“Era
nostro figlio, il
nostro bambino, la massima realizzazione che potessimo avere io e uno
come
Vegeta; lo amavamo, lo coccolavamo, certo, ma…ma ci mancava
ancora qualcosa,
proprio quel qualcosa da cui tutto era incominciato.”
Bulma
Era
da un pezzo che avevamo abbandonato la musica. Quasi avevo scordato le
parole
di “there is no moon tonight”, così, a
volte la facevo ascoltare al bambino
come ninna nanna, mentre io cantavo, arpeggiando la mia chitarra, e
vegeta
suonava il suo strumento con una delicatezza infinita, quella
delicatezza che
conciliava il sonno. Si addormentava solamente quando era stata suonata
l’ultima nota.
Eppure
mi mancava quel ritmo, quella vita, il tepore sulle guance, le grida
della
folla, sentire “Sky” riecheggiare per tutta la
sala, mi mancavano le lacrime, i
riflettori, gli applausi, la musica.
-sei
il tesoro di mamma!-
-ghi,
ghi! – rispose mio figlio che ancora non aveva imparato a
parlare, mentre lo
imboccavo.
Vegeta
era a strimpellare il suo basso in un angolino, in casa mia. Ormai era
lì che
si era trasferito,e anche
se Goku aveva
sentito la mancanza di suo “fratello” in un primo
momento, aveva cercato di
rimpiazzarla con Kiki.
-Vegeta,
dai, Trunks vuole salutarti..- gli sorrido.
Si
alzò sbuffando.
-uffa,
Bulma, è la decima volta che mi alzo. Credo mi abbia
già salutato abbastanza, per
oggi, non credi?- ironizzò.
-non
essere scorbutico e vieni a farti salutare!- ordinai.
Con
passo pesante si avvicinò al piccolo facendosi toccare
fastidiosamente la
faccia…non avrei voluto essere nei suoi panni,
però...sì, l’avrò ripetuto
centinaia di volte, faceva tenerezza.
Borbottò
qualcosa di incomprensibile, che pareva tanto un’imprecazione
delle sue, una di
quelle che non avrei voluto che Trunks imparasse.
-come
hai detto??- scandii le parole per sembrare arrabbiata.
-niente,
niente…- sbuffò lui, calmandosi.
Da
quando era diventato “papà” si era
addolcito notevolmente e, nonostante
conservasse ancora quel suo carattere un po’ solitario e
misterioso, non era
più cinico e scontroso come un tempo.
Mi
piaceva questo, di lui…evidentemente avrebbe fatto di tutto
per evitare che suo
figlio gli somigliasse in quegli aspetti del carattere.
Il
suo cellulare squillò e ne approfittò per
sottrarsi alle torture del piccolo
Trunks, che mise prontamente il broncio.
-pronto?...-
disse dopo aver osservato per alcuni secondi il numero sul
display-Signor
Matsumi, mi dica….- assunse un tono serio- c-cosa? Sul
serio? Bhe…- il suo
sguardo pensieroso andò a posarsi sugli occhi azzurri di suo
figlio e
quell’attimo mi parve lungo un’ora, prima che
potesse rispondere alla domanda
dell’interlocutore. -…accettiamo.-
E’
strano. Molte volte il telefono ha molto potere sulla nostra vita...se
ricorderete bene non era la prima volta. Ma, a pensarci bene, tutto,
ogni
piccola cosa può cambiare il corso degli eventi e noi non
possiamo far altro
che abbassarci a ciò che non possiamo controllare.
Dopo
quella telefonata la nostra vita subì un’ulteriore
svolta, una di quelle che
nella vita ti realizzano, completano quella parte che ti mancava per
sentirti
davvero te stesso.
***
Matsumi era il produttore che
ci aveva contattato tempo prima. Bulma non lo sapeva (né lo
sa ora), ma io e
lui ci eravamo incontrati una settimana prima di quella telefonata. Mi
mancava
troppo la musica scorrermi nelle vene e non resistetti a provarci
un’ultima
volta. Gli avevo detto che magari avremmo potuto accettare quella
proposta,
quella a cui io stesso rinunciai per il moccioso in arrivo. Lui rispose
che mi
avrebbe contattato per farmi sapere se la proposta fosse ancora valida.
Ci riunimmo, ore più
tardi,
al Night Blooming. Come ai vecchi tempi, insomma.
Bulma portò anche
Trunks,
diceva che era per farlo abituare alla nostra musica.
Che idiozia! Kiki fu felice
di tenercelo mentre suonavamo. Arrivò anche il produttore,
che tentò vani
approcci con nostro figlio: il bambino continuava a tenere il broncio
come se
avesse capito che era stato lui ad interrompere il nostro ennesimo
saluto.
Accordammo gli strumenti. Le
mie dita fremevano: avevo un bisogno incredibile di…di
suonare come Dio comanda
e non addolcendo le note come se fosse una ninna nanna. Quando finimmo
di
suonare, dopo aver assaporato fino all’ultima nota, sembrava
fossimo stati più
bravi del solito. Perfetti.
La voglia che avevamo, aveva
fatto sì che fosse la nostra più grande
esibizione: peccato fosse soltanto una
prova.
Il signor Matsumi, senza
troppi preamboli, ci accordò dei live in vari locali e, dopo
averlo letto per
bene, firmai il contratto sapendo che la mia scelta avrebbe influito
sul futuro
di tutti.
Quel peso grava ancora sulle
mie spalle. E ne vado fiero.
- Papà siete stati
grandi! –
eccolo qui mio figlio Trunks.
Ha quattro anni ormai e
sembra assomigliarmi ogni giorno che passa, in tutto quello che fa,
oltre che
nell’aspetto. Sono orgoglioso di lui, ma non glielo
dirò mai.
- Tsk, certo che lo siamo
stati.- gli rispondo facendomi valere come al solito…
abbiamo appena suonato
durante uno spettacolo di beneficienza. Ma che bravi: avete capito che
l’idea è
stata di Bulma e Kakaroth, complimenti!
- Grazie Trunks.- Bulma lo
prende in braccio, lui mette il broncio.
- Mamma non sono piccolo!-
protesta cercando di cancellare dalla guancia il segno del rossetto che
Sky gli
ha lasciato sulla guancia.
Mi avvicino a lei, la donna
che è riuscita a rendere sensata la mia vita, senza la quale
non vivrei…già,
non credo glielo dirò mai. La bacio e mi allontano subito
dopo.
Chiudo la custodia del basso
mentre tutti ridono a causa delle facce buffe che Bulma fa a Trunks.
Non capirà
mai che adesso è grande e non ne ha bisogno.
Alzo l’oggetto per il
manico,
incamminandomi verso l’uscita.
Tsk, che idioti non si
accorgono neppure che me ne sto andando. Bah…meglio
così!
- Papà aspetta!- sento
la
voce del moccioso e mi fermo senza voltarmi. Mi corre incontro
afferrandomi la
manica della giacca, cercando di attirare la mia attenzione.
- Che c’è?-
gli chiedo
stizzito.
- Mi porti a casa con la
moto? Non voglio stare in macchina con la nonna: mi da sempre i
pizzicotti!Poi…poi la moto è bella!- confessa
intimidito dal mio sguardo
severo. Ghigno.
- Hai chiesto il permesso a
tua madre?- gli chiedo sospettoso. Annuisce vigorosamente. Vado verso
la moto,
mentre lui mi segue come un cagnolino.
- Salta in sella!- gli ordino
facendoli posto davanti a me. Trunks sorride salendo faticosamente per
poi
afferrare lo sterzo sicuro.
E la consapevolezza che
quello sia il primo momento in cui mi rivelo un padre mi coglie di
sorpresa,
lasciandomi un dolce retrogusto difficile da dimenticare.
“Trunks,
continua a sognare come fai ora. Seguendo i
tuoi sogni capirai che la vita ha un senso. Solo quando troverai la
persona
giusta troverai il tuo senso della vita.”
Vegeta
Salve a
tutti quanti...ebbene si, siamo arrivate anche all’ultimo
capitolo, che come
sempre speriamo vi sia piaciuto! Abbiamo optato per un lieto fine,
proprio come
era stato richiesto, e ci auspichiamo che non siate rimasti delusi!
Prima di
tutto voglio ringraziare la mia socia Raffaela, senza di lei questo
lavoro non
sarebbe stato lo stesso...e non dimentichiamo che lei aveva la parte di
Vegeta!
So quanto per lei sia stato difficile immedesimarsi nel personaggio e
quindi la
ringrazio doppiamente...Raffa sei unicaaaaa TVTTB! Secondo, volevo
ringraziare
di cuore tutti coloro che l’hanno seguita
dall’inizio alla fine e con i loro
complimenti, i loro consigli, i loro giudizi non ci hanno mai fatto
perdere la
speranza, anche quando abbiamo avuto dei periodi di crisi e mancanza di
ispirazione (e credetemi ce ne sono stati tantissimi!!) ...Ma alla fine
eccoci
qui! salutandovi ancora e immaginando un
“possibile” seguito, lascio la parola
alla mia socia Raffy ^^
Ehi,
socia inutile dirti
che sono io a
doverti ringraziare, vero?! Non avrei immaginato che da
quell’e-mail ricevuta
quel lontano giorno, sarebbe nata una delle storie più belle
che abbia mai
scritto. Non pecco di modestia perché il merito è
tutto di Elvi: perché è lei
ad aver avuto l’idea, io ho solo scritto e fatto del mio
meglio.
Tante
grazie alle persone che hanno inserito la storia tra i preferiti e che
non
abbiamo mai ringraziato^^”
Grazie
a chi ha commentato anche solo i primi capitoli, perché
anche solo un commento
fatto da una persona ci dava le motivazioni per continuare (come ha
già detto
la mia incredibile socia U.U).
Una
cosa che non abbiamo mai fatto, ma che ci tengo a fare
è...dedicare a qualcuno
qualcosa di questa storia. Io dedico a Elvi tutte le parti di Vegeta
che ho
scritto (la volete smettere di fare le sdolcinate? -.-‘
ndtutti)Pardon ^^”
Beh...pensando
ad un possibile continuo (già mi manca questa storia
ç_ç) vi saluto anch’io...
Tvtttb
Elvi xD
Un
kiss a voi.
By...Raffa ed elvi...:)