato subito in camera dello stregone, mezzo nudo, col respiro pesante e gli occhi pieni di piacere.
Sei mesi sono tanti, figuriamoci quanto siano pesanti per due innamorati che non possono vedersi!
Alec si era sentito quasi perso senza Magnus, gli era mancata la sua ilarità, la sua bellezza, la sua forza, la magia e soprattutto aveva agognato i suoi baci come l'acqua nel deserto.
Magnus invece non aveva fatto che attendere la fine di quella tortura facendo shopping, indossando i soliti pantaloni di pelle, lavorando, coccolando il Presidente e soprattutto sbuffando di continuo per la mancanza di quei baci caldi, di quella voce angelica e di quegli occhi blu che sapevano scavare fin dentro la sua anima.
Alec riempì due tazze di caffè fino all'orlo e cercò nei mobili qualcosa di commestibile, ma non trovò davvero niente, quindi sbuffando prese un vassoio su quale poggiare le tazzine, ma quando si girò per poco non fece cadere tutto; Magnus era seduto all'isola della cucina, il meraviglioso viso poggiato sui gomiti, e lo guardava con quegli occhi attraenti e profondi con una tale forza da infiammarlo tutto.
“Buongiorno, Alexander” disse con quella voce roca e sexy che fece salire un brivido su per la schiena del cacciatore.
“Buongiorno” disse lui arrossendo leggermente “Ho preparato il caffè”
“Ho notato” rispose subito l'altro, sorridendo “Però avrei voluto che restassi di più con me nel letto”
“Stavo per tornare da te nel letto” disse passando verso Magnus con la propria tazza di caffè fumante tra le mani.
“Abbiamo un po' di tempo da recuperare, no?” alzò un sopracciglio e sorrise malizioso lo stregone.
“Sei mesi” sussurrò Alec. “Sei mesi di pura agonia”
“Non dirlo a me, fiorellino” Magnus ridacchiò e Alec alzò gli occhi al cielo, non avrebbe mai smesso di chiamarlo con quel nomignolo che odiava da morire.
“Ma come hai detto possiamo recuperare ora, no? Centottanta notti, e tutti in sei soli giorni”
“Non dormiremo neanche più di notte, piccolo mio” disse Magnus con sguardo malizioso. Lui aveva sempre quella specie di sorriso dipinto sul viso, come se la formazione del suo viso fosse proprio stata fatta con quel sorrisino malizioso che mandava Alec in confusione.
“Mi piace quest'idea!” Alec si sedette sulle sue gambe, circondò il suo collo e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Negli ultimi due anni le cose erano parecchio cambiate tra di loro: il cacciatore aveva acquistato sempre più fiducia nel suo ragazzo e in sé stesso, a tal punto da arrossire sempre di meno, Magnus comunque provava a metterlo sempre in difficoltà perché più o meno segretamente adorava da morire quelle guanciotte rosse; Alec era diventato sempre più spinto, e non aveva più vergogna a chiedere a Magnus quello che desiderava, erano una coppia a tutti gli effetti.
“Alec? Ho voglia di una cosa” disse Magnus tutto sorridente, accarezzandogli una guancia.
“Dimmi e sarà fatta!”
“Una torta!” sillabò l'altro, ridacchiando come uno stregatto; che persona cattiva! Sapeva che Alec non avrebbe mai fatto nessuna torta per tre motivi!
“Perchè mi fai questo? Sei orribile!” sbuffò occhi blu dandogli un buffetto su una spalla “Sai che non posso farti una torta”
“Ah no? E per quale motivo? Solo perché non l'hai fatta al biondino da strapazzo che tanto adori!”
“Sono passati anni dalla mia cotta per lui, Magnus!” asserì Alec alzando di un'ottava la voce.
“E con questo? Ti ho chiesto una torta. Prepariamola assieme, ti prego”
“No.”
“Perchè?” alzò un sopracciglio e lo guardò con eloquenza.
Per tre ragioni. Primo, perché non ho ingredienti per una torta. Secondo, perché in effetti non so come si fa una torta,e terzo perché non sono la tua serva!” Alec sbuffò e abbassò lo sguardo, ma lo scampanellio del sorriso di Magnus lo fece tornare attento; schioccò le dita e sul bancone comparvero latte, farina, zucchero, uova e cacao “Adesso hai gli ingredienti” disse scrollando le spalle; schioccò nuovamente le dita facendo cadere sul bancone un grosso tomo da cucina “Adesso sai anche come fare una torta” schioccò di nuovo le dita e poi scoppiò a ridere “Ma dai, pensavo che tu fossi la mia serva, piccolino” abbassò leggermente la testa e lo guardò negli occhi. “Mi sbagliavo?”.
Alec si morse forte un labbro e gli diede uno schiaffo sulla pancia, lì dove faceva meno male. “Non sono la serva di nessuno io!” sbraitò con antipatia, ma subito dopo il suo ragazzo gli fece cambiare idea; poggiò le labbra sul suo collo e iniziò a succhiarlo con sapienza e delicatezza, a tratti sostituita da impeto e forza; Alec prese a sospirare pesantemente e desiderare che quei baci si trasformassero in altro.
“Allora sei proprio sicuro di non volermi fare quella torta? La facciamo assieme, su..” il bruno ammiccò, e il giovane alzò gli occhi blu al cielo.
“Te la faccio!”.
Il meno giovane dei due sorrise soddisfatto, con gli occhi scintillanti e tanta allegria, quasi non si mise a battere le mani; l'altro invece si alzò e si avvicinò verso l'enorme libro comparso sul piano da cucina, ma qualche secondo dopo fu raggiunto dal fidanzato che circondò i suoi fianchi con un braccio e avvicinò i propri bacini “Diciamo che possiamo farla anche dopo, no? Dovremmo scambiarci effusioni più o meno trenta volte al giorno per recuperare tutti i giorni e oggi siamo solo a due” ammiccò e ridacchiò.
Alec arrossì leggermente e scosse la testa “Cosa?” chiese fingendosi sconvolto “Solo trenta? Non ci credo, sono troppo poche. E poi effusioni? Pensavo avremmo fatto l'amore” si girò verso di lui e circondò il suo collo con le braccia, avvicinando i loro volti “Iniziamo con trenta volte, poi aumenteremo man mano”
“Non voglio mica farti arrivare stanco all'istituto, settimana prossima”
“Quindi... mi lasci andare senza fare storie? Pensavo che mi avresti chiuso in casa per un paio di mesi” Alec si morse il labbro inferiore fingendosi dispiaciuto, anzi forse un po' lo era davvero.
“Mio dolce zuccherino se vuoi restare qui per due mesi con me basta solo chiederlo” gli scoccò un occhiolino e gli diede un pizzicotto su una guancia, e poi subito si fiondò sulle sue labbra; Alec sorrise e ricambiò il bacio con uguale urgenza e ardore; infilò le mani sotto la maglia stretta e glitterata dello stregone e si beò del suo calore e della morbidezza della sua pelle, uno dei tanti altri motivi per cui adorava vedere Magnus nudo. Scese verso il collo dello stregone e iniziò a riempirlo di baci e morsetti, mentre l'altro infilava le proprie mani sotto la maglia enorme dell'altro per delineare con le unghie tutte le cicatrici, per capire se ce ne fossero di nuove; entrambi si ritrovarono molto presto ad ansimare e lasciarsi scappare qualche gemito, e in entrambi urgeva la necessità di togliere velocemente quei pantaloni e quelle mutande che erano diventate d'un tratto così fastidiose.
Alec sorrise mordendo una spalla di Magnus, possibile che gli bastasse così poco per diventare completamente pazzo?
Fece scivolare le mani sotto le gambe dell'altro, e sorprendendolo come già aveva fatto altre volte, lo prese in braccio continuando a baciarlo. Camminò velocemente verso la camera da letto e una volta giunto poggiò Magnus sul letto, sedendosi subito dopo su di lui; si sorrisero e in quei sorrisi non c'era solo tanta eccitazione, ma anche tanta fiducia, tanto amore, tanta forza. Quei due si amavano e non ne erano testimoni solo il letto e le lenzuola sgualcite. I loro sguardi, le loro parole, i loro gesti lasciati a mezz'aria spiegavano bene quello che provassero l'un per l'altro.
Magnus capovolse la situazione, puntandosi sulle ginocchia per non pesare troppo su Alec, e con velocità mai vista tolse la sua maglia che presto fu seguita dai pantaloni e dalle mutande di entrambi che si trovarono finalmente liberi; Alec prese a baciare il petto dell'altro, creando un dolce percorso che andava dalle sue labbra al suo collo, e poi viceversa; adorava il sapore e il profumo ma soprattutto la delicatezza della pelle sul collo.
Magnus invece adorava guardare gli occhi di Alec quando facevano l'amore: erano più lucidi e accesi e forti, erano qualcosa di unico, così quando prese a muoversi contro Alec, che a sua volta si spingeva contro di lui, desiderò ardentemente poterli guardare ancora più da vicino, ma probabilmente non era possibile.
Alec si morse forte un labbro per non urlare quando Magnus entrò dentro di lui e poi si abbassò per baciarlo forte, quella era la parte che preferiva, il bacio!
“Ti amo” sussurrò Magnus al suo orecchio, e anche se non gli era mai piaciuto sentirselo dire in quelle circostanze, quella volta lo apprezzò; erano sei mesi che non se lo sentiva dire, sei mesi che non poteva provare piacere in quel modo, sei mesi che non gemeva il nome dell'uomo che più amava e desiderava al mondo.
Avrebbe aspettato altri sei mesi, se fosse stato necessario, per passare altre due ore simili.
Si alzò dal letto, indossò nuovamente la maglia e i pantaloni, diede un ultimo bacio a Magnus che andava a fare una doccia, e poi si avviò in cucina pronto a combattere contro il libro di ricette.
Sfogliò pagina dopo pagina maledicendo il suo uomo per quella cattiva richiesta, ma soprattutto pregando di trovare qualcosa di semplice da preparare, e così fu, trovò una semplice torta al cioccolato; per poco non si metteva a ballare per la felicità, sarebbe riuscito a cucinare qualcosa! Restava solo da vedere se sarebbe venuto immangiabile come le ricette di Izzy.
Si mise al lavoro, iniziando a rompere le uova per poi mischiarle con cacao latte e farina, così come era detto sul libro; mise tutto in una pirofila e si concentrò sulla barretta di cioccolato da fondere: spezzò la barretta, la mise in una pentolina con del latte e iniziò a girarla piano per farla sciogliere. Quando anche il cioccolato fu pronto lo versò in un contenitore trasparente e si girò per portarlo sul bancone, ma al bancone non ci sarebbe mai arrivato!
Si ritrovò avanti Magnus totalmente nudo, e il maledetto sapeva che effetto sortiva sul povero cacciatore quando gli si presentava avanti in quel modo, tutto gocciolante d'acqua, con i capelli scombinati e gli occhi maliziosi.
Per qualche frazione di secondo l'aria non arrivò al cervello, Alec non riuscì a controllare il proprio corpo e la ciotola contenete il cioccolato cadde a terra, spaccandosi e sporcando mezza cucina, menomale che il cacciatore era saltato via, se no si sarebbe ustionato mezzo piede!
“Hey” disse Magnus ridacchiando “Cosa non ti piace quello che vedi?” Alzò un sopracciglio e poi gli si avvicinò, Alec arrossì totalmente e si abbassò -per provare a nascondere il proprio viso – per raccogliere i cocci di vetro, ma ritrovandosi nuovamente Magnus nudo a praticamente un palmo di distanza si tagliò e si rialzò furioso e ancora più rosso.
“Ma tu guarda che mi fai combinare! Prima mi fai cadere il cioccolato, poi mi fai squartare il dito. Per l'angelo Magnus potresti rivestirti quando mi obblighi a prepararti una torta e decidi di venire da me?”
“Venire in che senso?” chiese l'altro mordendosi il labbro, Alec sarebbe andato fuori di testa, era assodato.
“Oh al diavolo la tua torta, al diavolo tu e il tuo fantastico corpo, mi prendo mezza giornata di pausa!” fece per allontanarsi dalla cucina, ma l'altro lo attirò a sé e prese la sua mano, portando il dito sanguinante alle proprie labbra; lo succhiò guardando l'altro dritto negli occhi. Il cacciatore era certo che all'istituto non ci sarebbe mai arrivato, sarebbe morto prima e non per mano di un demone.
“Fa meno male adesso?” chiese sorridendogli maliziosamente, ancora.
“Non faceva male neanche prima!” disse con orgoglio il giovane. “E poi guarda il cioccolato. Per l'angelo!”
“Al cioccolato ci penso io, tu pensa ad infornare la torta!”.
Alec sbuffò e prese la teglia tra le mani, si avvicinò al forno e si girò quando Magnus lo chiamò per scattargli una foto “Questa la invio direttamente al tuo biondino da strapazzo” rise felice, si voleva prendere una rivincita per quella volta in cui Jace aveva detto che aveva visto molte più volte di lui Alec nudo e non era vero, Magnus lo vedeva più spesso!
“Oh avanti Magnus!” sbuffo il giovane; infilò la torta sotto al forno e poi si girò verso l'altro. “Invia quella foto a Jace e giuro che non ti parlo più”
“Per quando non mi parlerai?”
“Per un bel po'” disse mettendo il muso quando vide Magnus esultare felice per essere riuscito ad inviare la foto.
“Da quando inizi? Avrei una bella idea da mettere in atto con quel cioccolato..” si morse il labbro inferiore e schioccò le dita facendo ritornare il contenitore di vetro intatto e il cioccolato fumante ancora più bello, poi fece un occhiolino ad Alec e si diresse verso il divano “Allora non sei curioso?”.
Eccome se non lo era!
Alec si ritrovò in pochi secondi disteso sul divano, la maglia buttata chi sa dove, i pantaloni leggermente più scesi, gli occhi totalmente in balia di Magnus che iniziò a disegnare tanti piccoli cuoricini di cioccolato sulla sua pelle: uno sulla guancia, uno sul collo, uno sulla spalla, uno sul petto, uno sul cuore, uno sullo sterno, uno sull'ombelico, uno sulla v.
Lavoro perfetto!
Si prese qualche secondo per guardare il giovane ragazzo con gli occhi luminosi, le labbra rosse a causa dei tanti baci, i capelli scombinati, le guance colorate. Era così bello!
Iniziò poi a togliere via tutti cuoricini, uno a uno, ognuno sostituito da un morsetto o un succhiotto, così mentre Magnus si divertiva a ripulire per bene Alec, lui si contorceva sotto il suo corpo e si mordeva le labbra per non lasciarsi scappare gemiti o sospiri sospetti.
Quando il lavoro fu finito Magnus, però, non ne era ancora soddisfatto e a dire il vero anche per Alec quello era troppo poco, quindi quando l'altro abbassò totalmente i suoi pantaloni e si dedicò a tutto il suo corpo non riuscì a non gioire, così tanto da rischiare di non sentire neanche il campanello del forno suonare, che quaranta minuti dopo iniziò a spaccare i timpani dei due amanti.
Alec si alzò, gli occhi ancora lucidi, le guance colorate e accaldate, tanta voglia di ritornare sotto il suo torturatore. Prese la torta dal forno e sorrise, aveva un buon odore e un buon aspetto, che fosse stato Magnus a migliorarla con la sua magia? Non volle chiederlo. Tagliò una grossa fetta, che sarebbe bastata per entrambi, e si precipitò al divano, sedendosi e spingendosi addosso il fidanzato.
“Ecco fatto, la nostra torta è pronta!”
Magnus sorrise soddisfatto e per ringraziarlo si abbassò verso le sue labbra e lo baciò dolcemente.
Alec imboccò entrambi con un pezzetto di torta e annuì felice, era venuta bene la torta!
“Allora cosa hai fatto in questo periodo?” chiese curioso.
“Oh niente di che. Ho dato parecchie feste, ho lavorato, sono uscito con un paio di vampiri davvero sexy, perché solo voi abbiate avuto nella combriccola un vampiro sfigato proprio non lo so!” disse scrollando le spalle, al che Alec si scurì in volto. “Un paio di vampiri eh?”
'E io che gli ho fatto anche una torta!' pensò deluso.
“Tu invece, fiorellino?”
“Niente di che, ho rischiato la mia vita, combattuto contro demoni e oh! Un paio di volte mi sono fatto aiutare a risolvere qualche problemino mattutino da un ragazzo gentilissimo, davvero. Menomale che c'era Andrew ad aiutarmi!” disse con noncalance.
“Un ragazzo. Problemi mattutini? Alexander” la voce di Magnus era più bassa e minacciosa “Alexander ti ammazzo!”. Oh oh, anche gli stregoni sono gelosi!
“Perchè mai? Dovresti essere felice, dal momento che qui problemini erano causati da te”
“Alexander uccido prima te e poi quel tizio che ha osato toccare il mio uomo”
“E io quanti vampiri devo uccidere?” disse alzando un sopracciglio, che il cacciatore fosse geloso era assodato, ormai.
“Nessuno” disse Magnus esasperato, alzandosi dalle gambe dell'altro “Nessuno. Ho solo sognato te per tanto tempo”. Fece per andarsene, ma l'altro scoppiò a ridere.
“Cosa diavolo hai da ridere?”
“Ma come non ti fidi? Quello che ha avuto millemila uomini e donne sei stato tu, mio caro. Io ho avuto e avrò solo te” e la sua voce era così limpida e sincera!
Magnus scosse la testa e ridendo tornò a sedersi sulle gambe dell'altro.
“Magnus sai che mi sei mancato da morire? Non te lo dico mai ma... lo sai che ti amo, vero?” l'altro sorrise e annuì, abbracciandolo forte.
“Se non mi amassi non mi avresti preparato questa deliziosa torta, no?”
“E avevo anche tre buone ragioni per non farlo!”
“Due”
“No, Tre!”
“Due, fiorellino. La terza non vale perché tu sei la mia servetta, o sbaglio?” sussurrò mordendo piano il suo lobo destro.
“Non sono la tua serva, per niente!”
“Allora il mio bambino? Oh so che ti piace chiamarmi paparino!”
“Oh ti prego!” sbuffò l'altro dandogli un pizzicotto. “Mangiamo questa benedetta torta!”
“Alexander sposami” disse improvvisamente Magnus, facendo andare all'altro un pezzetto di torta storto.
Scherzava? Lo stava prendendo in giro o cosa?
“S-sei serio?” balbettò guardandolo dritto negli occhi, al che l'altro annuì.
“Serissimo. Non desidero altro che averti al mio fianco giorno e notte, sempre e comunque e avere anche un legame simile con te, mi farebbe sentire meglio”
“Magnus io morirò, presto. Nel migliore dei casi potrei durare altri venti, trenta anni, ma come sarò tra trent'anni?”
“Bellissimo come ora”
“Non abbiamo futuro, assieme”
“Ma ti amo, fiorellino ed è questo che conta”
“Vuoi sposarti con uno che potrà darti solo altri venti anni?”
“Ma questi altri venti anni saranno indimenticabili, anche perché mio marito avrà una runa della resistenza, no?”
Alec ridacchiò “Ti piace proprio tanto la mia runa eh?”
“Mi piace l'effetto che ha”
“Guarda che durerei tanto anche senza la runa!”
“Lo so” disse Magnus ridendo “Ed è anche per questo che voglio sposarti. Avanti, Alexander! Dammi tre ragioni per le quali non vorresti farlo, dal momento che sei tanto fissato con le fatidiche tre ragioni del cavolo!”
Alec prese un sospiro e ci pensò su; non c'erano motivi per non sposarlo, lo amava e quello sarebbe bastato da solo, ma c'erano tante altre ragioni per cui sposarlo; esempi? I suoi baci, le sue carezze, le sue mani magiche, i suoi sorrisi, il suo modo di parlare, le loro chiacchierate, le loro battaglie, il taccuino che Magnus gli aveva consegnato; lo aveva reso partecipe delle proprie avventure e della propria vita e questo solo una persona che si fida di te e ti ama, può farlo.
Non poteva che accettare, al futuro ci avrebbero pensato poi.
“Prima ragione: ti amo; seconda: sarebbe meraviglioso passare la mia vita con te; terza: sono la tua serva” sussurrò Alec sorridendo, poi lo guardò attentamente negli occhi e avvicinò i loro volti “per queste tre ragioni ti dico che sì, voglio sposarti”.
Magnus lo guardò emozionato, e si fiondò sulle sue labbra.
A che round erano arrivati? Parecchio in là, ma non si sarebbero fermati fino a quando Alec avrebbe avuto la sua runa perché Magnus proprio non si stancava di lui.


Quella sarebbe stata solo una delle tante giornate dopo i tanti ritorni di Alexander, una delle tante giornate felici tra due innamorati, una delle tante in cui Magnus non avrebbe fatto che sorridere e provocare, una delle tante in cui Alec sarebbe stato sempre più convinto di amarlo alla follia.


Spazio autrice.
Avevo promesso che non sarei tornata a postare storie sui Malec e invece eccomi ancora qui...
Perdonatemi, ma proprio non ce la facevo a non scrivere qualcosa su di loro!
Uhm questa mezza cretinata è nata da un mio piccolo sogno privato: Alec che cucina per Magnus e Magnus che fa di tutto per distrarlo, e perchè non metterci in mezzo la torta negata a Jace e una bella proposta di matrimonio in mezzo? Polvere di zucchero su tutti, via! Non volevo farvi venire il diabete, giuro!
Ah ho immaginato che il povero Alec fuori per sei mesi, a causa di una missione perchè sì, mi andava, e poi ogni tanto un po' di distanza fortifica il rapporto e.e
Nada, grazie mille per aver letto e assecondato la mia pazzia.
Buona Pasqua in ritardo :3

StewyT~

 
  
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